28. La storia può ricominciare
Accadono in giro molte cose che tu lo voglia oppure no
L'amore nasce in autonomia
E corre e corre e corre sotto i vestiti
E urla e salta e lascia che si avveri
Quando sono con te sento dentro di me un frastuono una musica
Che non so da dove viene e forse non ha un nome
Ma mi accarezza e mi invade
Ex-Otago, Quando sono con te
Mi sveglia un profumino di pancakes appena fatti.
Sorrido ancora insonnolita, contenta che una delle mie sorelle si sia messa a spadellare in cucina. Apro gli occhi, realizzando però di non trovarmi in camera mia.
Vengo assalita dai ricordi di ieri sera: il gala, la passeggiata nel parco, Alberto che mi poggia la sua giacca sulle spalle, la nostra conversazione e la decisione di andare via. Insieme.
È stata una notte fantastica, inutile negarlo.
Avevo dimenticato quanta intesa ci fosse tra noi. Mi allungo pigramente verso il suo lato del letto, vuoto. Perlustro quindi la stanza, rinvenendo nel mucchio di roba gettata per terra la camicia indossata dal mio amante, spiegazzata. La trovo più adeguata, date le circostanze, a coprire le mie nudità rispetto all'abito di seta verde - un po' troppo impegnativo per colazione - e, dopo averla indossata, raggiungo il rosso in cucina.
Alberto pare di ottimo umore.
È di spalle, a torso nudo coperto soltanto da un grembiule legato in vita, appena sopra la cinta di jeans skinny che ne mettono in risalto il fondoschiena perfetto.
Canticchia a bocca chiusa Stand by me, spadellando una quantità industriale di frittelle dolci su un piatto da portata.
Mi prendo un attimo per osservarlo senza essere vista, ma lui sabota il mio momento privato salutandomi con un sorriso a trentadue denti:
‹‹Buongiorno. Dormito bene?››
Come se non sapesse che abbiamo fatto tutt'altro che dormire, stanotte.
Percepisce la mia occhiata allusiva in proposito e scoppia a ridere. È più bello quando ride, ringiovanisce parecchio, perdendo quell'espressione seriosa che lo contraddistingue per gran parte del tempo.
‹‹Nutella o sciroppo d'acero?›› domanda ancora ma poi, senza che abbia aperto bocca, mi passa un barattolo intonso di crema di nocciole, memore della mia preferenza sul tema.
Sono i ricordi che ti fregano, penso, spalmandola sulla mia dose di pancakes fumanti, quando sei stato insieme a una persona per tanto tempo sono le piccole cose come questa che finiscono per rimanere impresse nella memoria, arrivando a fare la differenza. Nel frattempo, Alberto riceve una chiamata destinata a rimanere senza risposta.
‹‹Lavoro?›› chiedo.
Continua a sorridermi, sornione:
‹‹In caso contrario, saresti gelosa?››
‹‹Può darsi›› sto al gioco, sorridendogli di rimando.
Nel frattempo alla Nutella si è aggiunta una montagna di panna spray, finitami in parte sul naso.
Il rosso rimuove lo sbaffo con un bacio a tradimento, che fa il paio con uno sulle labbra prima che torni a occuparsi della sua colazione.
‹‹Purtroppo o per fortuna, si tratta dell'ennesima bega legale›› conferma.
‹‹Credevo che il caso Bertrand fosse ormai archiviato›› esclamo.
‹‹Sir Thomas Bertrand, per quanto ricco, non è l'unico cliente dello studio›› mi fa presente Alberto ‹‹Ce ne sono altri, di ben più vecchia data, a necessitare di assistenza››.
‹‹Spero soltanto che non siano noti alla stampa o totalizzanti quanto l'amministratore delegato di Bertrand Company›› ribatto.
‹‹Purtroppo sì, perché fanno in qualche modo parte della carta stampata›› rivela lui ‹‹Però sembra una questione meno intricata di quella riguardante il cavaliere di Sua Maestà››.
A questo punto sono curiosa.
‹‹Di chi si tratta?›› indago ‹‹Sempre che non sia un'informazione riservata››.
‹‹Athena Press e Blaise & Faraday›› mi informa Alberto ‹‹Data la fetta di mercato editoriale che occupano insieme, la loro fusione potrebbe essere l'affare dell'anno››.
‹‹Ma non è troppo presto?›› obietto ‹‹Insomma, Edvige Faraday è morta da meno di sei mesi››.
Alberto fa spallucce: ‹‹Pare che gli eredi abbiano fretta di sbarazzarsi dell'azienda di famiglia››.
‹‹Ma non si fa fuori una casa editrice con così tanta storia alle spalle dall'oggi al domani›› mi indigno ‹‹E poi non c'è, che so, conflitto di interesse?››
Tocca al rosso meravigliarsi:
‹‹Perché mai dovrebbe esserci?››
‹‹Elizabeth Jane pubblica da anni con Athena Press›› affermo ‹‹E adesso lo sanno tutti che dietro quello pseudonimo si nasconde Anna De Giorgis››.
‹‹Le voci non sono prove sufficienti, Marina›› mi fa notare lui ‹‹E poi sono sicuro che Malaguti farà tutte le indagini del caso prima di decidere se rappresentare Blaise & Faraday oppure no››.
Temo di non aver capito bene: ‹‹Cosa c'entra Malaguti?››
‹‹È il massimo esperto di fusioni e acquisizioni dello studio›› dichiara Alberto ‹‹Sarà lui a occuparsi della faccenda››.
‹‹Non lo farà›› sentenzio ‹‹Alvaro non rappresenterà mai Anna De Giorgis per conto di Brancia & Associati››.
‹‹E tu come fai a esserne tanto sicura?›› mi incalza il socio dirigente.
Ignoro la nota di gelosia nella sua voce:
‹‹Credo che abbiano dei trascorsi irrisolti per via del fratello maggiore defunto di Malaguti, Sergio›› gli rivelo i miei sospetti ‹‹Anna stava per sposarlo ma la cerimonia venne annullata a un passo dall'altare e sospetto che il tuo associato abbia avuto un ruolo determinante in tutto ciò››.
‹‹Andiamo, hanno lavorato fianco a fianco per anni senza destare sospetti›› borbotta Alberto ‹‹Sono certo che riusciranno a farlo di nuovo, se ne trarranno vantaggio entrambi››.
Cerca di mantenere un tono neutro, il rosso del mio cuore, ma è turbato. Non resisto dal punzecchiarlo un po':
‹‹Davvero non ne sapevi nulla?››
‹‹Tutti e due lavoravano allo studio da un pezzo quando sono arrivato›› si difende lui ‹‹E non abbiamo mai avuto quel tipo di confidenza per cui passi a parlare della tua vita privata, hai presente?››
Annuisco.
‹‹Se hai ragione, si spiegherebbero un sacco di cose›› ammette l'avvocato Brancia Testasecca ‹‹E io potrei aver combinato un casino››.
‹‹Cosa succede?››
‹‹Ho chiesto personalmente ad Alvaro di seguire la vicenda e dovrebbe aver già lasciato la Provenza alla volta di Fiumicino››.
Colgo il riferimento geografico come un'opportunità di raccontare del mio probabile coinvolgimento nell'affaire Moreau.
‹‹A proposito della Francia, c'è una cosa di cui vorrei parlarti›› esordisco ma lui non mi ascolta più, tutto preso a cercare di contattare il responsabile di succursale.
Quando ci riesce, purtroppo è tardi, perché il volo di Malaguti è già decollato dall'aeroporto di Marsiglia, presumibilmente con l'avvocato tra i passeggeri.
Il disappunto di Alberto è palese e, per quanto provi a recuperare l'atmosfera giocosa di poco fa, capisco che il suo cervello è concentrato a risolvere l'inconveniente. Tento di tranquillizzarlo:
‹‹In fin dei conti, potrebbe essere un bene›› affermo ‹‹Magari, trovandosi di nuovo dalla stessa parte, Alvaro e la De Giorgis potrebbero chiarire una volta per tutte e lasciarsi il passato alle spalle››.
‹‹Resta una situazione delicata›› obietta Alberto ‹‹Considerando che si tratta comunque di un affare di famiglia››.
‹‹Che, ne sono certa, saprai gestire nel migliore dei modi›› taglio corto ‹‹Domani››.
‹‹Domani?›› chiede lui.
‹‹Domani›› confermo, avvicinandomi in modo inequivocabile per solleticare quel pizzico di perspicacia residua che lo spinge ad attirarmi a sé, facendogli dimenticare ogni altra questione che non riguardi noi due, insieme, in questo momento.
Il giorno seguente Alberto deve aver affrontato e risolto brillantemente la faccenda, perché, quando faccio il mio ingresso negli uffici di Brancia & Associati, mi imbatto in un Alvaro Malaguti piuttosto in forma.
‹‹Dottoressa Benedetti, che piacere››.
‹‹Il piacere è tutto mio, avvocato››.
‹‹Non si era detto di passare al tu?››
‹‹Non mi pare, no, e gradirei che le cose rimanessero invariate›› affermo ‹‹Soprattutto alla luce della consulenza che vorrei chiederle, se avesse un attimo di tempo da dedicarmi››.
‹‹Sono molto impegnato›› tenta di svicolare, lanciando un'occhiata alla sala conferenze che, con tutta probabilità, ospita un meeting tra le parti coinvolte nella vicenda di fusione editoriale.
‹‹Ma anche i professionisti molto impegnati debbono mangiare, no?›› rilancio ‹‹E si dà il caso che io conosca un posticino nelle vicinanze dove preparano panini eccezionali a basso costo››
In capo a mezz'ora occupiamo una saletta privata sul retro del The Lion King.
Espongo brevemente a Malaguti i fatti riguardanti le attuali difficoltà giudiziarie di Gerard Moreau, ipotizzando un mio eventuale coinvolgimento mentre lui spazzola un cheeseburger gigante accompagnato da un chinotto.
‹‹Ha ricevuto una qualche richiesta di comparizione da parte della polizia francese?›› domanda l'avvocato, terminando il pranzo ipercalorico.
‹‹No, a Villa Ines non è arrivato nulla››.
‹‹Potrebbero averla inviata per errore al suo ultimo domicilio francese?››.
‹‹Mi sento di escluderlo›› dichiaro ‹‹Però chiamerò comunque la mia locatrice parigina››.
Malaguti approva con un cenno del capo per poi chiedere a bruciapelo:
‹‹Brancia è al corrente della situazione?››
La domanda giunge talmente inattesa da spingermi ad assecondare il mio istintivo senso della riservatezza:
‹‹Perché dovrebbe?››
Vengo abbagliata da un sorriso che potrebbe far concorrenza a quelli degli spot pubblicitari del dentifricio:
‹‹Dottoressa Benedetti, conosco Alberto Brancia Testasecca da più tempo di quel che crede e non l'ho mai visto entrare in ufficio canticchiando, come questa mattina›› osserva ‹‹E poco dopo lei, Marina, passa per un saluto?›› L'espressione scettica tace il resto che, tuttavia, comprendo benissimo.
‹‹E se fossi passata per cercare lei?›› bluffo, peggiorando le cose.
‹‹Nessuno a parte Brancia sapeva che sarei stato in città, quindi deve per forza averglielo riferito lui, magari dopo aver provato a rintracciarmi ieri senza successo. Devo continuare?››
Chino il capo, arrossendo, e Malaguti ride del mio imbarazzo.
‹‹Per quel che vale, sono contento che vi siate dati una seconda possibilità›› afferma ‹‹Se c'è qualcuno che merita sul serio un po' di felicità a questo mondo, voi due siete tra i primi della lista››.
‹‹E lei?›› indago ‹‹Come se la passa in Provenza?››
Nel frattempo abbiamo lasciato il pub, immettendoci sulla via del ritorno allo studio legale.
‹‹Belle donne, ottimo vino e un lavoro che mi piace›› esclama Alvaro ‹‹Cosa posso voler di più dalla vita?›› Il tono leggero è destinato a cambiare quando quasi ci imbattiamo proprio in Alberto, affiancato da una donna che assomiglia ad Anna De Giorgis.
Non sono del tutto sicura che sia lei perché, se davvero si tratta della ex responsabile delle risorse umane di Brancia & Associati, beh, il restyling è stato notevole.
La fitta chioma scura e riccioluta, infatti, è stata sapientemente schiarita e lisciata in un bob dal ciuffo vaporoso e sbarazzino mentre la montatura spessa ha lasciato il posto a lenti a contatto che esaltano lo sguardo scrutatore indirizzato ad Alvaro Malaguti.
‹‹Posso sapere perché l'accordo di fusione dell'azienda non è già stato finalizzato?›› lo interroga ‹‹L'avvocato Brancia Testasecca mi ha appena informata che è lei a occuparsene, adesso››.
Se ci trovassimo in un'epoca differente, sarebbe il preludio a una sfida a duello. Che, tuttavia, in ossequio ai tempi moderni, si svolge sul piano verbale, senza esclusione di colpi:
‹‹L'avvocato Brancia Testasecca ha detto bene, sono io a occuparmene adesso›› la scimmiotta lui ‹‹Perciò ho richiesto un rinvio del tavolo di confronto con la controparte previsto per questo pomeriggio››.
‹‹Bene, allora si sbrighi, perché ritengo assolutamente vitale concludere in fretta›› ingiunge la De Giorgis.
‹‹Impiegherò il tempo necessario per curare al meglio i suoi interessi›› replica Malaguti.
‹‹Temo che i precedenti non siano rassicuranti, in tal senso›› ribatte ancora l'ex responsabile delle risorse umane.
‹‹Liberissima di cercare altrove, qualora le prestazioni del meglio su piazza non la soddisfino›› rilancia Alvaro.
‹‹Dal meglio su piazza mi aspetto prestazioni più che soddisfacenti›› esclama la nouvelle parvenu ‹‹Almeno in questo campo››.
I due sono così vicini da poter accoltellarsi, se lo volessero. O baciarsi, magari.
Lancio un'occhiata ad Alberto, che si schiarisce la voce, un po' a disagio.
I duellanti depongono le armi, almeno per il momento, salutandoci con un cenno del capo per poi incamminarsi in direzione diametralmente opposta. Come loro, mi viene da pensare.
Però si sa che gli opposti si attraggono e che, di solito, non finisce bene.
‹‹Dici che lo studio si troverà coinvolto in un processo per tentato omicidio entro la fine del mese?›› ironizza Alberto, facendo scattare una sirena dentro di me.
‹‹A proposito, Alberto, ti devo parlare››.
‹‹Ci siamo rimessi insieme da un giorno e stiamo già a questo punto?›› mi prende in giro.
‹‹No, ma...›› Veniamo interrotti dalle note di You know that I'm no good di Amy Winehouse provenienti dal suo cellulare.
‹‹Sì, sono giusto qui sotto, arrivo›› risponde. Chiude la chiamata lanciandomi uno sguardo mortificato:
‹‹Purtroppo devo andare, il lavoro chiama, letteralmente››.
‹‹Non preoccuparti, ci rifaremo presto›› lo rassicuro.
‹‹Cena domani sera?›› propone.
Scuoto la testa, sconsolata:
‹‹Chiaramonti mi ha chiesto di dare un'ultima lettura agli articoli prima del visto si stampi e la deadline è proprio domani sera››.
‹‹La cucina di casa mia è aperta anche di notte, per te›› dichiara lui ‹‹Altroché ristorante stellato››.
Scoppio a ridere e lui ne approfitta per un breve bacio a tradimento.
‹‹Alberto›› lo riprendo scherzosamente ‹‹Ci vedono››.
‹‹Chi se ne importa›› esclama lui ‹‹Sono pronto a urlarlo al mondo che sono innamorato di te, Marina Benedetti››
Questa dichiarazione improvvisa mi scalda il cuore ma non faccio in tempo a ricambiarla ché l'avvocato Brancia Testasecca è già scomparso dalla mia vista.
Sospiro.
Di felicità si può morire?
Spazio autrice
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