Capitolo Ottantasette

Pov. Sarah

La giornata è trascorsa lentamente senza di lei. L'ho intravista solo per l'ora di pranzo, quando mi ha portato una porzione di spaghetti di riso alle verdure ed un involtino primavera, assicurandosi che li mangiassi prima di andar via.

Oggi era in teatro a finire le scenografie

Ho riflettuto a lungo sulle parole del Dottor McHellen, sul fatto di parlarne con i miei fratelli e chiedere aiuto anche a Danissa.

Come prima cosa ho voluto sentire lei

"Piccola Sarah, ciao!" mi saluta entusiasta "Allora? Come te la passi?"

"Ciao Danissa" sorrido "che ne diresti di vederci oggi pomeriggio? Ho bisogno di un.. consiglio" mi mordo il labbro

"Che succede? Problemi con Jessica?" mi domanda preoccupata

"No tranquilla, ma ho bisogno di parlare con te"

"Hum, d'accordo. Senti oggi non riesco a passare, sono incasinata con il lavoro. Se passassi domani pomeriggio?"

"Oh, va benissimo. Scusami il poco preavviso"

"Sicura di poter aspettare fino a domani? Se è urgente mi libero"

"Nono, tranquilla. Sto bene davvero, ho solo bisogno di alcuni consigli.. da lesbica a quasi lesbica" rido

"D'accordo. Allora ci vediamo domani pomeriggio" sembra più tranquilla "Un bacio bambolina"

"Ciao Danissa" sorrido, prima di chiudere la telefonata.

Prima di coinvolgere Iulia e John voglio parlare con lei. Capire come lei ha affrontato il coming out e vorrei che mi aiutasse a capire quale potrebbe essere il modo migliore per dirlo ai miei fratelli.

Difficile dirlo, lo so.

Prendo il mio vecchio quaderno degli obbiettivi. È più di un anno che non scrivo più: le pagine sono consumate, spesso arricciate dalle mie lacrime.

Quante lacrime versate mentre scrivevo queste pagine.

Lo apro alla prima pagina. Risale all'incirca ad un anno e mezzo fa.

La pagina è macchiata. Passo il dito sul macchie più scure, il foglio corroso dall'acqua


Il mio prossimo obbiettivo? Smettere di sentirmi così fottutamente sbagliata ovunque io vada.

Avrei tanto voluto che quelle dannate pillole avessero portato a termine il mio scopo. Avrei voluto non svegliarmi più, smettere di sentirmi così male con me stessa.

Mi guardo allo specchio, il mio corpo fa schifo. È un insieme confuso di ferite, cicatrici, tagli. Non riesco nemmeno a guardarlo.

Ironico. Tutto ciò è stato fatto affinché lui non mi guardasse più, eppure sono io l'unica che non riesce a guardarsi.

A lui non è mai importato del mio corpo. Di come stessi. Gli interessava solo scoparmi e basta.

Dunque mi sono rovinata per sempre per il nulla.

Rido con le lacrime agli occhi solo al pensiero.

Le sedute con il Dottor McHellen sono utili. Nonostante lui sia un uomo mi trovo stranamente a mio agio con lui. È così buono. Mi fa sentire a mio agio come nessuno da molto tempo.

Vorrei smettere di trattare sempre male mia mamma. Ormai vivo così a metà tra i sensi di colpa che mi divorano e la voglia di porre fine a tutto.

Sono troppo codarda per farlo di nuovo. E poi infondo, se sono sopravvissuta un motivo ci sarà.

Penso che tutto accada per una ragione, devo solo capire quale sia.


Stringo forte il quaderno tra le mani. Se fosse Jess il motivo? Se fosse stata lei a tenermi in vita?

Perché in fondo noi eravamo destinate ad incontrarci.

Ero destinata ad essere la persona che lei avrebbe amato dopo Lucy.

Siamo un po' tutti gli angeli custodi di qualcuno.. ed io forse sono il suo, così come lei è il mio.

Siamo legate da un filo invisibile e quello stesso filo mi ha portata via dalla morte. Mi ha portata via dall'inferno in cui ero finita, riportandomi alla vita.


Quindi, facendo un resoconto, vorrei tornare a vivere e non sopravvivere. Vorrei potermi alzare la mattina ed essere felice di affrontare un altro giorno su questa terra.

Vorrei camminare per la strada, senza sentirmi abusata da nessuno anche solo uno sguardo. Gli sguardi mi mettono a disagio. Odio che qualcuno posi i suoi occhi su di me, che mi rivolga anche solo un timido sorriso.

Sono stanca di vedere il lato cattivo di ogni persona accanto a me'

Sfoglio alcune pagine, fino ad arrivare all'incirca sei mesi dopo le precedenti pagine lette

Per la prima volta dopo mesi sono riuscita ad abbracciare Joe. È stato così bello, che ci siamo commossi entrambi. Non credevamo nemmeno noi stesse accadendo.

Rispetto ai mesi scorsi le cose un po' sono migliorate. Con mia mamma le cose vanno un pochino meglio.

Mi lascia un po' più di libertà, rimanendo comunque la solita pazza iperprotettiva ma d'altronde me la sono andata a cercare no?

La tollero un po' di più, capisco anche il suo punto di vista. Mi sento anche un po' meno fuori posto.

Sto imparando ad accettare il mio corpo, anche se penso che non accadrà mai pienamente.


Se dicessi alla Sarah di un anno fa che un giorno avrebbe ringraziato per l'esistenza di quelle cicatrici, mi avrebbe riso in faccia. Eppure, ad oggi, un po' sono felice che quelle ferite ci siano, perché amo il modo in cui Lei le accarezza. Amo il modo in cui Lei le bacia. Amo semplicemente il fatto che riesca a farmi sentire giusta in un corpo così sbagliato.


Sono passati ormai due anni. Ora riesco a dormire la notte, anche senza prendere le pillole.

Non vengo più assalita da incubi ed attacchi di panico. A dire il vero è un po' che non ne ho uno.

Mi sento così sollevata. Il peso sul mio cuore c'è ancora, ma si è fatto più leggero.

Come se giorno dopo giorno un granello volasse via.

Per quanto riguarda le relazioni sociali, c'è ancora un po' da lavorare. Non intendo avere storie, qualsiasi cosa sia anche solo lontanamente simile ad una relazione mi agita ma diciamo che interagire con altre persone sta diventando un po' più semplice. Sono ancora in ansia quando rimango sola con un ragazzo di cui non ho fiducia, ma forse passerà no?


Ripercorre queste tappe della mia vita è doloroso, ma anche autocelebrativo. Mano a mano che leggo queste pagine, posso vedere quanta strada sono riuscita a fare da dove sono partita.

Quando ho iniziato questo percorso a malapena riuscivo a parlare con la mia famiglia e guarda ora dove sono arrivata.

Se dovessi fare un autoanalisi ora, beh.. probabilmente mi chiederei un'unica cosa: continua così Sarah.

Continua così, non ti fermare mai.

Cerca di capire cosa prova mamma, il suo punto di vista. Parlale, apriti con John e Iulia.

Accettare sé stessi comincia proprio dal sentirsi liberi, e sentirsi liberi vuol dire essere sincera con le persone che si hanno intorno.

Sospiro. So che sarà difficile fare questo passo, sono spaventata eppure è proprio quello di cui ho bisogno per ricominciare davvero una nuova vita.



Pov. Jessica

La conversazione con Joe è stata.. intensa.

So che sarà difficile supportarla. In quanto sua ragazza è mio dovere farlo, ma soprattutto è ciò che voglio fare.

Sapevo bene a cosa stavo andandoi incontro.

Okay, forse non completamente, ma ormai ci sono talmente dentro da non poterne più uscire.

Sono talmente innamorata di lei.

"Ragazzi, più veloci con quella pittura!" esclama Matisse, la responsabile del laboratorio.

Ormai è completamente su di giri, il musical si sta avvicinando, e siamo un po' indietro con la preparazione.

Spennello più velocemente quella che dovrebbe la facciata di una casa.

Vorrei solo farla stare meglio ma so che in questo caso posso fare bene poco. In primis perché è una cosa che lei deve affrontare con la sua famiglia, e in secondo luogo beh.. sua madre mi odia.

Meglio rimanerne fuori. Ci sono passata sulla mia stessa pelle, nessuno può migliorare la situazione.

Chissà come sta. Le scrivo un rapido messaggio, per assicurarmi che stia bene.

| Sto bene. Non vedo l'ora di rivederti | sorrido.

Le mie giornate ultimamente sono così piene.. tra tutte le attività che devo fare, le sessioni di tutoraggio ormai passiamo poco tempo insieme.

Per fortuna ancora non hanno sostituito Laureen, quindi ogni sera posso tornare in camera da lei.

"Ciao Jess" Jason mi saluta con una leggera pacca sulla spalla

"Ciao Jason" gli sorrido "Tutto bene?"

"Certo! E tu? Ti vedo stanca" mi guarda preoccupato

"È un periodo.. intenso diciamo" liquido il discorso. Non ho intenzione di parlare con lui di Sarah e di tutto ciò che ci riguarda

Cominciamo a parlottare delle lezioni di atletica, commentando il Sexy- Prof.

Marissa invece sembra concentrata a cucire un paio di abiti. Ancora non ha voluto parlare alle ragazze di questa cosa, e non ho intenzione di forzarla in alcun modo.

L'atmosfera qui in teatro è piuttosto tesa, l'ansia per lo spettacolo inizia a farsi sentire

"Non ti facevo tipa da teatro comunque" mi deride dolcemente Jason

"E perché mi dici una cosa del genere?" rispondo facendo la finta offesa

"Come sei finita qui?" mi chiede curioso

"Lunga storia" rispondo semplicemente "Alla fine non è così male. Ci si diverte molto, anche se adesso la situazione è tutt'altro che divertente" indico la Sig.ra Sparkle urlare contro un povero malcapitato che ha sbagliato a colorare un grosso pezzo di legno.

"Hai ragione" scoppia a ridere Jason

Poco dopo mi lascia sola per raggiungere Marissa ed aiutarla con ago e filo.

Forse per distrarre Sarah potrei coinvolgerla qui. Si divertirebbe sicuramente, potrebbe conoscere gente nuova e.. Okay, forse non molta gente nuova.

Scuoto la testa cercando di cancellare quei pensieri. Voglio solo che lei stia bene, e magari fare qualche attività insieme potrebbe davvero aiutarla a distrarsi

Circa un paio di ore dopo ho finito di dipingere l'intera facciata della casa. È ancora da rifinire, ma spero di poterlo fare con Sarah la prossima volta.

Recupero il mio zaino e torno in stanza. Sono esausta, i pomeriggi passati in teatro sono sempre estenuanti.

E pensare che domani dovrò affrontare la lezione di atletica.

Vorrei solo sprofondare tra le sue braccia

"Ehi" apro leggermente la porta

"Jess" un sorrisone le illumina il viso "entra" si alza venendomi incontro

"Che facevi?" le poso un bacio delicato, poi mi cambio

"Copiavo gli appunti delle lezioni di oggi. È passata Luna a portarmeli" sbuffa, sfogliando pagine e pagine completamente piene di scritte "Mi chiedo come faccia a captare tutte queste informazioni, io di solito prendo la metà dei suoi appunti" scuote la testa

"Lo so, Luna ha questo potere assorbitore di informazioni. È incredibile" scoppia a ridere "Allora.. com'è andata la seduta con lo.."

"Psicologo? Puoi dirlo ad alta voce Jess" mi deride dolcemente "Bene, come al solito parlare con lui mi aiuta molto. Mi ha consigliato di parlare con Iulia e John e di farmi aiutare anche da Danissa, visto il suo.. percorso"

"Mi sembra la cosa giusta da fare. Jackie alla fine mi ha sempre supportato, ha sempre compreso quanto ciò che provassi fosse reale. Se mia madre oggi mi rivolge ancora la parola probabilmente è anche grazie a lui" annuisco "e forse ha ragione anche per quanto riguarda Danissa" sbuffo

"Forse?" ride

"Ha affrontato quello che anche noi abbiamo affrontato, per di più all'interno della tua famiglia"

"Ci vedremo domani pomeriggio.. per parlare di questo" mi guarda preoccupata

Mentirei se dicessi che non mi dia fastidio ma Sarah ha bisogno di farlo. Ha bisogno di lei per affrontare al meglio questa cosa

"D'accordo" sospiro

"Grazie, so quanto tutto questo sia difficile per te. Lo apprezzo davvero tanto" mi bacia delicatamente

"Voglio solo che tu possa star meglio, e se lei può essere d'aiuto ben venga" le sorrido

Mi sdraio nel letto, facendole posto accanto a me.

La prendo tra le mie braccia, e le accarezzo i capelli. Le racconto di oggi, del laboratorio di teatro.

Lei mi ascolta curiosa, come una bambina che ascolta la mamma parlare. È adorabile.

"Stavo pensando.. che ne diresti di partecipare al laboratorio di teatro con me?" mi mordo il labbro

"Oddio Jess, davvero me lo stai chiedendo?" esclama, portandosi le mani alla bocca facendo la finta emozionata "Oh Jess, è così tanto tempo che aspettavo questo momento!!" non posso evitare di scoppiare a ridere

"Io sono seria" la guardo divertita "potrebbe davvero aiutarti a distogliere un po' l'attenzione da.. tutto"

"Sì, hai ragione" annuisce "Non è una cattiva idea in fondo"

"Davvero?" mi si illuminano gli occhi

"Sì" annuisce "domani andrò in segreteria ad iscrivermi" mi sorride

"Fantastico!" l'abbraccio, posandole un casto bacio sulle labbra

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