Capitolo 8: La Tecnica Del Rasengan
Erano passati ormai diversi giorni dalla missione del villaggio della carta. Ci stavamo allenando come pazzi.
Mi ero anche battuto senza tecniche contro Shinji e Kiyoko. Anche se contro di lei avevo avuto solo una vittoria su sette incontri. Shinji invece aveva perso diverse volte contro di me, ma era solo fortuna. Spesso faceva degli errori nel colpirmi, tuttavia era veramente agile. Mi sfuggiva dallo sguardo come niente. Inoltre non faceva rumore e riusciva a nascondere bene il suo Chakra.
Intanto però proseguiva il mio allenamento in solitaria, per quella tecnica. Ero forse troppo avventato, ma volevo eseguirla, o almeno provarci.
Quel pomeriggio verso le quattro, mentre gli altri riposavano, io me ne sgattaiolai via.
Ero andato nel campo d'addestramento numero 2. Nessuno doveva vedermi, se fosse stato un successo qualcuno si sarebbe potuto fare male.
Era una zona ampia, un piccolo laghetto era lì a corniciare l'erba alta e qualche albero, su cui erano stati piazzati dei bersagli. Era fatto apposta per apprendere ninjutsu no?
Chiusi gli occhi e mi concentrai come mai avevo fatto prima, cominciai a sentire il Chakra fluire velocemente nel mio corpo per poi andarsi ad accumulare nel mio braccio destro. Cominciai a provare calore tra le dita, sempre più calore.
Poco a poco sentii un grande peso accumularsi su un dito. Sembrava volesse staccarsi dalla mano.
Riaprii gli occhi. Il mio indice stava brillando di luce propria.
Un bagliore dorato risplendeva abbagliandomi alla vista.
"Bene, ora vediamo se funziona!"
Mossi il dito come per fender l'aria, ma fu un grave errore.
Venni praticamente travolto da una spaventosa energia. Il caldo era insopportabile. Caddi a terra.
Avevo preso una piccola botta ma non era nulla di che. Mi resi conto del problema quando mi rialzai. Il laghetto non c'era più, al suo posto c'era solo un piccolo bacino spoglio.
La terra bruciata non era un bel segno e gli alberi erano stati tranciati di netto e i loro ceppi erano bruciati, come la parte inferiore del busto dove una volta erano attaccati.
Tutto questo in un raggio di circa 60 metri. Porco cane, non mi aspettavo una cosa così irruenta. Fortuna che non c'era nessuno.
Neanche 30 secondi e mi ritrovai Shinji e Kiyoko da una parte, inoltre Kakashi, Sakura e Naruto dall'altra.
"Takeru eri tu a produrre quella quantità Chakra spaventosa?" Chiese Shinji.
Arrossii. Non avrei voluto richiamare così tanta gente.
"Voi siete degli amici di Takeru? Non vi ho mai visto qui al villaggio." Disse Naruto.
Kakashi spiegò la situazione e agli altri furono più chiare le circostanze.
Dopodiché Shinji e Kiyoko tornarono alla base, mentre Naruto mi invitò ad allenarmi con lui.
"Ho scoperto di avere il Chakra del vento. Tu di che elemento lo hai?"
"Io sono un caso particolare, sono nato con due tipi di Chakra, Vento e Fuoco. Però questa cosa va a mio favore, stavo cercando di inventare una nuova tecnica, ma per usare l'arte del Sole servono quei due tipi di Chakra." Risposi.
Sia io che Naruto eravamo emozionatissimi.
"Sai anche io sto cercando di creare una nuova tecnica col Rasengan..."
In quel momento ebbi un'idea. Volevo essere più forte di com'ero, perciò chiesi a Naruto di spiegarmi il funzionamento del Rasengan.
Per due settimane mi allenai con lui imparando il Rasengan e quasi riuscendo a padroneggiarlo.
Lo copiavo e lo stimavo. Creavo copie su copie per allenarmi più in fretta, eravamo sempre stremati, ma riuscivo a raggiungerlo passo dopo passo, volevo lottare al suo fianco per riportare alla luce mio fratello.
E allora venne il momento della verità. Lui voleva creare un Rasengan di vento, mentre io uno di fuoco. Bisognava manipolarne sia la forma che il Chakra, era difficile, ma ci stavamo riuscendo. Sapevo che quella era una tecnica che andava imparata.
Stava piovendo quel giorno, e tra le mie copie e le sue, ad una di Naruto successe qualcosa. Un manto rosso si cominciò a formare intorno al suo corpo.
"Che cavolo sta succedendo?"
Le sue unghie si inspessirono e i suoi denti diventarono aguzzi. Tre code si generarono dal mantello, ma fortunatamente il capitano Yamato che era presente fermò la sua rabbia.
"Takeru, a volte lo spirito della volpe può farsi strada dalla frustrazione, la stanchezza e dall'odio. Probabilmente sai quello che intendo." Disse Kakashi.
Allora poco dopo mi accorsi che si stava generando un altro manto. Però non era di Naruto. Non riuscivo a spiegarmelo. Io e Naruto ci guardammo negli occhi. Una mia copia stava impazzendo e gli si erano generate nove code. Yamato cercò subito di fermare la copia.
"Non è possibile! Ha nove code..."
Riuscì però a fermarla abbastanza facilmente come con quella di Naruto.
"Non era il Chakra della Volpe..."
Disse Naruto.
"Anche tu sei un Jinchuriki, Takeru?"
Annuii. Però avevo da riflettere. La copia aveva molte più code ma era più debole.
"Lui è il Jinchuriki del Senza Coda."
Disse Kakashi.
Avevo una teoria. Se ero il Jinchuriki del Senza Coda magari la presenza di code poteva essere un ostacolo. Quando la spiegai agli altri mi dissero di tenerla in considerazione.
Il giorno dopo finalmente riuscimmo a cavare il ragno dal buco. Il cielo era limpido neanche una nuvola si permetteva di macchiare quel blu.
Se con 2 copie riuscivamo a manipolare la rotazione di Chakra e la forma del Rasengan, con una terza saremmo riusciti a manipolare il tipo di Chakra.
Fortunatamente avevamo azzeccato la teoria. Dopo diversi tentativi riuscimmo a creare i due Rasengan. Il suo sembrava come se una piccola stella girasse intorno alla sfera, mentre il mio era completamente rosso cremisi.
Kakashi era fiero di noi, si vedeva. Quando proposte di abbracciarci io e Naruto facemmo un balzo, sorpresi. Non riuscimmo a tenere più freno al Chakra e ruzzolammo all'indietro.
Il capitano Yamato però fu sorpreso dalla visita di un Ninja della foglia che gli riferì poche frasi.
"Kakashi abbiamo un problema..." Disse Yamato.
Io e Naruto ci alzammo in piedi.
"È successo qualcosa?"
Lui ci guardò serio procedendo a passo lento.
"Si tratta del maestro Asuma..." Continuò lui.
Naruto e Kakashi sgranarono gli occhi. Sapevano già dove stava andando a parare.
"Il maestro Asuma non è più tra noi..."
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