46. Per fortuna c'è Brando
DALLA REGIA: La narrazione è affidata a Manuela. Se trovate scritto "Guido" sappiate che è Brando, ho cambiato all'ultimo il nome perché altrimenti sarebbe stato un altro nome con la G 😂😂
- Come stai? Hai dormito bene?
Apro gli occhi e la sua mano calda mi accarezza il viso.
- Sì, grazie - rispondo, massaggiandomi la pancia - ma l'idea di dover stare sempre a letto non è il massimo e poi mi manca Gabriella.
- Lo so, ma fidati, è meglio se resti qui da me per un po'. Ancora non so esattamente cosa ti abbia spinto a telefonarmi quella notte visto che sei sparita una vita fa, ma sono contento che tu l'abbia fatto perché crescere senza di te, Manu, è stato davvero difficile.
- Credo sia stato un bisogno di sopravvivenza. Ho capito che se fossi tornata a casa, Angelo mi avrebbe trovata e avrebbe potuto fare del male a me e al bambino invece...
- Invece hai pensato bene di chiamare me. Non sai quanto sarebbe felice mamma di rivederti, non ha fatto altro che parlare di te in questi anni.
- Anche a me manca molto, sono stata una stupida ad andarmene di casa così, a 19 anni, con Giuseppe, ma noi quel bambino lo volevamo davvero tenere.
- Lo so, ma mamma non ce l'aveva con quel bambino, ce l'aveva con te. Fra tutti i ragazzi che avresti potuto scegliere per farti una famiglia, avevi scelto proprio Giuseppe, l'unico con cui rischiavi seriamente di dare vita a persone con una serie di malformazioni genetiche!
- Per quanto tempo ancora dovrò sentirmi dire questo?! - urlo - ho sbagliato, ma ti giuro che prima di sbagliare io non ne sapevo niente! Come potevo sapere che mamma e Lidia fossero sorelle gemelle abbandonate alla nascita e poi affidate a famiglie diverse, eh? Me lo spieghi?
- Stai calma, dai, scusa, ne hai già discusso tanto in passato con mamma.
- Ma forse non è abbastanza perché tu avevi 9 anni quando me ne sono andata di casa e ora ne parli come se sapessi davvero tutto! Questo significa che in 16 anni ne hai sentito parlare milioni di volte!
- Manu, basta, adesso devi stare tranquilla. Ho sbagliato a tirare fuori l'argomento, scusami. Vado a prenderti la colazione, non ti muovere.
- Fai anche lo spiritoso? Dove vuoi che vada? Il tuo medico mi ha detto che se mi muovo perdo il bambino!
- Ops, scusami, è che a fare il badante devo imparare ancora molte cose.
- Dai, oh, hai 25 anni, sei stato anche troppo ospitale, Brando.
Sorride.
- Avrei tanto voluto crescere con te di fianco, mi sarei risparmiato molte pacche sui denti da adolescente!
- Non dire così, non hai un'idea di quanto tu mi sia mancato.
- Avresti potuto scrivermi su Facebook o su Instagram o sul canale YouTube della mia band tanto per dirne una...
- E chi lo sapeva che avessi formato una band tua?
- Beh, avresti dovuto immaginartelo. Quando avevi 17 anni eri tu che mi portavi alle lezioni di chitarra e di canto perché dicevi che ero portato. Io nemmeno credevo in me allora, ero solo un bambino preso in giro da tutti.
- E guarda come sei diventato ora! - commento, ridendo - perché sei cosciente di essere bello, vero?
- Mi tengo dietro, ma la bellezza non è tutto. Cioè non mi dispiace di essere maturato e di aver sviluppato un bel fisico, ma so anche che un giorno questo fisico invecchierà ed è per questo che voglio essere certo di non dover dipendere da come sono fuori.
- Lo sapevo che il liceo classico ti avrebbe aperto la mente.
- Come potevo non farlo? Me lo ripetevi sempre da bambino di fare il classico. Tu ci avevi visto lungo, sei sempre stata l'unica in grado di capirmi davvero, di intuire le mie passioni e di consigliarmi le strade giuste per realizzarle. Fra tre mesi mi laureo in lettere e vorrei tanto che tu ci fossi.
- Fra tre mesi? Fammi pensare... è lo stesso tempo che è passato da quella notte in cui ti ho chiamato e fra tre mesi sarò all'ottavo mese. Se starò meglio potrei anche pensare di venire anche se l'idea di rivedere mamma e che in più lei mi riveda con un pancione come quando ci siamo urlare contro l'ultima volta che ci siamo viste non mi attira molto.
- Ci parlerò io con loro, vedrai che capiranno.
- Mamma non accettava Giuseppe, come potrebbe accettare Angelo che in parte conosceva già e che si è rivelato essere un uomo violento? Mi farà la solita predica sul fatto che non sappia scegliermi uomini normali!
- Ma lasciala parlare, è stato un miracolo che non ti abbia seriamente fatto perdere il bambino quella sera, almeno da ciò che mi hai raccontato è stato così.
- Fidati, è stato un miracolo, ma a me manca Gabriella. Sono tre mesi che sono sparita dalla sua vita, in televisione hanno smesso da poco di cercarmi a "Chi l'ha visto?", da quello che mi dici in ogni quartiere di Bologna c'è la mia foto e a scuola penso mi abbiano già licenziata da un pezzo. Se sapessero che mi nascondi andresti in galera.
- Manu, sono tuo fratello. Sarebbe stato peggio se a nasconderti o a tenerti prigioniera fosse stato quel farabutto di Angelo. Ti giuro che se lo vedo lo metto sotto in macchina!
- Non dirlo neanche per scherzo, Brando!
- Va bene, sto zitto. Comunque se vuoi posso contattare Emilia e spiegarle tutto. Ancora non ci credo che Giuseppe abbia avuto una figlia prima di averla con te!
- Così mi disse zia Lidia quel giorno. Ti assicuro che ci rimasi anch'io di stucco. Comunque Emilia sa tutto, sa che io e Giuseppe eravamo cugini di primo grado. Zia Lidia le ha detto tutto, le ha sempre detto tutto. Sa che sono cugina di primo grado di suo padre ancora prima di essere sua moglie.
- Mamma ha sempre pensato che Giuseppe fosse morto anche per colpa vostra, per colpa di quel matrimonio che non si doveva fare. Cugini di primo grado che si innamorano? Impossibile!
- Come se non fosse mai successo! L'unica cosa che mi fece davvero spaventare fu che Gabriella nacque prematura. Lì iniziai davvero a temere che qualcosa potesse andare storto, ma per fortuna tutto filò liscio. Giuseppe non mi abbandonò neppure un secondo, forse si sentiva in colpa quanto me. Il nostro amore, dopo quella scoperta, non fu più lo stesso. Eravamo troppo incastrati nei nostri sensi di colpa. Un giorno eravamo felici, quello dopo tristi, non capivamo perché non potessimo semplicemente amarci, perché le nostre mamme ci avessero tenuto nascosto un segreto così grande, scoperto solo quando mamma scese a fare l'università a Napoli e incontrò per caso una ragazza identica a lei.
- La vita è strana, è varia, o almeno così ho imparato dai miei studi. Per capirla non basterebbero cento buchi nel naso.
- Non scherzare, Brando. Guarda che vita conduco adesso. Lontana dai miei affetti solo per assicurare un futuro al figlio di un uomo violento che un giorno potrebbe volermi ammazzare.
- Non dire così. Angelo ha un figlio, mi hai detto, che non è un assassino. Ti ha protetto, mettendo ko il padre quella sera!
- Lo so. Ora però inizio a chiedermi se anche Fabrizia venisse picchiata in quel modo!
- L'unica che potrebbe saperlo è Tiziana! Eravate voi il trio perfetto, no? Inseparabili, impossibili e intelligenti?!
- Oddio mi ero dimenticata quanto fossimo stupide quando a 15 anni dicevamo quelle cose!
- Ma no dai non eravate stupide, avevate 15 anni e io ero solo un bambino di 5 anni, assorbivo tutto quello che dicevate!
Sorrido.
- Parlare mi ha messo fame - commento, ridendo.
- Vado a prenderti il vassoio della colazione. Che ne dici di variare oggi? Cornflakes?
- Va bene quello che c'è, ma poi ho bisogno di chiederti un favore.
- Dimmi tutto.
- Forse è davvero il caso che tu vada a parlare con Emilia. Il mio indirizzo lo conosci, te l'ho dato. Dille almeno che sto bene e accertati che abbiano soldi a sufficienza per andare avanti. Dobbiamo smettere di mettergliene nella buchetta lasciando biglietti anonimi.
- Va bene, ogni tuo desiderio è un ordine per me. Ci passerò dopo essere andato in facoltà a parlare con il relatore. Ha delle modifiche da farmi sulla tesi, che stress.
- D'accordo. Grazie.
- E di che, sei mia sorella e io sono felice di poterti di nuovo parlare.
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