Capitolo Sedici

Pov. Sarah

"Cosa ti ha detto?" urla Laureen

"Hai capito" mi porto le mani al viso, ripensando alle parole di Jess

"Ma è fantastico!" la mia coinquilina inizia a saltare e a battere le mani

"No, non lo è lili" scuoto la testa "Adesso la possibilità di avere una storia con lei dipende da me. Sono io a dover decidere. Se lei non fosse interessata a me, il problema non sussisterebbe"

"Trovo che sia meraviglioso invece. Un fottuto segno del destino! Dai, non pensi che sia tutto destinato? Tu che scopri che ti piacciono le donne, grazie ad una ragazza che per di più ricambia il tuo stesso interesse?" mi guarda "Siete destinate cazzo! DESTINATE!" urla ancora

Rido. Le sue parole mi hanno completamente colto alla sprovvista, non mi sarei mai immaginata che una ragazza come lei potesse interessarsi ad un'anonima ragazza come me.

Siamo poli opposti, eppure sembra che questo l'attiri verso di me.

Sarà vero ciò che ha detto Laureen? Che siamo destinate?

In effetti il suo ragionamento non fa una piega. Lei è la ragazza che mi ha fatto scoprire questa parte di me ed è la stessa che vuole conoscermi.

Conoscermi a fondo.

Dovrei dare una possibilità a me? A noi?

Ma come faccio anche solo a pensare di avere una storia con lei dopo tutto quello che ho passato con Dwight?

Dopo di Lui non ho più relazioni, né tantomeno desiderato averne.

Lui ha distorto completamente la mia visione dell'amore, del sesso.

Ha completamente distorto la mia visione del mondo, riducendomi ad un corpo vuoto chiuso in sé stesso.

Relazionarmi con qualcuno è diventato estremamente difficile, soprattutto se si tratta di relazioni e mi fa dannatamente incazzare perché sono sempre stata innamorata dell'idea dell'amore.

Sono sempre stata una persona romantica, ma Lui si è portato via tutto di me, ogni parte bella.

Sono davvero in grado di avere una relazione? Sarò mai in grado di essere di nuovo quella di prima?

Mi sdraio sul letto, e chiudo gli occhi alla ricerca di una riposta che però non arriva.

Quando ha tentato di baciarmi, sono letteralmente entrata nel panico e le ripetizioni non sono andate avanti per molto: nella mia testa regnava la confusione più totale, e non riuscivo ad articolare una frase senza balbettare, sudare o incasinarmi con le parole.

Avrei voluto sparire, davvero. Uno dei momenti più imbarazzanti di tutta la mia vita.

Quella ragazza renderà la mia permanenza qui un vero inferno.



Pov. Jessica

Attendo con ansia l'arrivo delle quattro, ora in cui mi incontrerò con lei per le ripetizioni.

Oggi mi sono alzata di buon umore, sapendo che oltre alle lezioni, me la sarei goduta solo per me - o quasi - in biblioteca.

Quella ragazza ha qualcosa che mi attira - quel non sapere cosa si nasconde dietro la sua tristezza la rende ancor più interessante - e vederla imbarazzarsi, aumenta la mia voglia di conoscerla in ogni suo lato.

Sorrido quando la vedo entrare in classe, la testa china che non ha coraggio di voltare verso di me, così come ogni mattina mi ignora.

Si siede al banco, e comincia a scarabocchiare. Vorrei davvero capire quali sono i disegni che colorano i suoi libri ed i suoi quaderni.

Passo la pausa pranzo con le mie amiche, che mi invitano alla solita festa dalla AWP.

Adoro quelle feste. Ci si diverte un casino, e ci sono tutti i fattori per rendere davvero grandioso il sabato sera.

Alcool, droga, e sesso ovviamente.

Ma non ho molta voglia di andarci questo weekend. So che Sarah non ci andrà, e potrebbe essere davvero la mia occasione per avvicinarmi a lei e passare del tempo sole.

Magari in stanza, in un'atmosfera più intima.

15.59. Sono davanti all'entrata della biblioteca come ieri a fumarmi una sigaretta e sfogliare distrattamente la bacheca Instagram.

Alzo lo sguardo e la vedo arrivare. Appena nota il mio sguardo su di sé, abbassa subito la testa

"Tranquilla, non ti darò altre notizie shock oggi. Ti lascio riprendere da quella di ieri" la schernisco

"Grazie" ride nervosa "Andiamo" mi precede camminando velocemente verso il solito tavolo

"Mh, no" scuoto la testa, e la porto in un tavolo più lontano dall'entrata, nascosto da una serie di scaffali.

Lei sgrana gli occhi, poi inizia a giocare nervosamente con le dita.

Prima di sedersi appoggia lo zaino su una sedia, tirando fuori il libro e il quaderno di scienze. Sfoglia nervosamente le pagine, piegandole e stropicciandole sotto le sue lunghe dita sottili.

"Okay, possiamo cominciare" si siede, rigida, le mani sulle gambe

"Certo" sorrido, ed avvicino la sedia alla sua.

Mi volto di lato, appoggiando un gomito sul tavolo, per sostenere la testa con la mano, mentre l'altro braccio appoggiato sulla sua sedia.

Inizia a parlare, un po' confusa, ma esattamente come ieri dopo qualche minuto prende sicurezza. Infatti parla tranquillamente, senza bloccarsi o balbettare ed inizia a gesticolare leggermente.

Mi distraggo momentaneamente quando noto un disegno a penna sul libro: la luna, parzialmente coperta da nubi scure. È questo che disegna ogni volta che si perde nei suoi pensieri? Cosa vorrà dire?

Osservo questa piccola ragazzina dallo sguardo triste, cercando di dare una spiegazione a quei disegni.

Cosa la turba a tal punto da portarla ad essere così.. triste e malinconica?

Decido di accantonare queste perplessità e concentrarmi su di lei.

L'ascolto - o meglio - la osservo, mentre piano piano le nozioni mi entrano in testa

"Sei una brava insegnante" sorrido, avvicinando il suo viso al suo

"Sì.. sì?" chiede iniziando ad agitarsi

"Sì" annuisco. 

Siamo sempre più vicine.

Cerca di scappare dall'altro lato della sedia, completamente libero, ma la blocco da un braccio

"Non mi scappi più ormai" le sussurro all'orecchio, posandole un bacio sotto l'orecchio.

Sulla sua pelle compaiono piccoli brividi.

Le passo un dito sul braccio, come per toccare il mio effetto su di lei.

"Continuiamo?" le chiedo, rivolgendole uno dei miei sorrisi migliori.

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