Capitolo Quarantotto

Pov. Jessica

Sono seduta sul letto fissando il pavimento, non capire più un cazzo

"Jess, parla per favore. Mi stai seriamente preoccupando" Luna mi scuote una spalla, ma le sposto la mano

"Oh Dio, sei viva allora. Pensavo che l'erba ti avesse fottuto il cervello" sospira

"È Sarah che mi ha fottuto il cervello, Luna. Nemmeno con mia madre mi sono mai sentita così in colpa per aver fumato. Invece con lei.. Dio, ma che ho fatto?" mi prendo la testa tra le mani.

Non so perché io stia così di merda. Forse perché so che a due stanze da me, la ragazza di cui sono innamorata, mi sta odiando con tutta sé stessa.

Mi sento una merda per averla delusa un'altra volta.

Ho la nausea, la testa mi gira, ma all'improvviso mi torna in mente qual è il vero motivo che mi ha portata a fumare questa sera.

Mi alzo in piedi barcollando

"Jess, aspetta. Aspetta che ti passi del tutto l'effetto. Starai male altrimenti" mi trattiene

"Lasciami Luna, devo andare da lei" mi guarda, poi sorride.

La sua presa si allenta e posso sentire addosso i suoi occhi mentre raggiungo la camera di Sarah. Inizio a sbattere violentemente i pugni sulla porta

"Sarah apri! Se non apri tu, la butto giù io!" urlo

Continuo a bussare ma non ricevo risposta

"Sarah?" busso ancora, ma stavolta mi calmo.

Dopo pochi secondi viene ad aprirmi. Mi guarda fissa negli occhi, faccio fatica a reggere il suo sguardo.

"Cosa vuoi?" mi chiede fredda.

La sua freddezza mi uccide.

"Parlare" cerco di entrare, ma oppone resistenza "Non respingermi, ti prego" la supplico

All'inizio oppone resistenza, poi cede, aprendo la porta

"Se ho fumato, l'ho fatto per distrarmi dal fatto che tu stasera fossi con.. quei due. Non sapevo cosa avrebbero potuto farti. Se avessero potuto toccarti, parlarti. Avevo bisogno di pensare ad altro. Fidati di me, per favore" sembra calmarsi

"Hai già usato questa scusa" scuote la testa

"Ma non è una scusa, davvero" sospiro "Ascolta, so che non ti piace l'alcool o l'erba so che non sono cose da te. Però sono cose da me. Sono parte integrante della mia persona. Mi piace bere quando esco con le mie amiche, così come mi piace fumare"

"Sì, lo capisco. Avrei voluto solo che me ne parlassi" stringe i pugni

"Qualsiasi cosa io faccia, qui dentro ci sei tu" mi indico la testa "Mi sono innamorata di te Sarah" mi sento quasi mancare la voce mentre lo dico.

Pensavo che non l'avrei più detto a nessuno, ed invece è arrivata lei, con la sua timidezza e le sue insicurezze ed ha ribaltato le carte in tavola.

Ha cambiato ogni cosa.

"Cosa?" balbetta, gli occhi quasi lucidi

"Mi sono innamorata di te" le sussurro, mentre la stringo a me "Da fatta o da sobria, ciò non cambia" ha un enorme sorriso sul volto

"Non vale così" mi schiaffeggia

"Mi sembrava il momento più opportuno per dirlo"

"Sei solo una paraculo" mi bacia "Mi sono innamorata anche io di te, Jessica Thompson" ride contro le mie labbra

"Mi rendi completa" sussurro

"Non esageriamo ora. Le sviolinate lasciamole ad un altro momento. Resto sempre incazzata nera con te" incrocia le braccia al petto

"Sei bella anche con il muso" le tocco il naso con un dito.

Lei ride imbarazzata

"La rompicoglioni dov'è?" indico il letto della bionda fastidiosa

"Laureen" sottolinea il suo nome fulminandomi con gli occhi "Rimarrà a dormire da Pongo stanotte" sorrido

"Bene, ed io rimarrò qui. Eh sì, è un'affermazione" sbuffa, ma so che in fondo ne è felice.

Mi tolgo la maglia ed i jeans, rimanendo solo in intimo. Lei mi tira una rapida occhiata, ma poi si volta dall'altra parte.

Mi sdraio sotto le sue coperte ed un'ondata dolce di vaniglia mi invade le narici. Sento il suo profumo impregnarmi la pelle e lo stomaco mi si chiude.

"Vieni qui" indico lo spazio accanto a me

È riluttante, ma si sdraia lo stesso, con il suo grosso pigiamone accanto a me.

Non diciamo una parola. Rimaniamo in silenzio, lei raggomitolata contro di me.

Traccia dei segni con il dito sul mio seno, ma non prova a spogliarmi.

È uno di quei suoi momenti in cui il sesso sarebbe superfluo.

Mi sono persa in lei dal primo momento in cui l'ho vista arrivare in classe. Ho saputo fin dall'inizio che sarebbe diventata mia, ma non avrei mai immaginato fino a che punto.

Mi sento così felice e completa con lei raggomitolata contro di me, sento di aver trovato finalmente il mio posto.

Di aver trovato qualcuno mi ami, nonostante tutto. Nonostante le cazzate, nonostante il mio carattere.

Sorrido. So di aver trovato il mio posto nel mondo.



Pov. Sarah

Jessica sta dormendo. Ha il viso rilassato mentre mi stringe tra le braccia.

La osservo, ed è davvero bella.

Ripenso alla sue parole di ieri sera.

È vero, l'alcol e l'erba fanno parte di lei e sarà difficile per me convivere con questa cosa.

Difficile perché ogni volta che penso ad una canna mi tornato in mente i miei giorni peggiori.

Quelle giornate cupe e tristi dove riempivo l'enorme buco che avevo al centro del petto con la tequila e l'erba.

Per certi versi sono state delle vere e proprie dipendenze, dettate però da un particolare momento della mia vita.

Ieri sera non ho sentito l'esigenza di riavvicinarmi a quel mondo, forse perché troppo arrabbiata con lei.

Non so perché io le abbia detto di essermi innamorata di lei. Non che non sia vero, assolutamente. Io mi sono innamorata di lei.

Però avrei voluto prendere un po' le distanze.

È stupido, lo so, pensare tutto ciò ma.. Se prendo lei, di conseguenza prendo anche tutte le liti per lo stesso identico motivo quando saremo lontane.

Sono pronta ad affrontare ciò?

Jess si muove leggermente, il suo movimento mi fa sussultare.

Sotto la luce dell'alba è ancora più bella. La luce fioca del sole le mette in risalto i lineamenti mettendo in evidenza la mascella squadrata.

Sento le farfalle muoversi dentro di me.

Forse sì, ne vale la pena. Vale la pena rischiare tutto per lei.

Perché se ci siamo incontrate un motivo c'è. Se io mi sono persa e ritrovata per lei, vuol dire che tutto ciò che stiamo vivendo ora ha senso.

Sorrido.

Che stupida ad aver anche solo pensato di potermi allontanare da lei.

"Sento il tuo cervellino lavorare" borbotta Jess

"Ehi" sorrido "Che dici?"

"Che stavi pensando?" si stiracchia

"Nulla" sorrido ancora "Dormito bene?" le accarezzo il viso

"Hum? Bene grazie" il mio gesto l'ha messa a disagio "Tu? Hai dormito almeno?"

"Sì tranquilla, ho dormito bene"

"Scusami per ieri sera" le sue parole mi spiazzano "So che non dovrei scusarmi, nemmeno con mia madre mi sono mai scusata per aver fumato erba ma so di averti deluso. Mi dispiace"

"Jess, non mi ha delusa. Assolutamente. Mi hai solo fatta arrabbiare" le prendo il viso tra le mani, e la bacio "Tua madre sa che fumi?"

Non mi ha mai parlato della sua famiglia. Mi rendo conto solo ora che non so nemmeno se abbia un fratello o una sorella. Se i suoi genitori stiano ancora insieme, oppure se siano divorziati.

Non so nulla su di lei.

"No, non lo sa" annuisce.

Aspetto che continui

"Vuoi davvero parlare di questo proprio ora?" sbuffa

"Per favore" la supplico

"Okay" alza gli occhi al cielo

Comincia a raccontarmi di come sia avvicinata al fumo: da quando aveva quattordici anni, fino al suo arresto.

"Dopo che mi hanno confiscato la droga a scuola ho dovuto fare ore ed ore di servizi sociali: pulire i bordi delle autostrade, pulire i graffiti dai muri. Uno schifo"

"Wow" sussurro

"Questo è il motivo per cui sono arrivata dopo qui. Le mie complicazioni. Oltre che ai servizi sociali sono stata tenuta sotto osservanza medica per un periodo di tempo, per verificare che non facessi più uso di erba - e sono stata coinvolta nelle indagini per trovare altre persone"

"Cos'ha detto tua madre appena ha saputo?"

"Era delusa, davvero tanto. Mi ha messa in punizione" rido "come se io l'avessi ascoltata. Eravamo in lite da parecchio" scuote la testa "Fatto sta, sono stata brava per un bel po'. Da quando ci hanno scoperto a quando sono arrivata qui. Mi sono unita al gruppo con cui giro adesso. Inizialmente non volevo più saperne di quella roba, mi aveva portato troppi casini, ma dopo mi sono detta fanculo, ora o mai più. E così ho ripreso. Molto meno rispetto a prima"

"Sei recidiva" la guardo

"No, semplicemente non mi faccio spaventare da qualche ora di servizio sociale" scuote la testa "Ora fumo davvero poco. Quando mi vedo con le ragazze, ci passiamo una canna mista a tabacco, siamo spesso più di sei persone. Dunque fumiamo davvero poco" cerca di rassicurarmi

"Non sono molto felice che tu lo faccia"

"Andiamo cosa vuoi che mi facciano? Altre ore di servizi sociali?" alza le spalle

"Sei incredibile" mi alzo dal letto, ma lei mi ferma

"Puoi evitare di scappare ogni volta che discutiamo?" mi rimprovera

"Io non scappo" ringhio "Ho solo terminato la conversazione"

"Io no"

"Affari tuoi" faccio spallucce

"Voglio che mi parli di ieri sera. È successo qualcosa?" mi chiede cambiando discorso

Oddio, ed ora? Glielo dovrei dire di quel piccolo incidente? In fondo non è successo nulla, possiamo anche ometterlo. No?

"Ci stai pensando troppo. O me lo dici o me lo faccio dire da quei due coglioni" ringhia, e non l'ho mai vista così.

Stringe i pugni lungo i fianchi, la mascella è serrata. Sembra davvero incazzata

Inizia a mancarmi l'aria.

Mi allontano velocemente da lei, avvicinandomi alla porta.

Lei lo nota

"Okay, okay. Non è successo nulla. Solo che ad un certo punto della serata Laureen era ubriaca marcia ed allora ha cominciato.."

"Arrivata al punto, Sarah"

"Ad un certo punto stavo cadendo e dietro avevo Dj. Mi ha afferrata lui. Fine"

"Esattamente come si è svolta la scena? O meglio, la sua faccia a quanti centimetri dalla tua era?" le guance le si colorano di un rosso acceso, le nocche sono sempre più bianche

"Abbastanza, troppo. Cioè, non troppo nel senso che era troppo lontana dalla mia, ma nel senso che fosse tanto lontana dalla mia" comincio a balbettare.

La Jessica che mi si presenta davanti mi mette in soggezione, ho paura della reazione.

Mi mordo l'interno della guancia cercando di trattenere le lacrime.

Lei nota il mio sconcerto e si rilassa immediatamente

"Okay" sospira "Oggi mi sento clemente. Ma sappi che se ti sfiora un'altra volta è finito. E vedi di dirmelo, perché altrimenti me la prenderò anche con te" si avvicina cautamente, per testare la mia reazione.

"Okay" riesco a sussurrare

Mi porge una mano, sul suo viso un misto di paura ed ansia. Sa di avermi spaventata.

Gliela stringo e aspetto che si avvicini a me.

Mi chiude in un abbraccio, lasciando piccoli baci sulla fronte.

"Scusami, alle volte mi dimentico di quanto tu sia.. sensibile, sotto certi punti di vista" sospira

"So che non mi faresti mai del male"

"Non è colpa tua" butta pesantemente fuori l'aria.

Rimaniamo abbracciate contro il muro finché non sentiamo qualcuno armeggiare con la porta

"Sarah, sono lili. Posso entrare vero?"

"Sìsì certo, entra" ci sciogliamo dall'abbraccio 

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