35. Dream a little dream of me

To look in somebody's eyes

To light up the skies

To open the world and send them reeling

A voice that says, I'll be here

And you'll be alright

I don't care if I know

Just where I will go

'Cause all that I need's this crazy feeling

La La Land (2016)

La settimana seguente vengono resi noti i risultati del concorso.

Sono prima in graduatoria, ottengo l'incarico annuale di maître de conférences all'università Aix-Marseille eppure la vittoria non mi regala alcuna soddisfazione.

Cerco un appartamento in affitto nella ridente cittadina provenzale, riuscendo a trovarne uno nello stesso stabile di Malaguti e ricomincia il tran tran accademico, fatto di lezioni, seminari e ricerca. Mi ci butto a capofitto come un automa, senza alcun entusiasmo ad animarmi. Però non mi lamento, perché è il prezzo da pagare per una scelta compiuta mesi o forse anni fa, non saprei più dirlo, oramai irreversibile.

Nelle rare occasioni in cui mi è possibile, mi reco in tribunale a seguire di persona le udienze del processo a Moreau, che viene riconosciuto colpevole insieme agli altri imputati di tutti i capi d'accusa contestatigli. La sentenza mi lascia indifferente, così come quasi tutto ciò che accade - davvero poco, in realtà - nella mia vita.

Davanti alle porte del tribunale di Parigi, però, vengo colta dall'improvvisa voglia di un colpo di testa, quello di ripetere un'esperienza che non faccio da un po'.

Lasciandomi trascinare dall'ispirazione del momento, entro in un cinema d'essai in cui però proiettano un film alquanto recente e, se non ricordo male, vincitore di Oscar.

Si tratta di La La Land - Dedicato ai folli e ai sognatori secondo il cartellone.

Mi sembra perfettamente consono al tipico mood della città, ergo acquisto un biglietto dal gestore con i baffi a manubrio che mi omaggia, tra l'altro, di un cestello di popcorn intrisi di burro fuso.

Inizialmente scettica, vengo man mano conquistata dalle musiche, dai costumi, dai colori e dalla scenografia. Di per sé l'intreccio è alquanto scontato, tuttavia il finale è montato e recitato in modo tanto strabiliante da ridurmi in lacrime ben prima dello scorrere dei titoli di coda.

Acquisto i biglietti per tutte le restanti proiezioni della giornata, uscendo dalla sala a tarda sera, con il cuore in tumulto e la certezza di aver perso l'ultimo treno di ritorno per Aix en Provence. Scoppia un temporale che mi raggiunge senza ombrello, a spasso senza meta per le vie di Parigi, nella consapevolezza di aver smarrito l'orizzonte. I piedi mi riportano in automatico al monolocale sul Quinto Arrondissement, che sgombererò a breve, dopo essermi sistemata del tutto ad Aix.

Stanca, intirizzita e fradicia di pioggia, rovisto nella borsa bagnata alla ricerca delle chiavi dell'appartamento in cui ho intenzione di passare la notte senza accorgermi dell'ombra di una sagoma accanto alla porta.

Quando lo faccio, trasecolo, immaginando persino di avere le traveggole:

‹‹Alberto, che ci fai qui?››

‹‹Potrei farti la stessa domanda, dal momento che dovresti essere rientrata in Provenza da un pezzo›› afferma lui. ‹‹Alvaro era preoccupato››.

‹‹Non hai risposto alla mia domanda›› gli faccio presente.

‹‹E tu alla mia›› mi rimbecca il rosso.

‹‹Quale?›› chiedo.

‹‹Quella che ti feci il giorno in cui venisti ad avvisarmi della cena in famiglia con i tuoi›› replica.

‹‹Non capisco›› balbetto.

Il rosso mi osserva con i suoi occhi di ghiaccio mentre scandisce lentamente: ‹‹Facciamo sul serio, io e te?››

Mi si mozza il fiato in gola, devo sforzarmi di controllare la voce ma è vitale che parli.

‹‹Ho visto un film, oggi›› esordisco ‹‹Racconta di un uomo e una donna con due sogni distinti che si conoscono, si piacciono, si mettono insieme ma non smettono di inseguire i propri sogni in maniera individuale e questo, alla fine, ha la meglio sul loro amore››.

Alberto mi ascolta in silenzio, forse aspetta che continui e io lo accontento:

‹‹Credo ti piacerebbe, lui è un pianista jazz›› considero.

‹‹Già mi sta simpatico›› commenta lui.

‹‹Siamo abbastanza folli da mettere da parte i nostri sogni individuali per cominciare a sognare insieme?›› esclamo ‹‹Perché io ho poche certezze nella vita e una di queste è che non vorrò incontrarti fra qualche anno durante una di quelle feste fatue che piacciono tanto a mia madre e pensare a quanto sei invecchiato male mentre fingo di trovare interessante uno scambio di convenevoli tra conoscenti››.

‹‹Dovremo sbrigarci allora, perché sto già invecchiando malissimo›› ironizza lui ‹‹Attilio mi ha perfino fatto notare qualche segno di stempiatura››.

‹‹Alberto›› lo riprendo, avvicinandomi a lui come attratta da una calamita invisibile.

‹‹La sera in cui ci siamo baciati, ti ho detto di aver perso il conto del numero di volte in cui mi sono immaginato un finale diverso per noi due›› ricorda. ‹‹Beh, non mentivo su quello bensì sulla volontà di scoprirlo. Io voglio sapere dove ci porterà stare insieme e voglio farlo con te››.

‹‹Non posso tornare a Roma adesso›› esclamo.

‹‹Allora non lo farai›› replica con prontezza. ‹‹Sarò io a trasferirmi in Francia››.

‹‹Sei il socio dirigente, Alberto›› gli faccio notare.

‹‹Lo sarò dalla Provenza›› ribatte ‹‹Alvaro mi cederà il suo posto e presto o tardi ci prenderemo Parigi››.

‹‹Non voglio costringerti a una vita che non vuoi›› obietto ancora, per l'ultima volta.

‹‹Smettila di scappare, Marina›› mormora dolcemente ‹‹Perché l'unica vita che non voglio è quella senza te al mio fianco, adesso l'ho capito››.

Così lo assecondo, sfinita, lasciando che il suo abbraccio mi culli, facendosi porto sicuro contro le intemperie dell'esistenza.

E ci sarebbero tantissime altre cose da puntualizzare, tuttavia ci sono mesi di distanza da colmare quindi, in un tacito accordo suggellato da un bacio di quelli a cui mi sono abituata pur senza smettere di pensarci, Alberto e io ridefiniamo le priorità, rimandando il resto a un secondo momento.

O a un terzo.

O quarto.

Perché, in fondo, sono i gesti a definirci, anche più delle parole, e i nostri spazzano via ogni dubbio residuo sul fatto che, comunque vada, ce la faremo.

Spazio autrice
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