Ringraziamenti
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettar niente che è terribile.
Questa frase, tratta da Il mestiere di vivere (diario autobiografico di Cesare Pavese) riassume in maniera piuttosto calzante le motivazioni che mi hanno spinta, in un pomeriggio invernale di quasi nove mesi fa, a pubblicare le due notazioni introduttive e il primo capitolo di questa storia.
Durante il primo lockdown ho scoperto il piacere della scrittura come divertissement privato, valvola di sfogo in una situazione di disagio ma, soprattutto, come cosa bellissima che credevo non avrei praticato mai più. E invece ho cominciato e, con mio sommo stupore data la mia proverbiale incostanza, non mi sono più fermata.
L'esigenza di condivisione è nata in un secondo momento, dopo un certo numero di parole e pagine, principalmente per avere, appunto, qualcosa da aspettare. Per una persona abituata a pensare in prospettiva, è stata dura imparare a vivere giorno per giorno in un momento in cui il presente sembrava essere l'unica opzione temporale disponibile. Un romanzo d'appendice nel solco dei feuilleton ottocenteschi, da pubblicare a puntate una volta a settimana, mi era sembrato un buon punto di partenza. E quindi adesso, che il punto lo abbiamo - sì, abbiamo, perché, una volta rese pubbliche, le storie appartengono tanto a chi le ha scritte quanto a chi le legge - messo dopo la parola FINE, dire grazie assume un valore ancor più pieno di significato.
Grazie per aver reso questa attesa trepidante, necessaria e piacevolissima.
Grazie a chi ha dato il la e poi mollato, a chi c'è stato sin dall'inizio e a chi è arrivato solo alla fine, a chi ha letto, votato e/o commentato in maniera attiva e riconoscibile e a chi lo ha fatto silenziosamente, settimana per settimana oppure tutto d'un fiato.
Grazie a chi ha concesso alla mia storia e a me tre dei beni più preziosi che un essere umano possa donare, ossia fiducia, tempo e attenzione, tanto preziosi perché una volta spesi non tornano più indietro. Spero che ne sia valsa la pena.
Grazie, grazie, grazie.
In ogni fine c'è un nuovo inizio perciò buona fine e buon principio di altre mille storie.
Alla prossima!
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