Capitolo 16
Freya mi accompagnó lungo una scala costruita nella quercia e condusse sia me che gli altri, i quali nel frattempo ci avevano seguito, in una stanza al piano superiore.
In seguito la vidi avvicinarsi a un mortaio e pestare delle erbe a cui aggiunse dell'acqua, che successivamente mi porse:
"Ma ha un sapore orribile! " Esclamai dopo aver bevuto la strana bevanda, mentre restituivo il bicchiere alla ragazza, che mi indicó uno specchio che prima non avevo notato, e mi chiese di specchiarmi.
Mi specchiai, e quello che vidi mi sconvolse: il riflesso era molto simile al mio, ma non era uguale a me. Aveva un ghigno sulle labbra, gli occhi di almeno tre tonalità più scuri e la pupilla non era tonda, ma verticale, come quella di un gatto.
"Sono simili ma non uguali, come è possibile? " Chiese tra sé e sé Dafne, piuttosto intimorita.
"La bevanda che ho dato a Clara permette a chi la beve e si specchia di vedere com'è la propria anima, e come puoi notare lei è un caso particolare." Rispose l'unicorno.
"Aspetta: tu prima avevi detto proprio a Clara qualcosa sulla sua anima, ma che c'entra?" Chiese a quel punto Flora.
"Il mio potere più sviluppato è la capacità di vedere com'è fatta l'anima di una persona." Rispose nuovamente Freya.
"E non è come leggere il pensiero? " Domandó Soldrofa.
"No, " Intervenne Fernund, "sono due cose diverse, anche se vengono spesso confuse: io posso leggere solo i pensieri di una persona e posso farlo guardando gli occhi di quest'ultima mentre Freya può vedere com'è l'anima di una persona e qual è la sua vera natura, anche se ha necessariamente bisogno del contatto visivo, al contrario di me."
Guardai il mio riflesso: per quanto fosse simile a me, mi rendevo conto che tra noi c'erano molte differenze, ma le sorprese non finirono qui: infatti la ragazza nello specchio parló.
"Mia cara Clara, piacere di conoscerti, io sono Azraela. " Disse mantenendo quel ghigno che inizió a spaventarmi quasi, tanto da farmi indietreggiare.
"Chi sei Azraela?" Chiesi cercando di mantenere la calma.
"Sono te, più o meno... Ma non conosci la mia storia? " Ribatté lei guardandomi attentamente.
"La tua storia?" Domandai, più a me stessa che a lei, nel tentativo di farmi venire in mente qualcuno che portasse questo nome.
"Un attimo, questo nome non mi è nuovo..." Rifletté Flora ad alta voce. "Ricordo che circa quattrocento anni fa ci fu una maga che si chiamava come lei, e che combinó una serie di guai, per poi essere stata mandata via da Tintillah. "
"Finalmente qualcuno che almeno per sommi capi si ricorda di me." Commentó Azraela sospirando.
"Io conosco la tua storia, Azraela, e potrei raccontarla io, o preferisci farlo tu? " Irruppe Freya nella discussione, ma Azraela le rispose che non voleva essere lei a raccontare, perché era curiosa di sapere di cosa fosse a conoscenza l'unicorno.
"Allora, per quello che so, Azraela era una maga molto simile a te fisicamente Clara, ma come ha detto Flora, lei ha vissuto circa quattro secoli fa, e in seguito a dei tragici eventi, è stata esiliata da Tintillah.
Azraela era dotata di poteri strettamente collegati alla luce, opposti ai tuoi, Clara, ma ugualmente potenti.
Ovviamente questo potere faceva gola a molte persone, una delle quali un giorno la rapí e la sottopose a numerose e dolorose torture allo scopo di privarla di quegli straordinari poteri: all'epoca Incantesimi per tutti non era stato ancora scritto e per questo nulla fu risparmiato alla povera maga.
Tempo dopo ella fu liberata, ma a poco a poco perse completamente la ragione, e l'odio maturato durante la prigionia scoppió quando scoprí l'identità di altri quattro maghi, aiutanti e alleati del suo aguzzino.
Quello che seguí fu una delle peggiori tragedie della storia di Tintillah: la strage degli innocenti, dal fatto che, anche se i quattro vennero uccisi, altre tre migliaia di persone innocenti fecero la loro stessa tragica fine.
In seguito a ciò il re di Tintillah e gli altri sei principi decisero di comune accordo di esiliare Azraela, mandandola sulla Luna, costringendo il suo spirito, oramai avvolto nell'oscurità e privato dei propri poteri, a restare lí per sempre. "
"Complimenti, vedo che sei molto informata, non me lo sarei mai aspettato. " Commentó Azraela alla fine del racconto, applaudendo.
"Quindi i miei poteri sono dovuti alla tua presenza? " Chiesi in un misto di curiosità e paura.
"No tesoro, la mia presenza è dovuta ai tuoi poteri." Rispose lei. "Oh, scusami, pensavi che fossi solo una leggenda, non è così? "
Non replicai, ma era questa la verità: conoscevo, anche se in una piccola parte, la storia di Azraela, ma avevo sempre pensato che fosse solo una leggenda, e invece quello spirito era lí davanti a me, nello specchio, o, per meglio dire,
era in me.
"Ma come mai sei qui? Non eri stata esiliata sulla Luna?" Domandó allora Flora.
"Conosci La profezia della maga oscura? " Ribatté Azraela con un'altra domanda, portando Flora a scuotere la testa, segno che non era a conoscenza di ciò.
"La conosco io." S'intromise Fernund nella discussione, costringendomi a voltarmi verso di lui, in cerca di spiegazioni: tantissime domande mi passavano per la mente, ma erano tante, troppe, e mi stavano mandando in totale confusione.
Quel labirinto di pensieri fu messo da parte da Fernund, che pronunciò alcune cose all'apparenza abbastanza strane, ma che costituivano quella famosa profezia:
"Uno spirito esiliato da questa terra verrà attirato dall'oscurità che risiede nel corpo di una giovane maga. Lo spirito della donna in cui un tempo risiedeva la luce entrerà nel corpo della maga oscura, fondendosi con la sua anima e nutrendosi del suo crescente odio e rancore. Quando la maga entrerà nella maggiore età e sarà arrivata al limite, i suoi smeraldi si trasformeranno in diamanti neri e l'oscurità regnerà sovrana. "
Indietreggiai ancora, se prima ero inquieta in quel momento ero terrorizzata, ma Fernund mi afferró un braccio, nel tentativo di bloccarmi e tranquillizzarmi, così non potei emettere altro che un profondo respiro.
"Clara puoi stare tranquilla per il momento: i tuoi occhi a causa della profezia diventeranno gradualmente più scuri ma al momento non lo sono più di tanto; l'importante è che tu non permetta al tuo odio di prendere il sopravvento, così rallenterai il processo. " Tentó di rassicurarmi Freya, ma Azraela, come aveva già fatto in precedenza, intervenne:
"Non darle false speranze: la profezia si avvererà, e neanche fra tantissimo tempo, dato che all'inizio del prossimo mese compirà venti anni. " Detto questo ella inizió a dissolversi, per poi lasciare spazio al mio vero riflesso, che rappresentava una ragazza a dir poco sconvolta.
"L'effetto della bevanda è svanito, e con esso Azraela." Ci avvertí Freya, ma io la sentii da lontano poiché poco prima ero scappata dalla stanza per poi uscire del tutto dalla gigantesca quercia.
Mi sedetti sul prato, all'ombra, sotto le fronde della quercia secolare, cullata da un leggero e fresco venticello, persa tra i miei pensieri:
Quindi stanno così le cose?
La profezia si avvererà veramente e io non avró scampo?
La mia anima è così buia?
Non riusciró a impedire che l'oscurità prenda il sopravvento su di me?
Riusciró a sopportare questo peso?
"Non so se riuscirai a sopportare il peso di questo macigno, ma sappi che hai il mio completo appoggio." Ecco Fernund, premuroso come sempre.
"Sicuro di volermi aiutare? Sai che non sarà per niente facile. " Affermai alzandomi e guardandolo: era proprio di fronte a me, con i capelli mossi dal vento, che non distoglieva lo sguardo dal mio viso.
"Certo. Anni fa ci siamo promessi che qualsiasi cosa fosse accaduta, noi ci saremmo sempre stati l'uno per l'altro, e io oggi ho intenzione di rinnovare questa promessa: io, Fernund Taurus, prometto solennemente che, qualunque cosa accada, io sarò qui per sostenerti, sempre. " Affermó portandosi una mano sul petto.
"Io, Clara Aires, prometto solennemente che, qualunque cosa accada, sarò pronta a sostenerti e ad aiutarti, sempre. " Affermai anche io portandomi una mano sul petto, all'altezza del cuore, che batteva all'impazzata.
Entrambi sorridemmo all'altro e ci dirigemmo verso il resto della compagnia, ormai pronta a riprendere il viaggio.
Freya si trasformó e fece sedere Flora sulla sua groppa, mentre Soldrofa si trovava dietro Fernund e Dafne dietro me.
Ormai ci aspettava un'altra tappa del viaggio, in direzione della Regione dei Pegaso, e nonostante fossi partita con un grosso peso sul cuore, sapevo che ci sarebbe stato qualcuno pronto a starmi accanto e io avrei fatto lo stesso, e sapevo che sarebbe stato così per sempre.
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