Capitolo 3: Cattivo Presagio

Dopo l'intervento finalmente le urla si placarono.

"Non è più a rischio, ho tolto la maggior parte del veleno." Disse Sakura.

Temari si appoggiò con la schiena al muro tirando un sospiro di sollievo.

"Non è ancora il momento di rilassarsi. Dobbiamo prima creare un antidoto."

Naruto era veramente agitato. Dovevamo partire alla ricerca dell'Akatzuki, lo sapevo anche io, tuttavia si era fatta sera. Forse anche per il fatto che Sakura sarebbe rimasta qui a curare Kankuro, tuttavia dovevamo riposare e partire la mattina dopo.

Mi svegliai non appena un raggio di luce mi entrò negli occhi, ancora chiusi. E fu così che mi accorsi che ero rimasto da solo nella stanza preparataci dal villaggio. Probabilmente gli altri erano già usciti. La finestra era coperta dalla tenda che però rifletteva una strana luce rossastra, mi avvicinai e scostai il velo. Il sangue mi si gelò nelle vene.
Il villaggio era praticamente raso al suolo. Dei piccoli incendi erano appiccati qui e la. La luna dipinta di sangue illuminava con la sua luce rossa il paesaggio davanti a me. Corpi senza vita giacevano a terra inermi o schiacciati dalle macerie.

Che cos'era successo? E gli altri dov'erano? Come stavano? Mille domande mi assillarono tutte insieme ma non riuscivo a rispondere a nessuna di queste.
Sentii un rombo improvviso, un suono stridulo mi spaccò i timpani. Dietro un palazzo emerse un gigantesco e violaceo corpo allungato. Centinaia di zampe affusolate si muovevano irregolarmente spostandosi alla velocità del fulmine. Due tenaglie sorgevano da quella che immaginavo fosse la testa. Un millepiedi grosso lungo più di cento metri. In un secondo me lo ritrovai addosso. Si era ormai arrampicato su tutto l'edificio senza lasciare neanche uno spiraglio di luce. Tutto tremava ed io ero lì impotente e impietrito dalla paura difronte a quella che mi sembrava una vera e propria divinità del sottosuolo. E proprio allora mi sentii mancare il pavimento sotto i piedi. Inesorabilmente caddi verso il vuoto. Il palazzo stava crollando, dovevo uscire. Anche se quel coso era ancora fuori non avrei avuto possibilità.

Mi gettai fuori, sfruttando un balconcino ancora abbastanza integro. Non c'erano ripari sicuri intorno a me. Il cuore batteva talmente forte da sembrare che mi stesse per uscire dal petto.

Mi arrampicai su un masso. Il millepiedi non c'era più, si era come volatilizzato, quando un altro rombo scosse il suolo. Mi ritrovai una montagna di sabbia addosso, odiavo quando finiva negli occhi. Anche se quando riuscii ad aprirli la voglia di vedere sarebbe stata la mia rovina.

La creatura era davanti a me, per metà immersa nella sabbia e per il resto del corpo era in posizione eretta come un gigantesco edificio. Ora riuscivo a vedere anche troppo bene le zampe puntate su di me che sgusciavano, stavolta lente, ma affiliate come coltelli. Anche il torace era violaceo. Puntando lo sguardo ancora più in alto riuscivo a vedere perfettamente le tenaglie nella sua bocca. Ero impietrito, ma lui mi stava solo osservando.

A quel punto successe la cosa che mi diede più ribrezzo di tutti. Sulla schiena e sui fianchi si aprirono centinaia di occhi. Non riuscivo a contarli ed erano tutti puntati su di me. Le cornee erano completamente nere mentre le iridi tonde erano di un rosso acceso che penetrava come se volesse leggermi dentro.

Mi sentivo talmente spaventato dall'abominio che non riuscivo neanche a muovere un muscolo. Cosa cavolo era quel mostro? Cosa voleva da me?

Smisi totalmente di pensare nel momento in cui produsse un suono talmente forte da spaccarsi i timpani.
La testa mi stava tremando tra le mani, mentre le frequenze cambiavano di tono diventando sempre più forti.

Mi tirai su in preda al panico, non riuscivo a respirare, prima che capissi che era successo mi ritrovai in camera con Naruto e gli altri. I miei respiri erano pesanti e anche se non potevo accertarmene vedevo la mia pelle come cagionevole. Mi avvicinai ad uno specchio. Volevo urlare. Il mio occhio destro era cambiato. Era in tutto per tutto uno dei suoi. La cornea nera e l'iride rossa.* Non mi sentivo più reggere le gambe. Cosa mi era successo?

Ricordava l'Hikaringan, l'occhio del mio clan, ma i colori erano al negativo. Uno dei tanti poteri dell'Hikaringan, di cui ancora molti sconosciuti era di poter contrastare alcuni genjutsu. Me ne aveva parlato mio padre. Si manifestava con un cambiamento incredibilmente emotivo nel portatore ed era caratterizzato dalla marcatura dell'iride con un brillante azzurro e dal cambiamento dei capelli in colore bianco. Allora cos'era quello? Stavo perdendo il controllo dei miei pensieri quando una mano calda mi toccò la spalla facendomi girare verso di lui.

"Takeru, ma quello è un Hikaringan?"

Il maestro Kakashi mi guardava perplesso. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava.

"Maestro Kakashi, non è normale. I colori sono diversi e molto più spaventosi."

Cercai di calmarmi come prima cosa, poi gli raccontai il sogno in ogni minimo dettaglio.

Oramai s'era fatta mattina e ci eravamo messi in viaggio. A quanto pare la vecchia Chiyo aveva deciso di venire con noi.

"Dalle nostre informazioni l'Akatsuki ha impiegato tre anni solo per prepararsi ad estrarre tutti i Bijuu dai rispettivi portatori. In teoria sono 9, dall'Ichibi, il tasso Monocoda al Kyuubi, detta volpe a nove code. Anche se si pensa ce ne possa essere anche un decimo."

"Quindi c'è un Bijuu con più code del Kyuubi?"

"È l'esatto contrario. Il decimo è solo una leggenda, ma si dice che si tratti del Senza Coda.Si dice sia una gigantesca scolopendra leone."

Appena sentii quelle parole, mi girai di scatto verso Kakashi, anche se non sembrò avere alcuna reazione.

Avevo fatto due più due. I pezzi si collegavano dalla mia infanzia triste fino al sogno della notte precedente.
Perciò ero io quindi il jinchuriki del senza coda. Ero parecchio scosso, ma non potevo lasciare una missione così importante a metà. Il kazekage era la priorità.

Kakashi si fermò di colpo.

"Fermatevi tutti."

Davanti a noi c'era un uomo dai capelli neri. Indossava un camice a nuvole rosse, ma il dettaglio che spiccava di più erano i suoi occhi. Aveva lo sharingan.

"Tu sei..."

"Uchiha Itachi." Disse Naruto.

*Per chi se lo stesse domandando ho preso un po di idee da Tokyo Ghoul, essendo stato il mio primo anime e soprattutto il mio preferito. Vedrete in futuro ho intenzione di farci qualcosa di carino a riguardo.

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