54. Giulio non si può salvare

DALLA REGIA: La narrazione è affidata a Gabriella. Avviso che in questo capitolo Giulio creerà una scena di violenza fisica, interrotta tempestivamente da Brando. 

- Giulio, ascoltami, cazzo, ti devo parlare! - lo imploro, mentre sta preparando la sua borsa da allenamento.

- Io sto con Giorgia, adesso - commenta - noi due non dobbiamo più parlare di niente.

- Stamattina qualcuno ha ucciso la madre di Giorgia e tu reagisci facendo la borsa da allenamento? Cazzo state insieme e non la vai neppure a confortare? 

- Ma che cazzo te ne frega! E poi non mi ha neppure chiamato lei, l'ho saputo alla radio. 

- Me ne frega perché è stato tuo padre! E anche a te dovrebbe fregare qualcosa! 

- Mio padre? Che c'entra mio padre con la madre di Giorgia! 

- Senti, tu sei il fratello di Giorgia e poche storie. Siete gemelli, Giulio, lo capisci? 

- Ma che stai blaterando? 

- È così, fidati! Alla radio hanno detto che il padre di Giorgia ha detto che tuo padre ha messo incinta tua madre e hanno avuto due gemelli! Siete tu e lei! 

- Solo perché siamo nati lo stesso giorno dello stesso anno non significa niente! Mio padre non può avere figli! Sono balle che raccontano alla radio o alla televisione! - esclama, scocciato, mentre continua a riporre delle calze nella sua borsa da ginnastica. 

- Giulio, tu non ti rendi conto! Tuo padre ti ha mentito! Lui ne può avere! Mia madre è incinta di lui, porta in grembo suo figlio! 

- Mio padre non può averne. Punto - ribatte, cocciuto. 

- Cazzo, Giulio, fidati, mia madre non è una troia. È tuo padre che l'ha messa incinta!

- No! Stai mentendo! Tua madre è riuscita a convincerti che quel bambino è figlio di mio padre, ma non è suo figlio!

- Cazzo, Giulio, la sera in cui è scomparsa mia madre tuo padre l'ha picchiata! Ha picchiato la sua compagna sapendo che era incinta di suo figlio!

- Picchiava anche mia madre se è per questo!

- Appunto, tuo padre è un uomo violento! Tu lo devi andare a denunciare!

- Sono io quello da denunciare! Io! - mi urla in faccia - sono io che ho ucciso mia madre spingendola giù per le scale nel tentativo di difenderla da mio padre!

- Ma che cazzo dici? - sgrano gli occhi - ma tua madre non era morta per una malattia? 

- No! L'ha detto lui per proteggermi! Ero solo un bambino! Avevo 11 anni! Credevo di far bene! La volevo solo salvare e invece l'unica donna che ho salvato è stata tua madre. È corsa via mentre lui tentava di dimenarsi e alla fine c'è riuscito a uscire di casa, ma non so cosa sia successo dopo.

Mi siedo sul suo letto e lo guardo.

- Tu non hai ucciso tua madre - gli dico - tu l'hai fatto per difenderla, capito? Non ti devi sentire in colpa - mi alzo in piedi e mi avvicino.

- No sei tu quella che non capisci. Tu mi sei sempre piaciuta, Gabri, ma io e Giorgia siamo fatti per stare insieme, cazzo. Tu non sai quello che abbiamo fatto a Valerio! Se tu lo sapessi ti farei schifo! 

- V-Valerio? Cosa c'entra Valerio adesso? 

- L'abbiamo ucciso noi o meglio credevamo di averlo fatto. 

- Ucciso? - lo guardo, incredula - Giulio ma che cazzo dici? 

- Dico la verità. Tu non hai capito un cazzo di noi. Noi siamo una coppia malvagia, ci attira fare del male alla gente, non lo so, io sono pazzo, forse. Stammi lontano, Gabri, io so solo fare del male. 

Gli accarezzo una guancia.

- Tu stai vaneggiando. Valerio è morto investito da un motorino. Cosa ti sei fumato? 

- Mi sono fumato la vita - commenta, appoggiandomi una mano sul fianco. 

Appoggio la testa sulla sua spalla, ma l'attimo dopo mi scaraventa sul suo letto, come una furia. Si toglie la maglia e si slaccia i jeans. Inizio a sudare e a tremare. Qualcuno suona il campanello, ma lui fa finta di non sentire. Mi piomba addosso come una sanguisuga, ma a me inizia a mancare l'aria. 

- Smettila, Giulio - gli dico, iniziando a piangere, mentre lui con foga cerca di strapparmi i vestiti.

- Stai zitta, troia - urla lui, baciandomi. 

- Basta, lasciami - cerco di dimenarmi. 

È questione di attimi. Qualcuno piomba nella stanza e me lo strappa via di dosso, dopo avergli tirato un pugno. 

- Gabri, cucciola, è tutto finito - sento dire da una voce familiare - amore, non è successo niente, sei ancora vestita - continua a ripetere mentre mi accarezza i capelli cercando di farmi forza.

Mi sento come paralizzata. Solo quando usciamo dalla stanza di Giulio mi rendo conto che si tratta di Emilia. Angelo rincasa proprio in quel momento.

- Che cazzo è successo? - chiede, vedendomi in quello stato.

- Giulio ha cercato di violentare Gabriella - gli spiega Emilia.

Lui rimane per un po' perplesso. Brando esce e tira un pugno ad Angelo senza preavviso.

- Questo è per tutto il male che hai fatto alle tue donne, brutto pezzo di merda! Non so chi sia più stronzo fra te e tuo figlio! Dovete marcire in galera, razza di coglioni!

- Brando, basta - interviene Emilia - andiamocene via.

Salgo in auto, ancora scossa per quello che è successo. Emilia si siede dietro con me e mi coccola, anche se non me lo merito. Nonostante tutto quello che le ho detto, è lì e se non era per lei e per quel Brando ora starei piangendo ancora più forte. Mi accarezza i capelli e sente che tremo. Non ho mai smesso. Brando insiste per andare dai carabinieri.

- Abbiamo una lista di reati per cui manco l'ergastolo basterebbe - commenta.

Guardo Emilia e le dico che non me la sento.

- No, Gabri, non può passarla liscia così. Dobbiamo denunciarlo. 

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