Capitolo 14: Incontro

Le catene vennero ritirate nella sua schiena fondendosi con la carne.
Takeru, nonostante fosse sotto un Genjutsu, sapeva che era imprigionato al suo interno, sapeva cosa gli stava accadendo, tuttavia voleva sfruttare quel potere. Voleva soddisfare un suo egoistico desiderio, voleva eradicare il male che gli aveva strappato suo fratello e un maestro che lo aveva aiutato fino ad ora. Sapeva che aveva sottratto molte vite, né era a conoscenza e per questo ne soffriva terribilmente. Sapeva inoltre che Pain non era morto, o più che altro lo sentiva. Ora però forse era abbastanza forte per sconfiggerlo.
Voleva soffrire ancora un po, perché non voleva dimenticare tutte le persone che aveva ucciso, anche se in un incidente. Era colpa sua e nessuno lo avrebbe mai perdonato per questo.

Questo mondo è crudele... E tu fai parte di questo mondo, perciò anche tu sei crudele.

Queste erano le parole che il Senza Coda aveva impresso nella mente di Takeru. Tuttavia qualcosa, forse la sua forza di volontà, agendo separatamente dalla sua stessa mente, era riuscita a resistere quasi del tutto al controllo del demone.
Infatti le uniche cose che Takeru aveva ereditato da quella trasformazione erano una forza ancora maggiore e soprattutto il desiderio di vendetta contro l'Akatsuki. Così prese a camminare sulla superficie dell'acqua per cercare un posto dove nascondersi per non farsi trovare.

...

Shinji Pov

Era passato un po di tempo da allora, tuttavia ora eravamo pronti. Da quanto constatato il villaggio della Pioggia era stato completamente distrutto e non c'era traccia di Takeru. Non avevamo tuttavia idea di cosa avesse provocato l'esplosione. Oramai era stato dato per morto e questo aveva scosso molti di noi, soprattutto Kiyoko. Kakashi era dovuto andare al Summit dei 5 Kage, Naruto voleva che si evitasse di giudicare un certo ninja come traditore. Questo era Sasuke Uchiha. Avevo sentito qualche notizia importante su di lui: Era un vecchio membro del team di Kakashi che poi si era unito ad un Ninja traditore chiamato Orochimaru. Era l'ultimo sopravvissuto del suo clan ed era riuscito ad uccidere suo fratello, che aveva sterminato il resto del clan. Perciò eravamo partiti per andare alla nazione del Ferro. Intanto erano altri avvenimenti come l'attacco di Pain, sventato da Naruto, che era ora l'eroe del villaggio e ala militarizzazione di Konoha sotto il nuovo sesto Hokage, Danzo Shimura.
Ci trovavamo poco distante da quello che era chiamato il ponte del Samurai, quando ad un tratto sentimmo del rumore provenire da quella direzione.
Io e Kiyoko non ci pensammo due volte, avviandoci verso il ponte. Quando fummo abbastanza vicini notammo Naruto, Sakura e Kakashi. Quest'ultimo si stava scontrano contro un ragazzo dai capelli lunghi e neri e con un occhio sfregiato. Gli altri due se ne stavano sotto il ponte seduti sull'acqua. Non sapevamo cosa stesse succedendo ma dovevamo intervenire. In quel momento il corpo del ragazzo venne avvolto da un bagliore viola. Un chakra terrificante e con una potenza elevatissima. Un'armatura viola comparse a schermo del ragazzo, facendomi comprendere la sua identità. Quello poteva essere solo il famigerato Susanoo degli Uchiha, di cui l'unico portatore rimasto era l'ultimo del suo Clan: Sasuke Uchiha.

Per quanto Kakashi e Naruto fossero forti non sapevo se avrebbero potuto batterlo. Kiyoko ebbe i miei stessi pensieri a quanto pare e subito ci gettammo della mischia.
E ci posizioniamo lateralmente a Naruto e Sakura.

"Sembra che la situazione non vada a vostri favore." Disse Kiyoko.

Intanto il Susanoo emette a un aura sempre più feroce, al tal punto che mi faceva venire i brividi.

"Come lo abbattiamo?" Chiesi.

Naruto stava cercando di fermarci e cercare di discutere con Sasuke, ma sapeva anche lui che sarebbe stato impossibile. In quel momento dove ci eravamo fermati a riflettere, mi resi conto che avevamo commesso un grosso errore. Una freccia violacea, massiccia e veloce ci era stata scoccata contro. Non avevamo il tempo di schivarla. Dovevo creare un muro e difendere tutti, ma non ne avrei avuto il tempo. Saremmo stati colpiti in pieno, non avremmo mai dovuto distrarci nel mezzo di un combattimento.

Fu in quell'attimo, una frazione di secondo, il tempo in cui il mio cervello, si mise a fare i peggio calcoli e ragionamenti per poter superare quel colpo mortale, che qualcosa venne colpito dall'attacco, al posto nostro, sollevando una cortina d'acqua.
In un tempo che parve interminabile, in quanto pochi lunghissimi secondi, riuscii ad ispezionare il campo di battaglia con lo sguardo. Kiyoko e gli altri erano sani e salvi, Kakashi e Sasuke si erano fermati ad osservare il corpo che aveva impattano sulla freccia.

Quando mi accorsi del fatto fui talmente sorpreso da non poter proferire parola.
Quel colpo grosso e muscoloso, che dava gara ai migliori personaggi in un manga, quei capelli mossi e la postura leggermente ricurva.

In un secondo Kakashi si dileguò tornando al nostro fianco.

"C'è ne hai messo di tempo... Takeru."

Delle catene gli si avvolgevano partendo dai suoi polsi ferri, arrivando alle larghe spalle. Ne ero sicuro, sapevamo che non era morto. Guardai Kiyoko. Il suo viso si era illuminato. Si vedeva che ne era felice.

"E tu chi sei, un altra nullità?"

"Nullità o meno, sono qui per saldare il conto. Con la tua testa potrò vendicare quella che tu hai cavato a mio fratello."

In quel momento la pressione si fece sempre più pesante, ne avvertivo l'intento omicida.

"Sempre se la tua non cadrà prima."
Disse Sasuke, caricando l'arco del Susanoo con una nuova freccia.

Naruto fece un passo avanti ma Kakashi lo fermò con un cenno della mano.
Allora la pressione salì ancora, sembrava di avere un macigno sulla schiena, dopodiché lui cominciò ad inalzarsi per poi fermarsi a mezz'aria. Schiuse il suo occhio, mostrando il suo marchio.

Avvertii un Chakra mostruoso, puro ed incontrollato e ne fui quasi investito. Anche gli altri, mi parve provassero lo stesso. Ecco che staccatosi a poco più di un metro da terra pronunciò un jutsu che non avevo mai sentito prima.

"Haiton, Taiyō kōtei no sonzai*!"

Da lui si disperse un anello di calore impressionante. Una corona di fiamme dorate gli poggiava sulla testa e le nostre preoccupazioni erano diventate proporzionali alla sua massa dei muscoli.


*Arte del sole, Presenza dell'imperatore.

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