Capitolo 13: Nascita
Kiyoko pov
Appena uscita dall'ospedale mi diressi verso il centro. Avevo voglia di fare un giro fuori, avrei poi dovuto chiedere a Kakashi di andare in esplorazione la dove il sisma era arrivato, anche se lui probabilmente mi avrebbe detto che ancora dovevo stare a riposo. Ieri la gente del villaggio si era spaventata quando una gigantesca onda d'urto ha attraversato la zona.
Anche all'ospedale la situazione si era movimentata in fretta, ma da quanto ho sentito da Shinji non ci sono stati feriti gravi. Mi stiracchiai velocemente e mi diressi verso la piazza, quando mi ritrovai davanti il suo volto, mezzo nascosto dalla maschera.
"Dove stai andando?"
"Ciao papà, volevo fare un giro in centro, vuoi venire?"
"Mi piacerebbe, ma l'Hokage ha convocato urgentemente te e Shinji. Sai per caso se è occupato?"
"Non lo so, sai dei particolari in più sulla faccenda?"
"No, ma Tsunade aveva una faccia abbastanza seria a riguardo perciò temo che non sia niente di buono."
Mi diressi vero l'edificio principale.
Non so perché ma avevo veramente un bruttissimo presentimento.
Dentro la sala sentivo già parecchio rumore, in quel momento un ragazzo uscì fuori con un'espressione tra l'essere sconvolto o essere triste. Era Naruto, il grande amico di Takeru, con il quale si allenava frequentemente. Chissà cosa gli era successo. Decisi di entrare.
L'Hokage più che seria semprava atterrita, lo sconforto glielo si leggeva il viso.
"Tu sei Kiyoko giusto?"
Annuii, vidi mio padre comparire vicino all'Hokage.
"Shinji è ora impegnato a soccorrere alcuni non gravi feriti, della scossa di ieri." Disse lui.
Lo immaginavo, erano ancora tutti scossi dall'accaduto.
"Kiyoko, venendo a noi..." Disse con voce triste e lenta.
In quel momento, in una frazione di secondo, il mio cervello ragionò una remota possibilità che non mi era saltata per nulla in testa, i pezzi cominciarono a combaciare. Il frastuono era arrivato da est del villaggio, vale a dire a nord-ovest della regione del fuoco, dove i villaggi confinanti erano quello dell'erba e quello della pioggia, in cui Takeru era andato in missione. E se fosse rimasto coinvolto? Se fosse ferito? O peggio...
Il mio cuore cominciò a battere sempre più veloce. Non poteva essere quello che lady Tsunade stava cercando di dirmi a malincuore vero?
Doveva essere una coincidenza.
Lanciai una veloce occhiata a mio padre, più speranzosa che interrogativa, ma lui mi guardò tristemente, con gli occhi di una persona che aveva già visto il dolore più e più volte.
"Mi dispiace, ma temo Takeru sia morto in battaglia."
Quelle parole che, volevo sperare con tutta me stessa, fossero solo aria fritta, mi vennero sbattute in faccia.
Mi accorsi solo allora che uno strano rospo sedeva vicino all'Hokage.
"Mi ha detto di renderti questo... prima che avvenisse la tragedia." Disse il rospo, porgendomi un sacchetto in pelle. Ero distrutta, lo aprii ferita.
Sentii il mio cuore saltare un battito per quell'idiota. Dentro c'era il coltello che gli avevo dato prima di partire.
Sul manico erano state scritte alcune parole. 'Sii umana anche per me.'
Non riuscivo neanche più ad insultarlo, stavo solo peggio.
Volevo andare a casa, nient'altro.
"Ho capito...grazie... "
Mi girai e uscii dall'edificio. Il cielo cominciò a tuonare, come per dare ancora più peso ai miei pensieri, mentre la pioggia pesante, cominciando a battere su di me, coprì quell'unica lacrima che riuscii a piangere.
...
Esattamente in quel momento, negli abissi del cratere formatosi al villaggio della pioggia, qualcosa si stava dimenando nelle profonde acque torbide.
Sto cadendo? Sto annegando?
Non percepivo niente intorno a me, se non freddo gelido. Il mio corpo non rispondeva. Era buio, non riuscivo a vedere niente. Una presenza. Avvertivo una presenza, anch'essa fredda e irrequieta. Mi si stava avvinghiando attorno, la sentivo aderire come fa una mano dentro un guanto. Era fredda, questo è certo ma sentivo anche un grande potere derivare da essa.
"Nessuno ha bisogno di questo tuo lato... "
Ero incapace di muovermi o reagire, potevo solo ascoltare.
"Ti hanno abbandonato tutti, tuo padre, i tuoi amici... e tuo fratello."
Non era vero. Loro non mi avrebbero abbandonato, lo sapevo, non lo avrebbero mai fatto.
"Non dirmi che anche tu credi che sia stata una buona idea mandarti, così inesperto, a ricoprire un ruolo importante come questo."
Ne avevano bisogno... Io... io ero l'unico disponibile in quel momento. Giusto?
"Ti volevano solo fuori tra i piedi, hanno paura di te."
Non è possibile, perché dovrebbero aver paura di me?
"Non ti sei risposto da solo? Guarda cosa è successo al villaggio, perché hai scelto di vendicarsi. Pensa a tutte quelle persone... Ai civili...Tu volevi salvare una vita e per questo gli hai ammazzati tutti."
Mi fermai un attimo. Non avrei voluto farlo, però ha ragione. Sono un assassino. Uno schifoso assassino!
"Tutti ti odieranno d'ora in avanti!
Ma non importa e sai perché? Perché massacrando tutti loro hai dimostrato di essere forte!"
Effettivamente ha ragione... Sono forte perché li ho sconfitti tutti. Sono molto forte. Solo ora me ne rendo conto.
"Io posso renderti ancora più forte. Molto più forte. Ora come ora il tuo potere è alla pari di un poppante rispetto a quello che potresti realmente risvegliare."
Senza che se ne accorgesse la morsa intorno a Takeru si fece stretta, incatenandolo sempre di più, anche il ragazzo ora si era reso conto del suo reale potenziale e il demone cercava di soggiogarlo usando ogni suo qualsivoglia genjutsu e trucchetto mentale, spingendolo a schierarsi dalla sua parte, per poi sfruttarlo tramite ipnosi come farebbe con una marionetta.
"Ora, concedimi di aiutarti. Ti presterò un poco del mio Chakra, in modo che tu possa risorgere come un essere dai poteri soverchianti."
Dai poteri soverchianti...
"La farai pagare a colui che ti ha privato del tuo maestro vero?"
Lo ucciderò...
"E cosa farai se qualcuno cercherà di intralciarti?"
Lo ucciderò! Nessuno mi potrà fermare. Nessuno!
"Bene ora risorgi, Takeru! Risplendi, di potere distruttivo! "
All'improvviso dalla superficie emersero due lunghe catene che si attaccarono al pelo d'acqua. Queste uscivano dalla schiena di un corpo muscoloso, che se le era legate ai polsi per potersi trascinare fin sopra.
Due occhi seri segnavano la nascita di un nuovo essere, anche se ancora debole. Questa era infatti in tutto e per tutto la nascita di un essere dalle capacità latenti di una divinità.
"Risorgi Takeru, Risorgi come un Dio!"
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