Capitolo Ventiquattro
Pov. Sarah
E un altro sabato sera è arrivato.
Laureen è nel pieno dei preparativi per la grande serata
"Davvero non vuoi venire?" mi chiede delusa
"No grazie, ho già dato lo scorso weekend. Stavolta rimango tranquilla in camera"
"Sei proprio noiosa Sarah" sbuffa
"Grazie" rido
L'aiuto a scegliere il vestito più adatto: stasera sarà una gran festa per lei. Pongo l'ha invitata ufficialmente e sono più che sicura che finalmente faranno un passo avanti.
Dopo ciò che è successo alla festa manca solo l'ufficializzazione.
Lei è in fibrillazione segno che non sta aspettando altro da due giorni a questa parte.
Si piastra i capelli per la quinta volta, poi svuota un'intera boccetta di profumo
"Come sto?" mi domanda agitata
"Sei bellissima lili, davvero"
"Dici?" è nervosa: si guarda allo specchio più e più volte, da ogni possibile angolazione
"Assolutamente sì, con questo vestito sei pazzesca. Pongo impazzirà vedendoti così"
Mi sorride, ma vedo comunque un po' di preoccupazione sul suo volto.
Sono sdraiata sul letto, mentre la osservo riguardarsi nello specchio alla ricerca del più piccolo difetto.
Sono circa le nove quando Pongo suona alla porta. Laureen urla
"Stai tranquilla" scoppio a ridere "Ciao Pongo, la tua donzella ti aspettando da circa quattro ore"
"Chiudi la bocca Sarah!" Urla da dentro l'armadio "Sto, sto arrivando" balbetta
Quando chiude le ante, lo sguardo di Pongo è indescrivibile: non ci sono parole per descrivere il luccichio nei suoi occhi e l'enorme sorriso che compare sul suo volto.
"Wow.." sussurra
"Bella, eh?" sorrido guardando Laureen, e non posso che essere felice per la splendida serata che li aspetta.
Li guardo andar via a braccetto, mentre lentamente camminano verso l'uscita del dormitorio. Sorrido.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi abbandono sul letto godendomi il silenzio.
Non mi capita spesso di potermi godere tutto questo.
Laureen è decisamente una persona esuberante, per questo quando riesco mi ritaglio questi momenti in cui semplicemente ascolto il silenzio intorno a me.
A volte ne sento la necessità, anche se in passato rimanere sola per me era un incubo.
Soprattutto la sera, quando i miei demoni tornavano a farmi compagnia più vividi che mai.
Tutti i miei amici, compreso Joe, andranno alla festa, così mi ritrovo sola nel buio nella stanza a godermi semplicemente il silenzio.
Gli ultimi giorni sono stati davvero impegnativi, il pensiero di Jess si è ripresentato spesso nella mia mente, ricordandomi che mi merito una spiegazione.
Merito di sapere da cosa sia dovuto questo allontanamento, merito di sapere cosa sia successo.
Domani potrei parlarle. Di certo non ho intenzione di farlo adesso, magari interrompendola in un momento.. intimo con una delle sue conquiste.
Un brivido mi percorre la schiena.
Non so come potrei reagire nel vederla insieme ad un'altra ragazza, così decido semplicemente di accantonare fino a domani qualsiasi mio piano di attacco.
Pov. Jessica
Ho visto la sua amica biondina lasciare la stanza insieme a quel tonno del secondo anno, mentre Sarah è tornata in camera.
È da sola, di questo ne sono più che certa. E sono altrettanto certa che tutti i suoi amici andranno a quella fottuta festa, così io avrò la possibilità di parlarle.
Solo parlarle, davvero. Voglio prima risolvere questa situazione.
Mi riprometto di non andare da lei fino a tarda sera, per avere la conferma che nessuno venga a prenderla per portarla a quella dannata festa.
Il problema è che resto a fissare quel dannato orologio hippie di Luna, fino a quando non resisto più.
Circa una decina di minuti dopo che la sua coinquilina ha lasciato la stanza.
Raggiungo la sua porta, e prima di bussare cerco di sentire se sia sola, e soprattutto se sia ancora in camera.
Si sente il flebile vociare della pc, e pieno silenzio in sottofondo, ma questo non vuol dire che sia sola.
Tiro un profondo respiro e poi busso.
Gli attimi di attesa mentre aspetto che lei venga ad aprirmi sembrano infiniti, e per un attimo penso che non la vedrò apparire dietro la spessa porta marrone.
"Jessica?" Sarah sgrana i suoi bellissimi occhioni scuri non appena mi vede "Che ci fai qui?"
"Io.. io sono venuta qui per parlare" mi guarda sconvolta.
Tranquilla piccola, siamo in due.
"Uhm, okay. Entra allora"
Rimango piacevolmente sorpresa quando noto che siamo effettivamente sole in camera.
E l'atmosfera non è niente male.
"Non farti strane idee" mi blocca subito "Allora? Che dovevi dirmi?"
"A dire il vero sei tu che devi dirmi qualcosa"
"Io?" è confusa
"Sì, tu. Come mai Joe è tornato? Che intenzioni hai con lui?"
"Non vorrai dirmi che ti sei incazzata con me per la storia di Joe? Sai benissimo che è il mio migliore amico"
"Sei diversa quando sei con lui" ringhio "Tu sei così.. felice" volto lo sguardo
"È il mio migliore amico, lo conosco da anni. È normale che io sia diversa con lui rispetto a qualsiasi altra situazione"
"Lo so, ma tutto questo mi infastidisce" abbasso la testa
"Mi hai ignorata per giorni!" urla
"Da quando lui è tornato, non ti accorgevi nemmeno di me" ringhio
"Ma cosa stai dicendo?"
"Di solito eri sempre in attesa di vedervi arrivare, in qualsiasi occasione. Alzavi lo sguardo e lo posavi su di me. Da quando lui è qui sembra che tu ti accorga di me solo quando sei sola"
"Non è affatto vero" si difende, sapendo di essere comunque dalla parte del torto "Ma anche fosse il suo arrivo non cambia le carte in tavola"
"Cosa vuol dire questo?" le domando, avvicinandomi a lei
"Non provare a toccarmi" ringhia
"Sì, è vero, sono andata a letto con un'altra. E allora?"
"Non è stata solo una e lo sai" ringhia
Ripenso agli inutili passatempo che sono state le ragazze che ho frequentato negli ultimi giorni.
Sono state esclusivamente tappabuchi, ma non hanno retto molto.
"Io e te non stiamo insieme" sorrido
"Certo lo so" abbassa lo sguardo "Ma potrei dire lo stesso. Non sto con te, non devo darti spiegazioni né su Dj, né su Joe" adesso lo alza, la sfida scritta negli occhi
"Forse non hai capito" la prendo per i polsi sbattendola al muro "Ho detto che mi interessi e non amo condividere ciò che è mio" mi butto sul suo collo, facilitata dal fatto che in questo momento abbia i capelli legati.
La sua pelle ha un sapore dolce, proprio come l'ho sempre immaginata.
Sì dimena molto, cercando in tutti i modi di allontanarmi. Mi tira un calcio in mezzo alle gambe e rimane bloccata al muro
"Ma che diavolo?!" esclamo "Ma che cazzo ti è preso?" sono piegata in due, le ginocchia appoggiate al pavimento
"Non.. Non lo fare più"
"Che cosa?" mi rialzo a fatica
"Non prendermi mai più in quel modo" la sua voce è tremante
"Io.. scusami, non volevo" sono confusa.
Sarò stata troppo violenta? Non ho di certo dei modi dolci, ma non credo nemmeno di essere un mostro. Sono confusa
"Va via" ha gli occhi lucidi
"Cosa?" chiedo.
Sono sconvolta, tutto mi sarei aspettata tranne una reazione del genere
"Per.. per favore" mi guarda con i suoi occhioni lucidi
"D'accordo" annuisco "Ti prego solo una cosa: quando sarai pronta parlami" la osservo.
Lei non mi guarda nemmeno in faccia.
Si avvicina in silenzio alla porta.
Lascio la stanza incapace di darmi una risposta a ciò che è appena successo.
Vorrei capire cos'ho sbagliato. O meglio, vorrei sapere cosa le passa per la testa.
Cos'ha provato quando l'ho sbattuta contro il muro? E soprattutto, cosa l'ha portata a reagire in questo modo assurdo?
Mi sdraio a letto, le mani scosse da un leggero tremolio.
Lei starà bene?
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