Capitolo 29
Clara salì le scale nere che prima l'avevano condotta nella sala dello specchio per farle affrontare la propria prova, equivalente alla propria maggiore paura. Aveva sempre avuto tante paure, che in passato l'avevano tormentata come fantasmi, ma in quel periodo sembrava che si fossero alleate tutte contro di lei, e ovviamente Azraela e la Clara che era stata un tempo erano a capo di quella compagnia.
Probabilmente la maga, se non fosse stata coinvolta in quella vicenda, o almeno, se non avesse sentito tutta quella pressione, sarebbe scoppiata a ridere, perché l'istinto le suggeriva che quella situazione era tragicomica: molte cose si erano inconsapevolmente alleate contro di lei, la sua migliore amica si era rivelata una spia al servizio del padre, che era stato capace di nascondere per dieci anni le colpe di cui si era macchiato a causa della sua sete di potere, e a ridosso dei venti anni, si ritrovava con molte più responsabilità rispetto a una ragazza della sua età; però alcune cose non erano cambiate, come ad esempio Fernund, anche se era stato il loro rapporto a cambiare, nonostante non sapesse fino a che punto.
Normalmente avrebbe sorriso e avrebbe riso, ma in quel momento non ne ebbe la forza, ma nonostante ciò sperò di riuscire un giorno a trovare la forza necessaria per fare anche quello.
Al momento le paure avevano ceduto il posto alle domande e ai dubbi che Azraela le aveva lasciato: Clara guardò la spada che impugnava e osservò la sala che avrebbe abbandonato tra pochi minuti, chiedendosi quali fossero i poteri posseduti da quella spada, tanto da renderla unica, poiché era sia un'arma che uno scettro per la propria padrona.
Le ombre e i rami, sibilando, si allontanarono dai suoi piedi, che a poco a poco calpestavano gli ultimi gradini rimasti. Presto Clara si trovò davanti alla porta, che restò chiusa fino a quando la ragazza non la toccò, e in quel momento la porta inizió ad aprirsi lentamente. La maga la attraversò e i suoi occhi furono costretti a riabituarsi alla luce del sole.
"Clara, finalmente sei tornata!" Gridò Soldrofa con entusiasmo mentre Dafne le corse incontro e l'abbracciò forte, cogliendo di sorpresa la ragazza, che poco dopo ricambiò l'abbraccio. La bionda si allontanò mentre Flora si avvicinò alla maga e le accarezzò una spalla, mentre anche gli altri membri del gruppo si avvicinavano.
"Dalla tua tranquillità devo dedurre che tu sia riuscita a superare brillantemente la prova." Affermò Seth osservandola e soffermandosi sulla spada.
"Infatti è così," Rispose la maga osservando il Principe delle Tigri, "e il premio per aver superato la prova è stato questa spada, ma purtroppo non posso dartela, mi è stato chiesto di non farlo."
"Una spada nera, è più unica che rara." Affermò Aragorn tra sé e sé mentre Fernund e Freya osservavano l'arma. Nello stesso momento Dafne si guardò intorno, con la speranza che la Principessa non la guardasse e che soprattutto non notasse l'assenza della spada che le aveva affidato.
Soldrofa iniziò a tempestare Clara con le sue domande: "Ma com'era quel luogo? Sei riuscita a vedere qualcosa? In che cosa consisteva la prova? Perché hai ricevuto una spada nera, ma soprattutto, perché non la puoi dare al Principe Seth?"
Bastet alzò un sopracciglio, poiché se fosse stata al posto di Clara probabilmente le avrebbe urlato contro, ma la maga fermò la dragonessa con un cenno della mano: "Tranquilla, ora vi racconterò tutto, ma per favore, prima concedetemi la possibilità di sedermi."
Flora afferrò una sedia e la avvicinò a lei: "Ti vedo pallida: per caso non ti senti bene?"
"Sarò solo un po' affaticata, ma non è niente di preoccupante. Ora mettetevi comodi: il racconto sta per iniziare."
Clara chiese a Soldrofa di rifare le domande che le aveva rivolto prima, ma con più calma, e la dragonessa non se lo fece ripetere due volte: così ad ogni domanda che la ragazza dai capelli arancioni faceva, la castana dava una risposta dettagliata, come se stesse rivivendo quei momenti trascorsi non molto tempo prima.
La dragonessa le rivolse le ultime domande, che riguardavano la spada e i dettagli della prova, e in quel momento Clara si fermò per qualche istante e abbassò lo sguardo verso l'arma che al momento era appoggiata sulle sue gambe, in seguito rialzò il volto ed osservò i presenti uno ad uno: "La prova consisteva nell'affrontare la propria peggiore paura, e ciò avveniva attraverso uno specchio maledetto. Davanti a me sono apparse due persone: Azraela e una bambina."
"Una bambina? " Chiese allora Freya e la ragazza annuí; Fernund invece non distolse lo sguardo dall'amica: sapeva che lei era capace di affrontare Azraela, quindi la chiave per capire la causa del malessere momentaneo della ragazza doveva proprio essere quella bambina di cui parlava, e in quel momento uno strano presentimento si fece strada tra i pensieri del mago.
"Sì, proprio una bambina, ha dieci anni e il suo nome è Clara." Affermò Clara per poi far cadere la stanza in un silenzio tombale: Dafne spalancò gli occhi mentre Fernund rimase impassibile poiché il suo presentimento aveva avuto conferma.
"Quindi tu avresti paura di Azraela e di una bambina?" Chiese Bastet con una nota di sarcasmo mista a curiosità. "Se fossero due persone normali forse sarebbe meno strano, ma non è così. " Intervenne Fernund, con una certa serietà, perché sapeva bene quanto la situazione fosse complicata, "Azraela è la prima Domina Mortuorum, e la bambina non è nient'altro che la Clara del passato. Quella bambina è la ragazza che è qui, davanti a noi, e che dieci anni fa ha visto i propri genitori in un bagno di sangue."
"Quella bambina era me." Mormorò la maga, sottolineando la sottile differenza tra le due frasi, per poi volgere lo sguardo prima verso il tavolo al centro della sala e in seguito verso Dafne: "Dafne, che fine ha fatto la mia spada?"
La bionda si irrigidì e inizió a balbettare mentre cercava di trovare una scusa, ma lo sguardo arancione di Soldrofa su di sé la convinse a rispondere sinceramente: "La tua spada si è dissolta tra le mie mani: sia Fernund che Freya hanno provato a rimediare, ma non ci sono riusciti."
"Però crediamo che sia direttamente collegata alla tua prova, e il fatto che tu sia tornata con una spada che a quanto pare, ti appartiene, ce lo dimostra." Affermò Freya mentre Fernund afferrava la spada e la osservava con estrema attenzione.
"Chi te l'ha data?" Domandó il ragazzo alternando lo sguardo dall'amica all'arma.
"Azraela, ed è stata lei a dirmi di non darla a Seth perché, a suo dire, quest'arma è anche uno scettro e io sono l'unica in grado di sfruttare le sue potenzialità."
"Su una cosa siamo sicuri: questa spada è tua." Furono le parole del mago, "Infatti, ad eccezione del colore, è identica a quella che Karskatla ha forgiato."
Clara guardò meglio l'arma, e non poté negare le parole del ragazzo.
"Però c'è ancora qualcosa che non mi è chiaro: ho capito che quelle due rappresentano la peggiore paura di Clara, ma come ha fatto Azraela a darti un'arma se si trovava dentro uno specchio? " Fu la domanda di Flora, che fino a quel momento aveva solo ascoltato e che aveva deciso di esporre i propri dubbi.
"Secondo quanto mi ha raccontato, è stata proprio Azraela a maledire lo specchio poco prima di essere esiliata da Tintillah, e l'ha fatto proprio con la funzione di mostrare a chiunque si fosse specchiato la propria peggiore paura, che nel mio caso è rappresentata da loro due. Con molta probabilità lei ha potuto fare questo perché è stata lei a fare il sortilegio. "
"Ma perché proprio loro due? " Fu la domanda successiva, sempre posta da Flora.
"Perché loro due sono parti di me: la bambina che ero e che ho ucciso e la donna che sono destinata a diventare. Comunque state tranquilli, ho parlato con Azraela, e le ho chiaramente detto che sono disposta a dichiararle guerra se necessario."
Il silenzio tornò nella sala, ma per poco, siccome Aragorn si fece avanti: "Mentre non c'eri Freya mi ha parlato della profezia e di tutto ciò che essa comporta, quindi ora riesco a capire l'atteggiamento che hai assunto in determinate occasioni, ma perché quella spada è anche uno scettro?"
Clara sospirò e guardò negli occhi tutti i presenti, poi rispose: "Le anime hanno iniziato a riconoscermi come loro signora, e Azraela mi ha dato lo scettro, dichiarando che ormai sono a tutti gli effetti la Domina Mortuorum. Ora però mi chiedo solo cosa mi aspetta nel giorno in cui la profezia si compirà."
"Se non ricordo male l'ultima cosa che succede quando si elegge il re è l'incoronazione." La frase pronunciata da Fernund, terribilmente vera, fece calare nella sala un ennesimo silenzio carico di tensione. Nessuno proferí parola, perché non ce n'era bisogno; infatti con quella frase erano state dette molte più cose di quante fossero state pronunciate.
Improvvisamente Bastet si girò verso Seth, che da qualche secondo aveva iniziato a tremare, mentre il suo volto aveva un'espressione mista tra lo sconcerto e il terrore, e gli accarezzò le spalle nel tentativo di calmarlo.
Tutti si voltarono verso il Principe delle Tigri, il quale appena incroció lo sguardo del capo dei ribelli si inchinò: "Avrete tutto il mio supporto, potete contare su di me." Mormorò, mentre Clara si abbassò alla sua altezza e lo fece rialzare: "Se volete supportarmi solo perché mi temete, allora posso anche andarmene. Quello che chiedo è un supporto sincero, che mi concedete perché condividete i nostri ideali e non perché avete paura di me. "
In quel momento la maga si sentí offesa: non avrebbe mai voluto che qualcuno la temesse, infatti desiderava che chi la seguisse lo facesse per rispetto e non per paura, perché sapeva che con quella si può comandare, ma solo fino ad un certo punto.
"Scusatemi tutti, non so cosa mi sia preso..." Si scusò Seth, mentre Bastet continuava ad accarezzargli le spalle, "Ma avete ragione, e infatti sapete che già prima vi ho dato il mio appoggio, quindi vorrei unirmi a voi per rappresentare la nostra alleanza."
Bastet si intromise: "No! Tu sei il Principe, quindi il tuo dovere è restare a Grazos. Andrò io con loro, ma voglio che sia chiara una cosa, soprattutto per te Clara. " Mentre diceva questo si avvicinò alla maga, "Tra me e te ci sarà una tregua temporanea, ma solo perché Seth non può lasciare la nostra regione; inoltre spero sinceramente di non assistere a scene come quelle di ieri."
Gli occhi verde smeraldo della maga incrociarono quelli turchesi della tigre: "Mi dispiace Bastet, ma su questo, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, non posso garantirti assolutamente nulla."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top