Capitolo Novantasette

Pov. Jess

La professoressa di letteratura sta parlando di cose di cui non mi frega assolutamente nulla. Prendo distrattamente degli appunti, mentre ripenso ai giorni appena passati.

È passata ormai una settimana da quando ho conosciuto i fratelli di Sarah. Dopo il caffè, abbiamo passato ancora tutto il pomeriggio insieme, ed è stato un pomeriggio piacevole.

Come immaginavo sono persone fantastiche, ma essendo fratelli di Sarah non mi stupisce.

Inoltre, mi ha raccontato della conversazione avuta con sua madre.

Di questo invece sono rimasta parecchio sorpresa. Non mi immaginavo potesse aprirsi con lei in questo modo.

Sono comunque felice per lei. So quanto la situazione con la madre la facesse stare male. Sapere di aver seppur un minimo supporto non può che farle bene.

Infatti negli ultimi giorni è decisamente più tranquilla. Sembra quasi tornata ad essere la ragazza felice e spensierata di qualche settimana fa.

Inoltre mi ha confidato ciò che sua sorella le ha detto: le sono piaciuta molto, anche a John, nonostante le sue minacce.

Non ce l'ho in alcun modo con lui. È normale che abbia paura che lei possa star male di nuovo, ciò che ha affrontato non è stato semplice, e l'ha portata a gesti estremi.

Da sabato non faccio altro che pensare alla storia dell'erba e alle ripercussioni che ha sulla mia vita con Sarah.

Forse dovrei davvero iscrivermi a quella fottuta squadra di atletica. Mi terrebbe lontana dall'erba, mi aiuterebbe con i crediti e soprattutto avrei una scusa per restar lontano dalla palestra e da Kelsj.

Raggiungo pensierosa la mensa, dove Sarah mi ha già preso un vassoio e mi attende trepidante

"Potevi iniziare a mangiare" le sorrido

"Volevo aspettarti, ma ho troppa fame quindi.. buon appetito!" esclama, ed inizia a mangiare ancor prima che io mi sieda.

Mi racconta la sua giornata, entusiasta per essere riuscita a prendere un buon voto nell'interrogazione di scienze.

L'ascolto volentieri, sentirla parlare mi permette per qualche istante di accantonare i problemi che mi perseguitano.

Lei inizialmente non sembra notare il mio disagio, ma dopo qualche minuto interrompe il suo racconto

"Tutto bene Jess?" posa una mano sulla mia

"Uhm? Sì, ti stavo ascoltando. Parla pure" le sorrido

"No, finché non mi dirai che succede" mi guarda preoccupata

"Okay" sospiro "C'è una cosa che non ti ho detto" si rabbuia

"Cioè?" allontana la mano, lo sguardo confuso

"La scorsa settimana l'insegnante di atletica mi ha chiesto se volessi far parte della squadra" abbasso lo sguardo

"E..?" sembra confusa "Cosa c'è che non va Jess?"

"Io.. non lo so" scuoto la testa "Vorrei davvero farlo. Diventar parte della squadra e tutto il resto ma vorrebbe dire rinunciare alla droga" la guardo negli occhi

"Oh certo" sorride

"Sarah vorrei che tu capissi che il mio è più di un semplice capriccio. Io non fumo erba solo perché voglio farlo. Io ne ho bisogno. Tu dovresti capire meglio di chiunque cosa vuol dire"

"Jess, ho sofferto anch'io di dipendenza. Alcool e droga erano il mio unico pensiero fisso, perché pensavo mi potessero aiutare ad affrontare i miei problemi. Ma quando la sbronza passava o l'effetto della canna svaniva, i problemi erano sempre lì. Loro non ti aiutano a risolvere i tuoi problemi, anzi normalmente ne creano sempre altri" inarca un sopracciglio

"Vorrei che potessi essere un po' più comprensiva" scuoto la testa

"Davvero vuoi precluderti questa opportunità solo perché non vuoi smettere di fumare erba?" è esterrefatta

"Non ho detto questo"

"Allora cos'hai deciso di fare?" incrocia le braccia davanti a sé

"Non lo so" sospiro "Ho paura" mi guarda confusa

"Paura?"

"Sì. Non so come potrei reagire alle.. cose senza l'erba" mi volto e noto Dj passare.

Come al solito mi rivolge un ghigno. Stringo i pugni.

Lei nota la scena e posa le sue piccole manine sui miei pugni chiusi. Li sento rilassarsi immediatamente

"Sarà difficile Jess, uscire da una dipendenza lo è sempre, ma ne usciremo insieme" mi guarda negli occhi "Se davvero vuoi farlo, ce la farai"

Annuisco, senza continuare ulteriormente il discorso.

Oggi dopo la lezione di atletica parlerò con il professore. Voglio davvero fare questo passo in avanti.

Voglio davvero cogliere questa opportunità che la vita mi ha dato, più o meno importante che sia.

A livello personale potrebbe essere una grande crescita.

Ma davvero riuscirò a sopportare tutti i problemi senza ricorrere all'erba?



Pov. Sarah

Quando ci lasciamo, Jess sembra parecchio turbata dalla nostra discussione.

Penso davvero sia in grado di affrontare i problemi senza ricorrere all'erba, dovrà solo.. abituarsi.

Poi io sono qui, con lei. Pronta ad affrontare ogni difficoltà che lei incontrerà lungo il suo percorso.

Spesso però, sono proprio io a metterla in difficoltà, con i miei mille casini.

Sarò davvero in grado di aiutarla?

O i miei atteggiamenti peggioreranno solo le cose?

Difficile da dire. Mi impegnerò al massimo per essere per lei un supporto e non un ostacolo.

E poi, entrare nella squadra di atletica potrebbe portarla davvero a grandi risultati.

Magari a delle borse di studio. Partecipare a competizioni, farsi un nome in questo campo.

Per non parlare delle buone referenze che potrebbe ottenere, così da avere facile accesso all'anno prossimo nonostante l'azzeramento dei suoi crediti.

Non vedo un solo lato negativo in tutto questo. Giusto?

Sono preoccupata per lei. Perché so che sarà proprio questa sua paura di fallire che la porterà a farlo.

Prendo il telefono in mano e osservo la chat con Laureen. I miei messaggi sono ancora tutti lì, una sola spunta, in attesa di essere recapitati.

Andranno persi, lo sappiamo tutti. Non li riceverà mai.

Negli ultimi tempi ho legato tanto con Marie ed anche con Luna, ma con nessuna delle due riesco ad aprirmi come con lei.

Lei mi ha conosciuta dal giorno zero. Mi ha supportato dal primo giorno, in questo strano e bizzarro percorso che è stato il mio qui al college.

Per quanto Marie e Luna siano ragazze fantastiche, non saranno mai.. lei.

E poi, Luna è una carissima amica di Jess. Non posso di certo parlarle dei nostri problemi, mettendola così in una situazione scomoda.

No, è fuori discussione.

Per fortuna mi rimane Joe.

| Ti va di passare un pomeriggio come ai bei vecchi tempi? | gli scrivo

| Passo a prendere le patatine, tu prepara Netflix | mi risponde un paio di minuti dopo.

Sorrido, bloccando il telefono.

Ho bisogno di passare semplicemente del tempo con lui, come ai vecchi tempi.

Chiusa nella nostra bolla, a guardare una delle nostre serie tv preferite senza pensare a nient'altro che ad essere felici, seppur solo per quelle due ore passate insieme.

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