Capitolo 23
<<BUONGIORNISSIMOOOOOO>> urlo svegliandolo. Sono circa sei minuti che lo guardo da ebete in silenzio.
<<Ma muori!>> trasale incavolato, ma poi mi vede e sorride. Si rimette sotto le lenzuola di camera sua e chiude gli occhi.
<<Dai che ho preparato la colazione>> lo svesto del lenzuolo con cui era rivoperto per poi farmi scappare una risata.
<<Beh, se l'hai fatta tu allora deve far davvero schifo>> dice alzandosi di scatto. Noto di nuovo le fossette che ha, lo rendono più bello.
<<Ha ha ha. Stronzo.>>
<<Stronza>> sorride e mi bacia sulla guancia per poi scappare al bagno.
Intanto scendo e metto un po' apposto il tavolo: voglio che tutto sia perfetto.
Tranne il modo in cui sei vestita ed i capelli, tutto è perfetto.
Ha ragione: sono vestita solo con una felpa di Brian ed i miei capelli sono raccolti in uno chignon spettinato.
<<Cos'hai preparato di buono?>>. Brian compare proprio nel momento in cui cerco di arrivare allo sciroppo d'acero che sta sullo scaffale più alto.
<<Ma cosa stai facendo?>> ride vedendomi. <<Aspetta, facciamo così>> continua sollevandomi. Finalmente l'ho preso!
<<Grazie papi>> lo ringrazio azzardando nel chiamarlo così: forse non gli piace...
<<Prego>>. Sono contenta nel vedere che in verità gli piace questo soprannome: da oggi in poi lo chiamerò papi.
<<Oggi pancakes>> mi siedo al tavolo e cominciamo a mangiare.
<<Come hai dormito?>> mi chiede anche se sa di già la risposta.
<<Benissimo, solo che la mattina mi sono ritrovata nel tuo letto ed il mio cervello non riesce a capire come ci sia finita.>>
<<Ti eri addormentata sul divano fra le mie calorose braccia...>>. Lo interrompo un attimo dicendo un "seh" e lui mi guarda male, poi continua <<...così ti ho portata nella camera degli ospiti. Ma poi mi mancavi e mi sentivo solo quindi ti ho presa e ti ho messa nel mio letto, però non preoccuparti: non ti ho fatto niente tranne guardarti e poi addormentarmi>> dice con aria d'innocenza.
<<Ah quindi mi hai solo guardata...>> dico prendendo un'altro pezzo della mia colazione.
<<Esattamente>>. Finisce e si alza per mettere il piatto nella lavastoviglie.
<<Aww grazie di aver messo il piatto lì. Ti meriti un bacino>> e glielo dò sulla guancia alzandomi e mettendolo anche io nella meravigliosa macchina che lava i piatti da sola magicamente.
<<Fra poco dovremo andare all'ospedale di tua sorella>> dico dal piano di sopra.
Vado in camera sua e apro il suo armadio. Di vestiti ce ne ha un sacco, ma di cose che siano adeguate ad una situazione del genere ce ne sono poche. Apro il secondo armadio e lì finalmente trovo felpe e jeans.
<<Cosa combini?>>. Di nuovo quella domanda...
<<Cerco qualcosa con cui vestirti>> rispondo continuando a frugare.
Noto una bella maglietta nera e la butto sul letto, poi prendo dei jeans e li butto sopra la maglietta.
<<Perfetto>> sorrido.
<<Tu o sei pazza o sei pazza>> mi risponde scrutando con disprezzo i vestiti.
<<E vabbene>> sbuffo e ritorno al suo armadio. Prendo una t-shirt bianca ed una camicetta boscaiola sui toni del rosso...quella classica insomma. Le metto sul letto togliendo la maglietta ed impacchetandola per poi rimetterla al suo posto.
<<Già meglio>> dice sorridendomi.
<<Visto che ho dei buon gusti>> mi vanto ironicamente.
<<Tu non ri cambi?>> chiede spogliandosi. Ormai per me vederlo in boxer è normale, nel senso che ci rimango indifferente.
<<Infatti dopo passeremo a casa mia...>>
<<No non ti preoccupare. Vieni con me>> e mi conduce fino alla camera di Evelyn.
<<Visto che tu hai scelto per me, ora per te decido io>>. Sembra eccitato..boh.
Fruga per due o tre minuti nell'armadio finché non tira fuori un paio di pantaloncini neri a vita alta ed una maglietta rosa semplice.
<<NononononononononoNoNONoNO il rosa assolutamente no!>> intervengo.
Mi guarda male all'inizio per poi arrendersi e sceglierne un'altra marrone con intrecci. <<Contenta?>>
<<Mi accontento con poco di solito>> risoondo prendendo i vestiti ed andando in bagno.
<<E allora di me perché non t'accontenti?>> lo sento chiedere dall'altra parte della porta.
Decido di non rispondere alla domanda ed apro il rubinetto: inizio finalmente la giornata.
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Entriamo nella stanza dove è collocata sua sorella. Le pareti sono bianchissime ed il pavimento di un verde chiaro, tipo quello degli ospedali psichiatrici.
Sento quell'odore di amuchina, che utilizzano per disinfettare qualunque cosa, mi ricorda di quando mio nonnno morì. Avevo solo nove anni, ma mi sentivo in grado di capire tutti e tutto, almeno fino alla sua morte. Si chiamava Devis: Roald Devis. Un uomo dal bell'aspetto, gentile e generoso. Mi manca un sacco. Era il mio uomo, il mio eroe, mi aveva fatto da padre, da nonno, da fratello...era lui.
<<Cindy>> mi richiama la voce di Brian.
<<Oh, sì scusatemi>>. Che figura dimmerda.
<<Cindy lei è July, Juliette lei è Cindy>> ci presenta ilragazzoconcuinonhounastoriaeconcuisonosoloamica cioè Brian. Sfodero un sorriso e le faccio gli auguri.
<<Tu saresti la sua ragazza?>> chiede guardandomi divertita.
Mi faccio seria, ma sorrido comunque <<Ehm...no>>
<<Sei single quindi?>>. Juliette è una ragazza molto simpatica e solare. I suoi capelli mi ricordano la sabbia ed i sui occhi il mare. Ha anche un sorriso bello, anche con quel millimetro o due in mezzo ai denti.
<<In verità sono solo in attesa di un miracolo>> dico sorridendo.
<<E mio fratello non è un miracolo?>> chiede guardandolo. Mi giro e lo guardo anche io: sta scrivendo un messaggio a qualcuno. Ma chi sarà?
<<Lo è>> sussuro con una voce quasi inesistente. Mi si avvicina e mette una mano sulla mia spalla.
<<Di cosa parlate?>>
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