Tramonto

Nel pomeriggio andai a scuola di danza accompagnato da Josh e vidi Elsa insieme a Sally.  Entrammo.
Era spaziosa, le pareti erano blu con delle stelle argentate che le decoravano, il pavimento verde acqua, il computer posto sul tavolino collegato alle casse attaccate alle pareti, una finestra con tendina bianca.
Arrivò un uomo con pelle scura senza capelli, indossava una canotta bianca e pantaloni comodi e aveva una bottiglia d'acqua in mano.
<<Sono Javier>>
si presentò posando la bottiglia sul tavolo.
<<E voi siete?>>
<<Steve>>
<<Elsa>>
<<Josh>>
<<Sally>>
ci presentammo uno per uno.
Javier era molto socievole, divertente e spiritoso, ma sopratutto un bravissimo maestro di danza.
Josh e Sally tornarono a casa.
Io e Elsa restammo lì e ballammo.

Dopo scuola di ballo comprammo da mangiare, qualcosa da portar via e andammo in un prato di girasoli; ci sedemmo, chiacchierammo e mangiammo, feci piccoli dispetti sempre scherzando a Elsa che mi rimproverò sorridendo e rimanemmo per lungo tempo lì.
Ci scattammo tante foto e Elsa rise, non capii il motivo, poi andai a vedere le foto, mi aveva scattato delle foto a tradimento.
Confessai che non mi piacevano le foto scattate all'improvviso.
<<Buono a sapersi>>
disse lei e continuò.
<<Elsa!>>
la rimproverai, le dissi di cancellarle, ma lei fece no con la testa.
Elsa guardò il tramonto, fu meravigliata, estrasse foglio e matita e disegnò ciò che ci circondava.
Era davvero brava, del resto avevo visto i suoi disegni che ritraevano tutti me.
Aveva lasciato la macchina fotografica incustodita, approfittai, cancellai le foto a tradimento che mi aveva fatto; la vidi concentrata, le scattai una foto senza che se ne rendesse conto e nascosi la macchina fotografica, risi tra me e me.
Sembravamo due bambini,
Elsa mi fece vedere il disegno completo, mi complimentai e lei lo posò accuratamente nella cartella.
<<Perché ridi?>>
mi chiese Elsa sospettosa sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio.
<<Niente>>
<<Ma...la mia macchina fotografica dov'è?>>
<<Non lo so>>
<<Steve?>> lei sempre sospettosa.
restituii ciò che l'apparteneva, appena vide la foto finse di arrabbiarsi.
<<Io non c'entro, si è scattata da sola>> e risi facendo ridere anche lei.
Divenne sera e restammo ancora insieme.
Nel cielo c'era la mezzaluna e le stelle erano sparse qua e là.
Passò un aereo, io e Elsa ci scambiammo uno sguardo d'intesa e salutammo convinti che ci vedessero e ridemmo come matti.
La giornata era fantastica
nessuno di noi due voleva tornare a casa.
Io mi alzai da terra, Elsa era ancora ferma lì, le presi il braccio e l'aiutai ad alzarsi, ci ritrovammo con i visi a pochi centimetri di distanza e incrociammo gli sguardi.
<<Ehm, dobbiamo già andare?>>
<<Noi, ehm sì, già>>
Dopo dieci minuti intensi abbassai lo sguardo e notai che avevo ancora la mano sul braccio di Elsa, la vidi seguire il mio sguardo e sorrise, lasciai libero il suo braccio, lei prese la mia mano e ci incamminammo a casa.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top