capitolo 18.

LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE🩵

«Sei solo una piccola puttana del cazzo!» sento tirarmi da un braccio mentre mi allontano dalla marmaglia di persone raccolte intorno a Eileen e Betty. La prima sta tirando i capelli alla rossa che, di rimando, urla di dolore. Per evitare che Eileen finisca in guai di cui però non è a conoscenza, e prima di essere trasportata totalmente via da Josh che sta cercando di tirarmi fuori dalla folla, riesco ad agguantare Sophie la quale si volta verso di me.

«Separale, per favore.» e detto ciò la forza di Josh incombe totalmente sulla mia resistenza perché nel giro di qualche secondo mi ritrovo sulle scalinate che portano al terzo piano con Josh che mi tira. Dalla balconata che affaccia al corridoio noto come sono riuscita a trasformare nel giro di pochi secondi la scuola in una giunga e se da un lato questa cosa mi appaga, dall'altro non volevo arrivare a ciò.

«Avanti Marisol, dimmelo in faccia che hai scopato con Sebastian. Dicevi tanto che lo odiavi e poi ti sei comportata come una troia. Ti meriti un grandissimo applauso.» una volta giunti al terzo piano il mio ex ragazzo mi sbatte contro una colonna di marmo per poi battere le mani in un applauso in modo quasi isterico. A causa del colpo, un dolore atroce che parte dalla bassa schiena velocemente si propaga dentro tutto il corpo facendomi mugolare di dolore.

Questo però, non basta a fermare Josh i cui occhi sono intrisi di rabbia. 

«Io e te non stavamo insieme quella notte. Ci eravamo lasciati o meglio, tu mi avevi lasciata poco prima» tengo a specificare per poi proseguire mettendomi sulla linea d'attacco «e poi dubito che anche tu abbia fatto il santo con Samantha o come cazzo si chiamava quella groupie da quattro soldi.»

Non lo correggo dicendogli che io e il mio ex migliore amico effettivamente non abbiamo scopato quella notte come lui invece crede perché tanto, a cosa servirebbe? A nulla, non ci crederebbe mai anzi si infurierebbe ancora di più perché vedrebbe la situazione solo come una presa in giro.

«Quindi non lo neghi.» ribatte aggressivo puntandomi un dito contro. Un dito che, se premesse un po' di più, mi trafiggerebbe la pelle. Sento la sua carne premere contro la mia ma non desisto, continuo a fissarlo con disprezzo.

«Mi crederesti se ti dicessi che io e lui non l'abbiamo fatto?» domando beffarda consapevole della risposta. Risposta che lui mi dà così come l'avevo immaginata «no.»

Scuoto la testa mentre lui si allontana bruscamente da me. Si aggiusta le maniche della camicia di Prada in cotone mentre continua a camminare avanti e indietro per il corridoio e a sbruffare nervosamente neanche fosse un toro.

«Io ti ho sempre dato tutto» si gira bruscamente verso di me per poi avvicinarsi a passo svelto. Mi faccio piccola piccola e quella frase accostata a quel tono autoritario mi portano alla mente troppi ricordi. 

Mio padre. Mia madre. 
E troppe urla.

«Ma non abbastanza. Adesso lasciami andare Josh lo sai anche tu che hai torto.» cerco di allontanarmi da lui ma non ci riesco. Appoggia una mano alla colonna e mi blocca il passaggio mentre con l'altra, di mano, mi afferra il mento e me lo solleva duramente «così puoi tornare da lui? Non sono stupido Marisol, l'ho visto come ti guarda.»

Scuoto la testa violentemente mentre cerco di fare dei respiri profondi, lui si avvicina e a me manca sempre di più l'ossigeno «non mi guarda in nessun modo. Ci odiamo.»

«Sono stronzate» mi urla in faccia mollando la presa dal mio mento e allontanandosi velocemente da me. Si passa una mano furiosamente tra i capelli e mi lancia qualche occhiata senza proferire parola. Ho bisogno di andarmene.

«Josh, io e Sebastian ci odiamo. Credimi.» lo supplico cercando di tranquillizzarlo. Le mie mani iniziano a tremare e perciò le nascondo dietro la schiena sperando che lui non se ne accorga. Non devo mostrare paura, non devo piangere. Altrimenti lui si accorgerà che ha potere su di me e questo non deve accadere.

«Lui ti vuole scopare amore, ti vuole portare via da me.» 

«Josh» deglutisco per la paura e sento la bile risalirmi in gola. Potrei vomitare sedutastante senza farmi troppi problemi «io e te non stiamo più insieme.»

Queste ultime parole le dico sussurrando ma purtroppo lui le capta benissimo «io e te ci lasciamo quando lo decido io. Cos'è principessa» sputa velenosamente quel nomignolo deridendomi «non ti basta più il mio cazzo? Le tue cosce sono così grandi che hanno bisogno di qualcosa di quelle dimensioni?» scoppia a ridere per poi smettere all'improvviso e avvicinarsi a me, con passo lento e controllato. Mi fa paura.

«Smettila, ti prego.» lo supplico sia con le parole e sia con lo sguardo ma il luccichio colmo di rabbia impresso nei suoi occhi non lo abbandona. Anzi, si impadronisce totalmente di lui.

«Di fare cosa? Di dire la verità? Di quanto tu sia una succhia cazzi? Di quanto le tue gambe facciano schifo?» mi prende la coscia e mi tira la pelle in eccesso facendomi gemere di dolore «o di quanto-» ma non riesce a terminare la frase perché qualcuno, qualcuno che conosco troppo bene, appare dietro di lui facendomi sospirare di sollievo.

«Se non le levi la mano di dosso giuro che questa volta te la rompo.» Sebastian entra nel mio campo visivo e un sospiro di sollievo fuoriesce dal mio corpo. La mano di Josh è ancora stretta alla mia coscia e so che domani il livido che ne uscirà sarà doloro e pieno di ricordi, eppure non posso fare a meno di sorridere flebilmente.

«Finalmente sei arrivato, Sole ti aspettava con trepidazione. Diglielo anche tu, amore?» alterna lo sguardo tra me e il mio ex migliore amico mentre un sorriso bastardo gli spunta sul volto. Appoggio afflitta la testa sul muro e provo a farlo ragionare «lo sai che la colpa della nostra rottura è tua, Josh. È colpa tua perché mi hai tradito. Lui non c'entra nulla.» provo a spiegare ma ovviamente lui non vuole sentire ragioni.

«Ho fatto un piccolo errore sul quale possiamo sorvolare. Tu non mi lasci Sole, io ti amo.»

E succede così tutto velocemente che la testa inizia a girare vorticosamente facendomi vedere nero per qualche millisecondo. Josh mi prende il volto con forza ma non fa in tempo a baciarmi che Sebastian lo trascina lontano da me per poi sganciargli un pugno in pieno volto mentre io mi accascio a terra mettendo le mani nei capelli. Abbasso il volto e lo incastro tra le ginocchia e mentre mi tappo le orecchie per non sentire il rumore delle carni che stridono tra di loro. 

Non sono a casa e Josh non è mio padre.
Non sono a casa e Josh non è mio padre.
Non sono a casa e Josh non è mio padre.

Lui non mi avrebbe mai fatto del male, lui non è geloso fino a questo punto. 

«Seb, fermati.» sussurro mentre strizzo gli occhi e premo ancora di più le mani sulle orecchie per attutire il rumore e i gemiti di dolore di Josh.

«Seb, non essere furioso per favore. Vieni qui. Lascialo stare.» continuo nella speranza di porre fine a questo inferno che mi riporta alla mente troppi ricordi dolorosi, ricordi orrendi ma che lui ha colorato con la sua presenza.

Ad un tratto i rumori cessano e percepisco qualcuno toccarmi gentilmente la spalla. Ho paura di togliermi le mani dalle orecchie e sentire di nuovo la mamma piangere anche se so che questo è impossibile dato che sono a scuola. Tuttavia, flashback spezzati del mio passato tornano a galla quando sento qualcuno gemere di dolore.

Alzo il capo e vedo Sebastian, con il labbro spaccato e le mani piene di sangue. Guardo queste ultime, poi il suo labbro e infine volto lo sguardo per cercare Josh solo che di lui non c'è traccia. Quando il ragazzo dal taglio militare comprende ciò che sto cercando, o meglio dire chi, proferisce parola utilizzando un tono caldo, come non faceva da tanto tempo «è tutto finito occhi belli» mi passa una mano tra i capelli, come faceva da piccolo, mentre porta la mia testa sul suo petto. Era l'unica cosa che mi faceva calmare dopo quegli episodi... avere lui, le sue carezze e le sue dolci parole.

«Dov'è Josh?» sussurro non capace di formulare una frase di senso compiuto, mentre il mio tono di voce è ancora incrinato a causa dello shock. Spezzoni del passato tra mia madre e mio padre, e spezzoni di Josh che ripetere le sue stesse identiche frasi si sovrappongono e quasi non vomito.

«Axel l'ha portato via, adesso ti accompagno in infermeria. Hai un livido enorme sulla coscia.» Sebastian si allontana da me e percepisco del freddo scorrermi sul mio corpo. Abbasso lo sguardo e noto che l'amore che diceva di provare Josh nei miei confronti è marchiato sulla mia pelle.

«Non sono io quella che ha bisogno di cure» altrimenti le persone farebbero troppe domande e non voglio rispondere a nessuno «ma tu, ti esce il sangue dal labbro.» faccio per alzarmi ma lui mi ferma. Cerca di togliersi il sangue dalla bocca con la camicia e solo in questo momento noto che non solo le sue mani ma anche i suoi vestiti sono a chiazze rosse.

«L'hai ucciso?» sussurro spaventata passandomi le mani sul volto. 

«Purtroppo è ancora vivo, ma tu devi metterti una pomata su quel livido e io devo darmi una ripulita se non vogliamo che le persone si facciano i cazzi nostri.» questa volta il suo tono è più duro ma non me ne curo particolarmente, ha ragione e dobbiamo sbrigarci. Solo che non dobbiamo farlo insieme.

Lo scanso e mi alzo frettolosamente, mi liscio le pieghe della gonna della mia divisa come se non fosse successo nulla «devo andare.» faccio per allontanarmi ma lui mi ferma per un polso. Non appena nota che mugolo di dolore lo lascia e dopo aver fissato il rossore che cerchia la mia pelle geme contrariato «quello è un bastardo figlio di puttana Sole, e sai che devi denunciarlo.»

«Ho paura.» un piccolo scorcio della mia muraglia cade ai piedi di Sebastian. 

Adesso non siamo più gli adolescenti diciottenni, adesso davanti a me vedo quel bambino di otto anni che varcava la mia finestra dopo ogni litigio dei miei genitori per farmi compagnia.

«Lui non è tuo padre, Sole. Lui è un pezzo di merda che perderà le mani se osa toccarti ancora.» quanto vorrei credergli. Quanto vorrei che tutto fosse più semplice e che non mi fossi paralizzata prima. Quanto avrei voluto essere più forte e magari essermi riuscita a scostarmi sin dall'inizio. Magari anche più magra così non avrei un lembo di pelle sporco...

«E perché mai dovresti fare questo per me?» scuoto la testa esausta mentre alzo il capo verso il cielo per respirare profondamente. Lo sento avvicinarsi e quando inizia a giocare con i miei lunghi capelli biondi un sorriso amaro spunta sul mio volto. Sta capitando la stessa identica cosa di dieci anni fa solo che adesso il protagonista del mio incubo è il mio ex ragazzo, non Dominic.

«Perché dieci anni fa te l'ho promesso. Che ti avrei sempre protetto da tutti quelli che avrebbero potuto farti del male.» il suo dito sfiora la mia guancia mentre sento le gambe tremare. Potrei svenire adesso senza neanche rendermene conto perché quello che mi ha detto Sebastian mi colpisce come un dardo in pieno petto.

«Ma poi te ne sei andato.» ribatto fredda facendo un passo indietro, cercando di non sgretolarmi ancora di più.

«Appunto, ho mantenuto la promessa proteggendoti. E adesso che sono qui la sto infrangendo di nuovo.» 

«Perché, hai intenzione di farmi del male?» ribatto ironica leggermente sollevata di come il nostro discorso sta leggermente cambiando traiettoria. Mi sto tranquillizzando e anche le mie mani hanno smesso di tremare.

Tuttavia, il mio umore cade in picchiata nuovamente quando Sebastian, pur di evitare la mia domanda cambia argomento.

«Per sbaglio ti ho sporcata, dobbiamo darci una ripulita altrimenti ci faranno domande. Hai una pomata o dobbiamo passare dall'infermeria?» e dopo aver sentito la sua risposta –non mi riferisco a questa pronunciata con tono schivo ma a quella che indirettamente mi ha dato- mi rammento nuovamente che io e Sebastian dobbiamo stare lontani.

*

Due giorni dopo il livido sulla gamba ha un colore giallo-verde alquanto schifoso e poco rassicurante. Ho visto su internet che ci metterà circa dieci giorni per sparire del tutto e non vedo l'ora che si tolga per poter continuare a mettere le mie amatissime minigonne. Nell'attesa sono stata costretta a farmi allungare la gonna della divisa scolastica, dalla sarta, quasi ad altezza ginocchio.

Ed è proprio questa che indosso per celebrare il mio rientro a scuola dopo due giorni di vacanza, così l'ha chiamata la preside Callahan dopo aver scoperto cosa avevo causato. Non le ho fatto neanche il nome di suo figlio, del tradimento o del livido, perché ho avuto paura.

Non tanto che Josh venisse a casa mia e mi facesse altro male, perché so che Cillian lo avrebbe fatto fuori in due minuti, ma ho avuto paura che in questo contesto sarei risultata io la sbagliata. Solo perché ho deciso di accettare le avances di un ragazzo quando ero single o perché ho deciso di non perdonare Josh dopo aver scoperto il suo tradimento.
Avevo paura che io potessi risultare la colpevole e lui la vittima.

In realtà ciò che è successo a scuola non l'ho detto a nessuno, lo sa solo Sebastian che era con me e a mia mamma con la quale ho parlato dopo la crisi che mi era venuta. Cillian non lo sa e neanche mio fratello Kayden nonostante sapesse del tradimento. A proposito, stamattina è tornato alla Berkeley con Sydney, la quale mi ha salutata con un abbraccio che ho cercato di ricambiare nel modo meno falso possibile.

Come mio fratello anche Sebastian se n'è andato da casa mia.
Suo padre e sua sorella si sono ripresi e adesso vivono in un piccolo motel del South, un posto molto diroccato ma che sicuramente non rischia di prendere fuoco da un momento all'altro come il camper di Sebastian. Ed è da quel fatidico giorno, nel corridoio del terzo piano, che io e Sebastian non ci parliamo e non l'abbiamo fatto neanche ieri quando è venuto a raccogliere le sue cose.

Mamma non ha fatto domande sul labbro tagliato ma Cillian sì e ovviamente, essendo sceriffo, non ha creduto alla sua caduta durante gli allenamenti di lacrosse. Tuttavia, non ha indagato ulteriormente.

Al contrario, invece, è successo nei confronti di Josh dal quale ho ricevuto quasi settanta telefonate ovviamente tutte senza risposta. Si è anche presentato sotto casa mia ben cinque volte e in tutte quante si presentavano alla porta o mia madre o il suo compagno. Mi hanno chiesto se sapessi cosa si fosse fatto dato che, da come me l'hanno descritto, la sua faccia è così gonfia che quasi sembrava irriconoscibile, ma io ho sollevato le spalle dicendo che non ne sapevo nulla.
Ci hanno creduto, o almeno spero, tuttavia ho dovuto rispondere al motivo per il quale io non volevo vederlo e senza troppi indugi e dettagli ho spiegato loro che avevamo rotto, solo la mamma ne sapeva qualcosa dato che con lei mi ero sfogata, ma per il resto ho mantenuto la bocca cucina sul resto di quell'avvenimento. Questo perché voglio che ciò che è successo quel giorno, in quel corridoio tra me, Josh e Sebastian rimanga lì morto e sepolto.

E alla fine, dulcis in fundo, non sono neanche riuscita a premere 'invio' nella mail contenente il video incriminatorio verso Josh. Ho avuto paura e ho capito che prima di agire di impulso dovevo far calmare le acque, almeno per un po'. È stato capace di farmi male per così poco, pensando che lo stessi tradendo con Sebastian, figuriamoci cosa mi potrebbe fare se scoprisse che voglio rovinare la sua carriera sportiva. Di certo non posso rimanere a casa tutta la vita e Cillian non può farmi da cane da guardia per vedere cosa mi farebbe o meno Josh.
Sicuramente non reagirebbe bene. Tuttavia, seppur in minima misura devo fargli capire che non sono una bambola che può usare a suo piacimento e che pensava di tradire per poi passarla liscia.

«Sei sicura che va tutto bene? Siamo già arrivati da qualche minuto nel parcheggio ma non hai detto ancora nulla.» Cillian mi accarezza una spalla facendomi riprendere dallo stato catatonico in cui ero immersa qualche secondo fa. Mi volto verso di lui e mi stampo un sorriso sul volto «certo, stavo pensando alla lezione di letteratura italiana, oggi la professoressa ci restituirà i test.»

«Sei una pessima bugiarda, è per Josh?» quasi trasalisco a sentire il suo nome ma scuoto la testa in segno di diniego mentre gioco con i polsini della mia camicetta «è per italiano, è la verità.»

«È successo qualcosa che devi dire a me o a tua madre?» e per quanto vorrei annuire nego di nuovo perché vedo Josh a pochi metri dalla macchina dello sceriffo, la nostra per l'appunto, con una scatola di cioccolatini in mano. Mi saluta con un cenno della mano e quel sorriso stampato in volto per poco non mi fa vomitare. 

«No Cill, è tutto a posto ma adesso devo andare. Buon lavoro.» gli stampo frettolosamente un bacio sulla guancia ed esco più velocemente di una saetta dalla macchina cercando di evitare il mio ex fidanzato. 

Faccio slalom tra gli studenti con un'apparente calma che non mi appartiene e quando metto piede nell'edificio scolastico tutti gli occhi sono puntati su di me, grandioso.
Come dicevo prima, oggi termina la mia vacanza lontano dalla scuola. Seppur io abbia dato avvio a un tumulto di grandi dimensioni la signora Callahan non se l'è sentita di espellermi o sospendermi, apparentemente per non creare scandali nella sua scuola ma in realtà perché mia madre e lei in questi giorni hanno giocato a fare le amichette del cuore cosa che, come già sapevo, si è rivelata molto favorevole alla mia condizione.

Condizione dalla quale ho tenuto fuori Sebastian, Sophie e Eileen che invece non risponde né ai miei messaggi e né alle mie telefonate. Ecco, se Josh ha tartassato me in questi giorni io ho fatto la medesima cosa con Leen.

Invece, per quanto riguarda Betty, mia mamma –che si informa sempre sui pettegolezzi degli ultimi giorni con la scusa di farsi una piega dalla parrucchiera- mi ha informata dicendomi che non sa quando tornerà a scuola ora che è fuori dalla squadra delle cheerleader e non deve sottostare agli allenamenti rigidi della coach.

Titty, la parrucchiera, ha detto che è stata rimasta scandalizzata dall'aggressione subita a scuola.  

«Ecco fatto fratellone, sei come nuovo.» Cindy posa il batuffolo di cotone sul ripiano del bagno del motel per poi applaudire a sé stessa per il suo operato. Non che avessi bisogno di disinfettarmi il labbro dato che oramai è quasi guarito tuttavia, se lei vuole curare suo fratello chi sono io per impedirglielo?

«Hai fatto un ottimo lavoro, quasi non si vede che mi sono fatto male.» la prendo in giro pizzicandole un fianco e facendola scoppiare a ridere per qualche secondo. 

«Davvero?» le si illuminano gli occhi dalla gioia e annuisco per poi stamparle un bacio sui capelli castani, del medesimo colore di quelli di mia madre. Anche gli occhi marroni gli ha presi da lei mentre, e fortunatamente aggiungerei, io sono la fotocopia di mio padre.

«Si, sarai un'ottima dottoressa.» sorrido sincero e mi meraviglio come io possa sentirmi così tranquillo quando sono con mia sorella. È proprio vero che i bambini riescono a tirare fuori da noi anche la purezza che non pensiamo di avere e questa peste mi fa sembrare un rammollito. Io sono uno dei più grandi combattenti dell'hell, non di certo un paziente che si fa curare un piccolo taglio al labbro da una bambina di otto anni, tuttavia in questo contesto io non ho potere. 
Come potere non ce l'ha neanche mio padre che ogni giorno è costretto a soddisfare tutte le richieste, anche quelle più assurde di mia sorella.

«E io ti potrò curare?» appoggia la testa sul lato sinistro del mio petto, sul mio cuore, e io ridacchio divertito «certo, sarai la mia dottoressa di fiducia.» 
Come una molla pronta a scattare Cindy scappa dalle mie gambe e corre verso il corridoio del motel che collega alle camere per dormire.

«Hai sentito papà? Seb ha detto che sono la migliore dottoressa in assoluto e che si farà curare da me!» alla voce squillante di Cindy si oppone, in tutta risposta, una voce rauca che si fa sempre più vicino a me fa capolinea alle mie orecchie «è fantastico amore, adesso però devi andare a scuola altrimenti non diventerai mai una dottoressa.» ridacchia l'uomo davanti a me facendo saltellare mia sorella che corre verso la camera che condivide con mio padre pronta ad andare a scuola.

«Seb devi-» gli lancio un'occhiataccia che lo ammutolisce e senza dargli il tempo di continuare tronco il suo discorso «no.»

Lui sbuffa e dopo avermi lanciato uno sguardo colmo di rammarico saluta con un bacio sulla guancia la piccola peste, la quale saltella da me tutta felice «che bello, oggi sarai il mio autista personale.» e dopo essere scoppiato a ridere la accompagno a scuola per poi dirigermi nel mio inferno personale dove vedrò la mia Beatrice.

La mia Beatrice carnale, angelica e salvifica.
Quella che Dante descrive poeticamente ma a me le parole non sono mai piaciute.
Perché dedicare a una ragazza una poesia quando possiamo regalare loro un orgasmo?

Scenari della sera della discoteca si alternano a ripetizione nella mia mente e cazzo, aveva pienamente ragione lei, quando mi ha accusato di non essere mai andato avanti da quella sera in discoteca. Sono rimasto bloccato lì, in un limbo senza fine mentre attendo che qualcosa di più stuzzichi ancora la mia mente e questo perché anche se so che dovrei tenerla a debita distanza il mio cazzo la reclama.

E tenerla lontana stuzzica solo l'appetito del Minotauro che ama giocare con le sue prede.
Cazzo quanto vorrei torturarla solo per farla venire su di me, mentre rubo ogni sua essenza e ogni sua goccia. 

«Seb, mi vieni a prendere tu dopo?» mia sorella mi risveglia dal pensiero poco casto che stavo avendo sulla mia ex migliore amica e quasi mi vergogno ad avere avuto in mente queste cose con accanto una bambina di otto anni. Tossisco e dopo essermi schiarito la gola le rispondo «passa papà, io sarò agli allenamenti.»

E passiamo tutto il resto del viaggio in silenzio, lei mentre ripassa la poesia che deve raccontare alla maestra per Halloween –che si terrà tra quattro giorni- e io mentre ripenso a lei e a quella cazzo di bocca che vedo bene solo intorno al mio cazzo. O sulla mia di bocca.

Quando raggiungo la Royal Prep School, esco dalla macchina massaggiandomi la tempia per il mal di testa che mi sono causato da solo frastornandomi nel cercare di prendere una decisione.
Perché se da un lato sono consapevole che devo lasciarla andare perché sarebbe più razionale e coscienzioso dall'altro lato, quel giorno, ho rivisto la Sole bambina che si veniva a nascondere nei miei abbracci quando aveva paura di suo padre. Quella che cercava di essere forte ma che aveva bisogno di essere protetta.
Ho visto lei, ho rivisto i miei occhi belli, e anche se il capo è stato fin troppo chiaro con me non posso farmela sfuggire ancora una volta. 

Saremo amici, faremo una semplice tregua, ma nulla di più.
Lei non vuole, mi odia.
Io non posso.

«Smettila di pensare, non ti si addice.» dice Axel tirandomi un pugno sulla spalla. Di rimando glielo do anche io e scoppiamo a ridere.

«E voi smettetela di fare i bambini, ho già due fratellini a casa non me ne servono altri.» alza gli occhi al cielo JJ, la quale saluto con un pugno.

«Fatela stare zitta, è tutta la mattina che si lamenta.» alza gli occhi al cielo Lindsay mentre fa scoppiare la bolla del suo chewing-gum. Successivamente punta il suo sguardo su di e sbatte le ciglia con fare civettuolo. Dio non farmi sorbire questa tortura «ti fa ancora male il labbro?» posa il dito sulla mia ferita ma allontano schifato il suo dito non appena vedo Sole dall'altro lato della strada, camminare frettolosamente. Mi guardo intorno e poco distante da me noto Josh che ha lo sguardo puntato su di lei. In mano ha una scatola e sembrano provenire dalla pasticceria più costosa di Santa Monica. 

«Non ti è bastato prenderlo a pugni in corridoio, devi trafiggerlo con lo sguardo ogni volta che lo vedi? A proposito mi devi un favore.» si intromette Axel osservando la direzione del mio sguardo. La mandibola è scattata appena quel pezzo di merda è entrato nel mio campo visivo e ovviamente lo ha notato anche lui.

Un velo di soddisfazione è nato nel mio corpo quando ho visto le condizioni in cui è ridotto. Ha il volto tumefatto e viola, proprio come dovrebbe essere il livido di Sole in questo momento.
Al solo pensiero di ciò che le ha fatto e ciò che le ha detto vorrei ritornare da lui e terminare il lavoro che non ho completato due giorni fa.

«Non mi dire che hai preso a pugni Josh Callahan, perché l'hai fatto? Non sarà mica per quella principessina viziata che tanto ti ostini a proteggere.» sbuffa Lindsay adirata. Lancio un'occhiataccia ad Axel dato che è stato lui a tirare fuori l'argomento e il mio migliore amico in tutta risposta solleva le spalle non curante mentre saluta in lontananza un gattino.

«Non sono cazzi tuoi Lindsay.» rispondo brusco passandomi una mano tra i miei capelli millimetrici.

«Saranno affari del capo però quando glielo andrò a riferire. Il suo pupillo si rifiuta di seguire i suoi ordini, lo troverà molto interessante.» 

«E quando glielo dirai, prima o dopo aver succhiato il suo cazzo?» la sbeffeggia JJ facendoci ridere. Lei sbatte il piede a terra neanche fosse una bambina e poi si avvicina a me minacciosa, mi punta l'unghia laccata di rosso in volto e poi tuona «non scherzo Sebastian, lasciala perdere o ti rovino.»

«Non prendo ordini da te.» le sposto il dito malamente facendola ridacchiare.

«Tu dici? Scommetto che entro fine giornata sarai nel mio letto a soddisfare ogni mio desiderio. Sei un uomo forte Sebastian» e nel dirlo mi tocca i bicipiti, la bile mi risale in gola ma mantengo una facciata di indifferenza perché lei è davvero l'unica che potrebbe, per così dire mettere la pulce nell'orecchio al capo e in quel caso Sole sarebbe in pericolo, perché sarebbe da sola «ma quando si tratta di lei non capisci più un cazzo.» e dopo avermi tirato una spallata che non mi smuove minimamente se ne va.

«Le darai ascolto?» mi domanda la ragazza dai capelli rosa che è intenta a osservare Lindsay svoltare l'angolo.

«Spero di non arrivare a tanto, significherebbe che avrei toccato il fondo.» pronuncio queste parole e mi dirigo in classe dopo il suono della campanella, accompagnato dai miei due migliori amici.

Tuttavia, prima di separarmi da entrambi per passare a recuperare i miei libri di letteratura JJ mi blocca per un polso. So già cosa vuole dirmi e perciò, anche se la mia parte irrazionale vorrebbe scappare, do ascolto per una volta al mio cervello e rimango.
«So quanto ci tieni a lei nonostante il casino successo, ed è proprio per questo che ti devi allontanare. In gioco c'è tanto e lo sai anche tu, non puoi metterla a rischio così. E poi, pur volendo per quanto tempo vorrai proteggerla? Ti ricordo che il tempo sta per scadere.»

E cazzo, so che ha ragione ma non me ne riesco a capacitare.
Oramai siamo entrambi troppo coinvolti in questa situazione, anche se lei non lo sa, e il mio piano di rimanere tranquillo e a distanza di sicurezza da lei si è andato a farsi fottere non appena ho incrociato i suoi occhi eterocromatici nella discoteca. 

«Lo so.» proclamo solamente per poi dirigermi alla lezione di letteratura italiana, stanco senza aver fatto alcunché.

So cosa devo fare? Assolutamente no.
Tuttavia, per quanto vorrei dare ascolto al diavolo sulla spalla sinistra che mi urla di andare da lei e scoparmela, dall'altro so che il vero Lucifero me la farebbe pagare toccando ciò che a me è più caro. Non ho il tempo per proteggere mio padre e mia sorella, e a Sole non posso dire cosa si nasconde sotto la superficie della mia vita, perciò se non voglio avere il sangue di nessuno sulle mani devo prendere una decisione, alla svelta. E ciò mi porterà ad allontanarmi ancora una volta da lei.

«Signorina di Laurentiis, ho visto i suoi voti e ha sempre preso A in tutte le materie. Letteratura italiana non è di suo gradimento?» mi domanda la professoressa Anderson mentre continua a scrutare il mio test che è pieno di segni rossi.

«Mi piace molto la disciplina, tuttavia ho trovato un po' di difficoltà nel ripasso.» mento perché non posso dirle che io, in realtà, il libro della sua materia non l'ho proprio aperto.

«Apprezzo la sincerità, signorina ed è proprio perché lei è una delle alunne più brave dell'Istituto ho deciso di assegnarle un tutor dello stesso calibro in vista del prossimo test che si terrà tra qualche mese. Non si faccia impressionare dall'aspetto che a volte può ingannare, è il mio alunno migliore.» e dopo aver posato finalmente la penna rossa mi guarda negli occhi con un sorriso sul volto.
Secondo me ci gode un sacco a sapere che noi, ricchi e viziati, siamo almeno su questo campo inferiori ai suoi alunni. Secondo me si diverte e a mia discolpa ne sono più che certa di questo dato che si è divertita a scrivere commenti a doppio senso sul nostro ceto sociale all'interno di ogni errore cerchiato di rosso.

«Bene, non vedo l'ora di iniziare.» replico con finto entusiasmo mentre qualcuno bussa alla porta dell'aula.

«Morris, entra.» la professoressa annuncia indirettamente l'alunno che mi dovrà fare da tutor. A quel nome il mio cuore smette di battere, perché avercelo anche come tutor significa essere proprio sfortunati, tuttavia quando la porta della classe si apre a fare capolinea sullo stipite non è il mio ex migliore amico, bensì il ragazzo dagli occhi a mandorla.

«Ah, signor Akane. Non la aspettavo.» la professoressa, della quale ovviamente non ricordo il nome, si schiarisce la gola mantenendo un'aura sempre professionale e impeccabile. Si aggiusta il colletto della sua camicia bianca e invita il ragazzo ad entrare «ha bisogno di qualche delucidazione su qualche argomento?»
Nei miei libri questo è un chiaro invito ad avere delucidazioni su tutt'altro argomento, ma non mi intrometto.

«No, professoressa. Sebastian Morris si è tolto dal programma di tutoraggio e ha chiesto a me di prendere il suo posto.» snocciola sbrigativo lanciandomi un'occhiata di sottecchi.

«Ma stamattina, quando gli ho riferito che avrebbe dovuto fare da tutor alla signorina di Laurentiis non mi ha accennato nulla.» quindi lo sapeva e si è tolto dal progetto per non farmi da tutor? Codardo e bipolare.

«Non saprei.» Axel solleva le spalle accanto a me e sento il suo sguardo addosso.

«Bene,» la professoressa batte le mani e dopo essersi alzata dalla sedia e aver chiuso il plico che conteneva le nostre verifiche punta un dito verso Axel «bene signorino Akane, dato che anche lei è iscritto al programma di tutoraggio le affido la signorina di Laurentiis. Adesso potete andare, mi aspetto almeno una B- al prossimo compito.» sorrido falsamente cordiale e dopo essermi congedata mi dirigo con Axel fuori dalla classe.

«Spero che non sarai una palla al piede, raggio di sole» rantola amareggiato facendomi alzare gli occhi al cielo, quanto è drammatico.

«Sarò il tuo peggior incubo.» affermo sarcastica, ma neanche troppo, facendolo esasperare. Mi guarda malissimo e so che preferirebbe buttarsi sotto un ponte che rimanere qui con me a farmi da tutor, ma ehi la vita non va mai come speriamo.

«Sole, possiamo parlare?» Josh compare alle mie spalle facendomi sussultare.

«No.» cerco di dire con fermezza e senza alcun tremolio nella voce mentre Axel alterna lo sguardo tra noi due.

«Avanti, dobbiamo parlare. È stato uno sbaglio quello che è successo due giorni fa. Mi dispiace.» cerca di afferrarmi il braccio ma io mi scosto e quando vedo Axel interporsi fra di noi ne approfitto per scappare in bagno a rinfrescarmi la faccia. 

Tuttavia, la situazione non migliora di certo perché non appena entro nel bagno delle ragazze ad accogliermi ci sono due voci che riconosco bene e che parlano della sottoscritta. Mi nascondo dietro il muro ad angolo per ascoltare ciò che stanno dicendo di me e quando Sebastian proferisce parola capisco che mi voleva usare, come mi aveva già detto, e che l'illusione di lui che mi aiutava in quel corridoio era solo un modo per farmi cedere.

«Non dire stronzate Lindsay, lo sai come la penso non farmelo ripetere. Sole è scopabile, ha un bel corpo, ma dentro è vuota e superficiale. Una bambina viziata che non riesco a tollerare e poi non dimentichiamo che suo nonno a breve distruggerà casa nostra, come potrei provare qualcosa per lei se non disgusto?»

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Rieccomi lettori, non sono sparita!!🥳
Oggi ci sarà uno spazio autrice più lungo perché devo aggiornarvi di alcune cose🩵

Innanzitutto, come vi sembrano la nuova copertina e i banner per i pov dei personaggi? Io sono stra innamorata di entrambi😍

Inoltre, voglio dirvi che ho finito gli esami per questa sessione e di conseguenza aggiornerò più spesso e con capitoli più lunghi (scusatemi se questo è corto ma l'ho scritto in due giorni perché causa febbre e studio precedentemente avevo fatto poco e nulla)🩵

Infine, ho aperto un account tiktok dedicato solo alla mia storia wattpad che si chiama beeckyrose.stories (proprio come su ig), se vi va andatemi a seguire🩵

Adesso, però passiamo alle domande:
-alzi la mano chi odia Josh!🙋🏼‍♀️
Vi giuro che lo sto mantenendo intatto perché mi serve, giuro che Seb non ha problemi a farlo fuori.

-Cosa ne pensate di Seb e di come si è avvicinato a Sole in quel corridoio? Io l'ho trovato un sacco carino e l'ho amato anche se poi mi ha fatto salire le crisi😣

-Parliamo anche di Seb & Cindy, se non sarò troppo prolissa anche loro ci regaleranno tante gioie. Cosa ne pensate di Seb versione fratello maggiore?👧🏽

-Finalmente è arrivato anche il momento della consegna dei test ma abbiamo un tutor diverso dalle aspettative, perché non è più Seb (per ora), amo cambiare le carte in tavola quindi chissà se la situazione cambierà presto👀

-Infine, commentate l'ultima scena🫥
Giuro che c'è un motivo se Seb fa l'indeciso cronico e presto la scoprirete, da un lato ho paura che possa annoiarvi questo tira e molla ma giuro che ne vale la pena. Non sto scrivendo cose così solo per allungare il brodo, sotto c'è una motivazione🙏🏼fatemi sapere però cosa ne pensate🩵

Ci vediamo al prossimo capitolo e per i più temerari sui miei profili:
Ig: beeckyrose.stories
Tiktok: beeckyrose_stories
vi voglio bene💋

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