Da lettrice, amo molto le epigrafi all'inizio dei romanzi, quindi ho voluto inserirne un paio anche qui.

Si tratta di un passo tratto da "Espiazione" di Ian McEwan, edito Einaudi, da cui è stata tratta l'omonima trasposizione cinematografica da Joe Wright nel 2007, con Keira Knightley e James McAvoy, che mi ha ispirato anche una scena cruciale della storia.

E poi di parte del testo di "Quello che siamo diventati" di Motta, contenuta nell'album "Vivere o morire" del 2018 che, come scrivevo nella premessa, dà anche il titolo alla storia perché durante la stesura l'ho praticamente ascoltata in loop.

Ecco dunque, di seguito, i brani promessi, per farvi entrare ancora di più nell'atmosfera del racconto:

Come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c'è nulla al di fuori di lei. È la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c'è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. È sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo.

Espiazione, Ian McEwan, 2002, Einaudi editore

Finalmente senza fingere niente

Senza dirci dove siamo stati

I tuoi piccoli segreti

E la pazienza di essere raccontati

E finalmente senza spiegare niente

E senza dirci come siamo stati

Ci togliamo i vestiti

Davanti a tutto quello che siamo diventati

Quello che siamo diventati, Motta, Vivere o morire (2018)

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per scoprirlo.]

In chiusura, vi ringrazio per il caloroso riscontro ricevuto e spero continuerete a seguire questa storia con lo stesso affetto. Dal prossimo fine settimana si parte davvero, con il primo capitolo; poi, secondo la tabella di marcia, con una pubblicazione a settimana fino alla fine (che è già scritta).

Un abbraccio, buona lettura e a presto!

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