capitolo 20.

SPAZIO AUTRICE: ciao, se nella realtà mi conosci salta il capitolo. Non distruggere l'immagine innocente che hai di me🎀

Di solito non lo ammetto mai ma, questa divisa mi sta malissimo. Sembro un mix tra un confetto, per i colori, e un pasticcino, per la grandezza di questi vestiti che letteralmente mi vanno enormi. L'unica cosa positiva è che i pantaloni sono così grandi che non riesco a vedere quanto siano ingombranti, o meno le mie cosce.

Esco dal bagno, che tale non si può definire, metto le mani sui fianchi e faccio un giro su me stessa in attesa di un riscontro da parte di Eileen. Come prevedevo la sua risposta mi arriva forte e chiara sottoforma di risata perché la mora di fronte a me scoppia a ridere senza contegno, e questa cosa non mi dà fastidio, anzi mi scalda il cuore.

Tre ore dopo non so se Eileen mi abbia perdonata o se vuole indirettamente farmi morire di infarto. Con il respiro affannato e i piedi indolenziti mi sdraio poco elegantemente sul piccolo divanetto colorato nella zona di attesa del canile. Sono letteralmente a pezzi e mi domando come la mia migliore amica faccia a occuparsi di questi piccoli diavoli tre volte alla settimana. Io avrei mollato al primo giorno data la mia scarsa pazienza, quelle bestioline non hanno fatto altro che correre, sbattere contro i muri perché non guardavano davanti mentre scappavano da noi e mangiare ogni singolo angolo di mobile.

«Non vuoi salutare Mimì prima che la metto nella sua cuccia?» mi domanda ironicamente indicando con il mento il cocker spaniel tra le sue braccia; proprio quello che mi ha fatta maggiormente dannare per tutto il pomeriggio.
Eileen dice di no ma io sentivo la cagnolina ridere di me quando mi sfuggiva dalle mani o non riuscivo a rincorrerla perché lei era troppo veloce e io non so correre. La sentivo prendersi gioco di me e adesso mentre lei spavalda scodinzola io sono offesa.

Ma non faccio neanche a scuotere la testa in segno di diniego che il piccolo –e diabolico- cocker balza giù dalle braccia di Eileen e dopo essersi rotolato sul pavimento per riuscire ad alzarsi, corre verso di me facendo sventolare le sue orecchie lunghe.

«Le piaci, di solito non si avvicina così tanto neanche a Ethan.» sorride la mora facendomi inarcare un sopracciglio. Questo non lo chiamerei affetto dato che mi ha fatto penare come mai nessuno in vita mia ma rimango in silenzio.

La cagnolina salta pericolosamente sul divano e dopo aver appoggiato le zampe sulle mie gambe mi dà una leccata in faccia che mi lascia interdetta «hai appena mangiato 54 dollari di fondotinta cagnolina. Sei soddisfatta di avermi rovinato il trucco?» ribatto ironica cercando di accarezzare la sua testolina senza che mi venga mozzata la mano da un secondo all'altro. Lei abbaia contenta e dopo aver capito il mio intento si abbassa su di me e si fa coccolare.

«Non è male, vero?» domanda la mia migliore amica venendosi a sedere accanto a me. Adesso che il nostro lavoro è terminato possiamo parlare. Dobbiamo farlo.
Anche lei se ne rende conto e dal tono che usa so che sta cercando di rompere il ghiaccio e fortunatamente oltre alla sua propensione a non sbattermi fuori, a sciogliere un po' la tensione ci pensa anche il bel cagnolino sdraiato tra di noi. Indirettamente le accarezziamo entrambe il pelo mentre lei si accoccola sulle mie gambe.

«No, è stato» schiocco la lingua sul palato «terapeutico. A tratti volevo andarmene perché sono dei piccoli diavoli della Tasmania, ma nulla che io e te non possiamo risolvere. Giusto?» e adesso sa che non sto più parlando del canile ma di noi due.

«Mi sono sentita all'oscuro di tutto, messa da parte. Voi due sapevate ogni cosa e io sono rimasta lì spiazzata davanti a quella confessione. Non sapevo che fare.» prova a giustificarsi e io le stringo la mano. Lei non ricambia tuttavia, si alza e va prendere i dolcetti appena comprati che spero le faranno tornare il buon umore. Neanche ci prova a offrirmene uno, si mette il piatto davanti e inizia a mangiare il primo macaron.
Ah, no. Una cosa la dice e per l'ennesima volta mi si stampa un sorriso perché capisco che nulla è perduto «sei una bastarda Sole, comprarmi con i dolci è scorretto.» ridacchio per la parolaccia che ha detto -perché lei le dice solo quando è realmente arrabbiata- e rispondo alla sua accusa.

«Non sapevo nulla di Elizabeth e Wade,» inizio a parlare e quando proferisco il nome del suo ex ragazzo un velo di tristezza compare nei suoi occhi «sapevo solo di Elizabeth e Josh. Te lo giuro.»

Lei mi guarda con un cipiglio sul volto «da quanto sapevi del loro tradimento?»

«Con certezza da poco, dalla festa post-partita a casa di quell'attaccante di cui non mi ricordo minimamente il nome. Quando tu e i gemelli siete rimasti imbottigliati nel traffico a causa di un incidente. Sia Josh che Elizabeth mi avevano detto che stavano con Paul –un altro giocatore con cui Betty mi diceva di uscire- ma sorpresa, Paul era di fronte a me. Con il suo ragazzo.» alzo le mani in aria facendo spaventare la cucciola la quale, dopo essersi guardata intorno e aver appurato che non c'è nulla di strano, torna a dormire sulle mie gambe.

«Perché non me l'hai detto prima? L'avrei presa a capelli prima di sapere che fosse incinta.» incrocia le braccia sotto al seno mentre mastica l'ennesimo dolcetto.

«Prima di avere la conferma te lo volevo dire, ma avevo paura di sbagliarmi e rovinare un'amicizia perciò ho taciuto. Quando ho scoperto la verità non te l'ho detto perché avevo paura non mi credessi o che mi abbandonassi anche tu. Poi la situazione mi è sfuggita di mano perché-»

«Volevi vendicarti?» mi incalza alzando un sopracciglio tralasciando tutto il resto. Annuisco e sbuffo, dio mi conosce così bene.
«Si, e pensavo solo a quello. Appena li vedevo mi chiedevo come potessi farli soffrire almeno la metà di come avevo sofferto io e così avendo in mente solo quell'obiettivo mi sono dimenticata di chi avessi intorno, lasciandoti indietro. Mi dispiace Eileen di averti tagliata fuori ma non volevo perdere anche te.» le stringo le mani e la guardo con il cuore in mano. Lei, che è capace di perdonare tutto –tranne il tradimento- mi sorride e mi stringe le mani «ti credo Sole, e credo anche che tu non ne sapevi nulla di Wade e Betty, ma tagliami ancora una volta fuori dalla tua vita e ti scaglierò contro ogni singolo cane di questo canile. Ma, toglimi una curiosità, davvero Josh e Betty sono stati così stupidi a dirti che stavano, nello stesso momento con la stessa persona?» strabuzzo gli occhi divertita a quella minaccia e annuisco per poi scoppiare definitivamente a ridere a quella domanda retorica.

«Si diciamo che non sono stati una cima nell'architettare tutto. Io però ti prometto che non ti taglierò più fuori.» e lei sa che quando faccio una promessa la mantengo, sempre «tu come stai?» le domando amorevolmente accarezzandole il dorso della mano e facendo slittare il soggetto della conversazione da me a lei.

Smette di mangiare e si pulisce la bocca dalle briciole con un braccio. Sospira e inizia a parlare «non lo so. Durante la giornata cerco di fare più cose possibili in modo da dimenticare l'accaduto ma quando arriva la sera e prendo il telefono in mano, non vedere un messaggio di Wade mi lacera l'anima. Pensavo mi amasse.» sospira e alza il volto al cielo per evitare che fuoriescano le lacrime. Ma una la tradisce e cade comunque.

«Ci hai parlato dopo l'accaduto?» domando cauta cercando di non fare passi falsi.

«No. E neanche lui ci ha provato. Ha mandato il suo gemello a parlarmi e a scusarsi.» spalanco la bocca incredula «e Zade l'ha fatto? Che ti ha detto?»

«Che suo fratello era un coglione e che faccio bene a non perdonarlo.» solleva le spalle con non chalance e wow, dal gemello Paxton fuori di testa non me lo sarei aspettata, anzi piuttosto avrei scommesso che lo avrebbe difeso.

«È realmente un coglione. E senza palle aggiungerei.» replico.

«Già.» conferma flebilmente. Si passa una mano fra i capelli sciolti e per non far vedere le lacrime che colano sul suo viso inizia ad accarezzare Mimì, solo che io la conosco sin troppo bene e so cosa sta facendo.

«Conosci il detto 'il tempo guarirà ogni ferita?'» poggio una mano sulla sua e la incito a guardarmi negli occhi, fortunatamente non oppone resistenza.
«E quanto tempo ci vorrà?» singhiozza per poi scoppiare in una valle di lacrime. Mimì ai singhiozzi di Eileen si sveglia e dopo avermi abbandonata si reca sulle gambe della mora per leccarle un braccio in segno di conforto mentre io la stringo in un abbraccio.

«Non lo so, Leen. Ma ci sarò io con te, non sei da sola.» le accarezzo una guancia mentre lei posiziona la testa sulla mia spalla. Singhiozza e tra essi cerca di parlare, il cuore mi si lacera a sentire la sua voce spezzata e vorrei correre da Wade per spaccargli il setto nasale.

«Ho paura di non guarire. Ero convinta fosse il ragazzo giusto per me. Tu come fai a non stare così male per Josh? So che le cose non andavano molto bene fra di voi, ma non hai pianto.»

«Il tempo di guarigione per me è stato molto rapido: il tempo di capire che avrei preferito passare una notte in galera per avergli incendiato l'auto piuttosto che passare una notte buttata nel letto a piangere per lui.» affermo sincera e senza peli sulla lingua. Lei si alza dalla posizione in cui si trovava e mi guarda stranita «stai scherzando?»

«Assolutamente no. Ma devi capire Leen che tu sei più forte di questa rottura e soprattutto che quei due stronzi non meritano il tuo perdono o le tue lacrime. Piangere per loro ti farà solo stare peggio, devi reagire per il tuo bene. E non devi tirarmi fuori dalla tua vita, ti posso aiutare se stare in compagnia non ti farà pensare a loro.» cerco di consolarla e spero di non essere sembrata troppo burbera.
Purtroppo la mia empatia è pari a un carciofo e anche se voglio consolarla, non so se lo sto facendo nel modo corretto.

«Lo so.» tira su con il naso «E accetto volentieri la tua compagnia, magari non fissare il telefono duecento volte al giorno mi aiuterà ad andare oltre. E anche non vederli possibilmente, solo che questa la vedo dura.»

«Beh, Betty sta già facendo un ottimo lavoro. È sparita dalla circolazione e non si sta più facendo vedere a scuola.» le sorrido e lei ricambia con gli occhi lucidi. Non sta più piangendo e questo sembra essere un buon segno.

«Non sapevo fosse incinta, altrimenti non l'avrei mai colpita.» si giustifica e io annuisco «lo sappiamo, tutte e tre. Lei ti conosce e sa che non l'avresti mai fatto. Ma ora non pensarci più il bambino, o bambina, sta bene.» e me ne sono accertata personalmente per evitare che la mia migliore amica finisca nei guai.

Il silenzio che cala fra di noi per qualche secondo viene interrotto dal piccolo cocker che scodinzola quando qualcuno apre la porta e fa tintinnare i campanellini sulla porta «Eileen, scusa il ritardo. Non ho sentito la sveglia.» e alla vista di Ethan semi addormentato, con il segno del cuscino ancora stampato in faccia e la t-shirt al contrario abbinata al pantalone del pigiama con i Pokémon, io e la mora scoppiamo a ridere, facendo spuntare sul volto del ragazzo di Paul un cipiglio «perché state ridendo?»

Il giorno dopo Eileen prende in parola il mio 'ti posso aiutare se stare in compagnia non ti farà pensare a loro' perché durante tutta la mattinata a scuola rimane incollata al mio braccio. Non guarda nessuno in faccia e si nasconde dietro di me o Sophie cercando di evitare Wade. O Betty nel caso dovesse tornare, ma ne dubito. Almeno per il momento.

«Tra due giorni è Halloween, avete già scelto che abbigliamento indossare per la festa che si terrà nella palestra della scuola?» mi domanda la ragazza dai capelli scuri giocherellando con le patate nel suo piatto.

«Io passo.» mette le mani davanti la mora guardandosi a destra e sinistra per cercare di evitare praticamente tutta la scuola. Dice che si sente tutti gli occhi addosso quando in realtà nessuno la sta guardando, o almeno sarà così fino a quando non la scambieranno per una pazza che si guarda intorno in modo ossessivo.

«È per quel troglodita di Wade?» domanda schietta Sophie facendo sollevare di scatto la testa di Eileen. Io per poco non mi strozzo con un pezzo di hamburger.

«Punto uno, non nominarlo. Punto due, non ne ho voglia.» ribatte un po' scontrosa per poi pentirsene un secondo dopo «scusa non volevo risponderti così bruscamente.»

«Nah, non preoccuparti.» sventola una mano al cielo per poi rivolgersi verso di me «e tu cosa farai?»

Cosa farò ad Halloween? Sinceramente non lo so. Sicuramente non verrò alla festa del North, questo è poco ma sicuro perché non voglio incontrare Josh. Mi sta ancora addosso come una zecca e non so come fargli capire che voglio che si levi dalle palle. Tuttavia, la seconda opzione che è quella più allettante è anche quella più sbagliata si manifesta nella mia testa e neanche avessi nominato direttamente il suo nome Sebastian, con dietro Axel e JJ si palesano davanti a noi.

«Vi abbiamo tenuto il posto.» Sophie mi fa un rapido occhiolino, che non comprendo, e poi si sposta da vicino a me per far accomodare Sebastian e Axel. JJ invece finisce vicino Eileen.

«In realtà non sapevamo neanche doveste arrivare.» ribatto sfacciata e divertita rivolgendomi solo verso Sebastian. Non so se siamo amici –ma ne dubito- o il nulla cosmico, tuttavia, l'unica certezza che ho è che provocarlo mi diverte da impazzire. Non nel contesto sessuale, o almeno non solo in quel contesto, ma anche in quello quotidiano. Ci sono arrivata a questa conclusione quando ieri sera nel letto, ripensando agli scontri tra me e il mio ex migliore amico, sono scoppiata a ridere divertita della situazione e appagata perché mi piace sentirmi desiderata. Certo, il carattere di Sebastian rovina l'atmosfera ma quello che mi interessa è l'aspetto esteriore. Tanto mica mi ci devo fidanzare.

Dovremmo stare lontani? Assolutamente sì e anche se avevo promesso che ieri sarebbe stato l'ultimo giorno in cui mi sarei lasciata andare, le parole sono uscite dalla bocca più in fretta del previsto. E poi, finché ci divertiamo senza sentimenti ma solo stuzzicandoci senza andare oltre non succede nulla, vero?

«Allora spero che questa sorpresa sia stata di tuo gradimento.» mi fa un occhiolino e appoggia la mano sul mio fianco dopo avermi circondato la vita. Fortunatamente siamo nel tavolo contro il muro quindi nessuno vede dove il mio ex migliore amico ha appoggiato la sua lurida mano. Mano che gli levo divertita sussurrando 'le distanze Morris, rispettale'.

«Smettetela di flirtare, mi fate salire la nausea.» sbuffa Axel rubando un po' di cibo dal piatto di Eileen che lo guarda in cagnesco. Axel riposa il pezzo di pane nel piatto di Leen, guardandola come se fosse un cane bastonato, e lei si calma. JJ ridacchia e Sophie non sembra più prestare attenzione a noi dato che smanetta qualcosa al cellulare.

«Non azzardarti a vomitare nel mio piatto Akane.» lo ammonisce la mora puntando verso il ragazzo dagli occhi a mandorla una forchetta. Lui alza le mani in segno di resa per poi, iniziare lui stesso a flirtare con la mia migliore amica «ho sentito che parlavate di Halloween, noi del South organizziamo un piccolo gioco. Nel caso, potrei farmi perdonare lì.» e dopo aver fatto un occhiolino a Eileen si becca una gomitata nello stomaco da JJ che, stranamente non mi ha ancora guardata male.

«Sii, sarà divertente, sicuramente molto più eccitante che venire alla festa qui.» esclama Sophie, sussurrando le ultime parole, guardando nella nostra direzione per avere il nostro appoggio. Appoggio che non arriva perché anche se qualche secondo fa ho detto che è allettante non mi ci vado a buttare di mia spontanea volontà nella tana del lupo.

«Passo.» la mia migliore amica ribatte la stessa risposta negativa facendo così sbuffare la ragazza dagli occhi grigi.

«Diteglielo anche voi che devono fare qualcosa di folle una volta nella vita e smetterla di piangersi addosso.» asserisce esasperata facendomi lanciare un'occhiataccia nella sua situazione.

«Io non mi piango addosso.» ribattiamo insieme io ed Eileen.

«No, tu decisamente non ti piangi addosso, principessa.» mi sussurra Sebastian all'orecchio con la scusa di girarsi e prendere una cosa nello zaino poggiato a terra.

«Fateli smettere.» quasi urla Axel ridendo verso di noi e facendo voltare alcune persone nella nostra direzione. Io lo fulmino con lo sguardo e mentre l'attenzione è rivolta a noi io mi allontano leggermente da Sebastian; non voglio che Axel urli ancora più forte cosa sta succedendo.

Tuttavia, il mio ex migliore amico non è d'accordo della mia scelta perché quando gli altri iniziano a discutere su quale festa sarà meglio –se la nostra del North o la loro del South- Sebastian mi prende per la coscia e mi trascina accanto a sé. Mi guarda con un ghigno strafottente e poi da sotto al tavolo stringe la coscia facendomi sussultare.

Cerco di divincolarmi dalla sua presa, perché quella parte del corpo io proprio non la sopporto, ma lui mi ammonisce prima con lo sguardo e poi con le parole «zittisci quelle voci nella tua testa, sei bellissima, occhi belli.» e quando mi chiama con quel soprannome so che non sta scherzando, anzi è maledettamente serio. Tuttavia, non insiste e non mi mette a disagio, perché toglie la mano che aveva messo intorno alla mia coscia e la poggia sulla mia gonna. Io cerco di toglierla, questa volta divertita, ma lui non mi da ascolto anzi, prende il telefono e dopo aver smanettato qualcosa su di esso, e averlo riposato sul tavolo si illumina il mio.

Testa di cazzo: allontanati da me, principessa, e giuro che ti ficco la mano sotto la gonna. Sposati di un solo millimetro e ti farò diventare fradicia. Ti farò urlare qui, davanti a tutti.

E Dio, perdonami per quello che sto facendo, ma io la mano gliela tolgo e mi scosto da lui. Lo faccio perché mi piace –in questi contesti- l'uomo che prende posizione, quello che sa cosa vuole e poi, come ho già detto Sebastian ama dare aria alla bocca. Non lo farà davvero.

E invece, come volevasi dimostrare, io mi sbaglio. Perché Sebastian agguanta nuovamente la mia coscia e mi porta attaccata a lui. Gamba contro gamba.
Fortunatamente i nostri amici stanno discutendo in modo così animato che non si stanno rendendo conto di quello che sta succedendo tra noi due.

Con una mano mi spalanca le gambe e quasi io sussulto dalla sorpresa.

«Sta buona principessa, non ho neanche iniziato.» ah no? Io mi sento sospesa in un vortice pronta a rimanere stramazzata a terra e lui mi dice che non abbiamo ancora iniziato.

Non riesco a proferire parola mentre lui, che si intromette nel discorso con gli altri come se non stesse facendo altro e inizia a far scivolare la mia mano sotto la gonna.
Non lo fermo, perché mi piace. Perché la paura di essere scoperti mi fa eccitare.
Perché mi sento desiderata e perché con Josh non ho mai provato questo brivido di paura.
Anzi, quando gli proponevo qualcosa di simile lui andava su di giri e si incazzava dicendomi che dovevo smettere di leggere i miei 'romanzetti da 4 soldi'.

A destarmi nuovamente dai miei pensieri ci pensa un messaggio. Non vorrei distrarmi ma quando mi volto verso Sebastian noto che anche lui ha il telefono in mano e una chat aperta così, convinta che sia lui il mittente, apro l'icona WhatsApp e noto che chi mi ha inviato il messaggio è proprio lui.

Testa di cazzo: quando ti tocco devi pensare alle mie dita dentro di te e a nient'altro. Libera la tua testolina da ciò che affolla la tua mente e rilassati.

Mi guarda e fa un occhiolino, io abbasso la testa perché sto per diventare completamente rosso pomodoro in volto.

Sento la sua mano tracciare un sentiero lungo ed estenuante sulla mia coscia sinistra. I polpastrelli delle sue dita accarezzano ogni centimetro della mia pelle e io, a ogni suo movimento trasalisco.

Sento quel punto tradirmi perché si lascia andare, abbandonando il controllo del mio corpo, e iniziandosi a umidire fino a quando non inizia a pulsare, consapevole che quel traditore del mio ex migliore amico ha trovato la sua meta.

Per poco non ci faccio scoprire quando sento il suo pollice accarezzarmi, e per poco non gemo quando preme sul tessuto delle mie mutandine oramai fradice. Muove in forma circolare, e con estrema lentezza, il dito premendo a ogni giro sempre di più. Facendo più pressione.

E a ogni giro il mio respiro diventa sempre più irregolare tanto che sento del sangue fuoriuscirmi dalle labbra in quanto le sto mordendo più forte del normale. Cerco di accavallare le gambe in un suo momento di apparente distrazione -dato che sta ancora discutendo con gli altri di questa stupida festa di Halloween- in modo da allontanare la sua mano dalla mia intimità ma lui, che è un bastardo di prima categoria se ne accorge.

Se ne accorge e me lo impedisce perché allarga ancora di più le mie gambe e pizzica il clitoride facendomi sussultare rumorosamente, alche tutti i presenti al tavolo si girano verso di noi.

Come se non fosse successo nulla Sebastian allontana la mano da sotto la mia gonna e mi guarda con finto sguardo preoccupato «tutto bene, principessa?»

Annuisco freneticamente e mi stampo un finto sorriso sulla faccia mentre JJ, che penso sia l'unica che abbia realmente capito tutto, mi guarda malissimo. Ancora devo capire perché c'è l'ha così tanto con me anche se non credo sia molto difficile... potrei partire dal fatto che mio nonno vuole distruggerle casa al discorso che abbiamo fatto qualche giorno fa in corridoio.

«Quindi raggio di sole, anche tu sei d'accordo?» mi incalza Axel poggiando i gomiti sul tavolo e facendomi impallidire. Di che diavolo stavano parlando? Non ne ho idea, tuttavia per avere qualche delucidazione guardo in faccia Sophie e Eileen e dato che i loro volti mi sembrano abbastanza normali annuisco «si, anche io sono d'accordo.»

*

«Questa me la paghi.» incrocio le braccia sotto al seno mentre Sophie ridacchia e Eileen continua a osservare gli abiti che ci circondano, immersa nei suoi pensieri.

«Pensala così, è la punizione per esserti fatta fare un ditalino nella mensa scolastica.» Sophie scoppia a ridere divertita mentre Eileen le intima di abbassare la voce. Io chiudo gli occhi, mi pizzico il ponte del naso e prego affinché la mia sfiga finisca.

«Non mi ha fatto un ditalino.» sottolineo a bassa voce mentre Sophie annuisce solo per prendermi in giro «certo, principessa.» mi fa la linguaccia e poi prende dalle mani di Eileen un vestito verde petrolio con dei teschi, glielo poggia sul corpo per vedere come le starebbe, e iniziano a commentarlo insieme mentre io vago ancora con lo sguardo alla ricerca di un maledetto vestito di Halloween.

Perché io, essendo odiata da tutta la corte celeste, ho annuito ad andare a quel dannato ballo di Halloween del South insieme a questa pazza di Sophie e Eileen la quale è stata così presa di mira da Axel che non smetteva più di chiederle perché non volesse venire che alla fine lei, sia per l'esasperazione che per non essere scortese, ha accettato trascinando anche me in questa follia. Okay, forse la colpa non è di Eileen, ma di Sebastian sì. Al 100%.

O è semplicemente colpa tua perché ti sei fatta fare un ditalino sotto il tavolo della mensa.
Zitta coscienza. E poi non era un ditalino.

Cerco di tornare alla realtà, perché parlare con la propria coscienza non è normale e cerco anche io qualcosa da indossare. Siamo al Santa Monica's Mall, in un negozio che vende vestiti di Halloween ma io non ho ancora trovato nulla per la festa. Ogni vestito che trovo o armocromaticamente non mi sta bene o fa parte di un travestimento troppo sopravvalutato e che quindi indosseranno tutte.
Se è possibile, io voglio essere l'unica e le due alternative che mi vengono in mente le boccio qualche secondo dopo averle pensate: la principessa Tiana versione Halloween che però non mi si addice per il colore dei capelli –e io non indosserò mai una parrucca perché fanno solo venire un gran prurito- o la Statua della Libertà. Tuttavia, così mi ci sono già travestita l'anno scorso, quindi, non è neanche da discutere l'ipotesi che io indossi per due anni di fila lo stesso costume.

«Li ho trovati!» esclama Sophie, dopo 45 minuti di ricerca, sbucando da dietro un manichino. Sventola un top rosso tutto brillantinato e ci fa cenno di raggiungerla mentre la commessa la guarda male e ci lancia un'occhiataccia. Sarà da tipo un'ora che le mettiamo a soqquadro il negozio.

«Spero che ne valgano la pena dato che la commessa brama di cacciarci via.» commenta a bassa voce Leen guardando di sottecchi la ragazza che ci sta guardando malissimo da quando abbiamo messo piede in questo negozio.

«Ovvio che ne varrà la pena.» esclama entusiasta Sophie per poi applaudire a sé stessa e trascinarci nei primi tre camerini liberi. Ha preso lei tutto ciò di cui, secondo lei, abbiamo bisogno e ci ha spedite dritte a cambiarci.

Quando mi vedo allo specchio noto che sorrido e dio, sono tanto felice. Sono così grata di star passando questo pomeriggio con due mie amiche e mi mancava essere così rilassata senza nessun pensiero, solo preoccuparsi di cosa indossare per una stupida festa. E anche se con Sophie non so come vanno le cose sono felice di aver risolto con Eileen. A volte è proprio vero che le amiche, quelle vere, ti fanno bene all'anima.

«Siete pronte?» urla dall'altro camerino Sophie, euforica.

«Io conciata così non ci esco.» risponde Leen facendo sbuffare così forte la ragazza dagli occhi di ghiaccio che anche io la sento.

Io, invece, non ho ancora visto l'abbigliamento scelto perciò mi do da fare a capire da cosa mi dovrò travestire. Tuttavia, dopo cinque minuti abbondanti non ancora lo capisco perché il mio 'costume' comprende un mantello nero di seta lungo fino ai piedi e con un cappuccio, una bralette rosa accompagnata con un paio di pantaloncini/mutande a vita alta e sgambate.

Rido tra me e me quando vedo quest'abbigliamento e capisco che solo Sophie poteva sceglierlo.
Tra una risata di Sophie, un'imprecazione di Eileen e il mio stupore mi levo la divisa scolastica e mi infilo il travestimento con sopra il mantello. E wow, sembro una figa stratosferica. Mi faccio una foto per ricordo –nel caso non dovessi scegliere questo come vestito di Halloween- ed esco dal camerino in contemporanea con le altre due che sono vestite uguali a me solo che i loro pezzi di sopra e sotto hanno dei colori diversi. Tuttavia, anche loro sono delle grandissime fighe.

«Che cosa dovremmo essere?» domanda la mora incerta guardandosi dalla testa ai piedi per l'ennesima volta.

«Le Winx?» azzardo ma Sophie scuote la testa in segno di negazione.

«Nah, nah, nah» fa schioccare la lingua sul suo palato «saremo 'kiss', 'marry' e 'kill'.» ci spiega euforica per poi indicarci una per una «tu Eileen sarai 'marry', non a caso ho preso il completo bianco. Tu invece» e punta il suo dito su di me «sarai 'kiss' dato che ami il rosa e io sarò 'kill', per questo indosso il completo nero.»

«Mi sento nuda.» mette il broncio Eileen e coprendosi con il mantello.

«Beh, per questo c'è il mantello e poi metti ciò che hai in mostra ora, dolcezza. Non devi nasconderti.» Sophie allunga il braccio per far sì che si diano pugno e pugno ma Eileen guarda me, ignorandola «voi state benissimo, io sembro una torta nuziale.»

«Sei una figa stratosferica Eileen e nel caso ti sentissi a disagio puoi sempre tenere il mantello, come ha detto Sophie. Ma non ne hai bisogno, sei splendida.» le dico sinceramente per poi sorridere. Lei annuisce poco convinta e le faccio fare un giro su sé stessa «se ti senti a disagio puoi cambiarti, ma non devi Leen. Sei uno spettacolo per gli occhi amica mia, e sai che io non lo direi se non lo credessi veramente.»

«Io anche le crederei. Sole è capace di distruggerti l'autostima solo guardandoti ma tu sei veramente un incanto. Siamo tre splendori e meritiamo di essere viste da tutti. Single, libere e con tanta voglia di divertirci. Ci state?» ci guarda speranzosa la ragazza dagli occhi neri e io annuisco convinta seguita da Eileen che è più titubante di me sì, ma sicuramente più certa di qualche secondo fa.
Infondo, cosa potrebbe mai andare storto?

Quando torno a casa, convinta di potermi finalmente buttare nel letto a scrivere qualcosa, i miei sogni vengono infranti dalla vibrazione del mio telefono che mi fa sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Spero non sia nulla di importante perché la voglia di stare ancora a contatto con qualcuno, oggi, è pari a zero. Sembro essere una clessidra, non appena l'ultimo granello di sabbia cade devo rovesciarla per ricaricarmi. Come mi ricarico? Passando del tempo con me stessa e facendo ciò che più mi piace: leggere, scrivere, skincare o semplicemente stare sul letto a lamentarmi.

Prendo il mio iPhone e vedo che il mittente è Sebastian. Che novità, penso ironica, in questi ultimi giorni il suo sport preferito è praticamente starmi tra i piedi.

Testa di cazzo: non è una scusa per vederti, principessa ma devi portarmi la maglietta della squadra che ti ho prestato ieri. L'altra l'ho dimenticata a casa e non posso andare a riprenderla.

Sole: lo sai che hai interrotto il mio pomeriggio di relax? E poi è sera, vi allenate sul serio a quest'ora?

Tuttavia, mentre aspetto una sua risposta decido di cambiare il nome del mio ex migliore amico da 'testa di cazzo' a 'Sebastian', il primo era troppo volgare per i miei gusti.

Sebastian: allenamenti extra in vista della prossima partita e, per quanto riguarda il tuo pomeriggio di relax se vuoi appena finisco posso farti rilassare io, in un modo che conosco particolarmente bene.

E accompagna a questa frase da pallone gonfiato un occhiolino che mi fa sbuffare ma anche scuotere la testa divertita.

Sole: tieni a posto le tue manacce, mi devi un favore che però sceglierò io. Il tempo che chiamo un Uber e arrivo.

E detto ciò, chiudo la chat e mi fiondo nell'armadio a cercare la sua maglietta. Maglietta che non dovrebbe stare tra le mie cose e che difatti ha riempito del suo odore tutto il mio armadio. La tolgo dalla gruccia e me la ficco nella borsa e dopo essermi infilata nuovamente le scarpe scendo al piano di sotto.

«Dove vai Sole? È quasi ora di cena e poi sei stata via tutto il giorno.» mi rimprovera mia madre guardandomi di sottecchi mentre sfoglia il suo libro di ricette. Bene, prevedo una visita al pronto soccorso questa notte. Causa? Intossicazione alimentare.

Però mia mamma non ha tutti i torti e per quanto possa essere molto poco restrittiva non vuole che casa sua sia vista come un albergo. Perciò l'unica soluzione plausibile per evitarmi una ramanzina dato che sono stata letteralmente tutto il giorno fuori –tra scuola e shopping- è dirle la verità.

«Sebastian mi ha chiesto di riportargli la maglia per gli allenamenti che mi ha prestato ieri. Ci metterò poco e sarò a casa in tempo per la cena.» snocciolo sbrigativa speranzosa di chiudere qui il discorso ma mi sbagliavo perché la carissima donna che mi ha messa al mondo distoglie lo sguardo dal libro, lo punta su di me e un sorriso che vuole sembrare malizioso ma che in realtà fa paura compare sul suo volto.

«Che c'è?» le domando inquieta giocherellando con le mie dita perché mi sta facendo un sacco paura.

«Sei sicura che devi portargli solo la maglietta?» ridacchia come un adolescente.

«Si, solo la maglia.» la tiro fuori dalla borsa e gliela sventolo sotto il naso «visto?»

«Si, ma nel caso dovessi cambiare i tuoi piani chiamami. Son pur sempre tua madre e questa casa non è un albergo.» questa volta il sorriso è più tirato e capisco che mi sta lanciando una piccola frecciatina che colgo al volo «i miei piani non cambieranno, sta tranquilla. Ci vediamo dopo.» lei annuisce e dopo averle stampato un bacio sulla guancia mi incammino verso la porta di ingresso che proprio in questo momento viene aperta da Cillian «vai da qualche parte?» mi domanda con il suo tono cortese per poi scostarsi al lato della porta per farmi passare.

«Si, amore. Sta andando a restituire una maglia a Sebastian. Non tratteniamola oltre.» si intromette mia mamma piombando nell'androne alle mie spalle e facendomi sussultare.

Quasi mi spinge fuori casa e l'ultima cosa che riesco a sentire è la voce preoccupata di Cillian che mi raccomanda di stare attenta.

Il South è quella parte malfamata appartenente alla città di Santa Monica.
Questo mi ha sempre ripetuto mio nonno sin da quando ne ho memoria e, se prima pensavo fosse un eufemismo adesso a 18 anni credo che sia proprio la verità. Ho ricordi sfocati di quando venivo qui –dato che mio padre appartiene al South- ma da quando sono venuta l'ultima volta, non contando quella con Kayden, so per certo che questa zona è totalmente peggiorata.

Il taxi cerca di prendere le vie più trafficate e più luminose in quanto prendere le stradine non sarebbe la scelta migliore. Non si vedono taxi girare tutti i giorni in questa zona e auto gialla, per loro, corrisponde a soldi. Tanti o pochi che siano loro sanno che qualche ricco sta invadendo il loro territorio anche perché, chi sano di mente porterebbe qui la sua auto lussuosa per farsela rigare nel giro di due secondi? Nessuno, appunto.

I lampioni vanno a intermittenza mentre sento lo sguardo di tutti addosso, anche se effettivamente non possono vedermi perché i vetri della macchina sono oscurati, che mi perseguita fino a quando non ci allontaniamo di un chilometro dalla città colma di camper, caravan e piccoli bungalow diroccati per raggiungere un edificio abbandonato in mezzo al nulla: la Southside High School.

L'ex scuola di Sebastian è il primo edificio fatto di mattoni che vedo da quando ho messo piede in questa zona malfamata, anche se pure questa oramai sembra crollare. La bandiera d'America ha l'asta spezzata, il portone che dovrebbe tenere la scuola chiusa per lasciare fuori qualsiasi essere vivente è sparito e la metà delle finestre sono rotte. Non so proprio come facciano a sopravvivere qui dentro senza la paura di rischiare di morire ogni giorno.

Titubante, e con la speranza che Sebastian non voglia uccidermi nel suo territorio –anche se agli occhi degli altri del South lo merito- scendo dal veicolo, pago l'autista e mi dirigo a passo svelto verso il campo da lacrosse. Sebastian mi ha accennato tramite messaggio che è ancora nello spogliatoio, perché non si può far beccare dal coach in quanto lo punirebbe mettendolo in panchina, ed io per questo devo evitare di farmi scoprire raggiungendo l'interno dell'edificio.
Scarto l'opzione di prendere l'ingresso principale perché, nonostante sia aperto e non mi farei scoprire da nessuno, uno le luci sono tutte spente e due non saprei come orientarmi.

Perciò, prendo un respiro profondo e cerco di aggirare il campo per entrare negli spogliatoi senza farmi vedere da nessuno e, fortunatamente, ci riesco quasi subito dato che il coach sta urlando ai suoi atleti senza sosta, come se dovesse terminare tutta la voce che ha nel corpo.

«Davvero ti fai urlare in testa da uno che indossa due tonalità diverse di bianco nello stesso outfit?» domando con non chalance aprendo la porta dello spogliatoio dove Sebastian mi ha assicurato di essere da solo.

«Cazzo, principessa. Bussare no?» domanda spaventato non appena sente il mio tono di voce. Okay, forse avrei dovuto bussare e parlare a bassa voce per evitare di farmi scoprire.

«Nah.» scuoto le spalle per poi porge al proprietario la maglietta. Tuttavia, non appena alzo lo sguardo mi accorgo di un piccolo particolare, che tanto piccolo alla fine non è. Sebastian Dante Morris è in mutande.

Ho visto di sfuggita il tessuto nero e ho alzato immediatamente lo sguardo per evitare di farmi scoprire e far aumentare il suo ego. Non che poi mi interessi il suo cazzo, diciamocelo. Tuttavia, anche con lo sguardo alzato fisso sul volto non posso fare a meno di non far cadere lo sguardo sul suo addome scolpito e sulle sue braccia muscolose ricolme di tatuaggi.
Un piccolo pensiero si intrufola nella mia mente e si chiede come potrebbe essere avere quella mano tatuata dentro di me, ma la parte più razionale mi fa scuotere la testa e il pensiero sparisce così com'era arrivato.

«Ti piace ciò che vedi?» ribatte allusivo avvicinandosi pericolosamente a me. Faccio un passo indietro ma, non conoscendo il posto in cui mi trovo e non essendomi girata prima intorno, sbatto contro una panca di legno e mi siedo senza neanche farlo apposta.
Un ghigno compare sul suo viso mentre continua ad avvicinarsi a me. Sa che mi ha in gabbia perché dietro di me oltre al muro ci sono solo le docce e quindi non potrei scappare.

«E a te piace mettermi spalle al muro?» lo provoco. Cerco di alzarmi prima che lui arrivi ad un passo da me ma il bastardo è troppo veloce perché con una mano poggiata sulla spalla mi fa risedere e poi, con la stessa, mi alza il mento portando i suoi occhi a incrociarsi con i miei «a te piace avere le spalle al muro, principessa?» mi fa la stessa domanda e io so bene cosa vuole fare ma non gli darò mai la soddisfazione di dirgli cosa mi piace o non mi piace fare a letto.

È divertente provocarci, ma sul serio arriveremmo mai a scopare?
Abbasso lo sguardo ma la situazione peggiora perché trovo il suo cazzo dritto e diretto verso la mia faccia. Indirettamente un gemito strozzato esce dalla mia bocca e mi mordo il labbro per stare zitta.
Voglio toccarlo, l'istinto mi prega di farlo, tuttavia la mia parte razionale prende di nuovo il sopravvento, ed è esattamente per questo che non lo farò.

«Perché non mi guardi, principessa?» la sua mano afferra il mio collo in modo perverso ed eccitante «sei diventata timida tutta d'un tratto?» la sua mano stringe la presa stando sempre attento a non farmi male. Io in tutta risposta gemo più forte rispetto a prima e sento le mie mutandine bagnarsi completamente.

«Seb.» gemo quando lui si abbassa alla mia altezza, mettendosi in ginocchio davanti a me. Ha lo sguardo colmo di lussuria e mi guarda come se volesse divorarmi. E la mia parte razionale in questo caso non ha più potere su di me perché io, in questo esatto momento, vorrei essere divorata da lui.

«Dimmi, piccola. Cosa vuoi che ti faccia? Vuoi che ti scopi seduta stante o che ti lecchi prima la figa?» pronuncia con tono carico di lussuria mentre la sua mano stacca la presa dal mio collo e si intrufola sotto la mia gonna.
«Rispondimi, Sole. Apri le gambe e dimmi cosa vuoi. Abbiamo un conto in sospeso noi due.» e sicuramente fa riferimento a stamattina e alle sue mani che si trovavano nella stessa posizione in cui sono ora.

Ingoio un gemito a causa dell'effetto che le sue parole mi fanno e, meno timida di qualche minuto fa, spalanco le gambe davanti a lui. Per lui.
«Toccami.» sussurro facendogli sgranare gli occhi. Un piccolo gemito fuoriesce dalle sue labbra e quasi mi inorgoglisco per l'effetto che faccio a lui e al suo corpo.

«Come?»

«Come se non avessi il controllo di te stesso.»

Ed è in questo momento che il filo che manteneva Sebastian fermo e al suo posto si spezza perché, come se ne andasse della sua vita, Sebastian mi afferra per la nuca e fa schiantare le sue labbra sulle mie in un bacio che è tutto fuorché casto. Non mi chiede il permesso e né lo fa in modo gentile, il ragazzo inginocchiato qui di fronte a me si prende ciò che vuole e nel momento in cui intrufola la sua lingua nella mia bocca fa la medesima cosa con la sua mano sotto la mia gonna. Solo che adesso non ripete lo stesso sbaglio di stamattina, non si perde in convenevoli va dritto al punto scostandomi le mutandine di raso dalla mia intimità. Mutandine che oramai sono fradicie.

«Cristo, sei bagnata.» prende a massaggiarmi l'apertura mentre io gemo sulle sue labbra e istintivamente allargo ancora di più le gambe per accoglierlo meglio. Lui non si fa ripetere due volte il messaggio che voglio mandargli e in modo lento ed estenuante, mentre i suoi occhi verdi si scontrano con i miei eterocromatici, infila un dito dentro di me facendomi tremare.

«Muovilo.» stringo tra i denti il mio labbro inferiore e senza rendermene conto cerco di sfregarmi io stessa contro la mano di Sebastian per alleviare questo dolore/piacere che pulsa tra le mie cosce. Cerco di eliminare questa agonia ma il bastardo mi ferma poggiando la mano sinistra sulla mia coscia e alzandomi sempre di più la gonna.

«Ferma, principessa. Qui le regole le faccio io.» mi sussurra ad un orecchio per poi baciarmi un punto proprio lì dietro. Una scia di brividi pervade il mio corpo e cerco di muovermi ancora, per poi essere subito dopo fermata da un altro dito che entra dentro di me.

«Mi vuoi uccidere?» domando mentre una goccia di sudore inizia a scendere giù dalla mia tempia. Sono così eccitata che potrei venire immediatamente e il fisico da adone di Sebastian non aiuta. I suoi addominali mi stanno pregando di essere toccati e la sua schiena mi implora di essere graffiata e io vorrei fare entrambe le cose. Anche inginocchiarmi davanti a lui per infliggere la stessa tortura che lui sta procurando a me.

«No, mi comporto da bastardo egoista proprio come piace a te.» e finalmente inizia a muovere le due dita dentro di me, in modo del tutto inaspettato e facendomi sussultare. Prima in modo lento e poi in modo sempre più veloce e a ogni movimento i miei gemiti diventano sempre più rumorosi. Spero che fuori questa stanza non ci sia nessuno perché la cosa potrebbe essere alquanto imbarazzante.

Ad un tratto sento un crack provenire da sotto la mia gonna e quando vedo il tessuto delle mie mutandine rosa pendergli da una mano sgrano gli occhi «sei uno stronzo, perché l'hai fatto?»

«Mi stavano di intralcio e tu urli troppo, il coach potrebbe venire da un secondo all'altro. Apri la bocca.» lo shock sul mio volto appare ancora più plausibile di qualche secondo fa e si mischia alla frustrazione quando sento le dita di Sebastian scivolare fuori da me. Non sono venuta e spero che lui l'abbia capito perché altrimenti la situazione si potrebbe trasformare in qualcosa di deludente.

«Mi devi 350 dollari e un orgas-» ma non faccio neanche in tempo a terminare la frase che Sebastian mi ficca le mie mutandine in raso in bocca e, senza alcuna pacatezza, come mi ha strappato le mutandine qualche secondo prima, fa la stessa cosa con la mia divisa scolastica. Dal colletto in giù apre la camicia in modo così rude che i bottoni saltano uno dopo l'altro e io rimango semplicemente in reggiseno «aggiungi anche questo al conto.» e dopo avermi fatto l'occhiolino mi prende una gamba e se la posiziona sulla sua spalla mentre io tiro indietro la testa e i miei gemiti vengono attutiti dalle mutandine umide.

Mi sento in un limbo dove il tempo trascorre troppo lentamente e io so che finirò per impazzire.

Senza alcun preavviso e senza che mi rendessi conto che si è abbassato, sento la sua lingua calda premere sulla mia intimità e qualche secondo dopo le sue mani prendono con forza le mie cosce per spalancarle aperte mentre la sua lingua inizia a giocare con il mio clitoride. Ben presto un dito della sua mano destra accompagna la lingua in questa danza estremamente estenuante mentre l'altra mano cerca il mio capezzolo. Mi slaccio il reggiseno e lo sento mugolare quando entra in contatto con quel piccolo bottoncino che è in grado di mandarmi in estasi.

«Sto per venire.» cerco di pronunciare con un minimo di contegno data la stoffa che non mi permette di parlare. Lui però mi capisce perché inizia a muovere la lingua più velocemente e sempre più in profondità e quando mi pizzica più forte il capezzolo tirandomelo leggermente io urlo e, finalmente, esplodo in un orgasmo che mi prosciuga.

Sebastian si rialza, non dopo avermi dato un piccolo e lieve bacio sulla coscia, in piedi imponendosi su di me e dopo essersi leccato le labbra piene dei miei umori insieme al dito, si avvicina a me per sfilarmi le mutandine dalla bocca.

Io sono intontita e non so cosa dire. Perché l'imbarazzo post orgasmo deve sempre essere così palese?

«Ehi. Quelle sono mie, devi ridarmele.» mi acciglio non appena noto che sta infilando le mie mutandine nel suo borsone.

«Nah, le ho rotte. Non puoi più usarle.» scrolla le spalle come se stesse parlando di qualunque altra cosa e non delle mie mutandine, appunto.

«Tu si?» lo incalzo mettendo le braccia sui fianchi e battendo un piede a terra. Inarco un sopracciglio in attesa di una sua risposta che non tarda ad arrivare.

«Ogni giocatore di lacrosse ha un portafortuna, da oggi le tue mutandine saranno il mio. Siamo pari, principessa. Io ti ho dato un orgasmo e tu un portafortuna.» e non mi infastidisce il tono sbrigativo con cui pronuncia queste parole, perché so che sotto questo gesto non c'erano sentimenti ma solo attrazione carnale, tuttavia al sentire quelle parole mi sento in difetto.

«Posso-» mi avvicino a lui ma mi ferma con una mano.

«Non ti ho leccato la figa per ricevere un pompino, Sole. Lo volevo e l'ho fatto senza pretendere nulla in cambio. E poi, guardala da questa prospettiva ho ancora un'altra scusa per toccarti e farti urlare.» afferma sincero facendomi sorridere.

«Non darti troppe arie, sei stato discreto.» mento per poi arricciare le labbra e scuotere la mano come per sottolineare le parole che ho detto.

«Discreto?» si avvicina a me velocemente e in pochi millisecondi ci ritroviamo di nuovo faccia a faccia «le tue urla mi rimbombano ancora nelle orecchie principessa.» Si avvicina a me e quando ho il presentimento che a breve inizierà il secondo round, delle voci fuori dalla porta dello spogliatoio ci fanno sobbalzare.

Cazzo, sta arrivando qualcuno e noi non siamo in condizioni presentabili.

☀️

Buon pomeriggio lettori🩵
Finalmente sono tornata e ho postato un capitolo che è stato un parto🥲🥳
Inizialmente non ci doveva essere tutto questo 🌶️ ma la situazione mi è sfuggita di mano e hanno fatto tutto loro prendendo il sopravvento nella mia mente🤯

Bene, non perdiamoci in chiacchiere e passiamo alle domande🤭:

-cosa ne pensate della prima scena di Eileen e Sole? Io le ho trovate stra carine come, carina lo era anche Mimì. Gli animai sono un obbligo nei libri perché tendono a rallegrare un po' tutto❤️‍🩹

-e poi della scena della mensa? Ammetto che doveva essere una scena soft ma poi è andata come è andata🤭Axel il solito guastafeste e sono curiosa di sapere chi è il vostro personaggio preferito in mezzo a questa combriccola di matti.

-SCENA CENTRO COMMERCIALE!!! Assolutamente Halloween🤝🏼 vestiti sexy per le ragazze. All'inizio della storia volevo veramente far vestire Sole da statua da libertà ma il suo costume non sarebbe stato molto funzionale...😏perciò ho matchato loro 3🔥

-Infine (spero di non aver dimenticato nulla), la scena dello spogliatoio. Lascio a voi la parola perchè questa è la mia prima scena spicy più 'esplicita' perciò lasciatemi un commento sincero per sapere cosa ne pensate e cosa dovrei migliorare secondo voi🩵non mi offendo se i pareri vengono espressi in modo educato e costruttivo, ci tengo ad avere una vostra opinione❤️‍🩹

E nulla, noi ci vediamo al prossimo capitolo e se vi va seguitemi anche sui miei social:
TikTok: beeckyrose_stories
Instagram: beeckyrose.stories

Un bacio🩵💋

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