Capitolo 12: Voragine
Ero a terra grondante di sudore. La figura di Jiraiya in piedi davanti a me era sempre più ricorrente.
"Forza, ancora una volta. "
Mi rialzati in piedi e riprovai.
Eravamo impegnati tutti i santi giorni per diventare più forti. Shinji si stava allenando con Tsunade, mentre Kiyoko era con Kakashi. Erano già passate 2 settimane da quando avevo iniziato ad allenarmi con il maestro Jiraiya e per tutto quel tempo non avevo incontrato nessuno dei miei amici.
Focalizzai il Chakra, prima nelle braccia e poi nei palmi. Puntai le mani in avanti e rilasciai il Chakra, sottoforma di esplosione.
Barcollai e mi appoggiai a terra stremato.
Gli allenamenti iniziavano la mattina e finivano il tardo pomeriggio, ma io mi allenavo anche di sera e a volte finivo all'alba. Dovevo riuscire a perfezionare la mia tecnica. I giorni passavano velocemente e oramai sarebbe stato il momento di rincontrare i miei amici, essendo finalmente pronti per la missione.
Quando accadde qualcosa di inaspettato.
"Takeru. Dovrai compiere la missione con Jiraiya da solo." Disse Kakashi.
Quella notizia mi colpì in pieno senza avere il tempo di accorgermene.
"Maestro, ma cosa è successo agli altri?"
"Kiyoko si è allenata troppo, anche dopo i miei continui avvertimenti. Ed ora è in stato comatoso per aver cercato di compiere una mossa troppo dispendiosa. Shinji la sta assistendo, ma non è ancora pronto come ninja medico."
Non mi sembrava vero, tuttavia dovevo proseguire, anche se da solo.
"Maestro, ma in cosa consiste la missione?"
"Andrete a cercare informazioni sul leader dell'Akatsuki, che a quanto pare si nasconde al villaggio della Pioggia"
In quel momento Jiraiya mi appoggiò la mano sulla spalla da dietro, posizionandosi di fianco a me.
"Partiremo a breve, però prima va a vedere come sta la tua amica." Disse lui.
Il tramonto era già visibile dietro il monte degli Hokage.
Mi preparai in fretta, dovevo andare a vedere come stava Kiyoko.
L'ospedale era quasi del tutto vuoto.
Lei era sdraiata su un lettino bianco come i suoi capelli. Gli occhi erano un poco schiusi, lasciando trasparire un po della sua cornea viola. Di fianco a lei c'era Shinji, appoggiato ad un mobiletto, teneva in mano una scheda medica. Aveva un camice che gli calzava decisamente grande, tuttavia stava anche abbastanza bene.
Appena mi vide entrare dalla porta questo mi fece un cenno per salutarmi. Kiyoko invece abbozzò uno sguardo stanco.
Gli spiegai la situazione sulla missione e il suo scopo.
Lei mi guardò e allungò una mano verso di me.
"Fammi vedere il tuo pugnale."
Mi chiesi del perché volesse vedere il mio pugnale. Era abbastanza rovinato, la punta era leggermente smussata sul lato destro, ma tagliente nella norma. Glielo porsi.
"Non va bene." Disse.
Appoggiò la mano nella borsa che teneva al suo fianco.
Ne tirò fuori un pugnale lucente. Il coltello aveva il manico in pelle, mentre la lama metallica sembrava brillare di luce propria, riflettendo il tramonto alla finestra.
"Per questa volta prendilo. Penso che tu ne possa aver bisogno. E ora lasciami riposare." Disse girandosi dall'altra parte.
Prima di andarmene, lei mi bloccò con una semplice frase, secca.
"Takeru, non morire."
La sua voce aveva un qualcosa che non mi sapevo spiegare. Non volevo partire, però sapevo che era un mio dovere.
Dopo aver salutato anche Shinji mi avviai verso il cancello principale del villaggio della foglia.
...
Shinji POV
Lei era ancora sdraiata sul lettino con la testa rivolta verso la finestra.
Sembrava come se non volesse guardare la porta da dove era uscito Takeru il giorno prima.
"Se la caverà." Dissi.
"Lo spero... Ma non per questo mi devo preoccupare di quell'idiota." Rispose Kiyoko.
A volte sembrava innocente come un cerbiatto. Il suo viso arrossva quando si stava parlando di lui, poi si illuminava proprio come un bambino che scarta i regali a Natale.
"Quel coltello è la tua dimostrazione di affetto nei suoi confronti, giusto?"
Lei mi guardò come se avessi detto l'inverosimile.
"COSA DIAMINE STAI DICENDO???...
Solo non voglio che si ferisca con quella lama rotta che si ritrovava."
Sakura era partita per una missione urgente insieme a Naruto, mi sembrava di aver capito che centrasse il loro amico Sasuke, perciò avevo deciso di coprire anche il suo turno nella clinica. Guardai Kiyoko sospirando e me ne uscii dalla porta. Era così dura ammettere a sé stessa che provava qualcosa per lui. Lo capivo lontano un miglio. Fare la dura quando c'è Takeru, o il proprio padre. Con me era molto più rilassata e riusciva ad esternare almeno un po le sue reali emozioni.
...
Esattamente in quel momento, mentre i due stavano parlando al villaggio della pioggia la battaglia era praticamente giunta al termine. Il corpo di Jiraiya giaceva a terra, esalava infatti i suoi ultimi respiri, prima di passare a miglior vita. Takeru era schiacciato invece tra il pavimento e un muro portante dell'edificio.
Si chiedeva se potesse far qualcosa, si tormentava sempre di più. Jiraiya lo guardò smorto con uno sguardo compassionevole, prima di essere gettato negli abissi dell'oceano.
Era troppo per Takeru. Lui che non era riuscito a redimere suo fratello, a proteggere una persona a cui era oramai diventato legato e, probabilmente sapendo di non riuscire ad uscirne vivo, anche ad infrangere la promessa fatta ad una sua cara amica.
Tutte queste emozioni si riunirono nella mente di Takeru che oramai esausto si stava tormentando sempre di più, anche perché lui sapeva.
Sapeva di essere debole.
Ma nonostante questo, nonostante fosse debole, il senso di rabbia e di dolore che provava nutrirono il demone dentro di sé che ne derivò un'amplificazione a livelli smisurati.
La pelle, i muscoli, le ossa del giovane.
Ogni sua singola cellula si irradiò con un unico desiderio. Vendetta. Era qualcosa di sconosciuto, di alieno nei suoi confronti. Si rialzò frantumando la parete con il solo passare. La forza era tale da comprimersi talmente tanto da essere instabile, portando ad un disastro di dimensioni colossali. Il suo corpo cominciò a brillare di luce propria, per la forza del suo odio. Ed era proprio per questo odio che si ricorda quel giorno come tale. L'esplosione venne avvertita in tutti gli altri villaggi, accompagnata da quello che secondo i testimoni ricordava il verso di un leone. L'onda fu talmente potente da diradarsi in tutti i villaggi vicini, distruggendo numerosi raccolti e case. Questa tecnica era riconosciuta proibita dagli Yokimichi e applicata una sola altra volta prima d'ora, durante la prima grande guerra ninja. Caddero oltre 3000 persone, tra civili e shinobi. Oltre alla scomparsa di Pain, Takeru e Jiraiya, questo giorno venne dettato come quello in cui il villaggio della pioggia cessò definitivamente di esistere.
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