Capitolo Ottantotto

Pov. Sarah

Per distrarmi un po' oggi ho deciso di andare a lezione. Rimanere in stanza tutta sola non mi avrebbe di certo aiutata.

Vorrei che Laureen fosse qui. Con il suo essere così caotica riempiva le mie giornate. Lei sicuramente mi avrebbe detto la sua riguardo tutta questa assurda situazione, mi avrebbe aiutata.

Ho provato a scriverle più di una volta, ma puntualmente ogni messaggio è rimasto lì una sola spunta, in attesa di essere consegnato.

So che non succederà mai.

Durante le lezioni mi sono seduta accanto a Luna, e abbiamo passato anche la pausa tra una lezione e l'altra insieme.

È una ragazza davvero interessante: è simpatica, sveglia, ambiziosa.

Mi ha raccontato un paio di iniziative benefiche a sostegno di Greenpeace ed altre associazioni no profit, facendomi promettere che mi sarei informata anche io.

Ora sto pranzando insieme ai miei amici.

Jess non c'è, sta ancora finendo le lezioni, poi andrà ad allenarsi.

Io declino gentilmente l'invito dei miei amici di andare al cinema, visto che dovrò vedermi con Danissa.

Ascolto Marie raccontarmi la sua ultima discussione con Mark, mentre cerco di darle una mano, ma resto comunque distratta.

Verso il primo pomeriggio saluto i miei amici per raggiungere la mia camera. Mi do una sistemata veloce, prima di vedere Danissa entrare in camera

"Ehi" mi abbraccia "come stai?"

"Ciao Dan, bene dai e tu?"

"Tutto bene" mi sorride "Ah, quanto mi manca questo odore di stantio e vecchio mobilio" si butta sul letto

"Sì stava meglio al college eh?"

"Gran bei tempi, sì" annuisce, e si blocca a fissare il vuoto.

Sembra quasi stia ripensando a tutti i momenti belli vissuti quando anche lei era una matricola.

Non parlo, in attesa che finisca il suo viaggio nei ricordi.

"Vabbe, andiamo?" si tira su di scatto

"Certo" annuisco

Saliamo in macchina e come l'altra volta ci dirigiamo verso il centro di Statute Village.

Ho scritto un breve messaggio a Jess per avvisarla che fossi con Danissa, ma non ho ricevuto risposta.

Devo ammettere che un po' sono agitata. Non so bene quale sia il motivo, ma sento questa agitazione muoversi dentro.

Dopo domenica vivo un costante stato di ansia. Sto facendo anche fatica a dormire la notte. Questa situazione mi sta mandando fuori di testa.

"Il bar dell'altra volta va bene?" mi chiede

"Oh sì sì, perfetto" annuisco e ci sediamo in un tavolo non molto distante da quello in cui eravamo seduti l'altra volta.

Il parco non è ancora stracolmo di gente, probabilmente a causa dell'ora. Si vede solo ogni tanto qualche cane rincorrere una pallina, per poi sparire nuovamente in mezzo agli alberi.

Uno spesso strato di nuvole copre il cielo, rendendo la giornata triste, un po' come lo sono io

"Ti vedo giù. Si tratta di tua madre?" mi volto a guardarla

"Te l'ha detto?" le chiedo

"Ne ha parlato con papà.. ed ovviamente mi ha riferito. Le madri alle volte sanno essere delle gran belle stronze" scuote la testa

"Cosa dovrei fare?" sospiro

"Volevi parlarmi di questo, non è vero?" annuisco "Difficile da dire bambolina. Tua mamma è sempre stata una mentalità vecchio stampo. Penso che tu debba lasciarle il suo tempo per metabolizzare la cosa. Certe cose possono essere difficile da mandar giù" si porta la grossa tazza di cappuccino alle labbra

"Non capisco cosa possa esserci di sbagliato in tutto questo" agito le mani davanti a noi "Ad un genitore non dovrebbe importare solo la felicità del proprio figlio?"

"Dovrebbe sì, ma devi contare che fa parte di un'altra generazione"

"Anche Mike fa parte di un'altra generazione"

"Vero, ma la situazione era ben diversa. Mia madre se n'era appena andata, eravamo rimasti solo io e lui. Probabilmente l'ha vista più come un motivo per avvicinarsi a me, perché se avesse perso anche me sarebbe rimasto solo. All'inizio è stata difficile da mandar giù anche per lui" sospira

"E cosa pensi di John e Iulia?"

"Con loro puoi andare sul sicuro. Sono le persone più aperte che io conosca, e poi sono i tuoi fratelli. Ti ameranno in qualsiasi caso"

"Pensai davvero che debba dirglielo?"

"Prima o poi dovrai farlo" ride "Ma sono certa che, quando deciderai di farlo, loro ti ameranno ancora più di prima"

"Lo spero.. Non potrei sopportare un rifiuto anche da parte loro" mi volto dall'altra parte

"Lo so quanto possa essere duro tutto ciò che stai passando. È terribile vivere con questo terrore di essere rifiutata dalla tua famiglia solo perché sei diversa, ma vedrai che non appena ti sarai dichiarata sarà tutto migliore. Già il fatto di non dover più mentire o fingere ti migliorerà la vita" mi sorride "E poi ti ricordo che la prossima settimana c'è il compleanno della mia tenera mogliettina, quindi i tuoi fratelli saranno qui"

"Oh giusto, il compleanno di Sasha! Con tutto questo trambusto me ne sono completamente dimenticata"

"Inviterei anche Jess, ma forse non è ancora il momento"

"No decisamente no" le sorrido, anche se desidererei con tutto il cuore ci fosse anche lei.

Parlare con Danissa mi ha fatto bene. Anche se sono ancora dannatamente incazzata con mia madre per le sue parole così dure e forti, so che ha bisogno di tempo per elaborare la cosa. Le lascerò i suoi spazi, e quando si sentirà pronta saprà dove trovarmi.

Adesso devo solo concentrarmi sui miei fratelli, capire quale sia il modo migliore per dirglielo. Se torneranno per il compleanno di Sasha, potrei ricreare la stessa scena di sette anni fa: tutti noi seduti in veranda, cioccolata calda ed il cuore in mano, pronto a dichiararsi completamente



Pov. Jessica

L'atletica mi aiuta a distogliere la mente dall'idea di lei sola con Danissa.

Al solo pensiero il sangue mi ribolle nelle vene, ma so che deve farlo. Per lei, per stare meglio.

Faccio i due giri di campo, correndo insolitamente veloce. Infatti quando termino il secondo giro i miei compagni sono ancora parecchi metri indietro.

Mi dedico poi alle serie di esercizi. Sempre i soliti addominali e saltelli per migliorare la corsa.

Sento l'adrenalina a mille, mi sento super carica.

Guardo il Sexy-Prof in attesa delle prossime istruzioni.

Sono tesa come una corda di violino, ho bisogno di scaricare tutta la tensione

"Thompson!" il prof richiama la mia attenzione "Hai fatto un ottimo allenamento oggi. Hai degli scatti ottimi ed una buona resistenza. Che ne diresti di unirti alla squadra? Potresti raggiungere grandi risultati"

"Oh no la ringrazio. Ho un po' di stress accumulato e l'atletica mi permette di scaricarlo. Probabilmente per questo ho avuto una buona performance. Spero non capiti spesso" rido nervosa, ma ho come l'impressione che non sarà né la prima né l'ultima volta in cui dovrò utilizzare l'atletica per scaricare la tensione nervosa.

"È un vero peccato, saresti una grande elemento per la squadra. Se cambiassi idea, non esitare a farmelo sapere" il Sexy-Prof si allontana e fischia di nuovo con quell'odioso fischietto.

Potrebbe essere davvero una buona idea unirmi alla squadra di atletica? Vorrebbe dire intensificare gli allenamenti. Essere concentrata unicamente su quella.

Dover smettere la kick boxing ma soprattutto rimaner pulita.

Dopo il casino successo con Laureen non ho più toccato mezza canna, e per un po' non ho intenzione di farlo, ma sono davvero pronta a rinunciare del tutto al fumo? Diventare parte della squadra vorrebbe dire controlli a sorpresa, quindi niente più canne.

Neanche un tiro piccolo piccolo.

Completamente pulita.

L'idea un po' mi agita ad essere sincera. L'erba da anni ormai a questa parte, è stata un elemento fondamentale della mia vita. Mi ha aiutata a superare momenti difficili anche se ne ha creati altrettanti.

Pensare di non poter ricorrere al fumo alla mia prima difficoltà mi agita. Questo vuol dire che devo iniziare a gestire le mie emozioni in modo sano.

Ma chi vogliamo prendere in giro. Come posso io, Jessica Thompson, gestire le emozioni in modo sano? A malapena riesco a sopportare che la mia ragazza sia in giro con la sua sorellastra, figuriamoci tutto il resto.

Scuoto la testa. Forse non sono ancora pronta a crescere da questo punto di vista, non sono ancora pronta ad affrontare appieno le mie emozioni.

Torno a concentrarmi sul professore, sapendo però che la conversazione di poco prima abbia lasciato un segno dentro me.

Quando torno in camera, lei è sul letto, intenta a scorrere la bacheca Instagram

"Ciao Jess" mi bacia delicatamente

"Ciao piccola" le sorrido "Allora? Com'è andata questa chiacchierata illuminante?" cerco di sdrammatizzare ma sono agitata.

"Hum, bene. Penso che parlerò ai miei fratelli, è giusto che anche loro sappiano e per quanto riguarda mia madre beh.. le lascerò i suoi spazi per elaborare la cosa. Quando sarà pronta saprà dove cercarmi" alza le spalle

"Ti è servito allora parlare con lei" sorrido, anche se il fatto che le sue parole possano avere una tale influenza su di lei mi irrita

"Sì. Alla fine mi ha detto le stesse che del Dottor McHellen, ma sentirle da chi ci è passato sulla propria pelle, beh è tutta un'altra storia" incrocia le gambe davanti a sé "Invece la tua lezione di atletica? Com'è andata?"

Capisco che non voglia più parlare di questo argomento, così l'assecondo.

"Bene grazie" annuisco "Sono distrutta" mi stiracchio accanto a lei

"C'è qualcosa che posso fare per farti sentire meglio?" mi ammicca, facendo scivolare il dito sul mio petto

"Oh piccola, sono mille le cose che potresti fare per farmi sentire meglio" ghigno "ma mi va bene anche stare abbracciata a te"

"So che posso fare molto di più" mi sale in braccio, lasciandomi totalmente senza fiato

"Vacci piano tigre" la guardo sopra di me, bellissima come sempre "ti sei fatta scopare un paio di volte ed ora diventi una maniaca del sesso?" le stringo i fianchi

"Punto uno, sono state molte di più di un paio di volte. Punto secondo, ho tre anni di letargo sessuale alle spalle, ho bisogno di recuperare un po' di tempo perso" mi sussurra all'orecchio, la voce calda e sensuale

"E chi sono io per impedirtelo?" la bacio appassionatamente, prima di ribaltare la situazione e farla finire sotto di me.

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