Parte II
Quando i due ragazzi misero piede nell'attività, la prima cosa che fecero fu accendere le torce dei loro cellulari. Con quella luce si sentirono più al sicuro e iniziarono a guardarsi attorno: osservarono attentamente ogni scaffale di ogni corridoio. I passi echeggiavano rumorosi all'interno del negozio, scandendo i ritmi dei loro cuori. La presa di Olivia era ben salda, non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno a sé stessa, che il calore della sua mano le infondeva sicurezza.
Sembrava tutto libero all'apparenza, nessun danno, nessun oggetto fuori posto. Forse era davvero stata una dimenticanza del signor Anderson, era un uomo attento, ma aveva comunque una certa età. Controllarono ogni angolo in modo scrupoloso, neanche gli schermi dei pochi televisori esposti avevano subito dei danni.
«Possiamo escludere che siano stati dei vandali o dei ladri, quindi?» disse Olivia, pensierosa.
«Brava, piccola Nancy Drew. ̶ Le rispose Darren, mettendosi a ridere ̶ E comunque sì, niente di tutto ciò: Eppure la porta era aperta; è strano.»
Girarono attorno al piccolo bancone e puntarono la luce bianca sul registratore di cassa, non notarono nessun segno di forzatura. Tutto era come era sempre stato. Il silenzio era tombale, sembrava che fuori da lì il mondo si fosse fermato.
«Dai, Darren, usciamo e torniamo a casa. È tutto ok.» Olivia si inquietava sempre più, ogni minuto che passava lì non faceva che aumentarle l'ansia.
Lui non rispose, poiché stava osservando con attenzione la porta che collegava il negozio al piccolo magazzino interno.
"E se i criminali si fossero nascosti lì? Magari sentendo dei rumori all'interno del negozio si sono insospettiti" pensò tra sé e sé.
Con un po' di coraggio aprì la porta e si allontanò da Olivia, che lo seguì in silenzio. Con molta cautela Darren abbassò la maniglia, per poi aprire e puntare la torcia. Era libero. Olivia si fece avanti, incoraggiata dal fatto che non ci fosse nessuno nemmeno lì. Chiusero insieme la porta alle loro spalle e si prepararono per uscire.
«Lasciamo un messaggio al signor Anderson, troverà la porta non chiusa a chiave e potrebbe preoccuparsi.» Olivia non voleva che si prendesse uno spavento, alla sua età poteva essergli fatale.
«Sì, hai ragione. Sul bancone ci sono dei post-it! Usiamo uno di quelli.»
Non ebbero il tempo di fare un passo, però, d'un tratto un forte fischio invase le orecchie di entrambi: Olivia non poté fare a meno di farsi scappare un piccolo urlo di dolore, mentre con le mani stringeva la testa. Si girò verso Darren, per chiedere aiuto, ma lo vide con gli occhi chiusi che imitava il suo gesto. La porta del magazzino si spalancò, facendo sobbalzare entrambi. Il rumore aumentò a dismisura.
Con uno scatto fulmineo Darren staccò una mano dal suo orecchio, dovevano uscire da lì e in fretta; non gli importava di non capire cosa stesse succedendo. Afferrò Olivia per un braccio e accelerò il passo verso l'ingresso. Subito l'aprì e uscì fuori trascinando Olivia dietro di sé.
Non appena l'uscio si spalancò, il rumore assordante svanì di colpo. Come se niente fosse successo, ritornò ad esserci il solito silenzio che inondava le tenebre. I due ragazzi si guardarono perplessi, non sapevano cosa pensare e non c'era una spiegazione logica per ciò che era appena accaduto.
«C... cosa è successo?» si limitò a chiedere Olivia, mentre faticava a rimanere in piedi. Le gambe le tremavano per la paura, quella serata aveva preso una piega strana.
Darren richiuse la porta e rispose a Olivia.
«Non lo so, ma ora sembra tutto a posto, quindi riprendi fiato.» Le tese la mano e la fece appoggiare a lui per qualche secondo, stringendola appena per infonderle coraggio.
I loro cuori battevano all'unisono e i loro respiri sembrarono regolarizzarsi insieme. Avevano preso un bello spavento, ma ciò che li angosciava di più era di non aver compreso quello che avevano vissuto dentro al negozietto. Entrambi stavano ripensando all'accaduto, ma il mistero restava.
«Meglio tornare a casa, si sarà fatto molto tardi.» Olivia di coraggio ne aveva ben poco, e ritrovarsi in una situazione del genere non l'avrebbe fatta dormire per un paio di notti. Si staccò da Darren, come a volersi dare una spinta per recuperare le forze e tornare a casa.
La via di casa, però, era sparita. Fecero qualche passo per incamminarsi lì dove c'era il marciapiedi, ma vennero accolti da un bagliore. Bianco, luminoso. Ferì i loro gli occhi e sembrò quasi come un'esplosione silenziosa. Olivia pensò che non avrebbe più retto nulla di inspiegabile per quella sera, era arrivata al limite, e per l'ennesima volta si sentì il cuore scoppiarle in petto.
Gli occhi di entrambi bruciavano a causa della luce intensa, che non accennava a diminuire, e fecero fatica a riaprirli. Stando vicini, mossero ancora qualche passo e si accorsero che il bagliore iniziava a diradarsi. Quando fu abbastanza sopportabile, cercarono di riprendere il senso della vista sbattendo più volte le palpebre, e iniziando a mettere a fuoco l'ambiente che li circondava. Quello che si trovarono davanti era qualcosa di inspiegabile: non erano più in mezzo alle vie della città, ma si trovavano all'interno di una grotta, e cosa più strana era abbastanza popolata da esseri umani.
Si guardarono attorno, le pareti rocciose e calcaree erano di un colore arancione acceso, probabilmente a causa della chiarore che anche lì arriva molto forte. Alzando lo sguardo non videro la fonte di quella luce, sembrava provenire dal nulla rischiarando il posto dove erano incappati. Avevano la percezione che fosse giorno, ma nessuna apertura poteva confermarlo, quella non era una luce naturale. Il soffitto ampio e alto dava un senso di maestosità, ma Olivia sentiva qualcosa che le stringeva lo stomaco sempre di più. Non si sentiva al sicuro, aveva i brividi lungo tutta la schiena, credette di sognare perché quella realtà era davvero difficile da accettare. Nonostante l'ampiezza della grotta, la mancanza di vie d'uscita accentuarono la sua claustrofobia.
Darren era molto preoccupato, guardò Olivia e intuì il suo stato d'animo. Doveva essere forte anche per lei, e cercare di uscire da quella brutta situazione. La strinse a sé, premuroso come sempre, non voleva farla esplodere in una delle sue crisi di panico.
«Darren, dove... dove siamo? Io non capisco. Cosa sta succedendo?»
Non poteva rispondere a quelle domande, ma sapeva che Olivia stava solo manifestando i dubbi che entrambi avevano.
«Non lo so, non so neanche come ci siamo arrivati. ̶ Le prese la mano e intrecciò le dita per infonderle sicurezza ̶ forse dobbiamo chiedere in giro... qui ci sono delle persone. Guarda! Lì ci sono due ragazzi, magari possono aiutarci.» Darren aveva indicato un punto non distante, gli sembrò la cosa più ragionevole da fare.
Olivia strinse con decisione la sua mano, era troppo spaventata per muovere anche un solo passo da sola. Poteva affidarsi solo a lui, e ringraziò chiunque ci fosse lassù di non essere sola. Decise di seguirlo senza fiatare, ma la voglia di piangere e urlare iniziava a farsi strada dentro di sé, un tarlo che scavava per farle perdere la ragione e il controllo. Un minuto prima erano nella loro piccola cittadina e ora, invece, si erano ritrovati in un posto mai visto prima senza un apparente motivo e dopo degli strani avvenimenti.
Si avvicinarono a due ragazzi, un'altra coppia come loro, per chiedere informazioni su quel luogo e su come lasciarlo.
«Ehm... ciao! Sembrerà strano, ma ci chiedevamo: in che posto ci troviamo? Sapreste dircelo?»
Alle domande del ragazzo seguì il silenzio. La coppia a cui aveva chiesto aveva lo sguardo perso nel vuoto, sembrava che non li avessero sentiti. Il loro aspetto era normale, sembravano due persone in carne e ossa. Olivia notò che erano vestiti in modo strano, sembrano agghindati a festa, ma la gonna ampia della ragazza e il borsalino sulla testa del ragazzo erano decisamente fuori moda, come se non appartenessero all'epoca in cui si trovavano.
Darren gli sventolò una mano davanti la faccia per attirare l'attenzione, ma anche questo gesto non portò a nessun movimento: sembravano dei corpi senz'anima. Erano spenti, sembravano prigionieri, incatenati dal loro stesso corpo che era bloccato, inerme. Darren inorridì, la mente faceva fatica a comprendere tutte quelle stranezze, eppure era reale.
Fecero un giro su loro stessi, soffermandosi a guardare tutte le persone lì presenti. Si sentirono circondati da quei corpi che non rispondevano: nessuno di loro si muoveva, gli sguardi erano indirizzati verso dei punti fissi e gli unici suoni che si potevano percepire erano dei lamenti, quasi dei mugugni più rumorosi che creavano un cacofonia disturbante.
Le gambe di Olivia iniziarono a cedere, mentre gli occhi indugiavano su ognuno di quelle persone. Non reggeva più, si accasciò a terra appoggiando la schiena sulla parete umida della grotta. Sconfitta e spaventata.
Sarebbero più riusciti a tornare a casa?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top