Capitolo 31

Le due donne erano ancora immobili l'una di fronte all'altra, a guardarsi negli occhi: i turchesi di Bastet erano ancorati agli smeraldi di Clara.

Dopo le parole pronunciate dalla maga, ognuno dei presenti era rimasto immobile, poiché stupiti dalla semplicità con cui Clara aveva risposto, e la tigre era sicuramente la più sbalordita.

"Non posso credere che tu abbia il coraggio di rispondermi in questo modo." Affermò la tigre, non riuscendo a nascondere il proprio sconvolgimento. La maga, però, restò tranquilla: "Ti conviene crederci: ognuno di noi sa di cosa sono capace, e, se non l'avessi ancora capito, ti informo che la situazione è destinata a peggiorare inesorabilmente. Io posso solo sforzarmi al fine di limitare i danni, perché significherà lottare contro la mia stessa natura."

"Quello che è successo ieri e, tempo fa, a Sablier, è solo l'inizio della fine." Ammise con rassegnazione Dafne, che aveva un'espressione afflitta e terribilmente seria, memore della volta in cui, per la prima volta, aveva assistito alla furia cieca del capo dei ribelli.

"Quella non sarà la fine, ma solo un punto di svolta." Disse Soldrofa mentre si avvicinava a Dafne e le accarezzava una spalla, "Su, non fare la pessimista e cerchiamo di prendere la questione con ottimismo!"
"Soldrofa, hai perfettamente ragione, " Flora sorrise, sperando di poter rincuorare non solo il grifone, ma anche tutti gli altri "l'unica fine a cui assisteremo sarà quella di Reimron e del suo potere da usurpatore, quindi, come dopo ogni conclusione, ci sarà un nuovo inizio."

Anche Aragorn volle unirsi a quel discorso, sperando di riuscire finalmente a convincere Bastet e a dare forza a tutti: "Inoltre Clara e Fernund, perché in fondo lo sta facendo anche lui, si stanno caricando di tutte queste responsabilità e di questo peso, con tutto ciò che comporta. Ci siamo uniti a loro perché condividiamo i loro ideali e perché sosteniamo la stessa causa, quindi sosteniamoli anche in questo momento e non tormentiamoli con le nostre preoccupazioni, perché prima di tutto, appartengono già a loro."

Freya, dopo tutti quei discorsi, abbassando il capo, parlò tra sé e sé: "Forse sarebbe stato meglio non dire niente..." Quel leggero mormorio fu sentito da Aragorn, che si trovava al fianco dell'unicorno e che, sorpreso, le alzò il volto per guardarla negli occhi, in modo da chiederle se ciò che aveva detto fosse vero, e Freya rispose solo con un cenno della testa.

"Hai fatto bene, invece." Intervenne Fernund, e in quel momento Freya si rese conto che anche qualcun altro aveva ascoltato le sue parole. "È meglio sapere chi abbiamo di fronte sul campo di battaglia piuttosto che affrontare il nemico senza conoscerlo: equivarrebbe ad andare a morire. Comunque, prima o poi, la verità sarebbe emersa, e penso che sia stato meglio che tu ce l'abbia detto prima che fosse troppo tardi. Non dovresti dispiacerti, ma dovremmo farlo noi per non averti ringraziata abbastanza."

Fernund regalò un sincero sorriso all'unicorno e Clara, preferendo non aggiungere altro, la guardò e le sorrise, per poi abbassare il capo in un tacito segno di gratitudine.

Per tutto quel tempo, Aragorn era stato sempre accanto a Freya, e le aveva costantemente accarezzato la schiena per farle sentire la propria presenza e il proprio sostegno. Lei, al contrario di come avrebbe potuto fare normalmente, non oppose alcuna resistenza a quel contatto, perché ne sentiva il bisogno, e alla fine si sentí rassicurata, non solo dalle parole di Fernund, ma anche dalla vicinanza di Aragorn, che con quella piccola attenzione le aveva dimostrato che poteva fidarsi di lui.

Seth e Bastet, che erano rimasti ad ascoltare tutta la discussione, furono colpiti da come persone così diverse tra loro potessero andare d'accordo, dalla loro solidarietà e da quella che sembrava essere una solida amicizia, sebbene fosse nata da pochissimo tempo.

A interrompere la serietà di quel discorso fu proprio Soldrofa, da cui provenne un brontolio parecchio rumoroso e in seguito una risata imbarazzata: "Scusatemi, ma a furia di parlare di argomenti tristi e di cercare di infondere un po' di ottimismo ad alcuni di voi, mi è venuta una fame da lupi!"

Dafne guardò la dragonessa con irritazione, quasi a volerla rimproverare per aver interrotto un momento così intenso come quello, mentre Flora scoppiò a ridere di gusto, unendosi alle risate della ragazza che padroneggiava il suo stesso elemento e riempiendo la stanza con quell'improvvisa allegria.

Seth, a quel punto, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un piccolo orologio e notò che, effettivamente, era ora di pranzo: "Bene. Oggi, per la gioia della nostra affamata Soldrofa e di ognuno di voi, sarete nostri ospiti a pranzo." Disse, avvicinandosi a Bastet e cingendole i fianchi con un braccio.

"Si mangia!" Gridò Soldrofa, euforica, e, seguendo i padroni di casa, si avviò insieme agli altri membri della compagnia verso la sala da pranzo.

Passò circa una mezz'ora da quando i presenti si erano accomodati al grande tavolo al centro della sala, e, a quel punto, alcuni domestici entrarono per servire le varie pietanze, distribuite come un piccolo buffet davanti ai commensali.

Dopo aver congedato i domestici, dando anche a loro la possibilità di pranzare, Seth aprì la conversazione: "So che non sembra una cosa molto normale per un pranzo, ma, siccome non conosco i vostri gusti, ho preferito proporvi un po' di tutto quello che abbiamo da offrirvi."

"Vi ringraziamo per il pensiero, anche se, in realtà, ognuno di noi mangia di tutto senza alcun problema." Disse Freya, addentando un pezzo di pane, non prima di aver rivolto un sorriso riconoscente a Seth.

"Prima sia Seth che io abbiamo notato quanto siete uniti e legati l'uno all'altro, nonostante vi conosciate tutti da poco tempo." Affermò Bastet, osservando gli altri commensali.

"È vero," Ammise Flora, rispondendo alla tigre, "e penso che tutto ciò derivi non solo da quello che ci siamo confidati o da quello che abbiamo scoperto, passando il tempo insieme, ma anche dal fatto di esserci uniti con un obiettivo comune. Comunque, come avrete ben notato, c'è l'eccezione rappresentata da Fernund e Clara, che si conoscono fin da quando erano piccoli."
"Davvero?" Domandò Bastet, comprendendo finalmente l'insieme di gesti e sguardi tra i due, testimonianze di un affetto profondo, anche se non espresso totalmente.

"Davvero." Fernund rispose con un sorriso, "Clara e io ci conosciamo da quando eravamo nella culla, e questo grazie anche alla nostra famiglia, dato che i nostri genitori erano amici." Al pronunciare quelle parole, Fernund si voltò verso l'amica, ferma a guardare il vuoto con gli occhi pieni di nostalgia e un sorriso malinconico sulle labbra; però, dopo qualche secondo, come se avesse sentito lo sguardo del mago su di sé, si ridestò dal suo stato di trans e tornò a guardare gli altri.

"E per quanto riguarda voi altri? Sono curiosa di sapere qualcosa in più su ognuno di voi, soprattutto perché, dopo essere andati via da qui, passeremo molto tempo insieme, quindi non vorrei avere problemi con nessuno." Affermò Bastet, mostrando una gentilezza e una cortesia che stupì tutti, in particolar modo Dafne, che non poteva credere al fatto che la tigre potesse essere così gentile con loro.

"Direi che siamo tutti delle persone abbastanza normali; insomma, come tutti abbiamo trascorso momenti belli e brutti, non so cosa potremmo dire." Quella volta parlò proprio Dafne, che non riuscì a nascondere il proprio disagio dinanzi a quella richiesta.

"Che ne dite di partire da Aragorn? In fondo è l'ultimo arrivato prima di Bastet, e non sappiamo molto di lui." Propose Soldrofa mentre osservava il ragazzo, che finì il suo boccone e si rivolse ai presenti: "Non c'è molto da dire sul mio conto: posso solo dire che sono il figlio del Principe dei Pegaso, il resto potete benissimo vederlo con i vostri occhi."

"E cosa mai potremmo vedere?" Domandò Freya, con l'intento di provocarlo.
"Che sono bellissimo, intelligente, pieno di qualità; in sintesi, sono un ragazzo da sposare!" Esclamò il pegaso con un sorriso sulle labbra, convinto di aver messo a tacere Freya, che però continuò la lista: "Inoltre sei orgoglioso, testardo, volubile come pochi, con una lingua davvero tagliente quando non le dai un freno e sei un maschilista. " Dopo aver concluso il discorso, la ragazza addentò un pezzo di formaggio, incurante dell'occhiataccia che le fu rivolta.

"Per quanto riguarda te potrei dire lo stesso: sei testarda, orgogliosa, dalla lingua tagliente, con poca pazienza e femminista fino al midollo. Potrei dire che sei me, ma in versione femminile e meno bella." In questo modo Aragorn tornò all'attacco, facendo innervosire Freya al punto di farla alzare dal tavolo: "Io, almeno, ho le mie ragioni, mentre tu non sembri averle."
"Chi te l'ha detto, unicorno privo di pazienza? Anche io ho le mie ragioni per detestare voi donne, come magari sapere che mia madre, a un certo punto, se n'è andata di casa, dicendo di non amare più mio padre." Freya spalancò gli occhi a quelle parole, poi abbassò lo sguardo e tornò a sedersi: "Scusa, non sapevo che fosse per questo..."
"Freya, tu non potevi saperlo." Disse Aragorn, allungando una mano verso di lei e accarezzandole le nocche con delicatezza, "E allo stesso modo non puoi sapere che non sono mai riuscito a perdonarla, anche perché mio padre ha rotto tutti i ponti con lei."
"Quindi la colpa di alcuni tuoi atteggiamenti è di tuo padre?" Domandò Dafne, e il pegaso le rispose di sì con un cenno della testa.

"Ma quanto siete carini insieme!" Gridò Soldrofa con un sorriso sulle labbra, facendo scattare i due interessati che le rivolsero un'occhiataccia, che, però, non le impedì di continuare: "Ecco, anche quando mi guardate male lo fate insieme! Quando volete rendere il fidanzamento ufficiale?"
"Soldrofa!" I due urlarono insieme, per poi scambiarsi un'occhiata e staccarsi, tornando a sedersi.

"Come avrai potuto ben notare, Bastet, Aragorn e Freya sono abbastanza simili, e questa non è la prima lite a cui assistiamo da quando li conosciamo." Flora, con pacatezza e un sorriso divertito, si era intromessa per prevenire ulteriori litigi.

A quel punto fu il turno della ragazza dagli occhi viola: "Comunque, sono la custode della più importante biblioteca di Vreizen, oltre a essere stata una vittima di alcuni bulli che mi hanno tormentata fino a quando la Principessa Proserpina, notando il mio amore per i libri, mi ha resa custode di una delle cose che amo di più al mondo, oltre ad avermi protetta." Appena finito il suo discorso, Freya si voltò verso Dafne, facendole capire che era arrivato il suo turno.

"Allora, da dove potrei cominciare?" Si domandò ad alta voce, appoggiando il mento sul palmo della mano destra, per poi introdursi: "Innanzitutto mi chiamo Dafne Averni, ho diciannove anni, come Clara, anche se sono più piccola di lei di un paio di mesi. Sono la nipote di Grifon Bianco, il Principe dei Grifoni, e prima di unirmi ai ribelli combattevo per Reimron: infatti ho conosciuto Clara, Fernund, Soldrofa e Flora in occasione di un assedio contro il castello di Sablier, e devo ammettere che mi sono salvata quasi per miracolo."

"In che senso? " Chiese Seth, incuriosito dalle parole della ragazza che si era rivelata la più piccola del gruppo. Quest'ultima, prima di parlare, lanciò una veloce occhiata a Clara, che continuava a mangiare indisturbata, pur restando in ascolto.
"Durante l'assedio, senza che potessimo prevederlo, sono apparsi i ragazzi, che hanno subito iniziato a combattere contro di noi. Mi sono battuta con ognuno di loro, e l'ultima è stata proprio Clara, che, oltre ad avermi affrontata senza alcun timore, è riuscita a battermi e per poco non mi ha uccisa: infatti, mentre stava per farlo, il Principe, che la conosce, si è intromesso e l'ha convinta a risparmiarmi."

"Quindi la Domina Mortuorum è capace di compiere anche atti di misericordia." Disse Bastet con un tono che infastidì sia Fernund che Dafne per come era provocatorio, ma a cui Clara rispose tranquillamente: "Non ho bisogno di giustificare ogni mia azione, ma anche io, proprio come te, detesto vedere morire degli innocenti, e se devo uccidere qualcuno, preferisco farlo quando sono sicura che il mio avversario mi ritiene come un nemico perché lo pensa veramente, e non perché ha subito un incantesimo."

Il silenzio calato dopo quelle parole era pieno di tensione, ma Seth, prima che la situazione potesse peggiorare, si rivolse a Flora: "Se non sbaglio, tu hai un marito e una figlia."
"Esatto." Gli occhi della fenice si illuminarono, rendendo il rosso delle sue iridi ancora più intenso mentre rispondeva alla domanda del Principe.

"Mio marito si chiama Legolas mentre mia figlia si chiama Iside, come credo che tu abbia sentito quando ho parlato con loro grazie a Fernund. Posso dire solo che sono la mia vita, anche se può sembrare assurdo per il modo in cui hanno iniziato a farne parte." A quel punto, tutti quelli che ancora non avevano avuto modo di ascoltare la sua storia le rivolsero uno sguardo incuriosito, spronandola a continuare il racconto.

"Legolas e io ci siamo conosciuti in una situazione molto particolare: io ero stata rapita e lui era il nipote di uno dei miei aguzzini, che alla fine ci hanno costretto ad avere un rapporto dal quale è nata Iside. Molti anni dopo quei fatti, mio marito e io ci siamo incontrati di nuovo quando i responsabili del mio rapimento e degli abusi su entrambi erano stati arrestati; da quel momento in poi non ci siamo più lasciati."

Soldrofa, alla fine del racconto, si asciugò gli occhi pieni di lacrime: "Questa storia mi commuove ogni volta..." Commentò tra un singhiozzo e l'altro.

"Soldrofa, perché sei sempre così romantica? Esageri." Affermò Dafne con un'espressione esasperata dipinta sul viso, ma Soldrofa le rispose con la drammaticità tipica di un'attrice teatrale: "Pensa a te! Secondo me il titanio con cui ti hanno ricostruito il becco ti è finito nel cuore, visto che sei sempre così acida e insensibile. Se continui così, non troverai un fidanzato neanche se te lo cerco io!"
"Pensa a trovartelo tu, anche se ne dubito, considerando l'idiota con cui sei stata per un sacco di anni!" Subito dopo aver pronunciato quelle parole, il grifone si portò le mani davanti alla bocca, ricordandosi di ciò che aveva passato la dragonessa.

Quest'ultima, però, inaspettatamente, le rivolse una semplice alzata di spalle, dimostrando di aver superato completamente la faccenda, che per lei, ormai, faceva parte del passato.

L'espressione della dragonessa tornò allegra, e allora replicò: "Quando sarà il momento, arriverà."
"Io credo che sia già arrivato, insieme alla persona giusta..." il ghigno e lo sguardo di Freya, rivolti alla dragonessa, le fecero intendere che sapeva molto più di quello che diceva, e la ragazza dai capelli arancioni diventò subito rossa, scatenando le risate di Fernund: "Non posso crederci, il membro più curioso e romantico del gruppo è stato messo in imbarazzo proprio con i suoi stessi metodi!"

La risata di Fernund coinvolse anche Clara, e in seguito ai lamenti di Soldrofa, ancora troppo imbarazzata per poter parlare in maniera decente, si unirono anche gli altri commensali.

"Vi prego, basta, altrimenti rischio di sentirmi male." Dichiarò Dafne, asciugandosi gli occhi che avevano iniziato a lacrimare per le troppe risate.

"Flora, se per te non è un problema, vorrei chiederti quanti anni hai." Domandò Seth, ricevendo un colpo sulla spalla da Bastet, che lo rimproverò con un sussurro per aver chiesto l'età alla donna.

La diretta interessata, però, non ebbe problemi a rispondere: "Ho quasi cinquecento anni."
"Quindi, quando compirai gli anni, dovrai bruciare."
"Esattamente." La fenice confermò le parole della tigre, ma quando notò gli sguardi preoccupati di Dafne e Bastet, si affrettò a tranquillizzarle: "Non preoccupatevi! Avete dimenticato che, dopo essere diventate tutt'uno con le fiamme, risorgiamo dalle nostre ceneri?"

Le due ragazze, dopo quella dichiarazione, scossero la testa, rimproverandosi mentalmente per aver dimenticato una cosa tanto importante come quella.

"Flora, ci sarebbe ancora una cosa che non mi è chiara." S'intromise Soldrofa, e la sua compagna di viaggio la invitò a esporre i propri dubbi.
"Qualche tempo fa, ci dicesti che Iside aveva trecento anni, ma che era ancora piccola. Com'è possibile? "
"Innanzitutto, mia cara Soldrofa, devi sapere che per ogni madre i propri figli saranno sempre piccoli, a prescindere dalla loro età, e poi c'è un altra cosa che dovresti sapere: nella Regione delle Fenici indichiamo l'età in due modi diversi. Ciò dipende dal fatto che la nostra vita è dieci volte più lunga della vostra. Di conseguenza, se per le fenici io ho quasi cinquecento anni, per sapere quale sia la mia età secondo i maghi, basta dividere i miei anni per dieci: quindi ho quasi cinquant'anni per voi, mentre Iside ne ha trenta."
"E come fate per gli anni dispari, come i tuoi?"
"Diciamo che ne facciamo uno ogni mese e mezzo circa, quindi non li consideriamo veri e propri anni: infatti non li festeggiamo."
Soldrofa annuì, capendo il discorso ma trovandolo estremamente inutile, e fu in quel momento che Fernund, dopo averle letto il pensiero, intervenne: "Può sembrare inutile, ma è una tradizione che le fenici hanno conservato sin da quando tutti i popoli di Tintillah si sono uniti. "

Tra un discorso e l'altro, senza che nessuno se ne accorgesse, il pranzo giunse al termine.
Bastet poteva definirsi soddisfatta: aveva scoperto qualcosa in più su ognuno dei membri della compagnia e, in quel modo, aveva anche capito che il loro legame, a poco a poco, si irrobustiva, dando forza a quell'intesa che aveva visto anche in battaglia. Nonostante non volesse ammetterlo, Bastet, dentro di sé, era felice di far parte di quella compagnia.

Nel frattempo, nella sala, era calato un silenzio tranquillo, che nessuno dei presenti osava infrangere con i propri pensieri.

Quel piccolo momento di pace fu interrotto da uno degli uomini che lavoravano all'interno del Castello, venuto a chiamare il Principe.

Seth e Bastet si alzarono in piedi e, seguiti da tutti gli altri ragazzi, si diressero all'entrata principale del Castello. Dopo aver aperto il portone, trovarono una vera e propria sorpresa: davanti a loro si trovava un gruppo di Ibridi in partenza, venuto a chiedere la benedizione del Principe per il loro viaggio verso il monte Pyathor.

Seth augurò buon viaggio al gruppo e, a quel punto, Clara si rivolse a lui: "Credo che sia il caso di andare insieme a loro: forse riusciremo a trovare qualche alleato anche laggiù. " Il Principe annuì e tutti, a poco a poco, lo salutarono e lo ringraziarono per l'ospitalità.

A quel punto, Flora si avvicinò a Bastet e con fare materno, le annunciò: "Bastet, sono lieta di informarti che oggi inizia ufficialmente il tuo viaggio."

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