Capitolo Quaranta
Pov. Sarah
La mattinata con Joe è stata pesante, così ho mandato un messaggio a Jess dicendole che non avrei fatto pranzo con lei e sono tornata in camera.
Non ho molta voglia di parlare, così mi stendo sul letto.
L'espressione pentita di Joe si è fossilizzata nella mia mente, ma ancora non riesco a perdonarlo.
È stato un colpo troppo basso, che avrebbe davvero potuto distruggere la mia storia con Jess.
Sento bussare alla porta
"Posso?" Jess fa capolino da dietro alla porta
Annuisco
"Sono passata per vedere come stessi. È strano che salti il pranzo" mi poggia una mano sulla guancia
"Ho avuto una mattinata.. impegnativa" mi lascio coccolare
"Vuoi parlarne?" si siede accanto a me, porgendomi un sacchetto "Alette di pollo e patatine fritte. So che le ami" mi sorride
"Grazie" le poso un bacio sulla guancia "Se prometti di non andare in escandescenze sì"
"Sarah, cos'è successo?" il suo viso si rabbuia
"Joe è venuto a parlarmi. Sì è scusato ancora per ciò che ha fatto ma non.. non riesco a perdonarlo" mi volto a guardare la finestra.
Jess non risponde subito, sembra indecisa su cosa dire.
Mangia un paio di patatine prima di parlare
"Lo so che per te è dura perdonarlo, hai tutti i diritti di essere incazzata nera con lui. Datti il tuo tempo per farlo"
"Penserai che sia una bambina capricciosa e rancorosa" sospiro
"Penso semplicemente che sei una persona che è stata tanto ferita ed in quanto tale ha bisogno di tempo per elaborare ciò che è successo. Non devi fartene una colpa" mi sorride "Ed ora mangia" mi allunga un'aletta di pollo.
Jess ha ragione. So che perdonerò Joe, perché lui è il mio migliore amico, c'è sempre stato per me, anche nel mio periodo peggiore. Come posso rinunciare ad una persona che mi ha aiutata così tanto? Ci tengo così tanto a lui.
Capisco anche il suo essere così protettivo nei miei confronti. Mi ha vista essere uno straccio, distrutta da un'altra persona che ha abusato in ogni modo possibile di me, senza poter fare nulla se non raccogliere ciò che di me era rimasto.
Ma questo suo bisogno ossessivo di proteggermi gli si è ritorto contro, fino a diventare lui stesso il mio carnefice.
Apprezzo comunque le parole di Jess, perché so che in fondo le è costato molto pronunciarle.
So quanto sia difficile per lei parlare di Joe e del nostro rapporto.
Probabilmente, in una situazione diversa avrebbe dato in escandescenza. Apprezzo il fatto che si sia presa il suo tempo per rispondermi, per darmi la risposta che lei razionalmente riteneva più giusta.
Continuiamo a mangiare, mentre lei mi racconta la sua giornata.
Pov. Jessica
Sono sdraiata accanto a lei, in dormi veglia.
Dopo aver mangiato l'ho aiutata a finire alcuni esercizi di chimica e poi ci siamo sdraiate a letto.
Amo il college proprio per questo: l'indipendenza.
Il poter vivere la mia storia con Sarah anche dentro quattro mura.
Con Lucy non è stato così.
Quando i miei hanno scoperto della mia omossessualità hanno dato di matto.
Lo capì in terza media. Avevo conosciuto questa ragazza, Tracie.
Era carina, gentile. Una brava ragazza.
Ci siamo avvicinate grazie a degli amici in comune e fin da subito ci siamo trovate in sintonia perfetta.
Questa sintonia ci ha unite sempre, fino a quando non ho preso coscienza dei miei sentimenti. Quella sintonia, giorno dopo giorno, si è trasformata in attrazione.
È stato strano, devo ammetterlo. Ero così piccola all'epoca.
Non conoscevo nessuno della comunità LGBTQ+, quindi mi sono ritrovata sola a dover affrontare questo nuovo lato di me.
In un primo momento è stato destabilizzante, ma è stata una fase decisamente breve.
Ci baciammo un pomeriggio di giugno, all'ombra di un'enorme quercia. Non lo dimenticherò mai, perché per la prima volta provai davvero qualcosa sfiorando le labbra di un'altra persona.
Prima di lei avevo avuto un paio di flirt, ovviamente con dei ragazzi, e ci era scappato anche qualche bacio ma nessuno mi aveva mai provocato realmente qualcosa.
Ricordo ancora l'enorme delusione dopo il mio primo bacio. Nessuna emozione aveva agitato il mio stomaco, non mi sentivo affatto soddisfatta.
Con Tracie è stato diverso. Mi sono sentita viva.
Ci frequentammo per un po' finché i miei genitori non ci videro insieme.
Ci stavamo dando solo un piccolo bacio, ma fu l'inizio di un incubo.
Mia madre andò fuori di testa, non si capacitava come potessi essere attratta da una persona del mio stesso sesso.
Mio padre non disse nulla, ma per molto tempo faticò a guardarmi in faccia.
Nel frattempo il tempo passava, io crescevo e prendevo sempre più consapevolezza di ciò che davvero fossi.
Ho cominciato a frequentare ragazze, a sperimentare fino ad arrivare a Lucy.
La storia con lei è stata una storia complicata. Fin da subito abbiamo dovuto fare i conti con i miei genitori e sua mamma. Nessuno approvava la nostra relazione.
È stato difficile, davvero difficile. Avere la possibilità di stare abbracciate sul letto anche solo per parlare era praticamente impossibile.
Così cominciammo a rifugiarci nei motel o negli angoli più appartati dei parchi.
I miei genitori non vollero mai conoscerla, non ebbero mai una buona considerazione di lei.
Ed in fondo avevano ragione
"Cosa stai pensando?" Sarah mi riporta alla realtà
"Niente. Penso solo che ci siamo trovate nel posto giusto al momento giusto" le sorrido
"Cosa vuoi dire?"
Le racconto così tutta la mia storia. Come ho scoperto della mia sessualità, delle lotte che ho dovuto affrontare per vivere il mio amore.
"Essere come siamo noi ora, semplicemente sdraiate su un letto a parlare, sarebbe stato impossibile fino a qualche mese fa. So che tutto si ferma a queste quattro mura, ma a me va benissimo così"
"Non mi hai mai raccontato di lei" si alza a sedere, incrociando le gambe
"Non c'è molto da dire, a parte che è stata una grandissima stronza" rido "È stata la prima ragazza di cui mi sono innamorata. Sai quell'amore folle di quando sei adolescente che andresti contro ad un carro armato pur di proteggerlo? Ecco, lei era questo per me" Sarah si muove nervosamente "C'è da dire che quando ci siamo conosciute ero una ragazzina. Avevo quindici anni, di amore vero sapevo ben poco"
Rimane in silenzio. Le mie parole l'hanno ferita. Anche lei si aspettava di essere la prima per me?
"Ci siamo frequentate per poco più di un anno poi ho scoperto che la stronza mi tradiva con il mio migliore amico" sgrana gli occhi "Già. Tra tutte le persone con cui avrebbe potuto farlo, ha ben deciso di farlo proprio con il mio migliore amico. E non solo. Col passare del tempo ho scoperto altri tradimenti. Mi sono ritrovata nel giro di qualche giorno trasformata in un fottuto cervo" scoppio a ridere
"Stai.. ridendo?" mi chiede confusa
"Sì, forse ora sembrerò una pazza ma.. Ci ho pianto per troppo tempo, per farlo ancora. Ormai l'ho superata. La reputo un po' come una punizione divina per non aver ascoltato mia madre, i miei amici che fin da subito mi avevano detto che in lei ci fosse qualcosa di strano. Invece di chiedermi perché tutti pensassero una cosa del genere, li ho allontanati. Alla fine mi sono ritrovata a leccarmi le ferite da sola e chiedere disperatamente scusa alla mia famiglia ed ai miei amici"
"È stata davvero una stronza" Sarah mi osserva, come per vedere quali reazioni potrei avere
"Già. Riprendersi non è stato affatto facile, ma ora sto bene" le sorrido, baciandola delicatamente "Ho avuto la fortuna di trovare qualcuno in grado di curare le mie ferite"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top