Capitolo Sessantanove

Pov. Sarah

Sono sconcertata e delusa. Mi aveva detto di non essere più nel giro.

Perché mentirmi?

L'immagine di lei ammanettata che mi viene incontro mi riaffiora nella mente, provocandomi brividi in tutto il corpo.

Perché cazzo ha sentito il bisogno di ritornare nel giro? Le manca forse qualcosa?

Non riesco a capacitarmi

"Sarah.." Laureen prova a riportarmi alla realtà

"Come ha potuto farlo lili? Come ha potuto ritornare nel giro?" quasi fatico a trattenere le lacrime "Tra di noi stava andando tutto alla grande.. Stavamo andando bene"

"Sarah ci sarà stato sicuramente un malinteso.."

"Quale malinteso potrebbe mai esserci? Aveva della droga! All'interno del campus per giunta. Rischia l'espulsione!" tiro un calcio alla sedia della scrivania "Cazzo!" mi piego sulla caviglia

"Sarah stai bene?" Laureen corre in mio soccorso "Fammi vedere.. Dobbiamo mettere del ghiaccio, prima che si gonfi" guarda in basso, mentre cerca di fare mente locale

"Cos'ha che non va" sospiro buttandomi sul letto "Avremmo dovuto passare il weekend assieme"

"Devo andare" Laureen lascia la stanza, a testa bassa.

Riesco solo a pensare a quali conseguenze potremmo andare incontro ora.

Lei verrà espulsa, e poi? Lei sarà costretta a tornare a Thiggy Town, probabilmente dovrà trovarsi un lavoro.

Sua mamma poi.. darà di matto non appena lo verrà sapere. La chiuderà probabilmente nella torre più alta del castello più lontano da qui.

Mi prendo la testa fra le mani.

Ancora non mi spiego cosa l'abbia spinta a tornare nel giro. Forse la soffocavo troppo? O semplicemente le mancavano quelle sensazioni di leggerezza che solo la droga è in grado di darti?

Ricordo bene quelle sensazioni.

Quell'apatia che ti permette di dimenticare, seppur per poco, i problemi.

Quella leggerezza che sembra di galleggiare nell'aria.

Ma cosa c'era di così terribile da affrontare per lei da dover ricorrere nuovamente alla droga?

Dio mi sento una merda per non essermene resa conto, per non essermi resa conto del suo disagio.

Chissà cosa le staranno facendo ora. Ho lasciato la centrale, incazzata e delusa senza pensare minimamente che lei potesse aver bisogno di me.

Probabilmente è spaventata anche lei. Per sua mamma, per le ripercussioni che tutto ciò potrebbe avere sulla sua vita scolastica.

In fondo lei è un'ottima studentessa, avrebbe potuto fare strada.

Non posso nemmeno scriverle, perché so che non potrebbe rispondermi.

Provo a contattare i miei amici, nella speranza che qualcuno sia in grado di dirmi qualcosa.



Pov. Jessica

Dopo ore rinchiusa in quella dannata stazione di polizia finalmente mi hanno rilasciata. Ovviamente solo momentaneamente. Sono in attesa della sentenza per i lavori socialmente utili.

Che merda.

Nel frattempo, tutti quelli che dovevano essere avvisati sono stati avvisati. Il preside, il terapista, i miei genitori.

Da un lato ringrazio di non aver avuto con me il cellulare. Sarei stata tempestata di chiamate e messaggi minatori da parte di mia madre.

Ma so già che tempo qualche ora e me la vedrò piombare al campus, come una maledizione pronta a rinchiudermi in casa per sempre.

Al momento mi importa solo di Sarah, e di sistemare le cose con lei prima che mia madre mi porti via da qui.

Una volta raggiunto il campus provo a cercarla in camera sua, ma non ricevo risposta.

Comincio ad agitarmi: se non è nella sua stanza, dove potrebbe mai essere?

Provo a raggiungere camera di Marie, di Joe ed infine dei ragazzi ma lei non c'è.

La cerco alla caffetteria scolastica, e alla fontana centrale ma nulla, di lei non c'è traccia.

Fermati e ragiona Jess. Dove potrebbe essere?

Ad un certo punto m'illumino: l'ho cercata in tutte le stanze, tranne nella mia.

Corro verso la mia stanza, il cuore che a fatica rimane nella mia gabbia toracica.

Sono agitata. Sarà incazzata con me? Sì cazzo, sarà furiosa, come biasimarla?

Tiro un sospiro di sollievo quando la trovo abbracciata al cuscino sdraiata sul mio letto.

"Ti hanno rilasciata" si tira su, posando il cuscino in un angolo

"Sì" annuisco. Non so come muovermi, quindi mi avvicino cautamente a lei "Sono contenta di trovarti qui"

"Mi dispiace averti lasciata sola. Sono stata egoista. Ho dato precedenza ai miei sentimenti, senza contare che anche tu potessi aver.. paura"

"Ho solo paura di perderti Sarah" mi inginocchio davanti a lei.

Si volta dall'altra parte

"Perché hai ricominciato Jess?"

"Sarah, ti assicuro che non ho ricominciato. Lo so che è difficile crederlo, ma non era mia quella roba" le prendo le mani

"Allora perché non mi rispondi quando ti chiedo chi stai coprendo Jess?"

"Io.. non voglio coinvolgerti. Non voglio che tu venga coinvolta nelle indagini. Voglio tenerti il più lontano possibile da questa merda"

"Cosa succederà ora?" ha gli occhi lucidi

"Sicuro mia madre piomberà qui. Poi se sopravviverò a lei, dovrò affrontare la sentenza per affidamento dei lavori socialmente utili. Per quanto riguarda il campus, beh.. devo sperare nella grazia del preside" mi mordo l'interno guancia

"Non voglio che tu vada via" piccole lacrime scendono lungo il suo viso

"Nemmeno io voglio andarmene" appoggio la testa sulle sue gambe.

Stringo forte gli occhi nella speranza di trattenere le lacrime.

"Signorina Thompson!" una voce maschile richiama la nostra attenzione, mentre bussa pesantemente alla porta "È attesa nell'ufficio del preside, ora!"

Fantastico, il momento di fare le valige è arrivato prima del previsto. 

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