Capitolo Cinquantotto

Pov. Sarah

"Grazie Josef, mi è sempre utile parlare con te" sorrido al Dott. McHellen.

Stiamo parlando da circa un'oretta. Ho provato a spiegargli come mi sento tutte le volte che resto sola con Jess, di ciò che ho provato ieri mattina guardandola allenarsi ma è stato molto difficile.

Ho anche confessato la mia assurda idea di provare a soddisfare lei prima di me e lui mi ha subito appoggiata.

"Non c'è di che Sarah, sono felice di poterti aiutare. Sono felice che tu sia riuscita a ricominciare seppur in parte. Ciò che hai passato è stata terribile, ed è normale che tu abbia bisogno dei tuoi tempi per farlo. Piccoli passi portano a grandi risultati" mi sorride

"Tornerò domani ad Anharra. Passerò a farti visita in studio"

"Ti aspetto" il suo affetto mi stringe il cuore

"Buona giornata Josef" lo saluto

"Ciao Sarah, a presto"

Rimango a fissare ancora per un po' lo schermo del mio pc. Tutte le volte che finisco le sedute con lui mi sento così leggera. Come se mi togliessi un peso dal cuore.

Mi ha saputo consigliare al meglio. Mi ha detto di prendermi del tempo per pensare, di utilizzare queste due settimane lontane per capire se è ciò che voglio fare davvero.

Di parlare con Danissa, in modo che possa consigliarmi la cosa più giusta.

Domani tornerò a casa. Ci saranno anche i miei fratelli.

Da un lato sono euforica: tornare a casa, soprattutto quando la famiglia si riunisce mi rende felice ma sapere che non potrò vederla per due settimane mi rattrista.

Passeremo capodanno lontane, non potrò baciarla a mezzanotte.

Sento bussare alla porta

"Posso?" Jess fa capolino da dietro la porta "So che fossi in videochiamata con il tuo.."

"Psicologo? Sì, esatto" annuisco "ma abbiamo finito, entra pure" le sorrido

"Come stai?" mi chiede abbracciandomi

"Un po' giù, e te?"

"Uguale" si sdraia accanto a me, fissando il soffitto "Stai pensando anche tu a domani?"

"Già" annuisco "Mia madre sarà qui già domani mattina presto. Non aspetta altro che portami a casa"

"È normale. Anche mia mamma è felice che io torni a casa"

"E tu?" mi volto a guardarla.

Ha la mascella serrata, non mi guarda in faccia

"Sì e no. Tornare a casa in fondo è sempre bello, ma senza te non ha molto senso" sospira

"Sono solo due settimane per fortuna"

"Già" annuisce e mi prende tra le sue braccia.

Passiamo il resto del pomeriggio così, non facciamo granché. Mi aiuta a sistemare la roba in una valigia esitando alle volte.

I suoi genitori passeranno a prenderla domenica. Mentirei se dicessi che la notte che passerà qui da sola non mi preoccupi, ma abbiamo già discusso per questo motivo.

Non credo succederà ancora.

Infilo in valigia anche un paio di sue felpe che mi ha regalato, da utilizzare quando sentirò la sua mancanza.

"Tieni" mi porge una collana con un grosso quadrifoglio di metallo "Voglio che la tenga tu per queste due settimane"

"Ma è la tua collana preferita. Non ti ho mai visto senza" la guardo incredula

"Quando l'ho comprata poco dopo la fine della mia relazione con Lucy, il tizio che me l'ha regalata mi ha detto di esprimere un desiderio prima di indossarla. Mi avrebbe portato fortuna ed aiutata ad esaudire il mio desiderio"

"Se è avverato?" le domando

"Avevo chiesto di tornare a stare bene quindi direi di sì" mi sorride, baciandomi.

Il mio battito accelera mentre mi infila la sua collana

"Custodiscila" appoggia la sua fronte alla mia, e nasconde la collana sotto la mia spessa felpa.

Annuisco solamente, incapace di dire qualsiasi cosa.

Quando raggiungiamo la sua stanza, l'aiuto a preparare la sua valigia, ma i miei pensieri vengono riportati continuamente al tesoro che porto intorno al collo.

Per me quella collana vale più di mille diamanti. È uno dei suoi beni più preziosi, ed ha voluto lasciarlo a me.

Custodiscila.

In fondo al mio cuore so che non intendeva solo la collana. Mi ha donato sé stessa, la sua anima. Mi ha chiesto di custodirla ed è ciò che ho intenzione di fare.

Proteggerò lei, la collana ed il nostro amore da qualsiasi cosa.

Come so che lei proteggerà me da qualsiasi cosa possa ferirmi.

Laureen si è gentilmente offerta di lasciarci la stanza, in modo da poter passare l'ultima notte sole.

Quando ci sdraiamo a letto, mi accoccolo a lei, consapevole che sarà l'ultima volta che mi addormenterò con il suo profumo per molto tempo.



Pov. Jessica

Mi tocco il collo, vuoto senza quel quadrifoglio che da mesi pendeva dal mio collo.

Mi ricordo bene la sera in cui l'ho presa: mi era lasciata da qualche tempo ormai, ed ero a pezzi. Il rapporto con la mia famiglia era andato completamente in pezzi e mi rifugiavo spesso nell'alcool e nell'erba.

Una sera uscì con quelle quattro amiche che ancora riuscivano a tollerarmi ed andammo ad un mercatino in centro. C'era un sacco di gente, coppiette felici ovunque.

Avevo l'umore a terra.

Ad un certo punto ci imbattemmo in questa bancarella. Vendeva gioielli fatti a mano.

Inizialmente la ignorai, poi le mie amiche richiamarono la mia attenzione

"Sei parecchio giù di corda signorina" un anziano signore mi stava osservando da dietro la bancarella.

Era basso e quasi completamente calvo. Stava levigando un pezzo di metallo.

All'inizio non capii cosa fosse.

"Tieni" il signore dai capelli bianchi me la porse "È un quadrifoglio. Portano fortuna"

"Oh no grazie. Non sono una tipa da.. collane. E poi non ho soldi" l'ho liquidato ridandogliela

"È un regalo. Che ti possa portare tanta fortuna. Prima di indossarla esprimi un desiderio"

Io ero scettica, ma le mie amiche insistettero così la presi.

La prima cosa a cui pensai fu tutto il dolore che stavo attraversando. Volevo solo che finisse.

Vorrei tornare a stare bene. Con me stessa, con gli altri, con la mia famiglia, ripetei nella mia mente, poi la indossai.

Sorrisi al vecchietto dietro la bancarella, e me ne andai.

Da lì in avanti le cose nella mia vita cominciarono a migliorare, seppur gradualmente.

Non ho mai più incontrato quel vecchietto. Alle volte penso fosse il mio angelo custode, sceso in terra per aiutarmi.

Per avvisarmi che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

E infatti ora è così. Quel quadrifoglio ha svolto la sua funzione. Ha sistemato la mia vita, seppur ci sia ancora tanto lavoro da fare ma almeno non soffro più.

Non provo più quella morsa al petto ogni notte prima di andare a dormire.

Non provo più quella morsa al petto quando prendo il telefono e non vedo la sua chat tra le prime su WhatsApp.

Ho voluto darla a lei, in modo che possa portarle fortuna in questi giorni lontane.

L'ho guardata andare via questa mattina dalla mia finestra. Prima di salire in macchina mi ha rivolto un triste sorriso.

Quando mi sono allontanata dalla finestra la sua auto era diventata un puntino nero in lontananza.

Ora sono qui in camera mia, mentre Luna finisce di leggere uno stupido libro.

Non ho molta voglia di parlare. In realtà non ho molta voglia di fare granché.

Dopo le nostre ultime litigate non ho nemmeno voglia di fumarmi una canna.

Sono semplicemente stesa sul mio letto immobile

"Jess? Sei ancora viva?" Luna mi guarda da dietro il suo libro

"Mh, mh" annuisco

"Mi hai fatta spaventare. Sono almeno venti minuti che se in quella posizione. L'iguana di mio cugino è più attiva di te"

"Divertente" alzo gli occhi al cielo

"Come stai?" chiude il libro

"Uhm, bene. Un po' giù per il fatto che non potrò vederla per le prossime due settimane ma tutto sommato bene"

"Dannazione, ed io che pensavo fossi triste perché non mi avresti vista per i prossimi quindici giorni. Povera illusa" scoppio a ridere

"Allora ogni tanto sei divertente" mi volto a guardarla

"Quando non sono impegnata a rimproverarti per i tuoi comportamenti da stalker ossessiva sì" mi sorride.

Riprende in mano il libro e ricomincia a leggere.

Io torno invece nel mio mutismo selettivo.

Saranno le due settimane più lunghe della mia vita.

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