Capitolo Sessantatré
Pov. Sarah
La professoressa di scienze sta parlando ormai da venti minuti, ma sì e no, ne avrò seguiti due.
Sto ripensando a ieri sera, a ciò che è successo.
Mi sono spinta fino ad un punto che non credevo possibile e mi è piaciuto.
Mi è piaciuto il modo in cui Jess ha stretto il lenzuolo tra le mani mentre le baciavo il collo.
Mi è piaciuto il modo in cui ha buttato indietro la testa, in attesa delle mie labbra.
Invece di essere qui vorrei essere con lei, nella sua camera a continuare ciò che abbiamo iniziato.
Sono così felice dei passi avanti che sto facendo.
Fino a quattro mesi fa nemmeno lo credevo possibile.
Sto cominciando di nuovo a provare quelle sensazioni che tanto amavo. Le farfalle nello stomaco, il cuore che batte più forte.
Avevo quasi dimenticato come ci si sentisse.
Per non parlare di quando mi ha detto che lei si.. tocca pensando a me. Dio, vorrei poterla guardare mentre lo fa.
Mi sento una maniaca sessuale, ma l'idea che possa procurarsi piacere da sola..
Mi agito sulla sedia, cercando di placare i miei pensieri.
| Che dici di andare a bere qualcosa stasera? | Laureen mi manda un messaggio
| Perché no | le rispondo
Non appena finisce la lezione ci riuniamo con gli altri, e organizziamo la serata. Decidiamo come al solito di andare a Baver Street, in modo che i ragazzi possano procurarsi anche un po' d'erba.
Scrivo subito un messaggio a Jess, che accetta senza troppe discussioni.
La raggiungo per pranzo, dove si perde a raccontarmi della sua giornata.
Porta un cappello nero di lana, che le appiattisce i capelli. La trovo ancora più bella del solito.
Il labbro inferiore è leggermente tagliato dal freddo. Non riesco a non fissarla
"Sarah, cos'hai oggi?" mi chiede imbarazzata
"Scusami, ti stavo ascoltando" le sorrido, prendendole la mano.
Mi torna in mente il modo in cui mi ha baciato il dito mentre io..
Scuoto la testa.
Torno a concentrarmi su di lei e sui suoi discorsi.
Poco dopo ci raggiunge Luna. Pranza insieme a noi, raccontandoci le sue vacanze.
Pov. Jess
Ascolto distrattamente Luna, parlare delle sue vacanze, di come abbia passato giorni a discutere con suo padre delle sue discutibili scelte di vita. Il padre di Luna è il tipico stronzo riccone, capo di una grande multinazionale il cui unico scopo è fare più soldi di ieri senza tenere conto delle conseguenze delle sue azioni.
Sono anni ormai che Luna combatte contro persone come suo padre ed anni ormai che lei non ha più a che fare con lui. Tranne ovviamente durante le festività, quando è costretta a tornare a casa.
Sarah ascolta interessata Luna e le sue disavventure con il padre stronzo, mentre io non riesco a smettere di pensare a ieri ed a quanto lei si sia spinta in là.
Da quando stiamo insieme ha fatto passi da gigante, e lo apprezzo.
Mi sento sempre più vicina all'intimità con lei, anche se so che c'è ancora molta strada da fare.
Le mie mani avranno ancora un po' di lavoro da fare su di me prima di andare definitivamente in pensione.
Lascio Sarah con Luna e raggiungo la palestra.
Dopo le vacanze natalizie è d'obbligo riprendere gli allenamenti.
Kelsj è accanto al sacco, in attesa del mio arrivo.
Nonostante sia pieno inverno il suo top è incredibilmente corto ed incredibilmente scollato.
Sorrido
"Allora Thompson.. Sei tornata"
"Cosa pensavi? Che un paio di cene in famiglia placassero la mia voglia di spaccare il mondo?" lancio l'asciugamano per terra e mi stringo i guanti
"Ultimamente stai mollando un po' la presa. Potrei aspettarmi qualunque cosa da te"
Alzo gli occhi al cielo. Il fatto che io frequenti Sarah la irrita
"Cazzate" liquido il discorso.
Comincio il riscaldamento, copiando gli esercizi di Kelsj.
Le vacanze con i miei sono andate meglio del previsto. Almeno quest'anno abbiamo evitato di litigare proprio il giorno di Natale.
Mia mamma era così felice che io fossi lì. Glielo si leggeva negli occhi. Ed in fondo anche io lo ero.
Non ha più provato a far domande riguardo la mia vita privata fortunatamente.
Dopo ciò che è successo in passato non mi sento pronta a raccontarle di Sarah. Non capirebbe quanto lei mi renda felice
"Sei distratta Thompson" Klesj mi lancia il mio asciugamano
"Fanculo" sussurro a denti stretti
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