Cercare di recuperare i rapporti
BRENT
Eravamo a scuola accanto alla armadietti, guardai Brendon ogni cosa che facevo pensavo sempre a lui, perché i miei pensieri erano rivolti sempre a lui ?
Ero affezionato e siamo stati sempre molto legati, ma qualcosa si era spezzato, anche se stavamo sempre vicino perché eravamo amici da tanto tempo e frequentavamo la stessa scuola e lo stesso sport.
Si sentiva che si era creata una certa distanza tra di noi. Forse questo era soltanto per colpa mia.
<<Hey Brent?>>
Brendon mi chiamò sventolandomi una mano davanti al viso.
<<Ti aspetto al campo di baseball>>
il biondino mi informò, annuii e lo vidi dirigersi al campo.
Dopo qualche minuto lo raggiunsi anche io.
Iniziammo la partita, noi vincemmo, ed eravamo contenti per la vittoria. Brendon si tolse il berretto che aveva in testa e lo gettò a terra; corremmo l'uno verso l'altro e ci abbracciammo saltellando, dopo qualche secondo imbarazzato mi scostai e mi ricomposi, raccolsi il berretto a terra e lo restituii.
Brent si aggiustò il berretto sulla testa e insieme ci dirigemmo in mensa, presi il vassoio prima a lui che mi ringraziò e poi presi anche per me, mi sedetti di fronte a lui e lo vidi sorridermi.
Quando gli studenti finirono di mangiare, uscirono dalla mensa e rimanemmo solo noi due.
<<Mi dispiace per quello che è successo tra noi>>
poggiai la mia mano su quella di Brendon e continuai a parlare
<<Ci siamo allontanati per una stupidaggine, anche se ci siamo chiariti percepisco una leggera distanza>>
Ero deluso e dispiaciuto per la distanza che si era venuta a creare. Insomma noi eravamo Brent e Brendon. Non esisteva l'uno senza l'altro.
<<Credo che devo darti delle spiegazioni riguardo i miei atteggiamenti poco chiari>> Brendon inclinò la testa di lato e ascoltò ciò che avevo da dire senza interrompere.
<<Quando siamo andati a Parigi e c'era Julian accanto a te...ecco io temevo che se tu avessi conosciuto lui, ti saresti dimenticato di me e ti avrei perso!>> abbassai lo sguardo.
Non potevo immaginare la mia vita senza Brendon e una parte di me mi diceva che è come se l'avessi già perso da tempo.
<<Ma Brent...come puoi pensare una cosa del genere, tu non mi perderai mai!>>
a quel punto fui costretto ad alzare il viso e guardai il biondino, i suoi occhi esprimevano totale sincerità.
<<E per quanto riguarda la distanza che si è creata tra noi, si è vero la percepisco anche io. Non volevo crearti disagi e penso che tu ti sia allontanato sapendo quello che provo per te per non creare fraintendimenti>> concluse Brendon.
Uscimmo fuori scuola e andai a casa di Brendon, mi aveva invitato da lui e a me faceva piacere trascorrere il tempo assieme .
Entrammo a casa, vidi foto di famiglia incorniciata.
C'era una foto dove Brendon sorridente giocava a baseball con il papà che aveva abbandonato mamma e figlio per una difficoltà invece di superarla insieme come faceva ogni famiglia; aveva deciso di lasciarli soli andando via di casa; pensava che fosse la cosa migliore.
<<Patatine?>> Brendon sulla soglia della cucina mi offrì qualcosa da mangiare, ci guardammo per un secondo e ci capimmo al volo. <<Nachos!>> dicemmo in coro e sorridemmo, lui mi invitò a sedermi, mi accomodai sul divano, lui tornò nel soggiorno; si sedette accanto a me e accese la tv, guardammo il nostro sport preferito e mangiammo.
La partita finì, lui spense la tv, guardai il pavimento poi Brendon.
<<Ero...geloso di Julien>> confessai, potevo benissimo specchiarmi nei suoi occhi e non riuscivo a distogliere lo sguardo; Brendon si avvicinò a me;
ero immobile, il cuore prese a battermi furiosamente e i nostri visi erano vicini, troppo, mi prese la mano, ci guardammo immensamente "il mio Brendon " pensai.
Aspetta non avevo pensato quello che penso che avevo pensato vero? <<Non devi essere geloso perché per me sei importante solo tu>>
JENNIFER
I giorni e i mesi trascorsero velocemente.
Tutti continuarono la loro vita ignorandomi, Kyle mi passò davanti a senza guardarmi, in classe si sedeva sempre lontano da me.
Nel campo da football Kyle giocò con i compagni che furono contenti di averlo di nuovo in squadra.
Tutte le cheerleaders facevano il tifo. Kyle non si voltò nemmeno una volta nella mia direzione, le ragazze appaluadivano e i ragazzi che avevano vinto presero in braccio Kyle gridarono il suo nome.
Non avevo fatto il tifo a nessuno, non avevo aperto bocca, tutto si svolgeva davanti a me come se fossi una spettatrice che guardava la scena da lontano e gettai i pon pon a terra. Iniziò a piovere, tutti cercarono riparo, il terreno era umido e le mie scarpe si sporcarono.
Ero fracida per via della pioggia, corsi per ripararmi.
"Antipatica. Non ti sopporto vipera. Nessuno è migliore dell altro.
Non mi piace questo atteggiamento;
rimarrai sola. Ti difenderò sempre.
Nel mio cuore c'è un altra ragazza"
Erano tutte cose che gli altri mi avevano detto; era come se tutte le persone che mi avevano detto queste cose si trovassero lì in quel momento le sentivo vicine anche se non c'era nessuno, mi presi la tasta tra le mani <<Basta!>> gridai al vuoto.
Mi riparai nella scuola, aspettai che finisse di piovere.
Tutti chiamarono i genitori e altri andarono via con le macchine con consenso dei prof, aspettai i miei genitori e tornai a casa; mi feci un bel bagno e lavai anche la divisa.
Ero ancora in accappatoio, andai nella stanza, mi vestii, mi asciugai i capelli e mi passai la piastra; dallo specchio vidi la figura di Kyle che mi diceva
<<Sei bellissima>>
Mi voltai credetti fosse alle mie spalle, ma non c'era nessuno, l'avevo solo immaginato.
Scrissi alla mia estetista quando dovevo andare da lei a farmi le unghie e posai il cellulare sul letto, andai in cucina, feci merenda, vidi un vaso con all'interno una rosa rossa che mi aveva dato Kyle al nostro appuntamento.
Ricordo che aveva fatto togliere accuratamente le spine per evitare che mi pungessi.
Sentii il cellulare squillare, andai nella stanza, misi il viva voce e mi vestii; dalla tasca dei pantaloni cadde un pezzo di carta.
<<Jen tesoro, per l'ora di cena stiamo a casa>> mia mamma mi avvertì, chiusi la telefonata, guardi lo schermo del cellulare in attesa di un messaggio che non arrivò; di solito Kyle mi mandava il buongiorno o la buonanotte. Ora nulla.
Posai il cellulare sul comodino e vidi il pezzo di carta che era scivolato dalla tasca dei pantaloni sul letto.
Lo presi e lo riconobbi.
Non era un semplice foglio, ma il regalo che mi aveva fatto Kyle.
Non ci potevo credere era il mio sogno andare in quel luogo, avevo sempre desiderato andarci e grazie a Kyle si realizzava.
Bhe se avessi chiesto a mammina e papino mi avrebbero accontentata perché ero la loro bambina e io adoravo ricevere i regali, ai miei compleanni aspettavo sempre quel momento.
Il regalo che avevo ricevuto da Kyle era un biglietto per la Spagna per due. Noi due.
I miei tornarono a casa, cenai e mi stesi sul letto pensierosa con il biglietto della Spagna.
Mi addormentai e sognai.
Ero a scuola. Tutti mi guardavano con disprezzo e mi indicavano.
Kyle si avvicinava a me, mi salutava con sorriso e aveva quel bagliore che gli illuminava gli occhi verde smeraldo dopo qualche minuto
<<vattene via!>> mi diceva triste allontanandosi da me.
Gli studenti compreso gli sfigati mi guardavano arrabbiati, continuarono a indicarmi avvicinandosi a me e mi accerchiarono.
<<È colpa tua, Kyle sta male per colpa tua, sei una brutta persona. Vipera. Snob. Sei una persona orribile!!!>>
Mi svegliai di colpo.Quel sogno mi aveva scossa, appoggiai la schiena contro lo schienale del letto e notai che avevo dormito con il regalo di Kyle tra le mani.
Era sempre disponibile e gentile, si prendeva cura degli altri come Steve. Forse era stato questo che mi aveva fatto innamorare di lui.
Kyle era affettuoso, mi aveva sempre difesa ed sempre stato dalla mia parte quando gli altri erano contro di me. Mi è sempre stato vicino nonostante tutto. Gettai a terra il biglietto.
In quel momento non mi importava nulla dei regali, volevo parlare, chiarire con Kyle e riconquistare la sua fiducia.
Sicuramente sarà arrabbiato con me e non vorrà né vedermi e né sentirmi, mi sentivo, anzi ne ero sicura: l'avevo perso.
Avevo il regalo più bello che potessi mai ricevere:
KYLE
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