4:Dopo il piacere il dovere
Piccola nota per spiegare un paio di cose:
Si, il disegno che vedete la sopra l'ho fatto io. E come potete ammirare io con la colorazione faccio cacare. Anche nel disegno, sia in quello con matita che in quello al computer; ma è poco importante. Chi è? Beh, è collegato a quello che state per leggere e quello che leggerete non solo in questa storia ma anche in altre che scriverò. In che senso, dite voi? Beh... Ve lo spiegherò alla fine di questo capitolo. In ogni caso vedrò di aggiungere altri disegni alla storia (e magari anche le altre) perchè... Ve lo giuro questo disegno l'ho fatto in tipo una settimana, idem per colorarlo. Quindi... Y E S .
Comunque... Buona lettura!
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Nessuno p.o.v:
Eraserhead camminava lungo una via che portava verso casa sua con buon umore. Buonissimo anzi; la giornata è stata fantastica. Passarla con Shino la resa una di quelle che nessuno vorrebbe dimenticare (sopratutto se la passi con la donna che ti piace). Anche se non lo dava a vedere sotto era felice; la ciliegina sulla torta fu l'abbraccio che gli diede prima di andarsene (anche se gli ha messo in testa molte domande). Era molto stanco e stava tornando a casa per dormire, dato che appena sarebbe scoccata la mezzanotte dovrà svegliarsi per fare la sua ronda fino alle prime luci dell'alba. A pensarlo gli veniva un enorme voglia di addormentarsi lungo la via... Ma è sicuramente più comodo (e sicuro) appisolarsi sul suo letto.
Dopo aver percorso metà strada per casa sua qualcuno lo chiamò al telefono; era Mic. -Sicuramente vuole chiedermi com'è andata- pensò Shota premendo il pulsante per accettare la chiamata. Subito fu accolto da un urlo spacca-timpani del suo amico e collega. "Ma ciao Shota!" gridò il telecronista attivando il suo quirk molto probabilmente involontarialmente data la palese emozione nella sua voce; "Di la verità te la sei spassata alla grande vero?" Shota emise un gemito di stees, Mic. avvolte lo rende mezzo sordo. "Primo: disattiva il tuo quirk, che tra poco non saprò come rispondere alle tue domande dato che non sentirò più niente" gli ordinò l'eroe della cancellazione;
"Ah scusa..."
"Bene... Secondo: si è anadata bene; mi ha pure abbraciato."
"COSA!?" Si sentì una voce più o meno lontana dall'altra parte del telefono. "Midnight?" Domandò Eraser confuso; "Ehm... Il mio telefono è in viva voce" spiegò Yamada con tono imbarazzato. "PASSAMELO!" Gridò in preda all'euforia Nemuri correndo verso il telefono; o almeno così sembrava per Eraserhead dato che dal telefono sentì dei passi velocissimi in avvicinamento. "M-Midnight, keep calm and relax!" Chiese Yamada stupito e anche un pò spaventato dalla reazione dell'eroina vietata ai minori. "PASSAMELO E BASTA!" Insistette lei; "o-ok" disse Mic. passandogli il telefono.
La cosa ironica e che Shota aveva sentito tutto dal telefono...
"C-Ciao Ne-"
"CHE AVETE FATTO VOI DUE?" Gridò euforica l'eroina.
"Primo: calmati pure tu" gli comandò Aizawa ad alta voce, forse per il fastidio o forse per il fatto che le grida della donna lo stavano rendendo sordo; "secondo: poco di niente. Abbiamo girato per la città, letto qualche libro alla biblioteca, ballato..." Elencava mentre camminava; "Ah..." Di Nemuri un pò delusa, "mi aspettava qualcosa di più particolare" aggiunse Mic.. "Ah si, mi ha pure detto che se voglio posso collabolare con la sua aggenzia."aggiunse Eraser ricordando quel fatidico momento.
Un silenzio improvviso si manifestò ovunque. Sia da Shota, che dai due amici, che nel vicolo dove adesso stava camminando che sembrava come se fosse vivo ed ascoltavala conversazione (Ma non erano rumori tanto rumorosi, sia chiaro; erano cose del tipo miagolii di gatti, grida in lontananza di due persone che litigavano, tubi che scaricavano e così via).
Ma non durò molto. "NANI?!?!?!?!?!?!?!?!?!?" Gridarono i due, facendo stridire gatti dallo spavento e facendo volare via i piccioni nel raggio di qualche metro. Secondo Aizawa il suo timpano sinistro è esplooso; per sicurezza si toccò persino l'orecchio sinistro. Per fortuna niente. "Oh Gesù su uno stecco..." Imprecò a bassa voce Aizawa. "DICCI DI PIU'!!!!!!!"
"Arrivederci" li troncò Eraser stressato "ASPETTA NON-"
*Bip*
L'eroe della cancellazione non potè fare a meno di emanare un rumore rauco d'esasperazione; -saranno anche i miei amici però ci sono momenti che mi fanno impazzire- pensò nervosamente lui. Spense pure il telefono per evitare di ricevere un'altra chiamata.
"Non pensavo che Eraserhead potesse provare dei sentimenti. Sopratutto l'amore..." Eraser a sentire quella voce non si preoccupò, perchè era una voce familiare. Ed in fatti era lui; lo avrebbe riconosciuto tra mille persone vista la sua pelle mulatta e quel capello da gangster color beige che si portava sempre; ma dato che non stava lavorando non stava indossando la sua giacca in pelle dello stesso colore del cappello, lasciando spazio ad una camicia bianca a maniche corte ed un pantalone marrone.
(Sarebbe quello del disegno sopra, solo senza quella giacca)
"Ah sei tu Ben" disse Shota mettendo le mani in tasca. L'uomo di colore si aggiustò il cappello, poggiandolo leggermente sull'occhio sinistro, creando dell'ombra che copriva l'occhio destro; solo che esso non era totalmente all'ombra e, dato il colore mulatto della sua pelle, lo rendeva ben visibile; sopratutto la sua iride azzurra. "Come te la passi?" Chiese con calma lui iniziando a camminare affianco a lui, mettendosi le mani in tasca come Shota. "Come al solito" disse con tono stanco l'eroe della cancellazione; "Lavoro, dormo, mangio..." "E filtri con la tipa che ti piace" aggiunse Ben dando una pacca sulla spalla ad Aizawa. "S-Si... Anche quello" Disse imbarazzato lui guardando per terra, "ma ti prego non dirlo a nessuno ok?" Chiese lui con lo stesso tono di prima. Ben ridacchiò, scricchiolando leggermente il collo; "non ti preoccupare, non lo sanno neanche gli altri" disse lui facendo l'occhiolino.
"Mh" mugugnò stanco Aizawa, per poi emanare uno sbadiglio; "Stanco eh?" Disse Ben massagiandosi il collo, un pò dolorante per aver scricchiolato il collo "già" rispose lui a testa bassa; "Allora ti lascio andare a casa" disse Ben accelerando il passo, lasciando qualche centimetro di distanza. Poi si fermò un'istante per girare la testa verso Aizawa e sorridergli, "ci si vede al solito luogo allora. Buon riposo" gli disse, e dopo averlo salutato con la mano si incamminò verso la fine della via.
"Ciao" lo salutò Shota quando oramai Ben era troppo distante per poterlo sentire nitidamente. E senza deviare in'altre vie o cose lui andò a casa per dormire.
A mezzanotte:
Shota ha sempre odiato il suono della sua sveglia; dipendentemente dalla suoneria. Era sempre come se un moscerino entrasse nel suo canale acustico ed iniziasse a fare chissà quali torture al suo timpano; per cui si sveglia sempre stressato e con la voglia di vivere pari a quella di uno che ha già un cappio al collo. Ma almeno non doveva preoccuparsi a cambiare il vestito, dato che era così stanco da addormentarsi senza pigiama; per cui, saltando tutte le parti inutili che faceva prima di mettersi il costume, lo indossò di fretta ed uscì fuori da casa sua. Oggi per qualche ragione non aveva molta voglia di lavorare; non è che ne aveva avuta sempre molta voglia di fare il suo lavoro da Eroe (lui si alza sempre controvoglia, pensando sempre 'qualcuno deve proteggere la gente' e va a lavorare con questo peso sulle spalle ogni volta), ma stranamente oggi non voleva propio lavorare. Ma propio per niente. Voleva tornare a casa e tornare a dormire.
Anche se non era la prima volta che pensava questo; ma non poteva di certo fare come detto poc'anzi, "adesso basta pensare a queste cose" si disse lanciando una delle sue sciarpe su un palo della luce, che subito si arrotolò su di esso. Poi tirò con il braccio con la giusta forza per slanciarsi verso il lampione; Ma non si poggiò su di esso, bensì, appena oltrepassò il lampione, riavvolse la sciarpa lanciata, si girò all'indietro e lanciò un'altra sciarpa verso la ringhiera di un balcone del suo palazzo (più o meno il quarto piano su dieci di essi) e continuò così in questa salita a ziga zag tra i balconi del suo palazzo fino a raggiungere la cima. Non era propio un palazzo altissimo, ma comunque si riusciva a vedere un pò l'orizzonte illuminato di Shibuya [almeno credo che vive a Shibuya ndr.], con i suoi palazzi tecnicolor con le numerose insegne di tutti i tipi.
Ammirò il panorama accovaciato sulle ginocchia con molto piacere, restando in silenzio a contemplare quel quazzabuglio di colori sotto i suoi occhi; poi però questa sua contemplazione fu interrotta quandò sentì dietro di lui un tonfo, come se qualcosa si fosse andato a schiantare. Si girò di scatto e quello che vide fu un'uomo con un gilet di pelle e dei jeans stracciati con una cresta rossa che giaceva rantolante a terra con dei enormi segni rosa sulla faccia che si trovava dall'altra parte del palazzo. Era messo in una posizione quasi fetale e stava sputando sangue; Eraser stava per alzarsi per soccorlo, ma poi notò una figura sbucare con un salto nella stessa posizione del tizio (che non era tanto ampio; era un palazzo nella norma). "Sei stato tu?" Chiese minaccioso Shota a quella figura afferrando un una sciarpa fra le tante sue, tenendosi pronto se nel caso avesse attaccato. L'uomo a terra gli pregò di salvarlo, ma Shota non stava ascoltando le sue preghiere; "Ti consiglio di consegnarti a me con le buone, se non vuoi che-"
"Aspetta Eraser sono io" disse l'uomo ora ben visibile; Shota a vederlo si rilassò immediatamente: era solo Ben con indosso la sua giacca beige con le sue strane protezioni color oro che coprivano le spalle e gli avambracci. "Oh scusami Ben" disse Eraser mettendosi le mani in tasca, "Solo che un'uomo messo così... Ma cosa è successo?" "Oh la solita storia; questo tizio minacciava dei ragazzini, così l'ho preso all'improvviso da dietro, l'ho portato nel vicolo accanto al tuo palazzo dato che era il luogo nascosto più vicino, l'ho pestato così forte che è volato qua sopra e... Niente. Tu invece come hai dormito?" Si mise a parlare con lui per più o meno 5 minuti. Diceva queste cose come se discutesse del più e del meno. Intanto l'uomo a terra sentiva la discussione, pregando intensamente che durasse il più possibile; l'aveva pestato così forte che il solo tentare di alzarsi gli provocava dolori immensi. Ma doveva andarsene, se voleva scappare da quell'uomo che colpiva peggio di un puggile indemoniato; ma doveva farlo il più discretamente possibile, l'eroe della cancellazione lo vedeva nel suo campo visivo quindi un qualsiasi movimento troppo brusco avrebbe suscitato la sua attenzione. E ci riuscì... Per i primi 30 secondi.
"Ehm... Ben?" Disse l'eroe indicando verso il criminale, che subito si bloccò dalla paura. Lui alzò un sopracciglio confuso, ma poi si ricordò subito del tizio. "Mi ero dimenticato di lui" borbottò a bassa voce il vigilante, girando la testa verso il criminale. Shota stava per chiedere se voleva che lo finisse lui, ma Ben lo anticipò, dicendo che l'avrebbe fatto lui. "Se lo dici tu..." borbottò Eraser; Zukishite annuì, per poi camminare lentamente verso il criminale. Quest'ultimo quando lo vide era immobile, terrorizzato (in una maniera ben visibile) e mezzo inginocchiato. Non riusciva a muoversi, sia dal dolore e sia dalla paura (e non voleva muoversi, quasi come se fosse un cane che avrebbe attaccato appena si sarebbe mosso), e gli mancava poco per farsela addosso. "Ehi, come va?" Chiese Ben con tono pieno di finta rassicurazione, "Te ne volevi andare vero?" Il vigilante sorrise, intimidandolo; "T-Ti prego..." Implorò il criminale, con voce stanca e rotta.
Ben oramai era vicino a lui, quindi lo prese per il collo e lo rimise in piedi, anche se lui stava dritto con difficoltà. "Quindi cosa vuoi fare?" Chiese lui poggiando una mano sulla spalla sudaticcia del villain, facendolo sussultare "Preferisci che io ti rifaccia il trattamento di prima, così che sarai una specie di pezzo di carne sanguinante dentro un cestino della spazzatura..." e scosse la testa a sinistra, dove c'era il vuoto e sotto di esso l'immondizia, "Oppure ti incammini con tranquillità verso la caserma di polizia più vicina e dici che stavi tentando di derubare degli innocenti?" Il criminale non disse niente, troppo impegnato a contemplare la paura dentro di lui che aumentava sempre più. Stava sudando freddo e le sue pupille vibravano come se ci fosse un terremoto; "allora?" Chiese un pò più minaccioso il mulatto, stringendo la presa sulla spalla del criminale; "V-VA BENE, VA BENE ANDRO' AD UNA CAZZO DI CASERMA E MI AUTOCONSEGNERO' E CONFESSERO' MA PERFAVORE" gridò terrorizzato il tizio con la cresta, "LASCIAMI IN PACE." Ben e lui si fissarono per un silenzioso minuto; per Ben furono veloci, mentre per l'altro sembravano giorni. "Mph" sbuffò Ben lasciando la presa sulla sua spalla, poi gli ordinò di andare dove stava la polizia; il criminale se ne scappò per le scale d'emergenza il più velocemente possibile, anche se sentiva un dolore lancinante su tutto il corpo. "E non pensare di fare il furbo, perchè stai certo che non ci metto molto a trovarti" gridò da dietro Ben.
L'uomo di colore si sistemò la sua giacca leggermente spiegazzata, mugugnando qualcosa di incomprensibile; poi si voltò verso Shota, che lo guardava stanco; "vuoi che porti anche gli altri?" Chiese aggiustando l'angolatura del cappello, "magari ti potremo essere d'aiuto." Shota ci pensò un'attimo prima di rispondere, ma scelse l'opzione compagnia. "Ok... Allora tu aspetta qui, che li vado a recupare" disse l'uomo col cappello correndo verso il bordo del palazzo. "Non ci metterò molto, stanno a casa mia", fu l'ultima cosa che disse prima di saltare giù dal palazzo.
22 minuti dopo:
-Cavolo, ma quanto ci mette?- Pensava nervosamente fra se e se Shota mentre vedeva il panorama nell'attesa; -di solito ci mette di meno.- Aspettò per altri due minuti in quella posizione, poi decise che era il caso di chiamarlo; ma propio mentre stava per prendere il telefono sentì una voce che lo chiamava. Lui si girò dietro, solo che non c'era nessuno; lui guardò stranito, ma subito gli venne un'intuizione che gli suggerì di guardare in alto, e aveva intuito bene. Era Ben che... Fluttuava in aria; "guarda, ho imparato a volare" disse scherzosamente lui. Shota non era sopreso, anzi, era annoiato. "Avanti Ben, so che puoi inventarti qualcosa di meglio" disse Eraserhead a braccia incrociate; "lo sai bene Shota, il negro ha poca fantasia" disse un'altra voce proveniente a destra nell'ombra. Anche stavolta Shota non era sopreso, girò la testa verso dove c'era la voce;"ti vedo Kujimo, esci fuori." Il giovane uscì dalle ombre, un occhio inesperto non l'avrebbe visto nell'ombra per via della sua giacchetta nera. Ma probabilmente si poteva notare da più vicino per via del suo Pullover rosso scuro. Dorikashi sbuffò mentre si metteva sulle spalle la sua mazza di ferro. "Noto che ti sei fatto i capelli in stile bullo di un film scolastico degli anni 50" puntualizzò curioso Shota, "Già" rispose lui.
"C'è anche Urorako?"
"Si, sopra di te"
"Aspetta cosa intendi?"
"Hai un deficit cerebrale o cosa? Se dico che sta sopra di te vuol dire che sta sopra la tua testa di merda"
L'eroe alzò la testa verso l'alto, vedendo soltanto il cielo corsparso di stelle, chiedendosi se Kujimo lo prendeva per il culo oppure aveva dei problemi di vista; ma appena abbassò la testa si ritrovò d'avanti Il ragazzo dai capelli castani... A testa in giù. Anche se la sua capigliatura non subiva l'effetto della gravità per via del suo quirk (nemmeno i suoi vestiti). "Salve Eraserhead" salutò il giovane sorridendo tornando di nuovo con i piedi per terra. "Ciao Ichiko" salutò indietro l'eroe con voce stanca, "mica mi volevi fare uno scherzo vero?" Urorako ridacchiò imbarazzato, "Beh... Ci provo, solo che so bene quanto lei abbia i nervi saldi" disse il castano mentre si aggiustava il suo ciuffo con le mani. Shota fece un'accenno di sorriso così piccolo che sembrava difficile distinguerlo dalla sua faccia seria; "Sei sempre stato molto sveglio..."
Urorako Ichiko
Quirk: Campo gravitazionale.
Urorako è in grado di poter controllare la gravità dei campi gravitazionali di tutto ciò che è materia nel raggio di un quarto di kilometro. Con questo quirk se da il massimo di se può distruggere il Giappone con un buco nero piccolo-medio creato aumentando la gravità di una singola particella; ma dare il massimo di se può ucciderlo con grande facilità. E per qualche strana ragione ha una specie di limite che gli impedisce di esagerare, a meno che non vuole rischiare di perdere la testa.
All'improvviso nell'aria si sentì il rumore di un basso che suonava una piacevole musica jazz da sottofondo; solo che la melodia era molto vicina, anzi dalle scale. Per quel gruppetto non sembrava nulla di curioso, dato che era l'altro loro membro. Kujimo si avvicinò verso le scale dove c'era la musica, andando a vedere se era davvero Tarugu. Lungo il corridoio si vedeva la figura che di Basshi si avvicinava verso Kuji, che non appena lo vide smise di suonare le sue corde da basso che aveva sulla pancia "Finalmente sei arrivato, coglione" lo riproverò Dorikashi poggiandosi sul lato destro dell'entrata; Tarugu, che come al suo solito aveva l'aspetto e l'espressione stanca alla Eraserhead, lo salutò con la mano; dai suoi capelli uscivano delle scintille elettriche (cosa che gli li faceva alzare ogni volta), così come un pò in tutto il suo corpo. Come sempre non indossava una maglietta, soltanto la giacca grigia che lasciava scoperto tutto l'ardome piatto, sul quale c'erano le corde del suo basso. "Gentilissimo come sempre..." Borbottò stressato il bassista.
Tarugu Basshi
Quirk: Elettric Bass
Tarugu ha queste strane protuberanze semi-solide sull'ardome che se pizzicate provocano un suono simile ad un basso. Ma oltre a questo sudette protuberanze creano elettricità quando vengono pizzicate, e tale elettricità si accumula attorno a Basshi; più strimpella con le corde più elettricità accumola.
"Ehilà Taru" lo salutò Ichiko, avvicinandosi a lui, tendento la mano per dare un batti 5 al ragazzo con la depressione clinica, che subito fu ricambiato. "Felice come sempre vero?" Ironizzò il castano, Tarugu emise uno sbuffo, rispondendo con ironia "Come sempre." Urorako ridacchiò, mentre gli angoli della bocca di Basshi si alzarono leggermente per formare un sorriso. [Quà già vi vedo yaoi-girls. Non pensate male ndr.]. Propio in quel momento arrivò vicino a loro Kuji, che sfoggiava il suo sorriso da presa per il culo, "come state bene insieme" disse con tono da presa per il culo. Ichiko arrossì dall'imbarazzo, mentre il sorriso di Basshi venne sostituito dalla sua solita faccia normale (nel senso depressa) ma con un una vena di strees; "non vi impicciate voi" ordinò Ben ai tre. Kuji guardò negli occhi Ben per qualche secondo, per poi emettere uno sbuffo e rigirarsi da Taru; "lo sai che ho un'umorismo tutto mio giusto?" Disse il giovane mettendo un pugno avanti, chiedendo un batti-pugno (anche se non voleva farlo, però era un pò obbligato); il biondo lo fissò per cinque secondi lenti un pò storto, prima di dargli il battipugno. "Si purtroppo" rispose un pò torvo. L'intera scena fu vista anche da Eraser e Ben, che guardarono con poco interesse.
"Ok riunione generale" ordinò Eraser ai ragazzi, che si avvicinarono all'Eroe e al Vigilante. "Qual'è il piano Eraser?" Chiese Tarugu mentre si massaggiava l'occhio destro; il suo ciclo del sonno era regolare quanto l'umore di un'adolescente (ironia ndr.), quindi passava ad avere l'insonnia anche per intere settimmane ad avere così tanto sonno che a volte si addormenta sul posto. In questo caso non dormiva da 3 giorni e quindi la sua espressione era uguale a quella di una persona che si era ignettato troppo tranquillante. "Il sindaco vuole che pattugli il quartiere, come al solito." Rispose l'eroe guardando il ragazzo; "E' da quando ti conosciamo che operiamo in questo quartiere senza mai cambiare" si lamentò Kuji facendo roteare la mazza, "quand'è che cambieremo il fottuto luogo d'attività?" Chiese con voce non esattamente molto bassa. Ben lo guardò con uno squardo poco stupito, anzi un pò annoiato; "E' molto più comodo operare nel quartiere dove vivi, Kuji. Non trovi?" Rispose l'uomo col cappello volgendogli lo squardo. Il giovane con la mazzaferrata lo guardò con la coda dell'occhio, poi sbuffò; "non succede mai niente qui" grugnì a bassa voce il giovane. "Ci scommetti che adesso succede qualcosa?" Disse con ironia Tarugu guardando Dorikashi.
E, ironicamente, si senti un boato in aria.
Nota Autore:
Lo so. E' un anno che non pubblico su questa storia, ma con tutto quello che è successo di questi tempi la mia voglia di scrivere era bassa. Chiedo venia se ho lasciato pensare cose brutte a chi legge questa mia storia.
Comunque ecco i miei personaggi
Ben Zukishite: sta sopra all'inizio.
Kujimo Dorikashi:
Prestavoltato (all'infinito prestavoltare) da Metal Bat di One Punch Man
Urorako Ichiko:
Il disegno è mio (lo so è una mezza schifezza)
Tarugu Basshi:
Anche questo è mio (questo è lui mentre strimpella)
Detto questo, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e ci si vede alla fine della quarantena (ironia)
Ciao
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