capitolo 10.
«Devo passare un secondo dagli spogliatoi per conto di Josh. Devo portargli la borraccia.» informo distrattamente Eileen mentre continuo a maneggiare con il telefono. Rispondo in modo affermativo al mio fidanzato e poi rivolgo il mio sguardo alla mora.
«Va bene, io nel frattempo vado a salutare Wade e occupo due posti sugli spalti.» annuisco e pochi secondi dopo vedo la mia migliore amica sparire dalla mia visuale.
Cambio direzione, e quando mi immetto nei corridoi dediti ai vari sport della scuola, noto che c'è un silenzio tombale. A dir poco inquietante. Menomale che è giorno altrimenti sarei saltata in aria dalla paura per ogni minimo rumore. Buffo, no? Guardo storie di true crime anche alle due del mattino senza provare un briciolo di terrore e invece un corridoio scolastico vuoto mi infonde inquietudine e una brutta sensazione.
Sposto lo sguardo a destra e sinistra fino a quando i miei occhi non incontrano la targhetta argentata con su scritto 'spogliatoi maschili di lacrosse', appoggio la mia mano sul pomello, dato che a quest'ora tutti i giocatori dovrebbero essere sul campo, quando qualcuno mi precede. La porta si spalanca e fuori ne esce men che meno Betty, con la divisa sgualcita e il rossetto rosso sbavato.
«Sole, cosa ci fai qui?» si porta una mano al petto con fare teatrale mentre, con l'altra mano, si aggiusta distrattamente i capelli, anch'essi fuori posto.
«Sono venuta a prendere una cosa a Josh.» assottiglio lo sguardo mentre divento sempre più sospettosa «tu, invece?»
«Ho dato un buona fortuna speciale a Paul» ammicca nella mia direzione facendomi intendere cosa quei due hanno fatto all'interno dello spogliatoio, accompagnando il tutto con un occhiolino «per i Crafty Foxes questa è una partita molto importante, lui aveva bisogno di tutto il mio supporto.» mi spiega mentre si porta la mano al petto.
«Certo, immagino. Adesso però devo entrare, altrimenti ci metterò un secolo prima di portare la borraccia a Josh.» rispondo con un sorriso forzato stranita da questa situazione e quando faccio per sorpassarla un petto ampio e tronfio mi ostacola. Un petto che conosco fin troppo bene.
«Amore, cosa ci fai qui?» mi domanda il mio ragazzo facendo saettare lo sguardo tra me e Betty che nel frattempo si sta guardando le sue unghie smaltate di rosso come se nulla fosse. Il suo tono è totalmente in allerta, come se non sapesse che sono qui per prendere la sua borraccia.
«Cosa ci faccio qui?» domando retoricamente per poi alzare il cellulare «tu mi hai scritto di venire, dovevo prenderti la borraccia mentre tu eri con gli altri giocatori a ripetere gli schemi del gioco.» la mia è un'accusa, e se non l'ha capito sono disposta a ripeterglielo più forte.
«Si scusami, per la fretta non ti ho più scritto che non era necessario venire. Ho fatto da me.» solleva il suo borsone mentre nei suoi occhi saetta un'emozione che non riesco a decifrare. Emozione totalmente opposta al tono pacato che usa Josh per parlarmi. Incrocio le braccia al petto e inizio a tamburellare il piede per terra «perché eri chiuso in uno spogliatoio con lei?» adesso sono io che faccio saettare lo sguardo tra i due.
Potrò anche una ragazza sbadata e con la testa tra le nuvole il più delle volte, ma questa volta ho bisogno di una spiegazione plausibile, non ancora sono diventata una stupida che crede a ogni storiella propinatagli dalle persone. Mi fido di Josh e anche della mia migliore amica ma uno, la prudenza non è mai abbastanza –grazie papà, Seb e Sophie per avermi inflitto questo trauma- e due, diciamo che Sophie potrebbe avermi infilato una pulce nell'orecchio dopo il nostro discorso in bagno. Non dico che Josh mi tradisca, ma non voglio neanche rimanere con le mani in mano senza far nulla mentre questo tarlo ogni tanto torna a perseguitarmi. Soprattutto quando vedo quelle piccole cose che non mi danno pace.
«Per Paul, l'ho praticamente trascinato via dal ca-» una mia occhiata fa immediatamente ammutolire la rossa che alza gli occhi al cielo nervosamente. Ma non me ne curo. Rivolgo il mio sguardo intriso di astio al mio ragazzo che in questo momento indossa la divisa di lacrosse e scosto il suo braccio quando vuole circondarmi le spalle.
«Ti spiegherò tutto strada facendo, raggiungiamo il campo altrimenti il coach mi metterà in panchina.» e dopo aver lasciato la rossa alle nostre spalle mi incammino con Josh verso il campo compiendo una strada totalmente diversa da quella che ho percorso all'andata. Questo piano è un tale labirinto che mi ci potrei perdere.
«Avanti, sono in attesa delle tue spiegazioni.» pretendo di sapere mentre mi mantengo a debita distanza da lui.
Josh d'altro canto, mostra segni di tranquillità e pacatezza che per un secondo mi sento una pazza squinternata che si sta facendo paranoie per nulla. Si passa una mano tra i suoi capelli castani e sospira afflitto «non ti fidi di me.»
«Certo che mi fido.» ribatto sulla difensiva perché ci manca solo che adesso la colpa finisca su di me «sono semplicemente curiosa di sapere il motivo per il quale eri nello spogliatoio con la mia migliore amica.»
«C'era anche Paul.» specifica mentre io alzo gli occhi al cielo. Temporeggiare, che schifo.
«Io però non l'ho visto.» mi fermo in mezzo al corridoio e quando lui si accorge che non sono più dietro di lui, si volta e mi raggiunge. Mi prende le mani e mi bacia le nocche in segno di scuse? Amore? Non ne ho la minima idea. Mi scosto velocemente dalla sua presa e con uno sguardo minaccioso lo esorto a parlare.
«È uscito dallo spogliatoio prima che tu arrivassi. Avrà preso l'altro corridoio dato che non l'hai visto. Paul era sparito e il coach ci ha detto di andarlo a cercare. Io, in quanto capitano, mi sono offerto volontario dato che avevo anche dimenticato la borraccia negli spogliatoi e facendo così avrei preso due piccioni con una fava; recuperato la borraccia senza farti scomodare e ritrovare Paul. Non appena sono arrivato negli spogliatoi ho visto Paul e Betty in atteggiamenti poco consoni e l'ho rimproverato mandandolo immediatamente in campo. Prima di una partita non si fa sesso e non si abbandona la sala riunioni.» snocciola velocemente rilasciando un sospiro di sollievo non appena nota che i miei artigli si sono ritirati. Perché effettivamente, ciò che ha detto ha senso. Può darsi che Paul abbia preso questo corridoio, cosa che non ho fatto io dato che ho fatto il giro al contrario e anche la questione 'prima di una partita non si possono avere rapporti sessuale' è vero dato che prima di una partita io e Josh non possiamo avere contatti di quel tipo. Per questo Josh è andato a recuperare il suo compagno di squadra, non per altro. Giusto?
La mia mente inizia a darmi della 'paranoica' e a rimproverarmi nuovamente perché, ancora una volta, rischiavo di far allontanare una delle persone che più ci tiene a me. E tutto per colpa di uno stupido pensiero e uno stupido malinteso. Insomma, le coincidenze capitano e inoltre, non posso accusarlo di un pensiero così privo di fondamenta –piomeno eh, perché alcune cose che ho visto ancora mi lasciano l'amaro in bocca- quando io sono la prima a nascondere altre piccole cose.
«Scusa, non so cosa mi sia preso.» sussurro mentre abbasso lo sguardo cercando di mettere a freno i pensieri che mi stanno ingarbugliando la mente. Lui però mi solleva dolcemente il volto con due dita sotto il mento e mi stampa un bacio sulle labbra «adesso capisci cosa provo io quando ti vedo troppo vicina a Sebastian? Sono geloso come lo eri tu poco fa. Amo solo te piccola.» annuisco inconsapevole su cosa dire e mi appunto mentalmente di fare delle scuse anche a Betty. Non l'ho accusata direttamente di essere andata al letto con il mio fidanzato ma penso si siano percepiti i miei pensieri.
«Ti amo anche io.» sorrido ancora un po' turbata e gli auguro un 'in bocca al lupo' quando arriviamo davanti all'entrata del campo di lacrosse. Però, mentre lui prosegue dritto verso la sua squadra io svolto a destra per andare sugli spalti.
Tutto il campo di lacrosse è riempito di striscioni bordeaux e bianchi. In accompagnamento ad essi ci sono anche numerosi cartelloni che oltre a richiamare la squadra in generale citano dei singoli giocatori. Ne vedo 7 dedicati a Josh e ognuno di essi è sorretto da una groupie diversa che urla a squarciagola il suo nome. Tra queste c'è Samantha, la ragazza della discoteca di San Valentino.
«Odio le groupie.» Eileen mi legge nel pensiero non appena mi accomodo accanto a lei. Siamo quasi nella prima fila a partire dall'alto e ovviamente abbiamo la vista migliore. Anche se non ci capisco quasi nulla di Lacrosse mi piace vedere atleti muscolosi passarsi una pallina mentre si spalleggiano e si spingono l'un l'altro. È eccitante ed è e sicuramente una visione più appagante rispetto al solo leggerlo nei libri, o scriverlo nel mio caso. Mi manca l'ultimo capitolo del mio romanzo wattpad e poi, finalmente, potrò dedicarmi ad un'altra storia che ho in mente da un po'.
Tuttavia, prima di divagare ancora tra i miei pensieri come mio solito annuisco verso la mora che sta scrutando nervosamente le ragazze che sorreggono i cartelloni per Wade, ne sono 6 non contando quelli che citano entrambi i fratelli Paxton.
«Già, le farei fuori anche io. Una ad una.» bofonchio mentre lancio un'occhiata truce a tutte quelle ragazze che stanno urlano a squarciagola i nomi dei nostri fidanzati. Se fossero solo fan sportive non me ne curerei minimamente, ma sono groupie che questa sera vogliono urlare i loro nomi in un altro contesto.
Dopo aver lanciato un'occhiata truce a una ragazza poco sotto di noi, Eileen si volta nella mia direzione e non appena i suoi occhi marroni incontrano i miei eterocromatici mi chiede se è tutto okay.
«Si, sai che odio l'attesa. Non vedo l'ora che la partita inizi. Fremo d'ansia.» mento con una sicurezza che non pensavo di avere. Che poi non è mentire questo, si tratta semplicemente di omettere la verità per non farla preoccupare. Insomma, mica posso andare lì e dirle 'ei, fino a pochi secondi fa pensavo che la nostra migliore amica si scopasse il mio ragazzo.'
Mi faccio troppe paranoie dato che Josh mi ha dato una spiegazione più che plausibile. Neanche l'anno scorso, prima di lasciarci, facevamo mai sesso prima di una partita figurarsi questa che è una delle più importanti.
«Anche io» batte le mani eccitata prima di continuare diventando sempre più paonazza mentre prosegue la frase «spero vincano, ho in mente qualcosa di davvero eclatante per Wade.»
Un sorriso sghembo fuoriesce dalle mie labbra mentre lancio un'occhiata maliziosa alla mia migliore amica «apprezzerà un sacco. I maschi lo fanno sempre.» o meglio, quasi tutti. A Josh piace il sesso alla vaniglia senza troppi fronzoli, e io lo rispetto anche se i miei gusti non rispecchiano totalmente i suoi classici. Sotto questo punto di vista la creatività non mi è mai mancata.
«Spero solo di non rovinare nulla con la mia timidezza.» si tortura le dita e io prontamente gliele stringo affettuosamente «ama di te proprio questo aspetto, non rovinerai nulla.» e quando vedo un sorriso spuntare sul suo volto, un uomo all'altoparlante comunica che tra 5 minuti entreranno i giocatori in campo. Sono pronta ad essere investita da una molteplice dose di testosterone.
«Lo spero proprio. Invece, tu? Andrai direttamente alla festa post-partita in caso di vittoria?» sollevo le spalle e sospiro «avrei proprio bisogno di staccare la spina stasera quindi penso di sì. Sono stati giorni molto frenetici.» divago non andando direttamente nello specifico. Lei comprende e annuisce non ponendomi più domande e quando pensiamo che la partita stia per iniziare con l'annuncio dei giocatori un corpo tonico mi ostruisce la visuale. Sollevo lo sguardo e noto Axel guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa.
«Sono qui, idiota.» una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare quando mi rendo conto che JJ è stata seduta dietro di noi per tutto questo tempo. Non me ne sono minimamente resa conto.
«Grazie per avermi tenuto un posto accanto al tuo.» sbotta frustrato Axel quando nota che l'unico posto libero non è quello vicino alla ragazza con i capelli marroni/rosa ma quello accanto al mio. Io di certo non mi sposterò quindi sarà lui scomodo durante tutta la partita a guardarla in piedi.
«Purtroppo sarai tu lo sfortunato che si siederà accanto a Barbie casa da sogno.» una risata fuoriesce dalle mie labbra quando comprendo che stanno parlando di me e che il riferimento alla 'casa da sogno' non sia totalmente involontario. Che originalità, questa gliela devo.
«Siete ripetitivi voi del South. Il tuo amichetto non ti ha detto che non c'entro nulla?» ribatto acida mentre mi volto nella sua direzione. Axel, nel frattempo, scivola nel posto vicino a Eileen che per qualche strano motivo si è liberato.
«Si, ma io al suo contrario non mi faccio fregare da due occhietti eterocromatici. Non mi fido di te, come non dovrebbe neanche lui.» rincara la dose senza scalfirmi neanche un po'. Wow, eppure JJ si era dimostrata così gentile; che falsa.
«Fortuna allora che non me ne frega un cazzo di ciò che pensi di me.» sorrido sfacciatamente mentre lascio cadere il discorso e mi volto verso il campo.
Dopo trenta minuti, degli 80 previsti in una partita di lacrosse, ci troviamo ancora 0 a 0. Siamo a metà del secondo quarto e il coach giù si sta innervosendo. Lo vedo sbraitare contro alcuni ragazzi che hanno chiesto il cambio e che a detta dell'allenatore sono stati 'semplicemente inutili'.
All'inizio del terzo quarto, quindi ad un'ora dell'inizio della partita, siamo sotto di un punto. Il liceo di Los Angeles ha fatto un gol di pura fortuna mentre il nostro portiere per pochi millimetri non ha parato il colpo. O almeno credo sia pura fortuna; le conoscenze che ho sul lacrosse si basano semplicemente sul mio aver visto sette volte Teen Wolf.
L'ultimo quarto della partita non solo sembra più lungo e più teso ma anche più estenuante. Non solo per i giocatori ma anche per noi sugli spalti dato che siamo in pareggio con la Los Angeles High. Io ed Eileen ci siamo alzate dalle nostre sedie e insieme ad altri ragazzi e ragazze incitiamo i ragazzi della nostra squadra a continuare così nel mentre le cheerleader cercano di distrarre i giocatori avversari ancheggiando i loro fianchi. Tutto ciò è invano dato che non vengono prestate della minima attenzione.
«Forza Wade!» urla la mia migliore amica sventolando la felpa del suo fidanzato che non ha indossato come invece ho fatto io.
Mancano dieci secondi alla fine della partita e un pareggio non gioverebbe né alla squadra e né agli sponsor che in prima fila stanno prendendo nota di tutto ciò che sta accadendo. Un po' distratta ad osservare cosa stanno facendo non mi rendo conto che un urlo di felicità si leva dagli spalti quando lo speaker annuncia la fine della partita e la vittoria per la Royal Prep e i Crafty Foxes.
«Chi ha segnato?» domando alla mora facendo saettare il mio sguardo nel campo dove vedo i nostri giocatori togliersi il casco ed esultare.
«Il tuo fidanzato, grazie ad un assist di Wade.» mi informa mentre mi trascina giù per raggiungere i nostri ragazzi. Non appena raggiungiamo il campo perdo la mia migliore amica di vista e così, per non essere da meno, mi metto anche io alla ricerca del mio fidanzato.
Quando lo scorgo tra l'ammasso giocatori che si sta complimentando con lui mi avvicino e gli poso le mani sugli occhi «chi è?» domando retoricamente facendo fuoriuscire una piccola risata.
«La ragazza più bella del mondo.» Josh scosta le sue mani dal mio volto e mi bacia le nocche prima di stamparmi anche un bacio a stampo. Chiude la bottiglietta di plastica dalla quale stava bevendo e la getta malamente sugli spalti per poi riportare l'attenzione su di me.
«Paraculo.» lo prendo in giro mentre ricambio il bacio che, man mano che passano i secondi inizia a diventare sempre più intenso.
«Suvvia capitano, prendetevi una stanza.» urla un giocatore che assolutamente non conosco facendo ridere sia me che il mio fidanzato.
«Mi faccio una doccia e ci sono.» mi fa un occhiolino e scompare tra la folla con la tacita promessa che la nostra prossima tappa non sarà la festa post-partita ma casa sua.
Non a caso mezz'ora dopo io e il mio fidanzato siamo nella sua macchina pronti a dirigerci verso la sua villa a due piani. Riempio il silenzio con elogi verso la sua performance durante la partita e almeno quattro volte ripeto quanto lui sia un giocatore formidabile. Josh incassa piacevolmente ogni apprezzamento e quando entriamo dentro casa sua, completamente vuota come sempre, mi dimostra la sua gratitudine sbattendomi sulla porta di ingresso.
«Penso sia il momento di sdebitarmi e ringraziarti per tutti i complimenti che mi hai fatto.» Josh si avventa sulle mie labbra non lasciandomi il tempo di replicare. Ricambio prontamente il bacio e con le mani inizio a tastare le spalle ampie in attesa di far sparire la felpa.
«Si, e dovresti ringraziarmi anche perché sono stata la tua fan numero 1.» lo provoco mentre mi volto per mostrare la sua felpa con sopra il suo numero e il suo nome. Lui mi si avvicina da dietro e mentre poggia il suo sesso già eccitato sulla mia bassa schiena, dato che è un po' più alto di me, mi riempie il collo di baci «beh hai ragione amore, ciò che hai fatto non è stato per nulla scontato.»
«Direi di no, anche perché l'unico posto in cui mi piace alzare la voce è nella tua camera da letto.» confesso con un pizzico di malizia voltandomi e facendo saettare il mio sguardo su tutto il suo corpo che è ancora troppo coperto per i miei gusti. Elimino il primo ostacolo, la sua felpa, gettandola malamente sul pavimento e facendo scaturire in lui una risata carica di lussuria «non vedo l'ora di accontentarti.»
E, detto ciò, riprende a baciarmi con foga mentre a tentoni cerchiamo di salire le scale senza cadere e romperci l'osso del collo. Quando nel buio del corridoio riesco a trovare il pomello della porta, lo giro e finalmente arriviamo a destinazione. Josh prontamente chiude la porta a chiave, non si sa mai che torni di colpo il suo fratellino, e mi trascina sul letto facendomi sdraiare.
«Ho voglia di te.» mi confessa mentre inizia a spogliarsi di ogni suo indumento. Lo seguo a ruota e dopo essermi sfilata la felpa rimango con il reggiseno in bella vista e la gonna, oltre che le mie mutandine.
«Sono qui, e non ho intenzione di andarmene.» Si avvicina pericolosamente a me e dopo essere arrivato a un palmo di distanza inizia a divorarmi il collo scendendo sempre più giù. Sgancia con non poca difficoltà il reggiseno mentre con l'altra mano mi sfila i collant e le mutadine. Posso dire, con estrema sincerità, che avrei preferito che me li strappasse? Poco importa che siano di lusso e che costino quasi duecento dollari.
Non appena riesce a sfilarmi l'indumento fa lo stesso con le mutandine abbandonandole sul pavimento mentre, la mia gonna, rimane esattamente lì dov'è. Lui pensa sia una mia fantasia sessuale tenerla indosso durante tutto il rapporto, ma in realtà odio vedere il suo sguardo posarsi su quell'ammasso di pelle che più di una volta, scherzosamente, ha giudicato. Meno vede le mie cosce più mi sento meglio e, anche se vorrei sbloccarmi da questa situazione, ogni volta che cerco di intavolare il discorso le parole mi muoiono in gola. La mia lingua si arrotola e cambio argomento.
Tuttavia, i miei pensieri non molto adatti a questa situazione mi vengono strappati di mente quando infila un dito nella mia intimità facendomi gemere. Un po' di dolore a causa della frizione della pelle e un po' di piacere «Cristo, sei così bagnata.» geme in risposta dopo aver sentito quel suono fuoriuscire dalla mia bocca. Penso che 'sei così bagnata' è un eufemismo bello e buono ma mi mordo la lingua prima di pronunciare parole sbagliate.
Quando noto che sta spingendo troppo in profondità inizio a gemere per il dolore e così, per non ferire il suo ego, inizio a baciarlo voracemente e spingerlo a sdraiarsi sul letto. Mi allungo verso il comodino e recupero un preservativo e quando lo trovo mi porto la bustina argentata alla bocca per strapparla con i denti.
«Non ti facevo così aggressiva.» mi sussurra con tono roco all'orecchio mentre mi fa stendere sotto di lui e inizia a giocare con uno dei miei capezzoli. Immediatamente, come se avesse toccato un pulsante, divento tutta rossa dall'imbarazzo. Non sono una tipa che prova vergogna per molte cose ma, queste frasi pronunciate in questo contesto sono un grande punto debole per me.
«A quanto pare devo dimostrartelo più spesso questo lato.» accorcio la distanza tra noi sfiorando le mie labbra con le sue mentre inizio a portare la mano sempre più in basso fino a sfiorare il suo sesso che è completamente rigido.
«Potresti» geme mentre passa a stuzzicarmi il capezzolo sinistro e tracciando con la punta delle dita la mia voglia a forma di fungo «ma non so quanto possa essere efficace. Voglio essere io a farti cedere qui, amore.» dice le ultime parole con un tono un po' strano ma non ci faccio molto caso, sicuramente sarà l'eccitazione che sta arrochendo la sua voce.
«Cos'è capitano» mi avvicino sensualmente a lui sfiorando con la lingua prima il suo orecchio per poi scendere verso il suo collo. Nel frattempo, Josh armeggia con il preservativo e quando lo vedo in difficoltà sorrido, adoro fargli questo effetto «non ti piace perdere il comando?»
Quando finalmente riesce a infilarsi il profilattico mi torna a fissare negli occhi e con un barlume di eccitazioni mi pronuncia queste esatte parole prima di infilarsi dentro di me «io, il comando, non lo perdo mai.»
Quando la sveglia del mio iPhone segna le diciotto in punto io e Josh ci troviamo nudi, se non per la mia gonna, in mezzo alle coperte di seta della sua camera. Dopo aver fatto l'amore mi sono quasi appisolata vicino a lui mentre Josh ha iniziato a parlare di tutte le azioni in campo fatte oggi. Per la metà del tempo l'ho ascoltato mentre per l'altra metà mi sono persa nei miei pensieri.
«Dobbiamo andare al post-partita, staranno tutti reclamando il capitano.» mi allungo verso il comodino per spegnere la sveglia e poi mi volto nuovamente verso di lui. Posa il suo telefono e sbuffa annoiato «Paul sta venendo qui.»
«A prenderci?» domando stranita da questo cambio di piani. A quest'ora tutti gli atleti dovrebbero essere ubriachi fradici a divertirsi dato la vittoria.
«No, ha bisogno di parlarmi. A quanto pare ha bisogno di un consiglio per conquistare una ragazza. Sai robe da maschi.» dice con non chalance accompagnato la frase con un gesto della mano lascivo. Ad un tratto però comprendo tutto e il mio sguardo si illumina, perché ciò vuol dire che ciò che è successo prima della partita era realmente un malinteso «sicuramente ti parlerà di Betty, lei mi ha confessato che si stanno sentendo. Per me è molto presa dato che passa praticamente tutto il tempo della giornata al telefono.»
«Betty presa da un ragazzo? La tua migliore amica? Pensavo che scopassero solo.» mi domanda sospetto, quasi con tono preoccupato.
«Si, lei. C'è qualche problema?» domando assottigliando lo sguardo e cercando di captare un suo passo falso mentre la voce di Sophie mi rimbomba nelle orecchie. 'non mi fido di lui, Sole. Quando ero nello spogliatoio maschile ho sentito-' e poi l'ho stroncata non facendola più continuare. Uno strano senso di inquietudine si propaga nel mio corpo ma, anche stavolta il mio ragazzo placa questa sensazione dandomi una risposta plausibile, o meglio mi da una risposta che mi ricorda fin troppo quella di un'altra situazione «quella ragazza salta costantemente da un letto all'altro. Non voglio che un mio giocatore faccia schifo in campo per colpa di una ragazza.»
«Hai detto una cosa molto simile a Zade in mensa, sei sicuro che non siano i tuoi giocatori il problema, ma lei?» faccio riferimento a quando Zade aveva proposto alla rossa di fare una cosa a quattro e Josh si era intromesso con troppa enfasi nel discorso.
«Avanti Sole, cosa stai insinuando?» sbuffa esasperato alzandosi dal letto e iniziando a raccattare i suoi vestiti da terra. Mi lancia anche il mio reggiseno che prontamente indosso perché per quanta seta possa avere addosso in questo momento, mi sento completamente nuda.
«Dimmelo tu.» affermo truce alzandomi in piedi per continuare a finirmi di vestirmi. Lui però, al contrario di qualche secondo fa non mi dà una risposta netta e veloce, e non so se questa cosa mi fa piacere o meno. Continua a camminare nella sua stanza bianca e bordeaux mentre si passa una mano tra i capelli castani.
«Non possiamo affrontare di nuovo il discorso. Cristo, è la tua migliore amica non puoi pensare questo di me. O di lei.» alza le mani in segno di resa mentre si butta sulla poltrona dietro di se, quella vicino alla scrivania. Io invece, completamente in atteggiamento rigido e austero ho le braccia incrociate sotto al seno.
«Non voglio pensare questo, ma Sophie mi ha det-» mi lascio sfuggire e quando Josh sente pronunciare quel nome immediatamente fa saettare il suo sguardo nella mia direzione «Sophie è una pazza, lo sappiamo entrambi.» mi ammonisce.
«Ha detto che non devo fidarmi di te.» butto lì in attesa di una sua reazione. So che ho sbagliato a rivelare il nome della mia ex migliore amica ma mi è completamente scivolato dalle labbra come se fossi una bambina di appena cinque anni che non sa mantenere un segreto. Josh prende un sospiro profondo e mi passa un pollice sulla guancia accarezzandomela delicatamente «ricordati ciò che ha fatto. Ti ha abbandonata quando ne avevi bisogno, adesso vuole di nuovo intaccare la tua felicità perché lei non ha superato la rottura con tuo fratello. Devi lasciarla perdere, di me e di Betty devi fidarti. Capito? Quello di oggi è stato un malinteso, io mi preoccupo dei miei giocatori, non di lei.» mi alza il viso verso il suo e i nostri occhi si incontrano. I suoi sembrano trasmettere sincerità e anche se mi sta dando ottimo materiale per fidarmi di lui sono certa che Sophie non mi mentirebbe mai, non su questo. Siamo troppo uguali per cercare scorciatoie nell'offendere e attaccare l'altra.
Tuttavia, mi faccio andare bene la risposta e annuisco stampandomi un sorriso in faccia perché ho la mente troppo confusa per pensare e non voglio fare passi falsi, almeno non prima di avere un'assoluta certezza «perdonami, non so come abbia potuto pensare una cosa così di te e Betty.» lui ricambia il mio sorriso e mi rassicura dandomi un bacio sulla fronte, ed è stranamente carico di un'emozione che non riesco a percepire «tutti possiamo dare di matto quando amiamo una persona. Non farò parola con Betty di questa discussione, altrimenti ci resterebbe molto male. Infondo siete migliori amiche.»
Annuisco e lo ringrazio con lo sguardo «forse è meglio così.»
Josh annuisce e quando il telefono sul comodino vibra distoglie l'attenzione da me per portarla sul dispositivo elettronico «Paul sarà qui a momenti, ti dispiace chiamare un uber?»
Faccio cenno di no con la testa e dopo aver raccattato ogni cosa scendo con lui in salotto «dopo verrete al post partita?» domando curiosa mentre lo vedo ancora smanettare al telefono.
«Si, ti passo a prendere io non appena finiamo.» mi rassicura non guardandomi ancora negli occhi. Aggiungiamo questo comportamento alla lista delle cose che odio nelle persone. Oramai la lista sta diventando così lunga che ho bisogno di un quaderno intero, formato maxi. Ma dopo la sfuriata di prima non me la sento di proseguire in una discussione.
«Non preoccuparti. Posso farmi accompagnare alla festa direttamente dall'uber.»
«Suvvia, non dire cavolate. Non hai bisogno di cambiarti prima?» finalmente posa lo sguardo verso di me e quando lo fa scendere giù fino a quel punto mi aggrappo al bancone per evitare di cadere «no, perché dovrei?»
Ti prego non dirmi quelle parole, non anche oggi, altrimenti potrei dubitare di ogni singola cosa e creparmi come una statua davanti a te. Ma ovviamente Josh, che non ha la capacità di leggermi nel pensiero pronuncia quelle parole che ogni volta mi lasciano un piccolo segno indelebile «quella gonna è troppo corta, le tue cosce non sono così perfette per starci bene. Dovresti mettere quella nera, la trovo più nelle tue corde.»
Sentite questo stridio? Un altro graffio inciso sul mio cuore di pietra.
Sto al suo gioco e una risata forzata fuoriesce dalle mie labbra assecondandolo.
«Non mettere il broncio, sai che voglio che tu sia perfetta.» si giustifica e io annuisco consapevole che se non mi laverò e non mi cambierò entro i prossimi dieci minuti potrei esplodere. Ecco un altro indumento che andrà nella pila dei vestiti non più usati nel mio armadio.
Quando la notifica del mio telefono mi avvisa che l'uber fuori è arrivato saluto Josh con un bacio a stampo e lui, anziché scusarsi mi chiede quasi con urgenza «mi aspetterai prima di andare alla festa?» e io annuisco, consapevole che alla festa ci arriverò prima di lui.
Quando arrivo a casa vedo che Cillian è già dentro perciò prima di ficcarmi in doccia chiedo se può darmi un passaggio alla festa che si terrà a casa di uno degli attaccanti della squadra. So che avvisare lo sceriffo di una festa non molto autorizzata non è la cosa migliore del mondo, nonostante siamo tutti diciottenni, tuttavia, il fatto che sia informato rassicura sia lui che la mamma. Nel caso succeda qualcosa sanno già dove andare, così mi ha risposto Cill quando il primo anno di liceo volevo tenere nascosto l'indirizzo di casa di Josh quando era stato lui a organizzare una festa.
Recupero dall'armadio un tubino nero brillantinato con la schiena scoperta e corro in doccia a lavarmi. Ci metto in tutto sette minuti, mentre a vestirmi nove. Compreso i tacchi e l'acconciatura perdo in tutto meno di mezz'ora. Metto dei tacchi ancora più alti rispetto alle mie solite platform, in modo da slanciarmi le gambe maggiormente, e acconcio i capelli in una coda bassa. Ritocco il make up e dopo aver preso una pochette argentata di ysl mi ritengo pronta per andare alla festa.
Non so se la mia necessità di voler andare alla festa sia dettato dal fatto che ho bisogno di staccare la mente e circondarmi di persone che mi desiderano o se tutto si basa sul fatto che Josh mi ha implorato di aspettare che lui mi venisse a prendere. Penso sia un mix delle due cose e sicuramente le cose successe nelle ultime 12 ore, non contando gli strani atteggiamenti di questi giorni, hanno influito molto su questa scelta.
Cillian senza troppe cerimonie si offre di accompagnarmi e durante il tragitto mi intima di stare attenta e di non accettare drink dagli sconosciuti –si, la casa in cui si terrà la festa è così grande che ci sarà un open bar.
«Si non ti preoccupare, starò attenta.» lo tranquillizzo mentre continuo a osservare il telefono in attesa di un messaggio di Josh. Sento una strana ansia che mi pervade, come se stesse per succedere qualcosa anche se so che di solito non si deve fare affidamento a queste sensazioni che mirano solo a farmi venire paranoie.
«E per qualsiasi cosa, a qualsiasi orario chiamami se hai bisogno di me. Lascio sempre la suoneria alzata.» annuisco e finalmente un sorriso sincero spunta sul mio volto mentre lui, tutto corrucciato e serio continua a osservare la strada «lo farò, promesso.»
«A qualsiasi ora, mi raccomando e anche per la cosa più banale. Pure se ti si rompe un tacco.» sorrido e lui in modo tirato ricambia il mio di sorriso. La mamma, quando all'inizio trovavo opprimente il comportamento di Cillian, mi ha spiegato che si comporta in questo modo perché ha paura di rivivere il trauma della sua bimba che da piccola è morta. Mi ha detto che non vuole predominare sulla mia vita, semplicemente vuole avere tutto sotto controllo perché ha semplicemente...paura. E come si comporta così con me lo fa anche con Kayden chiamandolo almeno una volta al giorno per tenersi aggiornato sul suo status di studente e atleta e anche sulla sua vita privata. Addirittura, è l'unico della famiglia che si fa ore di macchina per andare a vedere almeno una volta al mese le sue partite di lacrosse. E se io inizialmente mettevo il broncio a quei suoi comportamenti troppo protettivi per un signore che non è mio padre, adesso sono grata che mia madre abbia un uomo come lui al suo fianco.
Semplicemente, adesso lui ha paura di perdere un'altra figlia mentre io prima avevo paura di avere un altro padre.
«Ti chiamerò anche per la minima cosa, promesso.» e dopo aver visto la tranquillità calare sul suo volto lo saluto e scendo dalla sua macchina pronta per dirigermi alla festa.
Quando oltrepasso la villa a due piani ed entro nella casa dell'attaccante dei Crafty Foxes immediatamente un odore di alcool misto a sudore si insinua nelle narici del mio naso. Dio, sono solo le dieci e le persone sono già ubriache.
Mi immetto tra la folla, cercando di non entrare troppo in contatto con i corpi sudaticci delle persone, e prendo il telefono dalla pochette con lo scopo di scrivere a Eileen.
Io: dove sei?
Fortunatamente, al contrario di Betty che passa intere giornate al telefono e non risponde mai, Eileen è totalmente il suo opposto, e infatti come vogliasi dimostrare dopo quasi due minuti la notifica della mora fa vibrare il mio telefono.
Eileen: sto arrivando, siamo bloccati nel traffico a causa di un tamponamento a catena. Tu sei arrivata a casa di Lucas?
Ecco come si chiama il padrone di casa. Lucas.
Tuttavia, accantono questa informazione di poco conto nei meandri del mio cervello e cerco di giocare d'astuzia per cercare di capire dove possa essere Betty dato che qui non ancora la vedo. Sicuramente ci sarà un mare di gente ma uno, non voglio perdere tempo a cercare una persona in una casa così enorme e due, devo sbrigarmi se non voglio che Josh mi becchi quindi andarla a cercare in ogni stanza non è un ottimo piano.
Io: come stai?
Ps. c'è Betty con te? Le cheerleader la stanno cercando.
Eileen: tutto bene, noi siamo intatti ma faremo ritardo.
Ps. no, doveva arrivare con Paul. Se vuoi la provo a chiamare.
Cazzo, no.
Io: non preoccuparti, adesso la chiamo io. Scrivimi quando arrivi.
Mi risponde con un pollice in su allegato a un cuore e inizio a cercare qualcosa per la casa. Non so cosa dato che la mia mente è un groviglio di idee.
Okay, Sole. Respira.
Partendo dal principio ho poche informazioni a mio favore che possono aiutarmi a schiarire le idee. Sophie che mi dice di stare attenta a Josh. Josh che si comporta in modo strano quando un ragazzo fa delle avances a Betty, o comunque quando io nomino il ragazzo con cui si sta sentendo. Betty e Josh chiusi nello spogliatoio. Okay, lui mi ha detto che è stato una casualità e che lei stava facendo qualcosa con Paul, eppure qualcosa non mi torna.
Il mio cervello alterna il mio pensiero continuamente perché se da un lato sono convinta che loro due mi stiano nascondendo qualcosa, dall'altro lato so che quando arrivo a tenerci troppo a una persona mi faccio tante paranoie insensate perché ho così tanta paura di perderla. Questo a causa di ciò che mi è successo quando ero più piccola e ci scommetto il mio profumo Chanel eau fraîche che a volte è anche colpa della mia mente che vuole auto sabotarmi e punta a farmi vedere e pensare cose che non ci sono. Probabilmente solo per farmi soffrire.
Ecco perché cedo così facilmente alle parole di Josh, perché ho paura che tutto questo sia frutto della mia fantasia e che lui mi abbandoni, come ha fatto mio padre. Sebastian. Sophie.
Cammino nervosamente tra le varie stanze, giusto per non sembrare una squinternata ferma e immobile a pensare durante una festa, quando una borraccia che cade a terra davanti ai miei occhi –a causa di una coppia di fidanzatini che ci sta dando parecchio dentro e ha urtato Grace che la stringeva gelosamente al petto- fa aggiungere quel piccolo tassello al puzzle che mi mancava.
«Cristo, la borraccia.» mi quasi schiaffeggio una mano in faccia per l'illuminazione che ho appena avuto e che aumenta la sensazione di vuoto che da oggi pomeriggio si sta scavando nel mio petto. Il messaggio che Josh mi ha mandato recitava di portargli la borraccia, ma durante la partita lui ha bevuto solo dalle bottigliette di plastica. Perché Josh odia le borracce, dice che sono inutili perché non riescono mai a svolgere il ruolo alla perfezione e pesano molto di più rispetto a una semplice bottiglietta d'acqua.
Non può essere una coincidenza. Josh non mi avrebbe mai chiesto di andargliela a prendere, al massimo mi avrebbe fatto fare la scorta di bottigliette alle macchinette. Come se il mio cervello agisse di sua spontanea volontà, e senza neanche pensarci due volte, trovo anche il giusto pretesto per scrivere a Betty senza far intravedere un mio ipotetico sospetto.
Io: Eileen mi ha detto che andrà tra poco alla festa, dato che non può passare a prenderti veniamo io e Josh?
«Le tue nuove amiche ti hanno abbandonata?» mi domanda Sophie passandomi accanto e piazzandosi proprio davanti a me, distogliendo la mia attenzione da ciò che stavo facendo qualche secondo fa. Ondeggia leggermente quando cammina e quando parla si trascina le parole. Tuttavia, prima che me ne possa rendere conto controllo se Betty mi ha risposto –spoiler, no- e ripongo il telefono nella pochette pronta a sorreggere la mia ex migliore amica.
«Sei ubriaca?» espongo il mio pensiero mentre la faccio appoggiare all'isola della cucina. Le sistemo il vestitino verde petrolio in modo che non si alzi più del necessario e le chiudo la borsetta che era completamente spalancata. Ci mancava solo questo stasera.
«Ho bevuto pochissimissimo.» ridacchia mentre avvicina il pollice e l'indice della mano destra per farmi vedere quanto ha bevuto. Sicuramente non così poco.
«Come no, hai bisogno di tornare a casa. Ti chiamo un uber.» la informo ma lei fa segno di no con la testa strappandomi il telefono dalle mani «no, ora che siamo insieme dobbiamo divertirci come ai vecchi tempi. Tutti e tre.»
«Tre?» domando non capendo. Lei però annuisce e dopo essersi sposta una ciocca ribelle dal suo viso attira l'attenzione dell'ultima persona che volevo vedere oggi. Perché non è che chiama Sebastian come una persona normale, si mette a gridare così forte che quasi sovrasta il rumore della musica «Vieni qui.» biascica mentre fa cenno con il dito di avvicinarsi.
Sebastian, con indosso un semplice jeans nero e una maglietta bianca a maniche corte che lascia scoperti i suoi tatuaggi e al contempo mette in risalto il suo petto tronfio, si avvicina a noi. O meglio, a Sophie dato che non mi degna di un minimo sguardo.
«Dimmi tutto, Soph.» ridacchia quando vede che la –purtroppo- nostra amica non si regge in piedi.
«Adesso noi tre dobbiamo divertirci.» indica prima sé stessa, poi punta il dito sulla mia tetta sinistra e infine sul petto di Sebastian.
«No, adesso tu devi andare a casa.» la ammonisce il ragazzo al mio fianco tenendo lo sguardo fisso su di lei e non volgendolo nella mia direzione neanche una volta.
«Esatto.» do manforte ma invano perché Sophie riprende a strillare. Dio, da quando si comporta così da ubriaca? Di solito anche se alza il gomito si limita a starsene sulle sue, o almeno così sembra quando ci becchiamo a qualche festa. Ma ben presto, indirettamente il motivo mi viene svelato perché Sophie vuota il sacco «bene, allora andrò a divertirmi da sola. Anzi con un ragazzo, proprio come sta facendo tuo fratello in questo momento.» sputa velenosa come se fosse una bambina e dopodiché svuota tutto il contenuto della sua borsetta sul piano della cucina. Dopo aver fatto cadere più della metà del contenuto a terra recupera il telefono e va su Instagram per poi digitare il nome di mio fratello nella barra di ricerca sbagliando praticamente ogni lettera tant'è che ciò che scrive non dà risultati.
«Cerca quello stronzo di Kayden.» biascica mentre mi passa malamente il telefono. Lo prendo prima che lo faccia cadere a terra, evitando di far rifermento all'appellativo che ha usato per mio fratello, e al contempo cerco di sorreggerla quando noto che sta per sbattere la testa. Fortunatamente però Sebastian mi anticipa e le cinge una spalla facendola avvicinare a lui, con la speranza di farla rimanere un attimo ferma.
Non appena entro nel profilo di Kay vedo il cerchio fuxia circondare la foto profilo di mio fratello e così, dopo averci cliccato sopra, noto che anche lui è a una festa e che se la sta spassando con una ragazza un po' troppo identica alla mia ex migliore amica per essere una coincidenza.
«È un coglione.» rincara la dose facendomi alzare gli occhi al cielo mentre borbotta al vuoto. Si tratta di gelosia e questo mi fa capire che i due stanno ancora sotto l'uno per l'altra anche se, non so i motivi e il contesto preciso di questa rottura. Mi sa che quando mio fratello ci verrà a trovare per il compleanno di Cillian dovrò fargli il terzo grado.
«Non ne vale la pena ridurti in queste condizioni per lui. Per nessun ragazzo in generale.» mi pizzico il ponte del naso cercando di farla ragionare. Ci riesco? Ovviamente no perché lei è una ragazza molto testarda. Infatti non mi ascolta e si volta verso Sebastian «Seb dammi una mano.»
«Penso che tu debba tornare a casa Soph. Andare a letto con un altro non ti farà sentire meglio. Domani te ne pentirai.» lei sbuffa e sbatte la testa contro il suo petto più volte, come se fosse un muro. Lui ridacchia e mentre cerca di farla smettere io rimetto tutte le cose nella borsa prima che si disperdano.
«Chiamo un uber.» avviso i due mentre entro sull'applicazione dal mio telefono. Spero di non perdere la voce dato il tono di voce elevato che sto usando da quando sono entrata in questa casa. Sebastian però mi afferra il braccio, facendomi voltare di scatto, e mi indica Sophie, che sta quasi per addormentarsi, con un cenno del capo «posso accompagnarla io.» mi avvisa avvicinandosi un po' troppo al mio orecchio. Decisamente troppo, dato che il suo fiato caldo solletica il mio lobo.
«Non flirtate davanti a me, potrei vomitarvi sulle scarpe.» urla la ragazza dai capelli scuri facendomi scostare bruscamente dal mio ex migliore amico e interrompendo quel lieve e rapido contatto.
Ma non faccio neanche in tempo a smentire ciò che la ragazza ubriaca ha pronunciato che una ragazza, dai capelli biondo platino e gli occhi azzurri, ci raggiunge correndo e con uno sguardo pieno di lussuria. Adesso che la vedo meglio è la stessa ragazza degli spalti, quella che mi stava perforando un timpano. Ovviamente, non appena la ragazza ci raggiunge non degna di un'occhiata né me e neanche Sophie ma si butta addosso a Sebastian come se fosse la nuova collezione di trucchi di Charlotte Tilbury.
«Dov'eri sparito?» domanda la ragazza mentre si attorciglia la ciocca di capelli biondi intorno alle dita e al contempo mastica una gomma. Io alzo gli occhi al cielo e faccio un conato di vomito, Sophie invece mi osserva e ridacchia «sei gelosa?» si avvicina a me.
Uno sguardo schifato si forma sul mio volto e per poco non le scoppio a ridere in faccia «Dio, no. Sono solo inorridita dalla paglia che quella ha in testa. Ovviamente non mi crede e la sento borbottare un «si, come no.»
«Scusa C, arrivo subito. Ho trovato delle vecchie conoscenze e mi sono fermato a parlare con loro.» mi paralizzo quando sento il nomignolo, C, e il mio cervello subito collega tutti i puntini. È Cindy, la ragazza di Sebastian e da quanto posso dedurre con 'vecchie conoscenze' non credo che lei sappia chi siamo –meglio così- ma soprattutto non sa cosa il suo ragazzo mi dice (e fa) nelle ore scolastiche...e non solo. Probabilmente neanche immagina che il suo fidanzato si è auto invitato a casa mia più di una volta. Cazzo.
Immediatamente un senso di colpa si insinua sottopelle non solo perché mi trovo davanti alla famosa Cindy, quella per cui Sebastian è off-limits, ma anche perché lei ne sembra follemente innamorata dato che lo venera con lo sguardo come se fosse una divinità. E lui fa altrettanto dato che non smette di guardarla.
«Secondo me sei gelosa. Tra poco la uccidi con lo sguardo.» mi sussurra Sophie mentre incrocia le braccia sotto al seno. Cosa che la rende molto instabile dato che per poco non mi casca addosso.
«Non dirlo neanche per scherzo, non davanti alla sua ragazza.» la ammonisco seriamente mentre lei scoppia in una grassa risata, che sfocia in una tosse ridicola, che fa voltare i due nella nostra direzione.
«Va tutto bene?» domanda stranito il ragazzo dal taglio militare mentre fa saettare lo sguardo da me alla ragazza al mio fianco, io annuisco ma Sophie non cede dato che si frappone tra Seb e la ragazza con uno sguardo abbastanza minatorio da non far paura neanche a una formica «no, Sole è gelosa e dovete accompagnarmi a casa, non credo di sentirmi molto bene.» si volta nella mia direzione e mi fa un occhiolino non riuscito dato che sbatte entrambi gli occhi, facendosi beccare in pieno dai due ovviamente. Dio, che imbarazzo.
«Non sentirla è ubriaca. Tu divertiti, io chiamo un taxi.» la ammonisco con lo sguardo e la trascino fuori ignorando la mano di Seb che ha cercato di cingermi il braccio. Cristo, ci mancava solo una sfuriata da parte della sua fidanzata.
Dieci minuti dopo, mentre Sophie è seduta sull'erba a giocare con qualche filo sfilacciato del vestito , io smanetto ancora sull'app dei taxi per cercare di rintracciarne uno ma invano. A quanto pare sono tutti bloccati nel tamponamento. Alzo gli occhi al cielo frustrata perché la serata non sta per nulla andando come avevo previsto e uno sbuffo sonoro fuoriesce dalla mia bocca.
«Non volevo rovinarti la festa.» si scusa sdraiandosi sull'erba mentre continua ad avere lo sguardo fisso su di me. Sicuramente l'aria fresca e l'assenza di musica assordante hanno aiutato a far sbollire l'effetto dell'alcool.
«Non me l'hai rovinata, non me ne frega nulla di questo post-partita.» ribatto sincera ricambiando il suo sguardo. L'aiuto a rimettersi composta quando mi chiede di aiutarla e con molta difficoltà dato che si muove a peso morto, la riesco a far sedere tant'è che adesso siamo alla stessa altezza.
«Ti conosco. Non ami le feste è vero ma sei sempre disposta a buttarti in pista per ammazzare il tempo. Quindi se non sono stata io, cos'è che ti fa girare le rotelline qui nella tua testa?» cerca di toccare la mia tempia ma sbaglia direzione e per poco non mi cava un occhio. Ridacchia quando le lancio uno sguardo omicida, sorvolando il fatto che lei sappia cosa mi piace e cosa no, e solleva le spalle in segno di scuse «colpa mia.»
Sospiro frustrata, mood che mi accompagna da oggi pomeriggio, e mi chiedo se sia davvero esporre a voce alta i dubbi sulla mia relazione. È vero che è stata lei a infilarmi la pulce nell'orecchio, ma è anche vero che all'inizio io non le ho creduto. È stato Josh con alcuni suoi atteggiamenti a farmi dubitare di tutto, oltre l'auto-sabotaggio da parte del mio cervello. Così, nella speranza che Sophie possa darmi una risposta e farmi smettere di farmi sentire così confusa, e al contempo che si dimentichi tutto domani per evitare di sentirmi dire la classica frase del 'te l'avevo detto', le faccio la domanda che mi turba da un po'.
«Ti ricordi quando in bagno mi hai detto che non ti fidavi di Josh?» annuisce, smette di strappare i fili d'erba del prato curato che ci circonda, e si volta nella mia direzione incuriosita «sì, perché?»
«Io ti ho stoppata mentre parlavi, ho bisogno di sapere cosa hai visto nello spogliatoio maschile.» quasi la supplico –quasi, perché io non supplico nessuno- e lei fortunatamente sembra avere quel bagliore di lucidità di cui ho bisogno adesso. Si volta a destra e sinistra e quando vede che non c'è nessuno intorno a noi inizia a parlare, non prima di essersi schiarita la voce ed essersi sistemata il suo vestitino che a causa dei suoi movimenti la sta lasciando completamente scoperta.
«Sebastian mi aveva chiesto di andare nello spogliatoio maschile» inizia a parlare e anche se vorrei chiederle perché mi mordo la lingua e la lascio proseguire, non sono queste le risposte di cui ho bisogno adesso.
«Io ho accettato e sono andata. Non appena però siamo arrivati abbiamo sentito delle voci provenire da una doccia e degli ansimi. Noi ce ne volevamo andare senza disturbare quando la ragazza ha urlato l'iniziale del nome del ragazzo: J.»
«Non ha detto Josh però» constato per poi proseguire con un'altra domanda mentre il mio cuore perde un battito «Lei chi era?»
Apparentemente sembro calma ma in questo momento la mia mente sta raffigurando ogni scenario deplorevole.
«Non ha detto Josh è vero e nella squadra ci sono solo 3 giocatori il cui nome inizia con la J. Josh,» alza il primo dito della mano «Jasper e Jeremy.» un sospiro di sollievo fuoriesce dalle mie labbra. Sospiro che viene interrotto dalla mia ex amica quando risponde alla mia domanda «lei però era una cheerleader.»
«Ci sono 3 giocatori il cui nome inizia con la J perché pensi che sia stato il mio Josh a scopare nella doccia.» domando con un pizzico di incertezza nella voce. Tono che completamente si contrasta con l'aggettivo possessivo 'mio'. Come se quel senso di appartenenza possa cambiare ciò che la ragazza di fronte a me sta per dirmi.
Tuttavia, Sophie non riesce neanche a darmi una spiegazione sensata perché improvvisamente si inginocchia e inizia a rimettere tutto l'alcool che fino a pochi secondi fa aveva nel corpo. Senza farmi prendere dal panico mi avvicino a lei e le catturo tutti i capelli in una mano, quasi a formare una coda, e con l'altra le cingo la fronte. Lei continua a rimettere per un tempo indefinito e quando tossisce espellendo tutto ciò che doveva tirare fuori la allontano e la faccio sedere «pulisciti la bocca.» le passo un fazzoletto e mi metto alla ricerca della mini bottiglietta che porto sempre con me alle feste. Perché no, neanche un po' d'acqua berrei ad una festa organizzata in una casa dove circola troppo alcool e troppe sostanze per dei liceali.
«Grazie.» tossisce lei per scolarsi più della metà di liquido che sarà un toccasana assicurato per la condizione in cui si trova adesso. Le lego i capelli in una coda bassa in modo che evitino di darle fastidio e faccio un cenno con la mano quando si propone di riconsegnarmi la bottiglietta. Nel frattempo, faccio vagare la mia mano sulla schiena per attutire il senso di spossatezza che la pervade.
«Vado a cercare Sebastian, hai bisogno di quel passaggio.» faccio cenno ad una cheerleader di avvicinarsi e quando lei lo fa, tutta entusiasta di aver ricevuto le mie attenzioni, la trucido con lo sguardo «perdila un secondo di vista e ti faccio buttare fuori dalla squadra.»
Come se non l'avessi appena minacciata lei annuisce estasiata e si mette vicino a Sophie intavolando una conversazione con lei, conversazione a cui Sophie non sembra voler partecipare dato il volto pallido che ha in questo momento. Lancio uno sguardo furtivo e mi dirigo a passo svelto nella casa sperando di trovare subito Sebastian. Certo, avrei potuto chiamare Cillian, tuttavia, essendo la famiglia di Sophie molto amica alla nostra, so che morirebbe d'imbarazzo a mostrarsi in queste condizioni davanti allo sceriffo. Spero solo che il nostro ex amico sia disponibile altrimenti il mio patrigno sarà la nostra unica opzione.
Mi addentro nel corridoio e lancio occhiatacce a tutti quei ragazzi che allungano troppo lo sguardo. Ovviamente, gli intelligenti, mi rispondono tutti alla stessa maniera: ridacchiando e facendomi un occhiolino. Se credono che questo sia flirtare e che io stia al gioco si sbagliano di grosso questi idioti.
Svolto nel salotto, uno dei tre presenti nel pian terreno, quando una testa con i capelli rasati in modo millimetrico, attira la mia attenzione. È Sebastian e incollata su di lui, e sulle sue labbra, c'è Cindy che sembra se lo stia per scopare in mezzo a tutti. Fisso la scenetta patetica per un millisecondo quando a destare lo sguardo ci pensa il mio telefono che emette due vibrazioni. Lo prendo, lo sblocco e i due messaggi inviati nello stesso momento mi fanno accapponare la pelle.
Perché no, questa non può essere più una coincidenza.
Betty: sto arrivando con Paul, non preoccuparti.
Amore: Paul se ne sta per andare. Tra dieci minuti arrivo, ti amo.
E se questo non mi convince che per tutto questo tempo sono stata vittima di una menzogna, dato che Paul non può essere in due posti contemporaneamente, ci pensa il ragazzo che mi tocca una spalla e che mi fa voltare nella sua direzione.
«Ti è caduto questo.» mi dice Paul mentre mi porge il mio braccialetto Tiffany che mi è scivolato dal braccio senza che me ne rendessi conto.
☀️
Sono finalmente riuscita ad aggiornare!🥳
Appena finita la sessione mi sono messa subito al lavoro con questo capitolo che mi è uscito di 10mila parole, praticamente 15 pagine Word.
Ovviamente fatemi sapere se vi è piaciuto, ci tengo molto a sapere se l'andamento della storia vi sta piacendo o meno e vorrei avere vostri riscontri🫶🏻
Ma, passando alle domande...
Cosa pensate che farà Sole,adesso? Come vi ho anticipato negli scorsi capitoli lei è una ragazza vendicativa quindi sono curiosa di sapere le vostre ipotesi😏
Cosa ne pensate di Josh? Diciamo che quel commento sulla gonna se lo poteva risparmiare e non vedo l'ora di fargliela pagare per questo. L'amare se stessi e accettarsi è uno dei temi principali che voglio trattare all'interno della storia e spero di farlo al meglio. Ovviamente se c'è qualcosa che secondo voi può risultare 'inopportuno' ditemelo tranquillamente❤️🩹
Inoltre, è anche apparsa la famosa Cindy che ha già marchiato il territorio verso Sebastian. Com'è che si dice? Neanche il tempo di far fuori uno che e sbuca un altro😒
Infine, cosa ne pensate del personaggio di Sophie e del trio Sole-Seb-Sophie?
Ha ragione a definire Kay un coglione? O anche lui è un povero sottone? Lo scoprirete presto🤭
Spero che questo capitolo vi abbia tenuto compagnia e prima di salutarvi ci tengo a precisare due cose:
1. In questo capitolo è apparso poco Seb, lo so ma queste scene mi servivano per una cosa importante che accadrà (spero) nel prossimo capitolo dove sarà più presente✨
2. Ho scritto la mia prima scena spicy e voglio un parere ASSOLUTAMENTE SINCERO. Come vi avevo già scritto in qualche capitolo fa le scene tra Sole e Josh sono poco descritte perché a noi lui non interessa, quelle con Seb ovviamente saranno più dettagliate🔥😈
Credo di aver finito ma nel caso, per rimanere aggiornat* seguitemi sui miei profili:
Instagram: beeckyrose.stories
Tiktok: beeckyrose_stories
Un bacio💋
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