Ripetizioni
ELSA
Il professore Smith ci consegnò le verifiche che facemmo ieri e mi disse di aiutare Steve perché aveva avuto
l'insufficienza; guardai il mio compito e avevo preso il massimo dei voti una bella A.
In mensa incontrai Steve, mi sedetti accanto a lui, ci salutammo e parlammo.
Andai nell'aula di arte con Sally e sorridevo.
<<Sally...IoSteveoggiinsieme >>
parlai a raffica non avevo capito nemmeno io cosa avevo detto, ero contenta che passavo il tempo con Steve, è cosi carino.
<<Non ho capito niente parla potabile>>
Sally mentre cercava la matita per disegnare nell'astuccio.
<<Steve è andato male al compito e Smith mi ha chiesto di aiutarlo.
Io e lui dobbiamo studiare insieme>>
<<Sì certo, studiare...>>
Sally fece un sorriso di chi la sa lunga.
<< Sally>>
la rimproverai, possibile che pensasse sempre a male?
Durante l'intervallo mi sedetti su una panchina, presi foglio, matita
e disegnai Steve.
Finite le lezioni, posai l'album disegni e vidi Steve dirigersi verso di me. Raggiungemmo in silenzio
l'autobus, salimmo e
ci sedemmo vicino.
Parlammo dei nostri amici.
<<Il mio amico ha chiamato la sua macchina "la sua ragazza">>
mi disse Steve ridacchiando.
<<La mia amica invece ha dato del lui a un motorino>>
sorrisi per la giornata di ieri passata con la mia migliore amica che era un vulcano.
<<Abbiamo amici strambi>>
<<Be' allora andranno d'accordo>>
Arrivammo a casa di Steve e scendemmo dall'autobus.
STEVE
Elsa spiegava, era davvero bella con quei capelli che le scendevano sulle spalle e intensi occhi azzurri.
Avevo un angelo davanti a me.
La immaginai con le ali e l'aureola.
<<Capito?>> la voce di Elsa mi fece tornare alla realtà.
<<Eh?>>
Cosa aveva detto, non avevo seguito nulla, ero distratto da quella immensa bellezza.
<<Questa materia non ti piace vero?>> chiese lei indicando il libro.
"veramente pensavo a te"
Ma non glielo dissi, mi sentivo un idiota.
<< Già, ehm...ti va di mangiare?>>
<<Sì>>.
Presi il cellulare, chiesi a Elsa che pizza volesse, chiamai e ordinai.
<< Bello...mi piacerebbe suonarlo >>
Elsa accanto al pianoforte.
Mi misi vicino a lei, mentre spiegavo, le nostre mani si sfiorarono.
Si creò un silenzio imbarazzante che fu interrotto dal bussare della porta.
<<È...è...arrivata la pizza>>
<<S-Sì...allora...ehm...si mangia!>>
disse Elsa con entusiasmo le ultime parole e ciò mi fece sorridere.
Andai ad aprire la porta, pagai il ragazzo delle consegne, presi le pizze, mangiammo e misi le canzoni come sottofondo.
<<Che corso hai scelto?>>
domandai per conoscerla meglio.
<<Disegno tu?>>
<<Musica>>
Non parlammo molto perché lei doveva tornare a casa, così l'accompagnai alla porta e la salutai.
<<Allora...ci vediamo a scuola>>
<<A domani>>
lei mi salutò timidamente.
Il giorno dopo andai a scuola e vidi Josh.
<<Amico non sapevo che eri un secchione>>
disse Josh indicando gli zaini che avevo dietro la schiena.
<< È di Elsa, l'ha dimenticata ieri a casa mia>>
<<Hai preso il suo numero?>>
chiese Josh pieno di energie.
<<No...>>
<< È facile basta che dici hey piccola mi dai il tuo numero?>>
Guardai Josh, scossi la testa e non lo risposi.
<< Ok, riformuliamo la frase senza piccola, va meglio?>> continuò Josh.
<<Il punto non è questo, io sono innamorato di Elsa, lei è cosi dolce, con quel sorriso bellissimo, quando sono accanto a lei un altro po' dimentico come mi chiamo figuriamoci di chiederle il numero>>
<<Steve ci sei? dicevi cose insensate>>
<<Non capisci niente>>
mi diressi verso Elsa, le restituii lo zaino, mi ringraziò e mi invitò al suo compleanno, potevo portare anche Josh.
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