Parigi ancora


SALLY
Quella mattina c'era una bufera di neve e faceva freddo.
La temperatura si era abbassata, eravamo in pieno inverno, rabbrividì cercando di scaldarmi.
<<Se vuoi posso essere la tua stufa personale>>
Josh se ne uscì con una delle sue frasi.
<<Nessuno ti ha chiesto niente>>
lo fulminai con lo sguardo, ma doveva sempre essere cosi idiota? pensai al regalo che mi aveva fatto tra cui la festa al mio compleanno, la rosa e la collana.
Era un bel gesto da parte sua, ma soprattutto lui era carino con quel suo caratterino che mi aveva fatto perdere la testa, ora con quella battutina avevo conosciuto anche il suo lato affettuoso.
Pensai al nostro incontro alla festa che mi rovinò la moto e non doveva permettersi, a scuola, a Hollywood, le vacanze estive, quando mi difese da Jordan; anche se sapevo cavarmela da sola, ma era stato dolce, sorrisi senza rendermi conto.
<<Sally hey Sally?>>
Josh mi chiamò, scossi la testa e tornai alla realtà.
<<Ti sei incantata, ammettilo il mio fascino è irresistibile>>
si pavoneggiò.
<<Ma piantala, stavo pensando a quando sei cretino>>
<<Cosi mi offendi>>
<<Poverino, il piccolo Josh si è offeso>>
<<Sai chi hai davanti?>>
<<Un ragazzo stronzo?>>
<<No, l'affascinante e amaliante Josh Winter>>
Scoppiai a ridere.
<<Vado a farmi un tè che è meglio di sentire le tue stupidaggini>>
sparì in cucina e preparai il tè, guardai Josh, lui mi vide e assistetti a una scena buffa e divertente.
Josh interpretava due personaggi e si vantava, risi, lui ricambiò il mio sorriso.
Presi una tazza e misi del tè caldo, mi sedetti e sorseggiai la bevanda.
Restammo nell'albergo, vidi Steve che diede a Elsa una sfera di cristallo dove all'interno vi era la Tour Eiffel illuminata con la neve.
Elsa fu contenta per il pensiero donatogli sopratutto dalla persona che le piaceva.
Steve era un ragazzo d'oro, mentre io avevo scelto Josh; aveva occhi verde smeraldo, capelli rossi scompigliati, vari tatuaggi sui bracci ed era bravo a cantare; ma questo lui non doveva saperlo mai.
Lo vidi che chiacchierava con Steve e Kyle.
I giorni trascorsero velocemente e arrivo già il 31 dicembre.
Quel giorno eravamo emozionati.
La bufera era cessata.
Andammo di nuovo a Parigi per insistenza nostra e i prof ci accontentarono; dalla torre la vista era magnifica,.
Guardammo l'orario, facemmo il conto alla rovescia e i fuochi d'artificio colorarono il cielo.
Cooper e White si baciarono con grande stupore di tutti e fummo contenti per loro due.

BRENT
Tutti che fanno gli sdolcinati bleah!
A me non interessano queste cavolate, l'unica cosa che mi dispiaceva era aver perso Brendon, ci tenevo e ci tengo a lui.
Quel giorno era anche il giorno del nostro compleanno.
Accidenti!
Vidi un ragazzo che parlava con Brendon, anzi ci provava con lui, mi dava fastidio vedere quel ragazzo accanto a Brendon; stava per baciarlo così intervenni e lo fermai.
<<Sparisci!>>
gli dissi, lui mi guardò confuso e irritato, io lo incenerì con lo sguardo, lui se ne andò stizzito.
Bravo vattene e non farti più vedere.
<<Che ti è preso?>>
domandò Brendon leggermente confuso.
Non sapevo nemmeno io che mi era preso e perché ero intervenuto, ma dovevo allontanare quel tipo.
<<Ora non posso fare nemmeno amicizia con le persone?>>
disse Brendon furibondo.
<<Ti stava per baciare>>
<<E allora che ti importa e poi l'avrei allontanato perché una persona che mi piace c'è già! >>
Infatti che mi importava, perché avevo reagito in quel modo? Mi rodeva il fatto che qualcuno si avvicinasse a Brendon; era mio amico, passavo sempre il tempo con lui, eravamo io e Brendon. Noi.
"E allora che ti importa e poi l'avrei allontanato perché una persona che mi piace  c'è già !"
Quella persona di cui parlava ero io. Pensavo che conoscendo quel tipo si sarebbe dimenticato di me.

BRENDON
Non so cosa passava per la testa a Brent, prima mi offendeva e finivamo per litigare e poi si arrabbiava perché parlavo con Julien.
L'avevo appena conosciuto, sì era un ragazzo simpatico, ma i miei pensieri erano rivolti sempre a Brent.
Questo doveva saperlo visto che glielo dissi, ma aveva preferito ignorarmi e offendermi.
Oggi era il giorno del nostro compleanno.
<<Comunque ti volevo fare gli auguri>>
disse Brent, si sistemò il berretto.
<<Auguri anche a te>>
dissi freddo, Brent aveva le mani nelle tasche del pantalone.
I fuochi erano finiti ed erano stupendi; camminammo per tornare in albergo, io e Brent non parlammo.
Io ero innamorato di Brent e lui non lo era di me, questo mi aveva fatto capire da come mi rispose quando gli confessai quello che provavo per lui.
Tornammo nell'albergo e andammo a dormire

1 Gennaio
Mi alzai mi vestii e andai a fare colazione, vidi Brent; bussarono alla porta, andai ad aprire.
<<Ciao Brendon come va? Mi hai detto che stavi in questo albergo e sono venuto a trovarti>>
disse il ragazzo alla porta.
<<Julien>> lo salutai.
Brent mi prese per il braccio e sfidò con lo sguardo Julien, ma aveva una rotella fuori posto? Brent che intenzioni aveva?
<<Piacere sono Julien>>
disse il ragazzo che gli tese la mano
<<Brent>>
lui salutandolo con la stretta di mano tutt altro che amichevole.
Julien entrò, fece amicizia con tutti e i prof furono contenti che avevamo qualche amico in più.
L'unico che non gradiva la sua presenza era Brent.
Brent mi prese per mano, era sempre accanto a me, linciò
con lo sguardo Julien e rispose con arroganza al ragazzo.
Julien stava per baciarmi, lo allontanai, ma si intromise Brent.
<<Smamma piccola pulce>>
Julien a Brent e mi prese per il braccio avvicinandomi a lui.
<<Lascialo!>>
Brent mi tirò per l'altro braccio.
<<Brendon mi piace>>
Julien ammise.
<<Cercatene un altro!>>
Brent continuò.
<<Non esiste>>
I due si sfidarono con lo sguardo e mi sballotarono da un lato all'altro.
<<Ragazzi cosi mi spezzerete le braccia>>
intervenni, smisero, ma Brent non mi mollò.
<<Lui sta con me! >> disse Brent.
Julien sbuffò scocciato e se ne andò.
Appena chiuse la porta, Brent mi lasciò il braccio, lo guardai; ero frastornato, aspettavo che mi desse una spiegazione del suo comportamento ambiguo.
<<Ho detto così solo per farlo andare via>> disse e sparì.
Ero stufo del suo comportamento  indifferente.

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