Un anno prima.

-Allison, 1anno prima.

Allison aveva appena terminato la lezione di microbiologia e non vedeva l'ora di tornare a casa. Salutó Lydia, El e Jess e dopo aver raccolto tutti i libri, percorse il lungo andito. Un gruppo di ragazzi fuori, chiacchierava chiassosamente, seduti sull'ampia ringhiera. La ragazza guardó avanti, senza realmente vederli fino a che degli occhi color cielo la catturarono. Non riuscì a sostenere lo sguardo e ,abbassando il capo, sgattaioló velocemente dall'edificio.

Chi era? Non lo aveva mai visto prima. Lo avrebbe sicuramente notato. Quanto meno per il suo abbigliamento. Quegli occhiali da sole bianchi, difficilmente passavano inosservati. Cercó di scacciarlo dalla sua mente ed estrasse il cellulare per rispondere ad un messaggio del suo ragazzo. Niall la aspettava per il fine settimana, quando finalmente sarebbe ritornata al suo paese. Si conoscevano e stavano insieme da così tanti anni. Stava pensando a lui, quando due occhi celesti si sovrapposero. Era arrivata a casa, quella in cui abitava per frequentare i corsi universitari, e scacció la nuova immagine per cercare le chiavi.

"Sono tornata!" Gridó alle sue coinquiline prima di rintanarsi in camera a studiare. Nonostante la giornata pesante, gli esami si avvicinavano e doveva impegnarsi. Ma quel giorno quegli occhi, il modo in cui l'avevano guardata, le occupavano la mente, senza permetterle di concentrarsi.

"Dannazione!" Sbottó tra sé e sé.

"Als, io inizio a preparare, tu che fai? Mangi?" Rebekah, bussò alla porta.

Era una ragazza simpatica, l'aveva conosciuta proprio durante la convivenza e non riusciva più a far a meno di lei, nonostante all'inizio l'avesse definita 'insopportabile'. Però parlandole e vivendoci insieme, aveva scoperto che la biondina non era poi tanto male. Adesso la considerava quasi come una sorella. Prima che potesse uscire dalla stanza, Niall la chiamò.

Si accorse che qualcosa non andava, ma lei si giustificò col fatto che fosse stanca. Ed era così. Oltre al fatto che quegli occhi non la abbandonavano. Erano stati così intensi, nonostante li avesse guardati solo per pochi secondi, e l'avevano completamente destabilizzata. Lui l'aveva destabilizzata in neanche tre secondi.

Per fortuna era alla fine del primo anno, e per tutta l'estate sarebbe stata a casa. Non vedeva l'ora di ritrovarsi tra le braccia del suo ragazzo.

Non era stata con nessun altro oltre Niall. Lo aveva conosciuto quando frequentava ancora le medie. Essendo lui quattro anni più grande, all'inizio la differenza di età aveva causato qualche problema. L'aveva ferita tante volte, sfruttando a suo favore l'elevata sensibilità della ragazza, fino a quando aveva oltrepassato il limite ed Allison, facendosi coraggio, lo aveva lasciato. Nel frattempo aveva avuto un' altra storia, ma non ne era innamorata come lo era di Niall. Era rimasta lontana da lui solo per un anno per poi ritornare tra le braccia del biondino che le aveva promesso di essere cambiato. Ma le cose non erano andate come lei stessa sperava e, ancora una volta, la rottura era stata inevitabile. Niall, però, non aveva mai mollato e l'aveva riconquistata. Da allora le cose sembravano esser andate meglio. Erano cresciuti insieme, e nonostante i problemi non mancassero, avevano deciso di affrontarli tenendosi per mano, anziché fuggire l'uno dall'altro.

L'estate passò velocemente ed Allison non pensò più a quel ragazzo fuori dalla facoltà. Si scordò della sua esistenza e credeva di aver, ormai, dimenticato quell' azzurro cielo, o per lo meno si illuse fosse così.

-Un anno dopo

La lezione di chimica era iniziata da un quarto d'ora quando un ragazzo dai capelli castani entrò, andandosi a sedere in prima fila. Allison non ci aveva fatto caso, intenta com'era a prendere appunti, fino a che non vi posò gli occhi sopra. Era lui. Il ragazzo dell'anno prima. Indossava una camicetta bianca con un maglioncino nero sopra. Sbarbato ed ordinato. Percorse con gli occhi, tutta la sua figura, pensando che fosse davvero bello mentre continuava a fissarlo.

Non si era accorto di lei, e continuava a prendere appunti tutto concentrato, mentre Allison ormai aveva abbandonato l'impresa diventatale difficile.

Il professore parlava di legami covalenti, legami forti. Parlava di cariche opposte che si attraggono e Allison non poté far a meno di pensare alla forte attrazione che provava per quello sconosciuto. Era la prima volta che le succedeva e si sentiva tremendamente sbagliata.

Il tempo passò velocemente ma troppo lentamente per la mora che sarebbe voluta restare lì a fissarlo e contemporaneamente scappare per non poterlo fare più.

Il ragazzo non l'aveva ancora vista, finché lei non scese tutte le scale e le fu praticamente di fronte. Rimase sorpreso nel trovarsela davanti, ma non distolse lo sguardo dal suo, come si sarebbe aspettata. La incatenò ancora una volta permettendo all'azzurro di fondersi col marrone, di tentare di inghiottirlo, come le onde durante una tempesta, che si infrangono possenti sugli scogli. Lei dovette andar avanti e lui dovette rispondere agli amici, ma non smise un attimo di seguirla con lo sguardo. Allison sentiva i suoi occhi bruciare sulla pelle, ma non si voltò. Salutò le amiche per poi precipitarsi a casa.

Il cuore le batteva forte. Niall la chiamò, ma non rispose. Doveva calmarsi prima di poterci parlare. Rivide con la mente il viso del ragazzo ancora senza nome. Il pensiero di poterlo rivedere il giorno dopo la rendeva felice.

Cosa diamine stava facendo? Era fidanzata, non aveva alcun senso quella situazione. Ma ripensare alla sorpresa sul suo volto la fece sorridere. Sarebbero state delle lezioni interessanti, semplicemente non immaginava quanto.

-L'indomani.

Il sole penetrava dai buchi della tapparella colpendo la ragazza supina. In quel momento la sveglia iniziò a suonare, segnando l'inizio di una nuova giornata per Allison. Si preparò velocemente e,come ogni mattina ormai, dopo aver divorato la sua mela, si recò in facoltà. Ma la lezione di informatica non attirava minimamente la sua attenzione. Il suo sguardo era fuori da quell'aula. Pensava alle persone, alla loro vita. Si chiedeva spesso cosa facessero i passanti incontrati per strada e la curiosità, anche quella mattina, la trasportò fuori dall'aula dove dei bambini ridevano, degli ubriachi litigavano fra loro, sovrastando la voce del vecchio barbuto intento a spiegare.

"Als..ti squilla il telefono!" El le agitava una mano davanti agli occhi, poiché sembrava che l'amica fosse ipnotizzata. Spense il cellulare e inviò un messaggio a Niall. Sorrise pensando al biondino. Lo amava. Dalla prima volta che lo aveva visto. Era stato così buffo il loro primo incontro. Stava per ripercorrere quel momento quando Lydia la spintonò perché la lezione era terminata e dovevano andar via. "C'è qualcosa che non va?" Le chiese apprensiva. Erano amiche da poco tempo, ma la rossa, a differenza delle altre, riusciva a capirla con un solo sguardo. "Oh..no. Tutto ok!" E le sorrise per dimostrarglielo. Avrebbero mangiato un panino al volo, dato che alle due e mezza avrebbero riniziato con la lezione di chimica. A quel pensiero una strana sensazione s'impadronì di lei. L'avrebbe rivisto. Avrebbe rivisto i suoi occhi e sentito la sua voce.

Doveva smetterla, si disse. Doveva lasciarlo perdere.

Il tempo passò velocemente, ma per Allison fu davvero estenuante. Da un lato avrebbe voluto trovarselo davanti. Dall'altro no. Quando entrarono in aula, questa era vuota per fortuna. Scelsero dove sedersi ed iniziarono a parlare del più e del meno. Ma Allison non faceva altro che tenere la porta sotto controllo. Fino a quando non sentì la sua voce e lo intravide. Spostò velocemente lo sguardo. Lui e il suo gruppo di amici si sedettero proprio dietro lei e le sue amiche. Il ragazzo ancora dal nome sconosciuto la osservava, la divorava con gli occhi. Allison non si voltò neanche una volta, ma con le orecchie ben tese cercava di captare qualsiasi frase da lui detta o magari il suo nome non prestando tantissima attenzione al professore, se non quando faceva interagire i suoi colleghi o quando parlava proprio lui. Il suono della sua voce era dolce, vibrante. Scoprì che sapeva essere simpatico. Dopo un'ora il professore dimostrò d'essere clemente e diede loro una piccola pausa. Le ragazze restarono in aula, gli altri uscirono. Tranne l'unica persona di cui Allison avrebbe voluto liberarsi per un pò. Il castano scese solo per sedersi sulla cattedra e risultare davanti a lei. Avrebbe scommesso qualsiasi cosa che lo avesse fatto appositamente. Ma stranamente non la guardava. Come se volesse metterla alla prova o semplicemente farsi vedere da lei. Stava lì, seduto, a giocare col cellulare.

"Als!che hai?" Bisbigliò Jess al suo orecchio. "Perché fissi quel tipo?"

La ragazza colta sul fatto, arrossì violentemente. "No io..non stavo guardando nessuno. Ero..incantata." Dall altro lato Lydia rise e sottovoce aggiunse "sei una pessima bugiarda, amica mia. E ti piacciono i figli delle professoresse eh?". Allo sguardo smarrito e imbarazzato della diretta interessata, la rossa rise ancor più, attirando l'attenzione su di loro. Almeno aveva scoperto qualcosa in più. Era il figlio di una professoressa. Già, ma quale?

Come se sapesse a cosa pensava, Lydia riprese:" Della prof di psicologia. Si chiama Louis. Ci ho parlato qualche volta. E ho notato che prima ti stava spogliando con gli occhi" Allison arrossì fino alla punta dei capelli, prima di scoppiare in una fragorosa risata, che si spense quando si accorse di avere degli occhi addosso. I suoi. Si voltò e sostenne lo sguardo. Ancora una volta l'azzurro richiamava il color nocciola, come se volesse catturarlo, come se potesse possederlo. Questa volta fu il ragazzo ad interrompere il contatto visivo. "Mm, lo stava facendo ancora. Tu gli piaci." Lydia aveva osservato il tutto in silenzio..fino a quel momento. "L, io ho Niall." Le ricordò. "Oh non lo vedo qui..dove è?" La prese in giro. " e poi poco fa, non mi pare ti abbia lasciato la possibilità di ricordartene."

Dovettero abbandonare il discorso poiché la pausa era finita e il professore aveva iniziato a spiegare, ancora.

"Louis.." Ripetè tra se e se. Era un bel nome. Le piaceva. Chissà se anche lui sapeva il suo nome.

Una matita cadde dal banco superiore proprio sulla sua schiena. La raccolse e si voltò per consegnarla al proprietario. Era uno degli amici di Louis. Lui la guardò ancora, osservò la sua mano, e la ascoltò attentamente quando lei disse all'altro ragazzo che non era successo niente.

"Lo hanno fatto di proposito."

"Lydia, smettila!"

"Non hai visto il suo sguardo da: 'ti salterei addosso' e 'se ti sfiora la mano lo spezzo in due'? Che carino!"

"Lydia!! Finiscila! "

Però doveva ammettere che la divertiva stare a sentire le supposizioni della rossa al suo fianco e la lusingavano. Le piaceva avere le attenzioni del castano.

"Dai che mi serve un bel voto in psicologia, potrebbe darti ripetizioni..anche se mi han detto che è molto bravo in anatomia." Allison guardò Lydia mezzo tra il divertito e l'indignato. "Che ne sai che non sia lui ad aver bisogno di ripetizioni?" La sfidò. Forse però non erano state molto discrete, perché lo sentirono ridere. Pregò in tutte le lingue che non fosse per loro due e smisero di parlare, convenendo non fosse la sede adatta. Anche quel pomeriggio passò velocemente, non senza un'ultima sorpresa: quando stavano per andare via, Louis le passò accanto e sussurrò 'non mi dispiacerebbe, comunque' per poi oltrepassarle con un sorriso sghembo sul volto. Allison guardò Lydia, che non si era accorta di nulla,nel panico più totale.

Merda. Le aveva sentite.

Note: Oggi Louis Tomlinson non esce dalla mia testa. Avevo bisogno di scrivere qualcosa su di lui, così magari posso finalmente concentrarmi sullo studio. O almeno lo spero proprio, perché ci sto uscendo pazza. Non sarà lunghissima, e per una minima parte sarà ispirata ad una "storia vera". Il resto sarà invece il racconto di come mi sarebbe piaciuto, forse, fosse andata.

Fatemi sapere che ne pensate..a presto!

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