"Fottiti puttana. Sei una viscida. Ti odio. " Mi urlava urla che sembravano non finire. Mi aveva chiamato in tutti modi possibili e aveva anche ragione.
"Tu prego. " Lo supplicai.
"Levati dalle palle brutta troia. Vai via. Manda a puttane tutto il nostro il rapporto. Vai via. Rincorri il tuo stulido sogno e fatti coccolare da quello sfigato. Vai via e non torna. Non puoi tornare. Io te impedirò." Cominciò a lanciare i piatti e turto ciò che gli capitava per mano. Qualsiasi cosa.
"E se non andassi? " La mia voce si fece piccola. Era un sussuro non una domanda.
"Ti amerei. " Si fermò.
"Quindi mi stai ricattando con la mia stessa felicità? " Domandai quasi sbalordita.
"No guarda, non me ne fotte più un cazzo di quello che fai. La vita è tua e nella mia non ci entrerai MAI. " Sbattè la porta violentemente. Lo sentii urlare dalla frustazione. Era in giardino con le mani tra i capelli, la mascella serrata, il volto rivolto verso l'alto e la bocca che urlava senza freno. Ci eravamo persi oramai. Non c'era nulla che potevamo fare. Ogni di noi doveva prendere la proprio strada ler un futuro che non implica l'altro. Io avevo scelto la musica e con questo avevo perso Denny.

"Dobbiamo andare su." La voce di Calum mi risveglia. Annusco alzandomi mal volentieri dal comodo sediolino per prendere il piccolo trolley.

"Dormito male?" Luke si avvicina e perplessa gli domandai il perché.

"Ti ho visto agitarti. " Sospiro frustata mentre mi stropiccio gli occhi.

"I miei soliti incubi." Mi stringo nelle spalle aspettando che le mie valigie e quelle dei ragazzi si sbrigassero ad uscire dallo stupido nastro trasportatore.

Stavo cominciando ad odiare fli aerei e i viaggi. Il mio primo volo per per sbaccarmi a Londra ma in realtà io e Maria ci siamo ritrovate a Miami. E lì fu tutto tranquillo
L'andata del viaggio della gita andò bene ma il ritorno fu pessimo. E la stessa cosa è successa in California poco fa. Speriamo che questo viaggio si concluda per il meglio e non come gli altri.

"Hope ci sei? Sei ancora tra noi? Abbiamo lreso le tue valigie. Oggi sembri un po' frastornata. " Ashton mi muove e così mi risveglio dai miei pensieri.

"Tutto bene. Devo farmici l'abitudine." L'ultima frase era più un sussurrò, dovevo convincere me stessa.

"Cosa? Ripeti l'ultima frase." Interompe Calum.

"Niente devo farci l'abitudine di stare lontana da casa." Mento. Non è quello il motivo ma bensì il fatto che devo dimenticare una volta e per semore Denny. Non riesc a levarmelo dalla testa... O meglio dal cuore.
È diventato la mia forza ma anche il mio tassello dolente. È ciò che voglio ma che ora bo perso, e mi sa che indietro non si può tornare.

Arrivati in hotel e, dopo esserci sistemati nelle camere, io con le fidanzate di Calum e Micheal mentre i ragazzi in una stanza tutta loro, comincio a disfare le valigie.

La camera è davvero gigante. Abbiamo un frigorifero ripieno di roba da mangiare, ognuna di noi ha le priorie stanze, ognuna dotata di una bagno personale, una cucina e un salotto molto grande. In quest'ultimo vi si trova una televisione molto grande, un divano e due poltrone e, ai pieni del divano, un tappeto che a parere mio non era chi sa quanto bello.

Sara, la fidanzata di Calum, e Miriam, la fidanzat di Ashton, non sono ancora arrivate poiché avrebbero preso l'aereo successivo, quindi ho ancora per poco la 'suit' tutta per me.

"Dove sei?" La voce di Calum eccheggia nella suit.

"Sono qua. " Urlo io più forte ridacchiando.

"Dove sono Sara e Miriam? " Domanda ficcando il naso un po' ovunque.

"Prendono il volo successivo a noi, ricordi cretino? " Scoppiamo in una fragorosa risata anche se non capisco il perché.

"Siamo qui. " Delle urla che provengono dal salotto richiamano la nostra attenzione.

"Eccoci. " Apro la porta dea mia carema collegata al salotto e vedo le famose Sarah e Miriam.
La prima alta, magra e rossa; la seconda di statura media, bionda e anche lei magra ed entrabe hanno gli occhi cokor nocciala.

"Molto grande questo salotto. " Afferma Miriam guardandosi intorno stordita.

"Già. " Ridacchio io.