Cinque
Temperance scrollò le spalle di Edward steso a terra. Quando anche lui riprese i sensi, un sorriso tirato le spuntò sulle labbra. Era pallida, con i capelli sudati appiccicati al collo e alla fronte.
«Che cosa... è successo?». Edward stordito si rimise seduto e cercò con lo sguardo la statuetta. Era scomparsa. Solo Azariah era appoggiato alla gamba del tavolo e si teneva premuta una benda del suo costume da mummia sul naso sporco di sangue. Il candelabro era in piedi accanto a lui, la cera delle candele si era consumata quasi del tutto.
Edward si tastò la gola. Integra. Tirò un sospiro di sollievo.
«Sembra che abbiamo sognato tutti e tre di morire» gli rispose Temperance. «Lo hai sognato anche tu?».
«Un incubo» commentò Azariah, senza aspettare che rispondesse. «Non berrò mai più tè in vita mia».
«Dov'è la statua dell'angelo?» domandò invece Edward.
«Quando mi sono svegliata era sparita».
Edward si strofinò gli occhi. «Dio mio, credevo foste morti per colpa mia».
Azariah gli fece un sorriso storto. «Non c'è niente di peggio che vivere con la coscienza sporca, eh?».
Temperance lo fulminò con un'occhiataccia.
«Non so voi, ma tutto ciò che voglio ora è fare un bel bagno, freddo, e togliermi questo dannato costume di Halloween. Nel mio sogno credevano che fossi una strega vera».
«Anche io» convenne Azariah.
Edward si pizzicò una coscia per accertarsi di essere nella realtà. Quel sogno era stato così vivido. «Andiamo via di qui».
«Az, ti gira ancora la testa?». Temperance aiutò Azariah a rialzarsi e raccolse il candelabro.
Con una luce migliore, Edward si accorse di un grumo di peli scuri divisi in codini abbandonato sul tavolo. Lo osservò con occhi sbarrati per poi aiutare Temperance a sostenere Azariah che perdeva ancora sangue dal naso.
"La morte non perdona chi la invoca. La morte non dimentica".
Il giovane travestito da pirata si fermò di scatto, udendo quelle parole graffianti sibilargli nelle orecchie promesse oscure.
«Avete sentito?».
«Edward, davvero, può bastare. Basta scherzi» lo riproverò Temperance.
«Andiamo» si limitò ad annuire, e dovette sbattere più volte le palpebre per non vedere quegli evanescenti aloni bianchi che sembravano camminare con loro verso l'entrata del seminterrato.
Tump. Tump. Tump.
Sentiva ancora gli stivali dei soldati che lo inseguivano, ma si disse che era soltanto suggestione.
Tump. Tump.
Procedevano allo stesso ritmo del suo cuore.
Un battito. Un passo.
Tump.
"Stolto, la morte non si dimentica di punire".
Edward rabbrividì.
Chissà se al mattino lo avrebbero finalmente lasciato in pace.
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