55. La resa dei conti

DALLA REGIA: La narrazione è affidata, per l'ultima volta, a Manuela. 

A volte basta una telefonata a cambiarti la vita. Una telefonata fatta da una persona che non ti aspetti e che diventa la soluzione a tutti i tuoi problemi. Mi serviva una prova schiacciante per incastrare Angelo e quella prova me l'ha data Francesca, la collega che aveva ritrovato Gabriella l'unica volta in cui è scappata di casa. Sua figlia diciannovenne Sandra, mentre rientrava a casa, si era accorta di non avere ancora spento il registratore portatile con cui registrava le lezioni a scuola per facilitare lo studio a casa. L'unico giorno in cui l'aveva dimenticato acceso Giorgia Franconi le aveva raccontato di nuovo, con una dovizia di particolari ineguagliabile, cosa fosse successo davvero a Valerio la sera della sua morte. Ci ripenso spesso, anche se è passato un mese e continuerò a ripensare a quel giorno ancora per molto tempo. Tiziana non meritava di morire così, ma la sua morte ha permesso a tante famiglie di trovare una verità che ormai Angelo credeva di aver sepolta da un pezzo. Famiglie che non si riprenderanno mai più, ma che almeno sanno come si siano svolti davvero i fatti.

Angelo era geloso. Ha fatto tutto per gelosia. Sono stata io la causa scatenante di tutto. Io che a lui ho scelto Giuseppe. Io che ho smesso di andare alle sue partite di basket per andare a sostenere Giuseppe alle partite di calcio. Io che ho fatto la mia scelta. Una scelta che a lui non stava bene. Per ripicca aveva sposato la mia migliore amica, Fabrizia, scoprendo poi, ad appena due mesi dal matrimonio, che lei non poteva avere figli. Come avevo giustamente ipotizzato io, Fabrizia aveva chiesto a Tiziana un favore: concepire con Angelo un figlio per poterlo crescere lei insieme all'uomo che aveva sposato e che in fondo amava. L'accordo era per un figlio, Angelo aveva pagato profumatamente per un solo bambino, ma l'ecografia mostrò per tempo che Tiziana era incinta di due gemelli. Alla nascita, Giulio era sano mentre Giorgia era nata con una malformazione cardiaca che sembrava dovesse essere sistemata con un'operazione. Angelo voleva figli sani, come si sentiva di essere lui. Per questo scelse Giulio, lasciando a Tiziana l'altra figlia. Tiziana iniziò allora a ricattare Angelo per avere soldi per mantenere Giorgia e assicurare a lei lo stesso degno futuro che lui avrebbe assicurato a Giulio. Per farla stare zitta arrivò anche a pagarle un viaggio a Roma, con lui, lei e la bambina. L'unica copia della foto - come ho scoperto io stessa - la custodiva Giuseppe perché fu proprio Angelo a dargliela per evitare che Fabrizia potesse venire a sapere di quel viaggio a Roma fatto con Tiziana e Giorgia. Francesco, il marito di Tiziana, aveva da sempre saputo i tranelli in cui era invischiata la moglie e il giorno in cui lei se ne è andata di casa - come Francesco stesso ha raccontato - lui ne ha approfittato per rinfacciarle che Giorgia non l'aveva avuta con lui nella speranza che la figlia iniziasse a farsi due domande sulle sue reali origini.

Angelo ha confessato anche che il matrimonio con Fabrizia non era mai decollato del tutto e così aveva iniziato a picchiarla, per noia. Sognava sempre che lo scegliessi, che io ritornassi sui miei passi, che lasciassi Giuseppe per lui, quel compagno di banco che fa tanto ridere, ma che nessuno nota. Prima della partita Angelo gli ha detto che io ero tornata con lui, che avevamo fatto l'amore insieme e che io gli avevo detto di amarlo, ma non era vero nulla. Giuseppe, dal dispiacere, è morto, gli è venuto un malore e quella sua morte ha rovinato la mia vita e quella di mia figlia.

E poi la morte di Fabrizia. Non avrei mai immaginato le pene dell'inferno che ha passato la mia migliore amica. Angelo ha confessato di averla sempre picchiata, per tutti gli anni di matrimonio e di aver picchiato qualche volta anche suo figlio Giulio. Angelo però è andato oltre: quando non ne poteva più l'ha avvelenata, inscenando l'ennesima violenza domestica e facendo credere al figlio undicenne che la mamma fosse morta perché lui l'aveva spintonata giù per le scale, ma in realtà Fabrizia è morta non appena il veleno che le aveva fatto bere Angelo era entrato in circolo. Non avrei mai pensato che una persona fosse capace di così tante cose brutte insieme, ma il suo interrogatorio-fiume non era ancora finito.

C'era ancora da chiarire la morte di Valerio. Angelo, sempre più in preda alla disperazione, ha confermato quanto avesse detto Giorgia a Sandra. L'ha investito, per paura che Valerio potesse parlare, che potesse scoprire cose che avrebbero mandato in frantumi la sua reputazione da allenatore di basket riconosciuto e stimato.

E infine Tiziana, uccisa sempre da Angelo. Una serie di omicidi compiuti dalla stessa mano, dalla stessa mente fredda e calcolatrice, di un trentacinquenne psicopatico che ha ucciso i miei affetti più grandi in preda alla gelosia e che voleva uccidere anche me, quella sera, facendomi perdere il bambino, perché quel bambino era la prova, inconfutabile, che lui i figli li poteva avere.

Questo bambino lo avrebbe smascherato davanti al figlio e avrebbe smascherato anche tutti i teatrini che lui negli anni, abilmente, aveva messo in piedi, tirando i fili delle varie marionette.

Pensavo di conoscerli i miei amici e pensavo di conoscere anche i loro pensieri invece mi rendo conto che non li conoscevo affatto. Siamo rimasti solo io e Francesco, di quei sei diciannovenni che scelsero di fare il loro viaggio di maturità a Roma. Io e Francesco. Angelo è stato arrestato insieme a Giulio e a Giorgia con una serie di crimini lunga come la lista della spesa. Lui per omicidio plurimo, Giulio per lesioni aggravate nei confronti di Valerio e per una tentata violenza fisica ai danni di mia figlia e Giorgia per lesioni aggravate nei confronti di Valerio. Ad Angelo hanno dato l'ergastolo, vent'anni invece a Giulio e Giorgia.

Io e Francesco ci siamo rivisti all'udienza in tribunale dopo aver assistito in una stanza privata all'interrogatorio-fiume di Angelo. Abbiamo deciso di convivere come amici, si è offerto di darmi una mano proprio adesso che avrò un bambino perché un amico maschio serve sempre e sono tornata nella mia vecchia casa. Partorirò fra qualche mese, l'ecografia ha detto che sarà un bimbo e ho deciso di chiamarlo Giuseppe.

Brando ha chiesto a Paolo di trasferirsi a vivere a casa sua insieme a Emilia e a Gabriella. È diventato un appartamento di giovani e mia figlia aveva bisogno di starsene per i fatti suoi con gente che cerca in ogni momento di tirarla su di morale, con feste e divertimenti vari. Non credo che riesca a conciliare anche lo studio, ma è stato un anno pesante e sono certa che quest'anno chiuderò un occhio.

Per quanto riguarda il mio lavoro, sono momentaneamente in maternità, in attesa di partorire e di ritornare dietro la cattedra. Sono sempre ferma sul letto, nella speranza di non perdere il bambino che porto in grembo e che merita di nascere anche se suo padre è un assassino. Lui non ha colpe e mi sta chiedendo di farlo nascere. Quando lo sento scalciare, so che è così. È come se mi desse delle conferme.

Con mia figlia sto cercando di recuperare una sorta di equilibrio nel nostro rapporto. Per il momento so che sta cercando di digerire tutto quello che è successo, lo fa con fatica, ma almeno mangia ed Emilia le sta sempre vicino, anche se so che spesso litigano quando Gabriella va in crisi e le rinfaccia di non voler essere davvero sua sorella di sangue. In realtà penso che lo faccia per metterla alla prova, ovviamente nel modo sbagliato, per vedere se rimarrà nonostante tutto.

Francesco entra in camera e mi chiede se ho bisogno di qualcosa. Gli rispondo piuttosto se sia lui ad avere bisogno di qualcosa e mi risponde che sopravvive. Tutti, prima o poi, sopravviviamo. Mi ha chiesto di insegnargli come si faccia a sopravvivere alla morte della propria moglie visto che io questo dolore l'ho già affrontato con Giuseppe.

Credo che ognuno abbia il proprio modo di sopravvivere da sviluppare. Il mio me lo insegnerà questo bambino che chiamerò come mio marito e che, per ironia della sorte, è figlio dell'uomo che l'ha ucciso. Francesco me lo insegnerà con la sua compagnia.

Mia figlia, che come quarto nome ha lo stesso nome della mia migliore amica, me lo insegnerà con il suo perdono perché quello che i genitori non dicono, se nascosto per troppo tempo, può generare solo casini. 

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