Capitolo 32

Dopo essere andati a prendere i cavalli nelle scuderie, Clara e Fernund raggiunsero la loro compagnia, che si era unita a quella degli Ibridi e ora era pronta alla partenza.

Il nuovo gruppo a cui si era aggiunta la compagnia dei ribelli era composto da cinque Ibridi, i due fratelli Roth e Polius, figli di un drago e una tigre, Annibale, la guida del gruppo, Themis, proveniente da un paese che si trovava al confine tra la regione delle Fenici e quella dei Grifoni, e Symiria, che aveva deciso di partire dopo aver opposto una resistenza degna di qualsiasi grifone come lo era lei, anche se solo per metà.

Percorsero il tragitto dal castello alle porte di Grazos nel silenzio più totale, e solo dopo aver imboccato la strada maestra, come se avesse costituito un permesso, iniziarono a parlare.

"Come mai vi siete messi in viaggio?" Domandò Clara, che da poco si era seduta sul dorso del suo cavallo, a cui aveva iniziato ad accarezzare il collo, infilando di tanto in tanto le dita nella criniera castana dell'animale.
"Principessa, non lo sapete? Reimron sta cercando da tempo di mettere ogni razza contro l'altra e il vostro intervento, nonostante abbia convinto molti a unirsi contro un nemico comune, ha permesso che l'attenzione di Reimron si spostasse su di noi: infatti ha iniziato a catturare e massacrare gli Ibridi.
"Cosa?" La voce di Clara risultò più acuta del solito, ma il suo viso rappresentava sorpresa mista a orrore mentre borbottava: "Non può aver deciso di farlo realmente."
"E invece è esattamente quello che sta facendo. È questo il motivo per cui stiamo andando al monte Pyathor. Lì è stato organizzato un rifugio nell'antica rocca." Ognuno dei membri della compagnia annuì, ma tutti, ad eccezione di Bastet e Aragorn che collaboravano a stretto contatto con i loro Principi, erano sconvolti dalla notizia.

"Comprendiamo il vostro stato d'animo," Dichiarò Themis, "in fondo anche noi siamo rimasti sbigottiti di fronte alle guardie che, per ordine del re, avevano iniziato a catturare alcuni di noi, a ucciderli o a portarli a Carplema, impedendoci di avere loro notizie."

Fernund e Clara, sentendo il nome della loro città, si guardarono per un istante, mentre tornavano alle loro menti i volti delle persone che avevano lasciato lì e la nostalgia li colpiva come uno schiaffo dritto in faccia.

"Questo è il prezzo che Reimron vuole farci pagare per essere il simbolo dell'unità del nostro popolo, e questo è il segno che testimonia come sia miracolosamente scampata a questo tentativo di sterminio." Affermò Symiria, scoprendo la spalla, sulla quale si trovava una fasciatura posta a coprire una cicatrice che, partendo da lì, arrivava fin sotto la gola. "Come hai fatto a scappare?" Chiese Dafne, avvicinandosi alla ragazza che, nel frattempo, si era sistemata il vestito.
"In una maniera molto semplice: lottando con tutte le mie forze. Ho affrontato quelli che stavano per sgozzarmi e, appena mi sono ritrovata libera, mi sono messa a correre fino a quando le gambe non hanno più retto. In seguito sono stata accolta dai ragazzi e Roth mi ha curata."
"Diciamo che Annibale ha fatto il grosso del lavoro, bloccando la tua emorragia. Io ho solo medicato la ferita." Ribatté il ragazzo, portando una mano dietro alla nuca e sorridendo imbarazzato.

"Non fare il falso modesto, si vede benissimo che il tuo lavoro è degno di un futuro medico." Dichiarò Flora, aumentando ulteriormente l'imbarazzo di Roth, e scatenando la curiosità di Polius: "Anche voi siete un medico?"
Flora annuì, e allora Polius si spiegò: "Nostro padre è medico, e Roth, prima di partire, stava facendo pratica insieme a lui."
I due fratelli si sforzarono di accennare dei sorrisi e la fenice, col suo solito fare materno, posò le mani sulle teste dei ragazzi e accarezzò loro i capelli: "Sono felice che ci siano dei ragazzi promettenti come voi, in questi tempi avremo bisogno di qualsiasi aiuto possibile."

"Principessa, potrei farvi una domanda?" Chiese Annibale, e Clara si girò subito verso di lui, mostrando un viso stanco e spossato: "Anche due, se ne avete bisogno."
Il mezzo drago la guardò per qualche istante prima di parlare, osservando come il viso della ragazza di fronte a lui fosse giovane, ma anche segnato dalle fatiche e da una malcelata stanchezza: "Cosa avete intenzione di fare appena tutto questo finirà? Ovviamente sperando che finisca bene." "Sistemerò quel che c'è da sistemare e poi mi ritirerò: se riuscirò ad arrivare al momento in cui tutto questo sarà finito, dopo aver messo a posto ogni cosa, me ne andrò in una piccola casetta e mi guadagnerò da vivere gestendo una biblioteca."

La sua risposta stupì tutti: in fondo nessuno, a parte Fernund che la conosceva come il palmo della propria mano, poteva immaginare quanto poco le interessasse essere regina e quanto, invece, preferisse condurre una vita normale, pensando al fatto che avesse vissuto in un castello per anni. Quella era una traccia dell'educazione che le era stata impartita dai suoi genitori, i quali le avevano insegnato a essere umile e a sapersi adattare il più possibile alle situazioni, e Clara, anche attraverso i lavori alla locanda dei genitori di Fernund, non aveva fatto altro che applicare questi insegnamenti.

Lei, inoltre, attraverso i momenti trascorsi in mezzo alla gente che popolava le strade di Carplema, nonostante fossero sempre più diminuiti col passare degli anni, aveva imparato ad apprezzare il modo di vivere della famiglia di Fernund o di persone come Karskatla il fabbro fino a preferire uno stile di vita molto più semplice rispetto a quello della corte.

"E pensi di riuscire a sopravvivere dopo la fine di questa guerra? Ti ricordo che il fatto che tu possa sopravvivere a qualche scontro non ti garantisce che tu la passi liscia: hai centinaia di morti sulla coscienza." Disse Bastet, sperando di colpire Clara, che però, a causa del suo malessere e della stanchezza, rispose in maniera diretta e con tono scocciato, dimenticando qualsiasi forma di cortesia: "Accada quel che accada, io, fin quando sono viva, lotterò con tutte le mie forze. Se tu, invece, preferisci solo aggiungere ulteriori cattiverie sul mio conto, fai pure, ma dubito che queste potranno aiutarti in battaglia."

Bastet le rivolse uno sguardo offeso: "A quanto pare, siamo arrivati anche alla mancanza di rispetto."
"Il rispetto è reciproco." Ribatté Clara, "Il problema, però, è che io te ne ho sempre dato mentre tu, continuando incessantemente a sputare veleno, non hai fatto altro che provare a farmi perdere la pazienza. Non ti chiedo molto: trattami con rispetto, e io farò lo stesso con te."

Flora, che era stanca di quel battibecco apparentemente infinito, intervenne nel discorso, concludendolo con tono perentorio: "In tempo di guerra, anche i più acerrimi nemici sono capaci di fare fronte comune, quindi smettetela di comportarvi da bambine e rispettate la vostra tregua!"

Le due si zittirono immediatamente: Bastet decise di assumere la sua forma di tigre per comodità e Clara, dopo aver sistemato lo spacco della gonna, tornò a guardare la strada davanti a sé.

"Annibale, sapete già chi troveremo al Monte Pyathor? " Chiese Aragorn, che in quel momento si trovava in groppa a Freya, dato che era stato costretto dalla ragazza dagli occhi violacei a farsi aiutare fino a quando la sua gamba non si fosse ripresa del tutto.
"Troverete un grande numero di Ibridi, ma, per quello che so, saremo accolti innanzitutto dalle persone che hanno reso l'antica rocca un rifugio e stanno cercando di adattarla alle esigenze di tutti: le sorelle Winde."

"Winde? Per caso i loro nomi sono Aurora e Petra? " Domandò Fernund, sicuro di conoscere bene quel cognome, e alla risposta affermativa da parte di Themis non ebbe più dubbi: quelle due ragazze, una volta, abitavano nei pressi di Carplema ed erano amiche dei due maghi della compagnia.

Il resto della giornata passò con una certa tranquillità e il viaggio, fortunatamente senza intoppi, proseguì tanto che la compagnia giunse fino alle pendici del Monte Pyathor, dove trovò un rifugio per la notte in una grotta nascosta dalle fronde del bosco che ricopriva la montagna fino alla sua metà.

Dopo essersi sistemati all'interno della grotta, tutto il gruppo si radunò davanti al fuoco che aveva acceso Soldrofa e, appena alcune delle provviste furono pronte, esse furono distribuite a tutti.

I cavalli di Clara e Fernund si trovavano non molto lontano dal fuoco, mentre Aragorn e Freya, i più vicini a loro due in linea d'aria, chiacchieravano con Themis, la quale, dopo essersi resa conto dell'attrito che c'era continuamente tra il pegaso e l'unicorno, aveva voluto provare a trovare un punto d'incontro attraverso il dialogo.
Roth e Polius, insieme a Symiria e Dafne, discutevano riguardo alle origini dei due fratelli, che erano considerate interessanti da parte dei due grifoni che non li conoscevano affatto.
Il resto del gruppo rimase ad ascoltare qualche racconto di Annibale, che, prima dell'inizio della guerra, era un messaggero della regione dei Draghi, ma era stato costretto a trasferirsi nel suo paese d'origine per poter sfuggire alla persecuzione di Reimron.

Mentre ognuno chiacchierava o ascoltava le storie raccontate da qualcun altro, Fernund, che era appoggiato a una delle pareti della grotta, si ritrovò ad abbracciare Clara, che si era addormentata su di lui, posando la testa tra la spalla e il collo del ragazzo.
"Dorme già?" Domandò Annibale appena la notò, e Fernund annuì con un cenno del capo: "Oggi era terribilmente stanca, e penso che, anche se si era ripresa, tutto questo sia dovuto alla prova che ha affrontato al palazzo."
"Che prova?" Chiese la guida del gruppo di Ibridi, e quella volta fu Bastet a rispondere: "Una prova che, ormai, dubito possa ancora esistere: si svolgeva in una zona nascosta del Castello e Clara l'ha superata. Ne è prova la spada nera che ha con sé."
"Una spada nera? Ma siete sicuri che non sia nulla di maledetto?"
"Annibale, non so cosa vi abbiano detto su Clara, ma vi assicuro che è molto più di quello che credete, e allo stesso modo lo è quella spada: penso, però, che sia meglio se è lei a spiegarvi tutto."

"Fernund, sono preoccupata per lei." Affermò Flora a bassa voce perché, nel frattempo, anche Symiria e Roth si erano addormentati, "Non penso che fosse normale l'aspetto che Clara aveva oggi, a meno che non sia per tutto l'insieme di cose successe in questi ultimi giorni: era troppo pallida e dava l'idea di essere quasi sul punto di svenire da un momento all'altro."
"Me ne rendo conto, e penso che la causa di questi problemi sia dovuta, oltre che alla situazione generale, anche ai suoi poteri, che sta usando troppo nonostante non sappia ancora controllarli bene. La mia paura è che essi, in qualche modo, la stiano logorando da dentro."
Flora annuì, capendo il discorso del ragazzo e trovandosi d'accordo con lui, ma, fortunatamente, Soldrofa intervenne, cambiando discorso: "Ragazzi, siccome si è fatto tardi, direi che sia meglio che voi andiate a dormire: domani penseremo a risolvere tutti i problemi che stanno sorgendo e a rispondere a qualsiasi domanda. Ci siamo intesi?" L'affermazione diretta della dragonessa convinse tutti, di conseguenza ognuno cercò una posizione comoda e si addormentò.

L'ultimo ad addormentarsi fu Fernund, mentre accarezzava piano la schiena di Clara, che nel frattempo riposava placidamente, e la giornata si concluse con Soldrofa che sorvegliava il fuoco, alimentandolo giusto per tenere al caldo il resto del gruppo, che all'indomani avrebbe iniziato il tortuoso cammino verso la rocca del Monte Pyathor.

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