capitolo 21.

«Muoviti, entra in quello stanzino.» raccatto velocemente le cose di Sole, tranne le sue mutandine che adesso mi appartengono, e le nascondo velocemente dentro lo sgabuzzino collegato allo spogliatoio dove noi della squadra teniamo le nostre attrezzature. Lei fortunatamente, capendo che quella sarà la nostra unica via di salvezza, si infila dentro lo stanzino senza fare troppe storie e io, giusto in tempo, riesco a ficcarmi un pantaloncino.

Non appena Sole è in salvo la porta dello spogliatoio si apre rivelando i miei compagni di squadra che, madidi di sudore fanno il loro ingresso nello spogliatoio tirandosi schiaffi leggeri e pacche sulle spalle. Spero solo che non vogliano riporre adesso la loro attrezzatura nel piccolo ripostiglio altrimenti saremmo fottuti.

«Pericolo scampato, capitano. Il coach ha ricevuto una chiamata da sua moglie ed è corso a casa come un cagnolino.» mi avvisa Michael, il difensore della squadra, facendo scoppiare a ridere tutti quanti. 

«Quella donna lo tiene al guinzaglio, se dovesse capitarmi mai una cosa del genere, sparatemi.» se ne esce Stevenson aprendo il suo armadietto. Si toglie la maglia sudata della nostra squadra e prende un asciugamano pronto a dirigersi nelle docce.

«Se vuoi posso farlo già da adesso Stevenson, hai fatto schifo in campo. A cosa pensavi?» borbotta scocciato il mio vice, quello che ha il compito di cazziare gli altri quando io non ci sono. Guardo con un cipiglio curioso il mio attaccante e rimango in attesa di una sua risposta. Di solito lui non è mai distratto in campo anzi è quello più concentrato perché il suo compito, non ufficiale chiaramente, è quello di provocare gli avversari. Studia i loro punti deboli e gli attacca, come facciamo tutti noi, d'altronde, solo che Stevenson cerca la rissa e le penalità, noi no. Non a caso la nostra squadra si chiama 'Hunting Falcon': siamo delle schegge in campo, abbiamo una vista aguzza e prima di attaccare i nostri avversari tendiamo ad osservarli molto scrupolosamente.

«Alla festa di Halloween» riprende il mio compagno di squadra «già mi vedo affondare in una groupie. O in due. Perché scegliere quando possiamo averle tutte?» domanda retoricamente facendo scoppiare a ridere tutta la squadra. Tranne me e Tyler, il mio vice, che ci guardiamo come se il nostro attaccante fosse un caso perso.

«Io punto a farmi una del North. Da quando gira voce che la loro reginetta verrà qui la maggior parte delle ragazze hanno deciso di seguirla a ruota. E chi siamo noi per non accoglierle a braccia aperte?» un altro giocatore della mia squadra si stampa sul volto un sorriso perverso che io provo subito a smorzare «quelle mordono Lewis, non ti degneranno neanche di uno sguardo.» e in parte è la verità. Le ragazzine ricche meritano di divertirsi con i ragazzi ricchi, noi non c'entriamo nulla con loro.
E mentre mi ripeto queste parole guardo di sottecchi il nascondiglio di Sole perché so che questo pensiero è rivolto a lei.

«Fortuna allora che avrò un costume figo.» sghignazza Lewis facendomi riportare l'attenzione su di lui «E poi se loro decidono di intrufolarsi stupidamente nella tana del lupo sanno che, di conseguenza, saranno sbranate da noi del South. Sul serio, mica credono che quello di domani sarà un semplice e casto nascondino?» no che non lo sarà. 

Ogni anno il capo di un cerchio dell'hell organizza la festa di Halloween; la festa che si avvicina più al concetto di Lucifero e di Inferno. Quest'anno è toccato a Minosse, colui che si trova all'entrata del secondo cerchio dell'Inferno e il suo gioco sarà privo di regole e di morale e al contempo traboccherà di perversione e di lussuria. Ecco perché il mio unico obiettivo di domani sarà trovare la mia Beatrice.

«Io do ragione a Lewis.» alza la mano Parker, il nostro portiere di riserva «quelle hanno solo bisogno di essere scopate come si deve. Avete visto i fricchettoni con cui escono? Sembrano dei manici di scopa.» scoppio a ridere perché non ha tutti i torti. Solo se penso a Joshua le mie mani formicolano e mi ritorna la voglia di deformare il suo bel faccino da sfigato.

«Tu capitano hai già adocchiato qualcuna?» ma non faccio neanche in tempo a rispondere –cosa che non avrei fatto perché l'unica ragazza che vorrei piegare a novanta sta nello stanzino affianco- che uno dei miei giocatori mi precede «sicuramente la nipote del sindaco. Dovreste vederlo come la fissa a scuola ed è questa l'unica cosa che mi diverte nell'andare alla Royal Prep School. Vedere il nostro capitano sbavare per una ragazzina che lo tiene per le palle.» rido e lancio un asciugamano addosso al mio amico «smettila coglione.»

«Dai Seb, spero che tu non sia ancora fissato con la nipote del sindaco. Ricordi che suo nonno vuole distruggerci casa?» domanda retoricamente Stevenson appena uscito dalla doccia. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo spazientito perché ogni volta che esce fuori il nome della mia ex migliore amica qualcuno deve tirare in ballo questa storia anche se tutti sappiamo la verità e che non è Sole la colpevole. Men che meno suo nonno. È lui che muove i fili di ogni cosa e lo sappiamo tutti troppo bene.

«Lasciatela stare, sapete tutti come stanno le cose.» ringhio verso il mio giocatore usando un tono di voce basso per evitare che Sole senta anche se dubito possa farlo. La porta dello stanzino è una di quelle blindate quindi ciò che lei sente è solo una minima parte di ciò che noi stiamo dicendo.

«Altrimenti cosa, Morris? Cosa mi accadrebbe se dovessi toccare la tua principessa?» ed ecco che fa il suo ingresso Minosse, l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.

Digrigno i denti e cerco di mantenere la calma «non c'è bisogno che ti faccia un disegnino Davis per farti capire cosa succederà dopo. Non ti è basata l'ultima volta all'hell?» mi avvicino a lui con passo felpato e ci ritroviamo uno di fronte all'altro. A pochissimi metri di distanza.

«Avanti ragazzi, smettetela.» proferisce uno dei miei giocatori. Non so bene chi, dato che i miei occhi sono puntati in quelli di Andrew Davis. Sa che non deve sfidarmi eppure non impara mai la lezione e se da un lato questa cosa mi da i nervi dall'altro lato mi procura un moto assurdo di adrenalina perché so che con lui posso non controllarmi. È un bastardo che ama provocare e che non si fa problemi a ricevere due pugni in più da parte mia.

«Non mi basta mai. Adesso dimmi Morris cosa mi farai? Sai, te lo chiedo perché domani è Halloween e dato che tutti voi sarete impegnati a giocare al mio gioco io avevo in mente di andarle a fare visita. Ci sarà anche lei alla festa organizzata al North, no?» ridacchia divertito senza mai distogliere lo sguardo dal mio. Anche se domani Sole non sarà lì un moto di rabbia mi pervade lo stesso perché a lui non interessa la mia ex migliore amica, vuole solo distruggermi per puro piacere personale.

Fortunatamente, nessuno della mia squadra mi tradisce dicendo la reale posizione di Sole domani sera.

«Sfiorala con un dito e questa volta non mi limiterò a spezzarti una mano, Andrew.» ringhio e il mio sguardo cade sulla stessa mano che gli ho spezzato durante una delle mie torture. 

«Sei sempre così protettivo nei suoi confronti? Sai che al capo non piace questo tuo atteggiamento, vero?» mi sbeffeggia e io mi avvicino di un altro passo a lui, non per intimorirlo perché in quel caso farei qualcosa di molto peggio, ma per evitare che Sole senta tutto. Non è ancora arrivato il momento di dirle la verità e non posso perderla. Non voglio perderla, non ancora almeno.

«Al capo va bene ciò che sto facendo. Quello che non deve andare contro gli ordini di Lucifero sei tu, Davis. Toccala, guardala, sfiorala o pensala soltanto e giuro che ti faccio finire dieci metri sottoterra. Non sto scherzando, sai di cosa sono capace.» sputo velenoso quelle parole mentre afferro per il colletto colui che consideravo un amico. Andrew ridacchia e la mia rabbia sale alle stelle e quando carico il pugno per colpirlo in pieno volto Axel mi ferma.

«Sparisci Drew.» sibila il mio migliore amico cercando di allontanarmi da possibili guai che mi potrebbero colpire se andassi contro le regole dell'hell.

«Come volete.» alza le mani in segno di resa completamente non toccato dalle mie minacce. Ma d'altronde non mi sarei aspettato altro, Drew è un cocainomane pazzo. 

«Ah, Morris? Io domani non la lascerei sola neanche un secondo. Quando riuscirò a scoparmela, perché lei mi deve ancora un favore, le dirò anche qualche piccolo segreto che ti riguarda. Fare una buona conversazione durante il sesso è fondamentale.» ghigna alzando le mani in segno di resa e quando faccio per andargli dietro più furioso che mai pronto a spaccargli quella testa di merda che si ritrova, tutta la squadra mi ferma e mi intima di non fare cazzate. Compreso il mio migliore amico che sta fissando la porta dello sgabuzzino come se fosse consapevole che c'è qualcuno. 

«Sai, non voglio essere un guastafeste, ma penso che stai combinando una cazzata dopo l'altra.» mi rimprovera Axel bevendo un sorso di birra.

Siamo all'heartbreakers e il mio migliore amico anziché supportarmi sta facendo di tutto pur di farmi perdere le staffe.
Dopo quell'inconveniente negli spogliatoi tutta la squadra ha lasciato l'edificio intimandomi di non fare cazzate perché la settimana prossima abbiamo una partita importante e non posso finire in panchina per qualche stupido infortunio –parole loro. Axel si è subito accorto che c'era qualcuno oltre a noi perché, essendo vicino a quella maledetta porta, si era accorto che un telefono stava squillando e quando gli ho detto che effettivamente lì non ero da solo ha preferito venire qui, ad aspettarmi, in modo che Sole non si sentisse in imbarazzo nel sapere che non ero l'unico a sapere della sua presenza nella scuola.

Alla fine, ha chiamato Sophie che l'è venuta a prendere senza l'imbarazzo di dover salire su un Uber senza mutandine e con una camicetta strappata. 

Non so cos'abbia sentito di quella conversazione ma da come mi è apparsa, altezzosa e senza peli sulla lingua come sempre, pare non abbia sentito molto. Fortunatamente.

«Allora non parlare, so già da me che sta andando tutto a rotoli, non ho bisogno che diventi il mio promemoria vivente.» bevo una bottiglietta d'acqua e mi passo una mano tra i miei corti capelli, affranto e frustrato.

«A questo servono i migliori amici. A capire che stai compiendo delle cazzate.» scocca le dita davanti ai miei occhi come se fosse la cosa più normale del mondo e io annuisco poco convinto «da quello che mi ricordavo i migliori amici nelle cazzate ti sostengono.»

«Non io. Posso fare il tifo per te qualche volta, ma nulla di più. Le tue cazzate sono troppo pericolose anche per uno come me. Non voglio finire con una pallottola nel cervello solo perché ti vuoi scopare la ragazza sbagliata.» questa volta annuisco più convinto, effettivamente non ha tutti i torti. Tuttavia, lo prendo in giro ancora un po' perché non c'è cosa più divertente che vedere le manie di egocentrismo di Axel Akane.

«Non eri tu quello che si vantava di essere temerario?»

«Lo sono, a casa ospito dei gatti nonostante io sia allergico a loro. Rischio di morire ogni giorno; eppure, eccomi ancora qui sono proprio un combattente, non trovi?» mi fa l'occhiolino divertito ma quando vede il mio umore calare drasticamente, si fa più serio «io non volevo, Seb.»

«Non ti preoccupare, lo sappiamo già da ora come andrà a finire. Vuoi un'altra birra?» domando per smorzare la tensione e alzarmi da questa sedia che sta diventando troppo scomoda per me. So che non le ha dette apposta quelle parole ma quando qualcuno parla di quell'argomento qualcosa nel mio cervello scatta e divento subito più chiuso e distaccato.

«Uhm, si.» annuisce e io mi alzo dal mio posto per andare al bancone. Fortunatamente –o sfortunatamente a seconda del caso- attaccherò a lavorare solo tra un'ora e mezza, perciò, ho ancora del tempo per sorbirmi le cazzate che Axel dirà per sollevarmi l'umore. È un buon amico, anche se a volte parla troppo, e un pessimo giocatore per la squadra dato che una partita su tre non può giocare per via della gamba.

«Prendine una anche per me Seb. Ho bisogno di qualcosa di fresco.» mi intima JJ alle mie spalle; deve essere appena arrivata. Le faccio un segno affermativo alzando il pollice e dopo aver preso le due birre torno al tavolo dei miei amici.

«Dove sei stata?» domanda Axel curioso deviando completamente l'argomento della conversazione. Lo ringrazio mentalmente e rivolgo l'attenzione a JJ che sorride «io e Eileen abbiamo fatto ripetizioni di letteratura italiana.»

«Ripetizioni tipo 'se sbagli la risposta ti togli un indumento' o semplici e noiose ripetizioni?» domanda Axel cantilenando l'ultima parte della frase. Io ridacchio e JJ alza gli occhi al cielo «Idiota, semplici ripetizioni. Lei è etero.»

«Te l'ha detto lei?» indago già consapevole di dove vuole andare a parare. Non è la prima volta che io e la mia migliore amica facciamo questo discorso. Incrocia le braccia sotto il seno, dopo aver bevuto un sorso di birra, e alza la testa verso il soffitto chiudendo gli occhi «no, non me l'ha detto lei ma non intendo affrontare questo discorso con voi due.»

«Siamo i tuoi migliori amici.» alza le braccia al cielo Axel con fare teatrale facendomi annuire «per una volta Axel ha ragione. Ti ha detto lei di essere etero?»

«No.» borbotta spazientita già stanca di affrontare questa conversazione.

«Ma?» la incalzo sperando che possa andare avanti perché fino ad adesso non trovo nulla a sfavore per JJ. 

«Ma niente. Capisco che adesso si è lasciata e quindi non le passa neanche nell'anticamera del cervello fare nuove esperienze ma, sembra essere più interessata ad Axel quando parla che non a me. Solo perché lui ha il cazzo.» scuoto la testa divertito mentre Axel ha un cipiglio sul volto «dovrei prenderlo come un complimento? Perché non ho capito cosa volessi dire.» il mio migliore amico si gratta il mento pensieroso.

«No, sembra interessata ad Axel quando parla solo perché tu non le parli mai. Stai lì a guardarla di nascosto tutto il tempo senza proferire parola.» la accuso puntandole un dito contro e lei mi fulmina con lo sguardo «non la guardo di nascosto.»

«Invece sì.» si intromette Axel «E non potete capire quanto è divertente parlare con le vostre ragazze davanti a voi mentre ribollite di rabbia.» ride Axel per poi soffermarsi sulle nostre facce sconvolte. 
«Non sono le nostre ragazze.» proferiamo all'unisono per poi guardarlo male. Lui sventola la mano al vento come se non avesse appena detto una stronzata e poi riporta l'attenzione su di noi.

«JJ devi imparare a fare conversazione.» la ammonisce Axel come se avesse scoperto l'acqua calda. 

«Io parlo. Lo sto facendo adesso con voi, purtroppo.» sorride falsamente in segno di scuse nei nostri confronti e io mi passo una mano tra i miei capelli di taglio millimetrico. Ne uscirà fuori un casino. Me lo sento.
Di solito sono le ragazze che si consigliano a vicenda su come conquistare altre persone, io e Axel le stiamo dicendo praticamente di buttarsi a capofitto nella tana del lupo.

«Si, parli è vero. Ma ogni volta che lo fai-» inizio io cercando di dosare le parole da utilizzare. So quanto per lei sia delicato questo argomento dato che ci ha messo molto per accettare la sua sessualità quindi non voglio ferirla.

«-sembra che hai un palo su per il culo.» conclude Axel sorridendo. Io scoppio a ridere, perché è stato troppo difficile trattenersi dato che il concetto che volevo esprimere era esattamente quello, e JJ ci guarda malissimo. Fa per alzarsi esasperata ma io la fermo prendendole il polso. 

«Siete dei pessimi migliori amici, sappiatelo.» 

«Quello che Axel voleva dire» cerco di trattenere una risata ma fallisco miseramente «è che sei piomeno amichevole quando parli con noi ma, quando sei con chiunque altro sei sempre sul piede di guerra, mentre quando sei con lei non proferisci parola rimanendo ferma e zitta a guardarla. Dovresti scioglierti un po'.» cerco di darle un buon consiglio ma lei demolisce ogni mia buona intenzione.

«Sciogliermi fino a farle un ditalino sotto il tavolo della mensa?» Axel scoppia a ridere di gusto e io capisco che sta cercando di deviare l'argomento su di me. Odia essere al centro dell'attenzione.

«L'hai visto anche tu, vero?» si intromette Axel facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Erano appiccicati senza sbranarsi da troppo tempo, era impossibile che avessero il piacere di condividere uno spazio comune di loro spontanea volontà.» alza le spalle JJ cogliendo la palla al balzo per sviare il discorso di prima.

«Siete due bastardi.» faccio un dito medio e loro scoppiano a ridere.

«Quando glielo dirai?» JJ si fa immediatamente seria seguita a ruota da Axel.

«Stavamo parlando di JJ e Eileen, cosa c'entro adesso io?» ribatto mentre appoggio i gomiti sul tavolo e guardo male entrambi.

«Lo sai che più passerà il tempo e più sarà difficile dirle la verità e farti perdonare.» mi ammonisce JJ neanche fosse mia madre non rispondendo alla mia domanda. So cosa sto facendo, lo sapevo dal primo giorno. Lo sapevo da quando ho messo casualmente piede alla Royal Prep School.

«Lei non mi perdonerà mai, lo sappiamo tutti e tre. A me va benissimo così, lo avevo messo in conto sin dall'inizio.» affermo semplicemente per poi abbassare lo sguardo sul braccio sinistro. Tanti piccoli non ti scordar di me si intrecciano ai rovi spinati ma sono così impercettibili che dubito che Sole gli abbia notati. Uno per ogni volta che guardavo qualcosa che mi ricordava lei. 

Il primo l'ho fatto all'età di sedici anni nel giorno del suo compleanno. 
L'ultimo l'ho fatto quando ho incontrato Lucifero, colui che mi ha permesso di starle accanto.
Poi ho smesso perché ho iniziato a mentirle.

«Seb.» JJ fa per prendermi una mano ma io mi scanso «Per quanto io non possa andare d'accordo con lei sappiamo che non puoi farla soffrire così. Ne uscirà distrutta e anche tu. Non potete stare così vicini se prima o poi la porterai all'autodistruzione.» ed è per questo che JJ le ha detto di stare lontano da me. Solo che, a quanto pare, lei non le ha dato retta.

«Sono un bastardo egoista. Sto mettendo per una cazzo di volta me al primo posto senza pensare troppo alle conseguenze. Quando scadrà il tempo e lei saprà tutto sarà solo felice di come sarà andata a finire, perciò vinceremo entrambi.» il mio tono è fermo e lapidario mentre guardo un punto fisso cercando di non far trapelare nessuna emozione. 

«Tutto si può sistemar-» mi alzo non facendo terminare la frase alla ragazza dai capelli rosa e prima di andarmene pronuncio le mie ultime parole «non voglio che si sistemi. Ricorda perché lo sto facendo JJ, la mia famiglia è più importante di una ragazza che, come ti ho già detto, a breve mi odierà ancora più di adesso.»

E loro non riescono a dire più nulla perché velocemente lascio il tavolo per dirigermi nella stanza dove c'è la mia divisa. Mi cambio e inizio il mio turno al lavoro, proprio come un automa del cazzo mentre penso a colei che dovrei tenere lontano da me.

Appena tornata a casa mamma non mi ha fatto nessuna domanda. Avevo indosso una camicia che Sophie mi aveva prestato perciò non si è accorta di quella strappata nella mia borsa. Successivamente, abbiamo cenato con 'The Vampire Diaries' in sottofondo –mentre Cillian sbuffava divertito e prendeva mia madre in giro ogni volta che Damon Salvatore appariva sullo schermo- e adesso sono distesa sul mio letto.

Guardo il soffitto mentre ripenso a ciò che è successo oggi, incapace di formulare un pensiero coerente. Come diavolo siamo finiti io e il mio ex migliore amico in quella situazione? Lui con la lingua tra le mie gambe. Se me lo avessero detto qualche mese fa sarei scoppiata a ridere dato che Sebastian non ancora era tornato e io avevo una relazione felice con Josh.

Che poi, sarei davvero curiosa di sapere perché Sebastian se n'è andato così da un momento all'altro e molte volte mi devo pizzicare la lingua per non domandarglielo. So com'è fatto e quanto è riservato perciò non me lo direbbe mai anche se, prima o poi vorrò sentire uscire dalle sue labbra questa storia dato che, indirettamente, riguarda anche me.

Ma chi vogliamo prendere in giro? Vorrei fargli un mucchio di domande anche riguardo stasera. Chiusa in quello sgabuzzino non sono riuscita a sentire chissà cosa, tuttavia, ho percepito la sua rabbia e la sua scontrosità verso Andrew Davis. Quel ragazzo mi mette i brividi considerando il modo languido in cui mi guardava.

E infine, ma non per importanza, vorrei sapere cos'è successo per rendere Sebastian così scontroso all'uscita da scuola. Non mi ha detto nulla dopo che i suoi compagni avevano lasciato lo spogliatoio, siamo rimasti solo noi due in silenzio in attesa che arrivasse Sophie.

E, ovviamente, non so neanche come comportarmi con lui dopo tutto ciò che è successo. Nei libri è tutto così semplice, ma qui? Non è che posso prendere il telefono e dirgli 'ciao, la tua lingua e la mia intimità possono di nuovo giocare insieme?' e non posso scrivere altro perché noi due non siamo amici. Per tre motivi:
Motivo numero uno, gli amici non fanno queste cose.
Motivo numero due, non mi fido ancora di lui al cento per cento.
Motivo numero tre, non voglio dare a Sebastian di nuovo la mia fiducia con la paura che possa sparire ancora.
Anche con Sophie ci sto andando con i piedi di piombo proprio perché non voglio farmi fregare una seconda volta. 
Quindi si, mi potrei accontentare di questo rapporto dove lui mi stuzzica e io fingo di respingerlo.

Alle tre di notte, un messaggio mi fa sobbalzare e così come se qualcuno potesse vedermi abbasso lo schermo del pc per nascondere cosa stavo facendo: semplicemente wattpad.

Dopo essermi frastornata per due ore la testa di paranoie inutili ho pensato che potevo sfruttare la mia voglia di pensare così tanto in maniera creativa e perciò ho fatto ciò che non facevo da un po', ossia scrivere. Ho ripreso la trama che avevo abbozzato l'ultima volta e ho iniziato a buttare giù qualche idea facendo uscire così una trama leggermente diversa da quella originale e anche un primo capitolo quasi completo.

E, neanche l'avessi fatto apposta questa storia parla di due ex migliore amici che si rincontrano dopo tanti anni. Non l'ho scritta pensando a me e Sebastian, semplicemente ho ripreso alcuni dei miei trope preferiti. E, ovviamente è anche un caso il fatto che i due si siano rivisti in discoteca solo che lei non l'ha riconosciuto perché lui si è presentato sotto falso nome.
Non voglio copiare nulla dalla realtà solo che mi sembrava intrigante.

Tuttavia, non ho ancora scelto il nome della storia ma a quello ci penserò più tardi dato che il telefono continua a vibrarmi nella mano.

Parli del diavolo...

Sebastian: principessa

Sebastian: dormi?

Sole: che ci fai sveglio a quest'ora? Ti mancavo?

Sebastian: hai risposto dopo pochi secondi, mi sa che quello che sentiva la mancanza di qualcuno eri tu. Notte insonne perché pensi alla mia lingua dentro di te?

Sole: sto leggendo.

Mento perché, al momento, la scrittura è una cosa solo mia.

Sebastian: allora mi ritengo importante. Da piccola me lo dicevi sempre che smettevi di leggere solo per giocare con me. A distanza di anni le cose non sono cambiate, tranne i giochi che facciamo.

Sole: stavo andando a dormire idiota, per questo ti ho risposto. Buonanotte.

Per alcuni minuti non ricevo nessuna risposta e quando penso che lui abbia mollato la presa il mio telefono si illumina nuovamente. Come non detto.

Sebastian: una verità per una verità?

Vuole sul serio giocare a quest'ora della notte ad un gioco che facevamo da bambini?

Sole: mi chiederai se ci ritroveremo di nuovo in una situazione simile a quella di oggi pomeriggio?

Sebastian: non te lo chiedo principessa perché so che accadrà. Ricordi cosa abbiamo in sospeso io e te?

Cerco di fare mente locale pensando a qualche riferimento che possa aver fatto ma nulla, vuoto.

Sole: delucidami, Sebastian.

Sebastian: eravamo a scuola quando ti ho detto che ti avrei piegata a novanta e scopata sulla scrivania della preside. Ricordi Sole quando ti ho promesso che ti avrei fatto urlare il mio nome?

Inutile dire che sono rossa come un peperone perché mi ricordo benissimo cosa mi aveva detto e in che contesto l'aveva fatto. Tuttavia, è illegale scrivere queste cose tramite messaggio e io ovviamente non voglio stare al suo stesso gioco perciò rispondo negativamente.

Sole: mh, no. Non me lo ricordo.

Sebastian: bene, vuol dire che appena possibile dovrò rinfrescarti la memoria.

Alzo gli occhi al cielo, in modo meno lussurioso rispetto a questa sera e flash di lui tra le mie gambe mi mandano in tilt il cervello. Le cose che ha fatto, il tono che ha detto e le sue mani su di me mi mandano in un brodo di giuggiole ma, come ho già detto prima, non posso giocare al suo stesso gioco.

Sole: buonanotte Sebastian, fatti una doccia fredda.

E quando finalmente spero che questo giochino sia finito mi stupisce ancora una volta perché il suo messaggio adesso non è una provocazione nei miei confronti ma è un messaggio che mi porta a galla troppi brutti ricordi.

Sebastian: perché quando sei in macchina con me non tremi?

Bene, ha iniziato il gioco.

Sole: non lo so.

Mento, perché lo so benissimo.

Sebastian: non puoi mentire a questo gioco. Lo abbiamo chiamato 'una verità per una verità' per un motivo. Non mentirmi.

Sole: sei consapevole che per una verità grande come questa io ti chiederò qualcosa dal medesimo peso?

Sebastian: rispondi, principessa.

Sole: sei così insopportabile.

Sole: quando salgo in macchina con te non tremo perché la Sole bambina si fida di te. Sa che non le faresti mai del male, perciò quando guidi sì, ho paura, ma non a tal punto da farmi venire la nausea. 

Sebastian: e tu non ti fidi di me?

Sole: è il mio turno, non risponderò alla tua domanda.

Non tanto, perché recuperare la fiducia che mi hai strappato via dieci anni fa è molto difficile...
Ma questo non lo scrivo.

Sole: cos'è l'hell?

Sebastian: un bar che fa cose non propriamente legali. Contenta?

Sole: assolutamente no, esplica.

Sebastian: è l'inferno, un posto che non dovresti mai vedere. Adesso vai a dormire Sole tieniti carica per domani sera.

Sole: perché rispondi in modo così scontroso? E perché sei sempre così vago? Io ti ho risposto e ho altre domande in serbo per te sull'hell.

Sebastian: domande a cui io non risponderò, quindi evitale.

Sole: sono curiosa di sapere da cosa ti travestirai domani. Da stronzo arrogante come tutti i giorni?

Sebastian: probabile. Tu indossa qualcosa che potrò levare facilmente appena ti troverò.

Sole: scordatelo, non mi toccherai un'altra volta.

Sebastian: scommettiamo?

Sole: che cosa?

Sebastian: che domani, se ti trovo, ti scopo.

Sole: e se non riuscissi a trovarmi potrei scopare con un altro?

Sebastian: certo, ma subito dopo lui finirà sottoterra e tu legata al mio letto per essere punita come si deve.

Sole: buonanotte Sebastian.

Prima missione di domani? (non) farmi trovare dal mio ex migliore amico.

*

Finalmente è la notte di Halloween, o meglio la notte prima di Halloween.
Il 30 ottobre, come direbbero Michael, Will, Damon e Kai, la notte del diavolo.

Io, Eileen e Sophie siamo in camera mia che ci stiamo preparando e siamo tutte e tre emozionate; sì anche Eileen che all'inizio si mostrava titubante alla fine si è convinta del tutto.

Abbiamo indossato i nostri vestitini da 'marry', 'kiss, e 'kill' e adesso ci mancano gli ultimi preparativi da terminare per essere definitivamente pronte. Il rosa confetto mi dona un sacco e mi da quell'aria da finta innocentina che non mi si addice per nulla, al contrario di Eileen che innocente lo è veramente e il bianco le calza alla perfezione.

«Meglio le Laboutin o le YSL sotto questo vestito?» domanda Sophie davanti allo specchio con in mano i due paia di tacchi. Lei invece, proprio come avevamo scelto in negozio ha il completo nero.

Che poi, chiamarli vestiti è un eufemismo dato che oltre al mantello nero di seta lungo fino ai piedi indossiamo una bralette e una mutanda a vita alta/pantalocino ognuno del proprio colore. Io, che ovviamente sono già pronta ho abbinato al tutto i miei amati tacchi argentati di Rene Caovilla mentre ad Eileen ho prestato le mie Dior Décolleté slingback J'Adior bianche.

«Non chiederlo a me, non ci capisco nulla.» alza le mani in segno di resa Eileen facendomi ridacchiare. Indico con un cenno del capo le Laboutin e lei ascolta il mio consiglio perché se le infila dopo un secondo.

«Sole, se c'è tempo riesci a piastrarmi i capelli? Sono un disastro.» la mora mi domanda con tono affabile, mentre si tocca i suoi capelli informi, e annuisco sorridente «siediti sul puff della toeletta, vado a prendere la piastra.» Eileen mi sorride e il mio cuore si riempie di gioia.

«Secondo me ci divertiremo un sacco.» afferma Sophie non appena rientro in camera con la piastra. Adesso, mentre la mora si è posizionata dove le avevo detto di fare, la ragazza dagli occhi grigi sta ribaltando la mia trousse per cercare un prodotto labbra che le doni. Alla fine, opta per il classico bordeaux che indossa sempre.

«Sono un po' meno fiduciosa di te ma lo penso anche io.» Leen mi guarda dallo specchio e mi sorride e io, di ricambio le faccio l'occhiolino «anche io ho la sensazione che tutto andrà come deve andare ma,» mi fermo un secondo e guardo le due ragazze che, a loro volta hanno smesso di fare ciò che stavano facendo e mi guardano con un cipiglio sul volto «tenete le suonerie del telefono alzate. Nel caso dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa, dobbiamo essere reperibili una per l'altra. Chiaro?»

«Mh, si hai ragione.» Eileen fa subito ciò che le ho appena detto seguita da un «come preferisci» di Sophie.

«Ci pensi che al posto di Sophie, lì ci doveva essere Betty?» sussurra la ragazza di fronte a me probabilmente per non farsi sentire da Sophie, tuttavia, fallisce nell'impresa.

«Io sono più simpatica di quella gallina traditrice.» ribatte seriamente la diretta interessata mentre si fa una foto allo specchio.

«Non volevo offenderti, stavo solo pensando a cosa staremmo facendo ora se tutto il casino con Betty non fosse successo.» e Eileen si giustifica diventando così rossa in volto da fare concorrenza a un peperone. 

«Non mi offendo così facilmente. E comunque se proprio vi interessa, gira voce che stasera andrà alla festa del North.» sgrano gli occhi e un brivido mi percorre la schiena «davvero?»

«Così dicono, vuole cercare di riprendersi il ruolo di capitano vestendosi a tema con le altre cheerleader. Ma non ci riuscirà dato che io e la mia squadra, da quando se n'è andata, abbiamo fatto passi da gigante.» si volta verso di noi e fa un giro su se stessa «come sto?» la sua è una domanda di circostanza proprio come la sarà la mia; siamo consapevoli di essere bellissime.
Eileen invece realmente ci fa questa domanda ed entrambe la rassicuriamo dicendo che è uno spettacolo per gli occhi. 

«Farai girare un sacco di teste Leen.» ridacchia Sophie facendo fare alla mora un giro su se stessa. Se è possibile la mia migliore amica diventa ancora più rossa in volto «non scherzate.»

«Non stiamo scherzando. Sei bellissima Leen. Siamo bellissime. E sai questo che significa? Che è arrivato il momento che tu più detesti» prendo in mano il telefono con la fotocamera aperta e lo scuoto davanti al suo viso facendole alzare gli occhi al cielo. Eileen odia stare per più di dieci minuti davanti allo specchio a farsi le foto perché i tentativi saranno circa mille prima di arrivare alla foto perfetta. Tuttavia, questa volta cede subito e ci mettiamo tutte e tre davanti al mio enorme specchio a sorridere.

Trentacinque minuti dopo io e le mie due amiche siamo sotto casa mia ad aspettare l'Uber. Entrambe si erano proposte di guidare ma io ho rifiutato di netto proponendomi addirittura di pagare io l'Uber per tutte. Halloween è la festa più bella d'America, ma è anche quella che mi spaventa di più. Le persone guidano senza controllo e senza freni –a volte letteralmente- e non voglio rischiare. 

Mi volto a destra e sinistra per vedere il nostro veicolo arrivare e nel frattempo osservo anche le decorazioni che costellano tutte le case a me vicine. Abitando in una zona residenziale piena di ville, in questa via ce ne sono solo cinque e tutte sono decorate come se dovessero partecipare ad un concorso a tema. Gonfiabili, luci intorno alla casa, zucche ad ogni angolo e ragnatele sparse su tutti gli alberi, ogni casa ne è piena. Anche la mia è ricca di queste decorazioni solo che si aggiunge anche la piscina che è piena di teschi che galleggiano su un materassino con un cocktail finto in mano e degli occhiali da sole a forma di zucca. 

«Eccolo, sta arrivando.» annuncia Eileen e finalmente vedo anche io il nostro Uber. 
Non appena accosta al marciapiede entriamo in auto e dopo averlo salutato e avergli dato l'indirizzo parte. Direzione? Southside.  

Quando varchiamo la 'linea di confine' tra North e South ce ne rendiamo immediatamente conto. I palazzi colossali e lussuosi si sostituiscono a bungalow in procinto di cadere e roulotte e i negozi di marchi famosi spariscono dando il posto a piccoli alimentari con le vetrine spaccate e squallide luci al neon.

«È la prima volta che metto piede qui. Davvero vivono in questo luogo?» sussurra Eileen come se qualcun altro, oltre noi, potesse sentirla.

«Già, ma prima non era così lugubre questo posto.» sottolinea Sophie guardandomi. Raramente capitava che io e lei venissimo qui a giocare con Sebastian –quando magari mio padre doveva svolgere delle commissioni qui e abbandonava me e la mia migliore amica al parco- ma ci ricordiamo che la situazione non era così grave come adesso.

Delle urla ci distraggono dal nostro discorso e quando ci voltiamo verso la fonte del rumore vediamo tre ragazzini mascherati che cercano di scassinare una macchina lussuosa; probabilmente un intelligentone del North che è venuto qui con la sua preziosissima macchina. Rabbrividisco e la bile mi sale in gola.

«Siamo arrivate signorine.» ci comunica l'autista e noi, dopo averlo ringraziato anche con una generosa mancia, scendiamo dal veicolo proprio davanti alla scuola del South che in questo momento pullula di persone. Alcune stanno facendo la fila mentre altre si fumano una canna nel cortile come se fosse la cosa più normale del mondo. Una musica assordante proviene dall'interno dell'edificio e subito capiamo che è lì dentro che si terrà la festa. 

«Avete preso i biglietti, si?» domando tirando fuori dalla borsetta il mio. Loro fanno lo stesso e ci dirigiamo verso l'ingresso perché, a dirla tutta, non mi sento molto sicura a rimanere qui fuori dato gli sguardi languidi che stiamo ricevendo. Capire che siamo del North non è molto complicato dato che le nostre scarpe e le nostre borse urlano 'soldi' ed è proprio per questo che mi guardo intorno per cercare di captare qualcun altro del nostro territorio. 

«Certo che qui prendono Halloween molto più seriamente di noi. Dite che quella bandiera fa parte di qualche movimento satanista?» mi domanda Eileen indicandomi con il dito un punto sopra l'edificio. Seguo la traiettoria che mi sta mostrando e accanto alla bandiera americana con l'asta spezzata ce ne sono altre due. Una con un falco che rappresenta la squadra di lacrosse della scuola, gli Hunting Falcon, e l'altra su sfondo rosso sangue rappresenta quello che da lontano può sembrare un imbuto. Un cipiglio compare sul mio volto quando sotto di essa, con uno spray del medesimo colore della bandiera leggo a caratteri cubitali la scritta:

'Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.'

☀️

Ciao amici come state?🩵
Finalmente sono tornata con un altro aggiornamento e questo è forse uno dei capitoli più importanti perché ci sono un sacco di rivelazioni da tenere d'occhio.🔎

Come ho detto su ig questo è un po' il capitolo che fa da 'spartiacque' perché dal prossimo capitolo in poi si inizierà ad entrare nella parte centrale della storia, quella più lunga e carica di misteri🤭

Bene, adesso però passiamo alle domande importanti👀

-Quanto spazio avrà Minosse nel prossimo capitolo? E cosa farà secondo voi?
Che poi, finalmente vi sto iniziando a rivelare cose dell'hell e degli altri componenti😏

-Cosa significa il discorso tra Seb, Axel e JJ? Cosa vorranno intendere con quelle parole?🤭

-E COSA NE PENSATE DEI TATUAGGI DI SEB PER SOLE?🩵🥹😭❤️‍🩹

-Spazio di commenti per JJ e la sua crush per Eileen✨

-E infine, voglio sapere cosa ne pensate dello scambio di messaggi tra Sole e Seb e della scritta finale sul muro della scuola del South. Se l'avete riconosciuta battete un colpo👀

Ps. Si, il prossimo capitolo sarà quello di Halloween. Pront*?👻🌶️

Io vi saluto e vi invito a seguirmi sui miei social per farci un po' di compagnia a vicenda (li sono molto più logorroica e simpatica (forse)).🩵

Instagram: beeckyrose.stories
Tiktok: beeckyrose_stories

Un bacio🩵💋

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