Capitolo 30- Incomprensioni

Appena apro la porta, e trovo la luce accesa, sospiro. Harry è già tornato a casa, e ho paura di litigare con lui per colpa della mia gelosia senza fondamento.
Chiudo la porta, cercando di non farmi sentire, e vado in camera da letto, dove per poco non mi spavento, nel vedere Harry seduto sul letto, con la luce spenta, ad aspettarmi.
Appena mi vede entrare, si alza, facendomi capire che non posso più scappare.
-Ciao.- mi dice, con tono duro.
-Ciao.- gli dico, accendendo la luce e andando verso di lui.
-Quindi?- lo sguardo rimane serio e concentrato, mentre incrocia le braccia. Sta cercando di farmi paura?
-Quindi cosa?- controbatto io, staccandomi dal contatto visivo per mettere a posto la mia ventiquattr'ore, per nascondere quanto la situazione mi stia mettendo a disagio.
-Cosa significa che sono il tuo ragazzo? E guardami quando ti parlo.- mi dice, prendendomi per il braccio, facendomi girare verso di lui.
-Io...era una frase senza significato ecco.- mi sento quasi arrossire, ma non credo sia possibile, sono pur sempre Louis Tomlinson dannazione.
-Non puoi andare in giro a dire che sono tuo Louis.-
Lo guardo un po' dispiaciuto, anche se in realtà quelle parole mi hanno fatto male. Pensavo fossimo arrivati a un punto della nostra relazione in cui...non lo so.
-Pensavo che, insomma...-
-Cosa pensavi? Mi hai mai chiesto di stare insieme?-
-No-
-Mi hai mai detto che sono tuo?-
-No...-
-Allora perché fai scenate di gelosia?- mi chiede alla fine, con tono molto irritato.
-Cosa vuoi che ti dica? Adesso posso anche aprire Twitter e scrivere a tutti che stiamo davvero insieme. Posso anche andare in mezzo alla strada e pomiciare con te davanti a tutti. È questo che vuoi? Pensavo di averti dato abbastanza certezze fino ad ora.-
-Credo proprio di no.-
-Allora cosa vuoi che faccia?-
-Che ammetta a te stesso chi sei veramente.-
-Non ho intenzione di ammettere un bel niente.-
-Perché non hai il coraggio di ammettere che ti importa di me più del dovuto?- si avvicina, e i suoi occhi sembrano quasi disperati.
-Ci conosciamo ancora solo da un mese, l'hai detto anche tu l'altro giorno.-
-Questo non significa che io non tenga troppo a te. E non significa nemmeno che il mio affetto per te non cresca di giorno in giorno sempre di più.-
-Non so davvero dove tu voglia arrivare Harry.-
-Proprio non capisci Louis?-
-Non so cosa ci sia da capire...-
Harry sbuffa, poi di scatto, esce dalla stanza.
Gli corro dietro, prendendolo per un braccio.
Lui si ferma, ma non si volta.
-Dove credi di andare?-
-Da Nick.- quelle parole mi danno un colpo al cuore. Di scatto, lascio cadere il braccio sul mio fianco.
-Cosa? Non dirai sul serio...-
-Invece si. Quando avrai smesso di fare il coglione, vedremo come aggiustare le cose, per ora, non ti conviene aspettarmi sveglio.-
Mi guarda di striscio, girando un po' la testa, poi di corsa esce fuori, sbattendo forte la porta.

È da ormai dieci minuti che cammino avanti e indietro nel salotto.
Dopo un'ora passata a maledirmi mentalmente per la mia stupidaggine, e mezz'ora a chiamarlo per farlo tornare a casa, senza ovviamente ricevere risposta, adesso sono qui che cammino ininterrottamente nel pieno dell'agitazione.
Alla fine, decido di chiamare l'unica persona che di solito, sa darmi i consigli migliori.
-Ehi- mi risponde Fizzie, dopo pochi squilli.
-Credo di aver fatto un casino.- le dico, e credo che dalla mia voce, traspaia l'agitazione, perché dopo qualche attimo di silenzio, sospira.
-Dimmi tutto tesoro.- dice alla fine, con quel tono da mamma premurosa, che ha sempre avuto il potere di calmarmi.
Gli racconto per filo e per segno la verità, dal prima giorno del programma, fino ad ora.
Dire che è shockata, è dire poco, dato che alla fine del mio racconto, è rimasta in silenzio per un bel po'.
-Perché non me l'hai detto Louis?- dice, quasi con tono deluso.
Non faccio altro che deludere le persone oggi.
-Perché neanche io sapevo cosa provavo per lui, e ancora non accettavo del tutto la situazione.-
-Lo sai che io, Lottie e Peter ti accetteremmo qualsiasi cosa accada. La nostra famiglia è importante, non dobbiamo rovinarla per questioni di poco conto.-
-Mi dispiace Fizzie, davvero.-
-Dato che sei il mio fratellone, e ti voglio bene, ti aiuterò.-
-Davvero? Sei la migliore.- dico, questa volta con un tono di voce più allegro. I consigli di Fizzie sono sempre i migliori, e anche se sono più grande di lei di parecchio, la sua saggezza mi sorprende a volte.
-Non per altro sono una Tomlinson. In ogni caso, mi sembra molto semplice la questione. Harry ha bisogno di certezze. Dopo quello che ha passato, ha semplicemente bisogno di qualcuno che gli dica costantemente l'importanza che ha. Lui non voleva davvero arrabbiarsi, molto probabilmente è solo deluso che tu non abbia capito come si sentiva.-
-Allora come dovrei fare secondo te per farlo tornare a casa?-
-Mi pare ovvio. Qui ci vuole una sorpresa con mega dichiarazione.-

Dopo aver discusso per altri venti minuti con Fizzie, decido di attaccare, per dare subito inizio alla fase A.
Cerco in rubrica il numero che ho rubato dal telefono di Harry, sicuro che prima o poi mi sarebbe stato utile.
Dopo pochi squilli, una voce assonnata, mi risponde dall'altra parte.
-Ciao, sono Louis, e ho bisogno che tu mi dia una mano.-

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