21. Perfetti sconosciuti
Così continuiamo a remare, barche controcorrente,
risospinti senza posa nel passato.
Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby
Quello che siamo diventati.
Continuo a scervellarmi sullo scambio avuto con Alberto, al limite del surreale, e il malumore non accenna a diminuire.
Eppure una buona notizia c'è.
Il progetto interdipartimentale proposto da Alessandro ha ricevuto il via libera e, se avesse successo, ci sarebbero concrete possibilità per me di incrementare il numero di pubblicazioni accademiche. Alcuni saggi, infatti, potrebbero essere selezionati per finire su diverse illustri riviste di settore. Al momento, però, riesco a concentrarmi solo sul bicchiere mezzo vuoto, ossia l'assenza di retribuzione per i tutorati agli studenti - che comunque non mi rendono parte attiva dell'organico accademico - e quella della mia migliore amica, che tuttavia rientra nel weekend.
Cambiare aria sembra aver fatto veramente bene a Georgiana, che appare luminosa e motivata. Sbuca dal retro del The Lion King, dietro il cui bancone trascorro i fine settimana dacché ho smesso di lavorare allo studio legale, per dare una mano a Leo nei giorni di ressa ma pure per non intaccare subito il gruzzolo messo da parte con le retribuzioni da segretaria di Brancia & Associati.
Gigì attende che termini il turno e recuperi le mie cose, dopodiché usciamo, dirette all'Atelier Monti dove la mia amica pianista è attesa per il servizio fotografico della collezione eco friendly Muséeque. L'ex marito di Carolina, infatti, sostiene di averla creata ispirandosi proprio a Georgiana, in seguito un acceso dibattito circa l'ecosostenibilità della moda al giorno d'oggi al quale entrambi hanno preso parte.
Durante il tragitto, parto con le domande di rito:
‹‹Com'era Tel Aviv?››
‹‹Moderna e piena di vita, al solito›› afferma lei ‹‹Mi ha rigenerata››.
‹‹Si vede›› le confermo. ‹‹Come stanno Elisa e Mino?››
Ci impiega un attimo più del necessario per rispondere: ‹‹Bene››.
Non riesco a fare a meno di stuzzicarla: ‹‹Come hanno preso il tuo impegno per la moda ecosostenibile?››
La mia migliore amica alza gli occhi al cielo, sbuffando, ma io ritorno sul punto:
‹‹Ascolta, Gigì, trovo lodevole questa iniziativa, ma te la senti davvero?››
Le lancio un'occhiata di sfuggita: ‹‹Insomma, è un'esperienza un po' bizzarra per una musicista e sono certa che ci sarebbero modi altrettanto efficaci per sostenere le cause ambientali che ti stanno a cuore››.
‹‹Sono trent'anni che mi muovo all'interno della comfort zone, facendo ciò che ci si aspetterebbe da me›› sbotta Georgiana ‹‹Lasciami uscire fuori dagli schemi a modo mio, per una volta››.
‹‹Se è per via di Bertrand e la top model...›› ritento, ma nel frattempo siamo giunti all'ingresso della maison e la mia amica pianista ha gioco facile nell'ignorarmi.
Raoul Monti e una schiera di addetti ai lavori ci accolgono a braccia aperte.
Sarti, costumisti, addetti alle vendite si affaccendano come formiche negli ambienti ampi e luminosissimi che ricordano un grande magazzino anni Cinquanta. A rafforzare l'effetto vintage, una vertiginosa scala a chiocciola posta al centro della sala, che conduce ai piani superiori dell'edificio.
L'ufficio di Monti si trova a quello più alto, accanto a quelli riservati ad amministrazione e contabilità, ci spiega proprio il padrone di casa in persona. I piani inferiori invece ospitano il comparto grafico e la sartoria vera e propria, sale in cui allestire i set e altri spazi non meglio identificati.
Raoul Monti è un ometto corpulento, di pelle scura e dalla parlantina sciolta. Gesticola molto, dimostrando peraltro una predilezione per colori sgargianti e camicie hawaiane. La passione per gli outfit azzardati dev'essere stata determinante nella decisione di sposare la sorellastra di Alberto, mi sa. In ogni caso, in seguito a tutte le rassicurazioni del caso, inizia la fase preparatoria del servizio fotografico, che sarà realizzato in uno dei set interni, predisposti nell'atelier.
Lo stilista si trasforma, perché da buontempone caciarone diviene maniacale quasi fino all'osso. Georgiana viene subito messa a proprio agio dal fotografo che le parla mentre make-up e hair stylist si occupano di trucco e parrucco. La mia amica si diverte molto ad assumere varie pose indossando numerose creazioni sartoriali del cubano, tanto incantevoli da mozzare il fiato.
Personalmente, non ho mai avuto a che fare con questo ambiente, per cui stare nel backstage mi incuriosisce molto. In seguito alla realizzazione delle foto, avviene la selezione e la post-produzione, volta a creare lo scatto perfetto con programmi di ritocco grafico utili a prodotto finito.
Quando usciamo dall'Atelier si è fatta ora di cena, dunque Raoul propone di cenare insieme in un locale caratteristico nei dintorni. Il fotografo, che ha consegnato una copia degli scatti a Georgiana, approfitta del clima confidenziale che si è creato, spingendosi a flirtare con lei, che sta al gioco, durante il tragitto. Al ristorante veniamo raggiunti da Thiago, il ballerino di tango che Monti ha sposato sulla spiaggia di Malibù poco tempo dopo il divorzio da Carolina, e dalla stessa rossa che, con mio sommo stupore, pare intrattenere ottimi rapporti con entrambi.
Ma le sorprese non sono ancora finite perché, a stretto giro, fanno il loro ingresso nel locale sir Thomas Bertrand e la stangona tanto simpatica a Georgiana la quale, scorgendoli, ribolle come una pentola a pressione pur mostrandosi serafica. Tengo d'occhio tutti e tre ma, quando penso che il peggio sia passato, l'amica del britannico si accorge della presenza di Monti, precipitandosi a salutarlo. Lo stilista si sdilinquisce in salamelecchi vari, fino a invitare Helga Landmann - ecco qual era il nome della vichinga spilungona - a sedere con noi insieme al suo accompagnatore. Il quale accetta di buon grado.
Si preannuncia una serata elettrizzante.
Lancio un'occhiata a Carolina che osserva divertita Bertrand prendere posto di fronte alla nostra comune amica.
‹‹Miss Mattei›› la saluta.
‹‹Sir Bertrand›› replica lei.
‹‹È quando vengo a conoscenza di queste idee meravigliose che rimpiango di aver smesso di calcare le passerelle›› esclama d'un tratto Helga Landmann. Con ogni probabilità Monti le avrà svelato i suoi piani per la campagna promozionale della nuova collezione.
Il suo ritiro dalle passerelle a inizi anni Novanta, quando era quotatissima al pari di Claudia Schiffer, cui somiglia molto, fece molto scalpore. Solo qualche mese più tardi si scoprì che il motivo alla base di una simile scelta era la nascita di un figlio, Franz, la cui paternità però non è mai stata rivelata.
‹‹Mi risulta che te la cavi benissimo anche nelle vesti di consulente d'immagine›› afferma il cubano.
L'ex top model si stringe nelle spalle:
‹‹Non dovrei essere io a pronunciarmi in merito›› cinguetta, lanciando un'occhiata complice al cavaliere di The Queen il quale, facendo decantare pigramente del vino, dichiara: ‹‹Confermo le voci, Helga è assolutamente straordinaria. Mi ha aiutato molto in questi mesi››.
Georgiana trattiene a stento un verso di scherno.
‹‹Non credevo avesse bisogno di una consulente d'immagine›› si inserisce Carolina.
‹‹Mi è stato caldamente consigliato dai miei legali di assumerne una, visti i recenti sviluppi›› spiega Bertrand ‹‹E ho pensato di rivolgermi a Helga perché è un'amica di vecchia data››.
La spilungona gli rivolge un sorriso pieno di gratitudine, voltandosi poi verso Monti: ‹‹Però, quando ancora sfilavo, Raoul non mi ha mai proposto nulla del genere››.
Georgiana precede la risposta del diretto interessato: ‹‹Forse perché ai suoi tempi purtroppo non si prendevano ancora sul serio le tematiche legate al rispetto della natura e degli esseri che la popolano››. Fa correre lo sguardo lungo la tavola prima di continuare: ‹‹È vergognoso che non si presti la giusta attenzione al dramma delle balene uccise da oceani di plastica, al bracconaggio per la rivendita dell'avorio contenuto nelle zanne degli elefanti, alle api uccise dall'uso massiccio di glifosato, e mille altri casi di simili, tra cui la vivisezione animale per i test cosmetici e la produzione di accessori di moda››.
Nel frattempo è sceso un silenzio irreale di cui la mia amica, che si è fatta un po' prendere la mano dalla foga, ne diviene consapevole, zittendosi di colpo.
‹‹La passione che traspare dalle tue parole mi convince ancor di più della scelta fatta›› la elogia Monti, sorridendo.
‹‹Scelta?›› chiede proprio Helga Landmann, con un tono sorpreso da cui trapela una lieve inflessione germanica.
‹‹Georgiana è la mia musa ispiratrice, senza di lei Muséeque non sarebbe nata››. spiega lo stilista ‹‹Propongo quindi un brindisi a questa donna meravigliosa››.
I calci si levano in alto, mentre le guance di Gigì assumono lo stesso colore dell'alcol che si trova al loro interno.
Bertrand, che all'accenno al glifosato s'era scurito in volto, aggiunge con il suo marcato accento british:
‹‹Non ci si poteva attendere nulla di diverso da miss Mattei che, con la propria musica, riporta l'armonia persino tra gli dei››.
È una frase così stucchevole da costringermi a fingere che mi sia caduto qualcosa in terra per evitare figuracce che comprendano ridere in faccia a Mr Tea Time.
Sento Carolina borbottare qualcosa a proposito di neuroni bruciati insieme alle azioni in Borsa e la battutaccia peggiorerebbe la situazione se, rialzandomi lentamente, non scorgessi una coppia di facce note in un angolo appartato.
Alessandro Ferri e Carlotta Luciani stanno infatti cenando insieme a pochi metri da me in un'atmosfera che oserei definire quantomeno strettamente confidenziale.
‹‹La storia si ripete››.
La rossa ha seguito il mio sguardo, accorgendosi della presenza dei due. ‹‹Se si lasciasse incantare di nuovo da quel fanfarone, la Gattamorta dimostrerebbe di essere ancora più stupida di quanto immaginassi›› commenta.
‹‹Semmai sarebbe lui il credulone, visto che è stata lei a mollarlo per mettersi con Alberto›› difendo Alessandro, sebbene qualcosa non torni.
Leggo compassione nello sguardo della sorellastra del mio ex: ‹‹Qui di credulona rischia di essercene una sola, tu per la precisione, se decidi di dar retta a Ferri››.
‹‹E quale sarebbe la realtà dei fatti?›› la incalzo.
‹‹Alberto era a pezzi quando lo lasciasti per andare a Parigi›› esordisce la rossa. ‹‹Per inciso, al di là della parentela che ci lega, lo ritenni un vero idiota per averti posto di fronte a una scelta simile›› puntualizza. ‹‹In ogni caso, una sera capitò a Villa Ines mentre tua sorella Elisa dava una festa e lì incontrò Carlotta. Si conoscevano di sfuggita perché lei faceva coppia fissa con Ferri prima che lui la lasciasse improvvisamente e poi si erano incrociati alcune volte proprio a casa tua, dove mio fratello era venuto a parlare con Marcello anche dopo la tua partenza››.
‹‹Non mi stupisce›› mormoro ‹‹Tuo fratello praticamente ci viveva, a casa mia. Papà lo considerava il figlio maschio che non ha mai avuto››.
‹‹Infatti voleva convincerlo a lavorare allo studio legale ma Alberto, all'inizio, non voleva saperne di lasciare la carriera accademica›› continua Carolina ‹‹E credemmo tutti che non l'avrebbe fatto, a maggior ragione dopo l'annuncio che avrebbe sposato la figlia del titolare di cattedra››.
Mando giù un sorso di vino, sento che avrò bisogno di qualcosa di forte prima di ascoltare il resto.
La rossa prosegue il racconto: ‹‹Invece l'anno seguente il matrimonio con la Luciani, mio fratello mollò l'università a un passo dall'incarico di professore associato, pregando Marcello di prenderlo a lavorare in studio, in virtù della storica amicizia con nostro padre e via discorrendo››.
‹‹E questo avrebbe a che fare con Alessandro e Carlotta?›› le chiedo ancora.
‹‹Ferri era in lizza per lo stesso incarico, che ha assunto dopo la rinuncia e le dimissioni di Alberto›› rivela lei ‹‹Il quale, poco tempo dopo, ha presentato richiesta per avviare le pratiche per la separazione››.
In effetti, messa così, tutto sembrerebbe collegato. Inoltre Carolina sembra sincera e questo, unitamente alla vista degli ex amanti tra cui pare essere in corso un ritorno di fiamma, contribuisce a instillare un nuovo tarlo del dubbio.
D'un tratto la mia attenzione viene richiamata dalla tavolata, dove il clima goliardico è stato sostituito da uno da Guerra Fredda.
Georgiana e Bertrand si scrutano in cagnesco, segno che la mia amica non ha apprezzato il brindisi creativo del britannico e glielo ha fatto notare.
A salvare la situazione sull'orlo di un'ulteriore degenerazione, giunge il conto, richiesto e prontamente saldato da Thiago, nonostante le insistenze del CEO di Bertrand Company affinché la spesa venga addebitata a lui.
Il pagamento delle consumazioni sortisce l'effetto sperato, una sorta di tana libera tutti che permette a ciascuno di separarsi dal resto della comitiva senza altri drammi.
Carolina e io ci uniamo a Georgiana, accompagnandola fino al suo pied à terre non molto distante dal ristorante in cui abbiamo cenato. La nostra comune amica pianista freme di rabbia:
‹‹Crede sul serio di intortarmi con simili banalità?›› prorompe ‹‹Potrà darle a bere alla sua amica di vecchia data, non a me››.
La rossa prova a spezzare una lancia a favore del cavaliere di The Queen:
‹‹Non sarai troppo severa, Gigì? Secondo me era un'offerta di pace››.
Per farla dovrebbe smettere di inquinare mezzo mondo con le sue maledette industrie tuona la nostra comune amica ‹‹Altroché smancerie fuori luogo››.
‹‹Qualcosa di più realistico?›› ironizza l'architetto Monti ‹‹Mettendo da parte questione ambientale e boria, non sembra così male come persona››.
‹‹Avete persino suonato a quattro mani Debussy al Conservatorio›› mi lascio sfuggire.
‹‹Pure discreto pianista››. commenta la sorella di Alberto ‹‹Non me lo avevi detto››.
‹‹Perché è irrilevante›› insiste lei ‹‹Il comportamento scellerato nei confronti dell'ambiente e la spocchia tipica di chi ritiene che tutto abbia un prezzo invece sì››.
‹‹Con tutto il rispetto per l'ambiente, questa storia sta diventando un po' pesante›› replica Carolina ‹‹Thomas Bertrand non è il primo industriale rampante affetto da delirio di onnipotenza che hai incontrato e non sarà l'ultimo. Quindi perché proprio lui ti infastidisce tanto?››
Se metà del mio cervello non si stesse ancora arrovellando circa le dinamiche sentimentali tra Alessandro Ferri e Carlotta Luciani, mi congratulerei con l'architetto Monti per aver centrato il punto.
Georgiana, alle strette, si mette sulla difensiva: ‹‹Cosa dovrei fare, mettere da parte le mie convinzioni solo perché un uomo attraente che suona da dio mi dedica uno scioglilingua stucchevole?››
‹‹No, ma potresti cominciare a superare i tuoi pregiudizi dandogli una possibilità›› replica Carolina ‹‹Se si dimostrasse la brutta persona che sostieni essere, avresti avuto ragione sin dall'inizio, se invece ti sbagliassi, potrebbe riservare qualche piacevole sorpresa››.
Georgiana appare ancora scettica: ‹‹Piacevole sorpresa? Bertrand?››
La rossa conferma: ‹‹Proprio lui, a meno che non abbia un fratello gemello omozigote››
‹‹Non credo che il pianeta potrebbe sopportarlo›› afferma Gigì ‹‹E nemmeno io››.
‹‹Ma potresti accettare di partecipare a qualche evento di beneficenza che patrocina con la sua fondazione›› suggerisce Carolina ‹‹Per esempio al gala della Bertrand Foudation, fra qualche mese››.
‹‹È il serpente che si morde la corda, Caro›› protesta Georgiana ‹‹Organizzano serate del genere per pulirsi la coscienza. Non voglio far parte di questo circo››
La rossa sta per controbattere ma siamo arrivate a destinazione, ergo le faccio cenno di desistere. Quando il portone del palazzo si chiude alle spalle della nostra comune amica, esclamo: ‹‹Faresti meglio a non insistere, Georgiana deciderà da sola cosa fare. Forzandola rischi soltanto di peggiorare le cose››.
‹‹La nostra comune amica necessita di qualcuno che le faccia aprire gli occhi sulla situazione per capire ciò che vuole davvero. E anche tu›› sentenzia la sorellastra del mio ex ‹‹Siete spaventate da voi stesse e dalla contraddittorietà dei vostri sentimenti eppure, al di là della paura, potrebbe esserci un'occasione per entrambe››. Ci impiega un attimo di troppo prima di concludere: ‹‹Non sprecatela. Te lo dice una che potrebbe averlo fatto››.
E si allontana, lasciandomi preda di sentimenti che non so decifrare.
Rincasando, noto la luce accesa nello studio di papà. Di solito non ci va mai nessuno, è rimasto come una specie di mausoleo dal giorno della sua morte perciò, temendo la presenza di ospiti indesiderati, mi avvicino alla porta con passo felpato.
Per fortuna si tratta solo della padrona di casa.
‹‹Mamma›› esclamo ‹‹Pensavo dormissi››.
La bionda Gianna si sfila gli occhiali da lettura, massaggiandosi il naso.
‹‹Negli ultimi tempi soffro d'insonnia›› mi ricorda ‹‹Mi stavo portando avanti con gli inviti››.
Le lancio un'occhiata interrogativa, per cui spiega:
‹‹Per il mio compleanno voglio una bella festa, con tutta la famiglia riunita››.
Giusto. Quest'anno è pure cifra tonda, dal momento che si appresta a diventare una splendida sessantenne che dimostra metà dei propri anni anagrafici. Del resto, passare tutto il giorno al Country Club, tra SPA, palestre e attività ricreative varie senza alcuna vera preoccupazione al mondo ha i propri vantaggi.
‹‹Inoltre, come socia del Country Club, ho obblighi sociali a cui non posso sottrarmi, lo sai››.
Mi trattengo a stento dall'alzare gli occhi al cielo perché so bene a quali altri obblighi mi augurerei assolvesse ma mia madre è così e, a questo punto delle nostre esistenze, cerco solo di volerle bene per la persona che è, smettendola di proiettare aspettative irrealistiche circa le sue capacità genitoriali since 1984.
Colgo invece l'occasione di indagare da fonte attendibile la questione che più mi sta a cuore, al momento:
‹‹A proposito del circolo›› esordisco ‹‹Cosa sai dirmi di Alessandro Ferri e Carlotta Luciani?››
Mamma mi lancia un'occhiata grave da sopra le sue scartoffie e ho la certezza che quello che ha da dire non mi piacerà.
‹‹Metto su il bollitore›› sentenzia, e capisco che sarà una lunga notte senza sonno.
Spazio autrice
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