Capitolo Dieci

Pov. Sarah

"Tu non stai bene!" urla Laureen.

Da quando sono tornata in camera, dopo le lezioni e ciò che è successo con Dj, non fa altro che urlarmi addosso.

È sconvolta per la mia rottura con Dj. O meglio è sconvolta dal fatto che io abbia chiuso con Dj

"Laureen, è la mia vita, scelte mie" alzo le spalle

"Ma che ti passa per il cervello? Dj è il ragazzo più bello che abbia mai visto. È gentile, intelligente. È.."

"Perfetto" concludo la frase al posto suo "Me l'hai già ripetuto un sacco di volte, ma ciò nonostante non cambierò idea"

"Sembravi interessata all'inizio. Che è successo poi?" si siede accanto a me sul letto.

Mi sento avvampare le guance, e mi sembra che mi manchi l'aria.

"Non lo so" mento

"Sarah, non vorrai mentire a me spero" incrocia le braccia scocciata

Lo so benissimo cos'è successo.

L'inizio dei miei guai si chiama Dwight. Un ragazzo europeo, di due anni più grande di me, che mi ha distrutto la vita.

Ha annientato la mia personalità, la mia dignità. Mi ha resa una persona vuota.

Ah, e poi.. Jessica.

Mi ha incantata, con quei suoi modi di fare, quegli occhi che farebbero innamorare chiunque e quel profumo che mi fa perdere la testa.

Dopo essere stata al bar con lei, non ho smesso un attimo di ripensare ad ogni singolo attimo di quella mattinata.

I suoi occhi intensi che mi guardavano da sopra la tazza.

Quella posizione scomposta, il viso serio.

Le sue parole. A lei piacciono le ragazze.

È assurdo, a lei piacciono le ragazze.

"Sarah" Laureen mi schiocca le dita davanti al viso

"È lesbica, lili"

"Cosa? Chi?" poi sgrana gli occhi "Non starai parlando della Thompson?"

"Sì chiama Thompson?" chiedo "Ma certo, adesso è tutto chiaro" sgrano gli occhi

"Sarah, ferma. Ti piace Jessica?" chiede sconvolta

"Non l'ho mai detto"

"Allora cosa c'entra lei in tutto questo?"

"Non lo so" sospiro, e mi alzo dal letto. Mi sento mancare l'aria, e le pareti mi opprimono "Io.. Io non sono lesbica, e nemmeno bisessuale. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi, non mi è mai passato per la testa di provarci con una ragazza, ma ora è tutto diverso" Laureen mi osserva

"Ogni volta che lei mi guarda, sento lo stomaco che si chiude e mi manca il respiro. Sono così confusa" mi viene quasi da piangere

"Oh, Sarah" Laureen si alza, e mi abbraccia "È normale che tu senta confusa, è tutto così nuovo e.. strano" sorride

"Mi sento spaesata. Sto affogando tra le mie paure e le mie incertezze. Non so più cosa sono" sussurro stretta a lei

"Datti il tuo tempo tesoro, e capirai. Non c'è fretta, Dj ti aspetterà ne sono certa. Farà il coglione, ma se tornerai da lui, lui ti accoglierà a braccia aperte"

"E se dovessi scegliere lei?"

"Glielo spiegherai, e lui capirà" mi sorride prima di darmi un bacio sulla guancia "Hai solo bisogno di tempo per capire, chi sei e cosa sei. Non darti fretta, è una decisione importante" mi sorride ancora, poi prende il suo zaino ed esce dalla stanza.

Rimango così sola. Sono confusa e disorientata.

È come se la vita che avessi vissuto fino ad ora fosse solo una bugia.

Chi era quella Sarah? Chi è quella vera?

Se davvero io fossi bisessuale o.. lesbica, i miei amici mi accetterebbero ancora? La mia famiglia cosa penserebbe di me?

Ma soprattutto, io mi accetterei?

E se io avessi capito prima la mia vera natura.. sarei comunque stata annientata da un'altra persona?

Mi butto sul letto, in preda ad una crisi di panico.

Inizio a respirare velocemente, la testa mi gira e mi sento svenire.

Qualcuno bussa alla porta.

Sento il rumore amplificato. Mi copro le orecchie ed urlo.

Poi il buio.

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Mi sveglio a causa dell'alta temperatura della stanza in cui mi trovo.

Mi sveglio bagnata fradicia, in una stanza con una temperatura insopportabile.

Mi guardo attorno: è l'infermeria.

"Ehi" Jessica è seduta accanto a me, le braccia incrociate sul petto

"Oh, ciao" balbetto.

Trovarmi lei al mio capezzale non mi aiuta per niente

"Che ti è preso?" si alza, per potermi guardare meglio negli occhi.

Il mio cuore accelera, e inizio a respirare con fatica

"Ehi, che ti succede?" Jessica mi posa due mani sul volto

"Non mi toccare" urlo.

Lei ritrae le mani, e mi guarda stranita

"Ho bisogno di star sola" dico, cercando di controllare il respiro

"Okay, come ti pare" alza le braccia, e lascia la stanza, senza voltarsi indietro.

Non appena lascia la stanza, sento la sua scia di profumo invadermi le narici, e lo stomaco mi si chiude.

Ho avuto un attacco di panico. Ho avuto un fottuto attacco di panico.

È passato parecchio dall'ultima volta che ne ebbi un.

Ero sdraiata in camera mia, nel buio della notte. Una strana sensazione mi ha pervaso il corpo, la depressione si è fatta sentire più che mai.

Mi sono rannicchiata, portandomi le ginocchia al petto, con la testa all'interno di un vortice e il respiro affannoso.

Ho cominciato ad urlare in un modo disumano. Tutto il dolore riversato in quelle urla.

Ed ora, mi sento più spaesata di prima, persa nel buio.

Se chiudo gli occhi immagino una piccola me, che vaga in bosco buio, spaventata e confusa alla ricerca di qualcosa che la riporti sulla strada per trovare sé stessa.

Sono spaventata. Ho paura di aver passato anni a mentire a me stessa, ai miei amici, alla mia famiglia.

Di aver passato anni pensando di essere esattamente come ogni altra fottuta ragazza là fuori, ed invece ora - all'alba dei miei quasi diciassette anni - capisco che forse mi sono sempre raccontata un sacco di stronzate, che oltre agli abusi, alla depressione, alle inquietudini c'è una Sarah diversa.

Una Sarah che non mi aspettavo.

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