Capitolo Cinquantuno
Pov. Sarah
Quando mi sveglio sento in bocca un gusto terribile e la testa pesante.
I ricordi di ieri sono sfocati.
Colpa probabilmente di quell'orribile drink che ho preso.
Mai più.
Mi stiracchio e mi spavento quando trovo Jess ferma e fissarmi
"Mi hai spaventata" borbotto tirandole un leggero schiaffo sul braccio
"Scusami piccola, non volevo" mi posa un bacio sulla fronte "Tieni, ti ho portato un bicchiere d'acqua. Buongiorno" mi sorride
"Grazie, ho un sapore orribile in gola"
"La prossima volta magari prenderai un semplice analcolico, che dici? Invece di fare la grandiosa"
"Uno, non volevo fare la grandiosa. Due, tu puoi bere ed io no?" mi alzo su dal letto, ma per un attimo non riesco a vedere nulla
"Fai piano" Jess mi posa le sue grosse mani sulle braccia, per sorreggermi "Bevo da quando avevo quattordici anni, penso di essere abituata a bere. Sicuramente non perdo il controllo per due sorsi di Cuba Libre" mi fissa irritata
"Guarda che anche io bevevo in passato. Durante la storia con Dwight bevevo spesso, anche fin troppo forse" alzo le spalle
"Mi avevi accennato al fatto che avessi abusato in passato di alcool ed erba, ma nulla di più" mi guarda
"Ho cominciato a bere tanto quando Dwight ha iniziato ad essere violento nei miei confronti. Mi aiutava a sopportare meglio tutto. Dopo il processo, quando la mia vita era tornata semi normale la storia è peggiorata. Ho smesso quando ho capito che stavo sviluppando un altro problema. Oltre ad avere manie suicide, mia madre non avrebbe retto anche la figlia alcolista. Così ho smesso"
"Non bevi più?"
"Prima di arrivare al college, non toccavo alcool da due anni. Poi ho bevuto la sera della festa alla confraternita" la guardo
"Sì, ricordo" stringe i pugni
"Ma oltre quella volta non ho mai più toccato alcool"
"Non sei più abituata a bere" scuote la testa "E poi, non è una cosa che devi fare per ripicca"
"Non ho cinque anni Jess. Non sono una bambina, se voglio fare una cosa la faccio"
"Ah sì? " stringe gli occhi a fessura
"Senti, mi sono appena svegliata ed ho mal di testa, possiamo evitare di discutere proprio ora?" cerco di sviare il discorso
"Non sono stupida, so cosa stai facendo. Ci sarà comunque tempo per parlarne"
"Che ore sono?"
"Le undici"
"Jess! Le lezioni! Ma perché non mi hai svegliata?" chiedo
"Sai, dopo la baldoria di ieri volevo che ti riprendessi" sputa acida
"Okay" non aggiungo nient'altro e la osservo avvicinarsi alla finestra ed aprirla.
Tira fuori dalla tasca un oggetto metallico. Aspira e butta fuori l'aria.
Dallo spiraglio aperto entra il freddo, così mi rannicchio sotto le coperte.
"Scusami" dice non appena mi vede raggomitolata e chiude la finestra
"Fa nulla, se vuoi fumare, fai pure"
"Posso farlo dopo" alza le spalle e posa la sigaretta sulla scrivania "Va meglio la testa?" si siede accanto a me.
Annuisco, sperando non riprenda il discorso. Rimane in silenzio, si guarda i grossi anelli.
I capelli sono appiattiti sulla testa, spettinati. Non ha un filo di trucco, gli occhi grigi sembrano risaltare ancor di più.
Indossa un grosso felpone del campus, una o due taglie più grande della sua, probabilmente da uomo ed una tuta in tinta con la felpa.
I piedi sono scalzi.
C'è una certa differenza tra adesso a ieri sera, ma non riesco a non trovarla bellissima lo stesso.
In un attimo mi torna in mente ieri sera. Oddio, come sarò conciata io ora?
La matita nera sarà sbavata sotto gli occhi, i capelli saranno un disastro.. Dio, no.
"Hai uno specchio?" chiedo, e lei indica l'armadio.
Apro un'anta e trovo uno specchio intero. Come sospettavo, la matita è sbavata sotto tutto l'occhio, i capelli sono aggrovigliati in una matassa disordinata.
Indosso una sua maglietta. Mi copre appena fino agli slip, ma profuma di lei.
Mi guardo così, con indosso la sua maglia, il sapore di alcool in bocca ed il trucco sbavato e nell'insieme mi piaccio. Non sono più la problematica ragazzina che ero fino a due mesi e mezzo fa. No, ora sono qualcosa di più, anche se non so cosa.
Sento Jess alzarsi, e mettersi dietro di me. La sua mano inizia ad accarezzarmi le cicatrici, la bocca a baciare il mio collo.
Mi sento mancare le forze sotto il suo tocco.
"Ieri sera eri così.. spinta" mi sussurra all'orecchio "Volevi che ti riportassi al campus" sorride
E in un attimo mi ritornano in mente le immagini di me e lei sotto il portico del pub, il suo corpo che preme contro il mio. La stessa ondata di desiderio di ieri mi travolge.
Sento le guance arrossarsi un po' per l'imbarazzo per il mio comportamento poco ortodosso ed un po' per il desiderio di lei.
"Cosa vuoi da me?" mi chiede, facendo scivolare la mano dal mio fianco all'altezza dei miei slip
Mi irrigidisco, sento l'aria che inizia a mancare.
Jess lo nota subito e allontana la mano. Si inginocchia dietro di me e bacia le cicatrici.
Ci lascia dei baci delicati, e quasi ringrazio l'esistenza di esse.
"Lo sai che ti voglio?" sputo, tutto d'un fiato
Lei inizialmente sembra spiazzata
"Ieri non sei andata troppo per il sottile" mi sorride, prendendomi tra le braccia
"Voglio solo che tu lo sappia. Voglio che tu sappia che anche se il mio corpo si irrigidisce quasi come per rifiutarti ti voglio terribilmente"
"Non ho fretta. Quando te la sentirai, io sarò quI" mi sorride.
Mi lascio coccolare dal suo caldo abbraccio.
Per quanto tempo ancora sarà disposta ad aspettarmi?
Pov. Jessica
"Non puoi scappare da questo argomento per sempre" incrocio le braccia, e la guardo rivestirsi "Guarda che puoi tenerla la mia maglia. Non la metto molto, e ti sta bene"
"Oh grazie" arrossisce e si blocca un attimo "Comunque non sto scappando"
"A me sembra proprio di sì" rido, mentre cerca goffamente di tirarsi su i jeans troppo stretti
"Non vedo cosa ci sia da parlare. Iniziando questo discorso c'è solo da litigare"
"Possiamo parlarne come due persone mature" inarca il sopracciglio "O almeno provarci"
"Non ci riusciremo, e lo sai"
"Questo non vuol dire che non dobbiamo affrontare il discorso" aggiungo
"Va bene, parliamone allora. Sicuramente tu sarai più preparata di me in materia" incrocia le braccia, irritata
"Non ti surriscaldare ancora prima di iniziare" la derido e lei alza gli occhi al cielo "Okay faccio la seria. Non mi va che tu beva. Indipendentemente da ieri sera, non mi va che tu lo faccia. Come ho già detto, l'ultima volta.."
".. Sono finita a pomiciare su un tavolo da biliardo con Dj, sì lo so" sbuffa "Do più la colpa all'erba per quello che all'alcool"
"L'acool ti rende una maniaca sessuale" inarco il sopracciglio
"Modera i termini. Con Dj è capitato una sola volta, ed è stata solo una pomiciata. Vogliamo parlare di te?"
"Lo reggo molto meglio rispetto a te"
"Non sembrava durante il weekend che ho passato da mia madre" sputa
"Lì avevo esagerato" ammetto
"Quanto avevi bevuto?" sgrano gli occhi.
I ricordi di quella serata sono confusi, alcuni mancano nella mia memoria. L'alcool scorreva a fiumi, e quella sera avevano anche assunto un barman. Faceva dei cocktail ottimi.
Non ricordo più niente dopo il terzo cocktail ed il sesto shottino. Non ricordo di aver bevuto ancora, ma il fatto di non essermi trovata la mattina seguente con la testa nel cesso vuol dire che non devo essere andata avanti per molto.
"Jess?" Sarah richiama la mia attenzione
"Un po'" cerco di sviare il discorso "Comunque non è la stessa cosa"
"Quanto?" sputa
"Tre drink" inarca il sopracciglio ".. E sei shottini" aggiungo
"Dio! Non ci credo! Ma che diavolo pensavi mentre bevevi? Mentre ti affogavi nell'alcool non hai pensato che forse io avrei potuto prenderla male? Che mi sarei potuta incazzare?" urla
"Se devo essere sincera il motivo per cui bevevo eri proprio tu"
"Non uscirtene di nuovo con questa puttanata" ringhia
"No, non è una giustificazione, è solo la risposta alla tua domanda. Tu eri l'ultimo motivo per non bere. Cercavo di dimenticare te ed il fatto che c'era un fottuto ragazzo a casa tua"
"Se la mettiamo così, sicuramente sono due cose diverse. La tua è più grave. Hai bevuto di più ed io non c'ero. Tu invece eri con me, ed ho bevuto pochi sorsi"
"Pochi sorsi che sono bastati a farti perdere il controllo. Ma ti ricordi com'eri? Senza freni inibitori. Se qualcuno si fosse avvicinato e avessi perso il controllo con lui?"
"Non sarebbe successo, lo sai"
"Sì, come con Dj"
"Vaffanculo!" urla dandomi una spinta "Sono stanca di discutere, mi sembra di farlo da sola. Non fai altro che ripetermi le stesse fottute cose. Quello con Dj è stato un semplice errore, tutto qui. Non ci sono andata a letto. Non riesco a venire a letto con te, non vedo perché io debba andarci con qualcun altro" ringhia e fa per andarsene
"Resta qui" il mio tono è un misto tra un ordine ed una supplica "Non andare via" la tiro a me e la stringo in un abbraccio.
Lei all'inizio cerca di divincolarsi ma poi si lascia andare al mio abbraccio. Inspira profondamente e lascia piccoli baci sulla parte bassa del collo.
Faccio lo stesso e la stringo più forte.
"Non litighiamo più, okay?" le sussurro e la sento sospirare.
Annuisce leggermente contro di me
"Mi fai tanto arrabbiare" sussurra appoggiando la fronte alla mia
"Anche tu" sorrido e la bacio.
Nel giro di pochi minuti la tensione sparisce e Sarah torna a sorridere ed io mi sento subito meglio.
So benissimo che non ascolterà le mie parole. Dopo quel.. Mostro, non fa altro che ripetere a sé stessa che non deve in alcun modo lasciarsi sopraffare e lo capisco.
Ha già permesso ad una persona di controllarla e manipolarla, non permetterà che accada di nuovo.
Sarà dura mandare giù il boccone, ma non voglio che lei si turbi o peggio ancora che pensi che io sia come lui.
Mi fido ciecamente di lei, nonostante il mio passato turbolento
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