Capitolo Cinquantatre
Pov. Sarah
Vorrei riuscire a leggere più di due righe senza distrarmi ma il mio cervello non aiuta. Non riesco a smettere di pensare alla discussione di qualche ora fa con Jess.
Danissa è davvero l'unica persona che può aiutarci, perché mia madre di certo non approverebbe. Mi ricordo bene l'espressione di mia madre la prima volta che ha visto Jess e tutti i suoi commenti in un secondo momento.
Sicuramente non starebbe dalla nostra parte.
L'unica che può aiutarci è lei.
Non voglio nemmeno coinvolgere i miei fratelli. Ancora non mi sento pronta.
Non è ancora giunto il momento che sappiano tutto.
Chiudo il libro sbuffando.
Guardo l'ora: 19.48.
Decido di raggiungere i miei amici per la cena. Indosso il suo felpone, nonostante io sia incazzata con lei, e mi chiudo la porta alle spalle.
Il cielo è già scuro, il sole è tramontato da un pezzo. Il campus assume tutto un altro aspetto sotto la luce cupa dei lampioni.
Il freddo è ancora più pungente del mattino, ed il solo felpone non basta a proteggermi dal freddo.
Fortunatamente il ristorante non è troppo lontano dai nostri dormitori così nel giro di qualche minuto sono lì e non appeno entro un'ondata di calore mi travolge.
Raggiungo il tavolo dove sono seduti i miei amici. Quando poi mi siedo e mi portano un menù rivolgo un sorriso di ringraziamento al cameriere
"Oh, ma guarda chi cena con noi stasera" mi deride Pongo
"Ciao ragazzi" rivolgo loro un sorriso
"Sarah!" esclama felice Laureen "Vieni, siediti qui" mi fa posto accanto a lei
"Grazie" le sorrido "Davvero hai preso quella poltiglia?" guardo inorridita il piatto di Laureen.
Una strana zuppa verde emana un odore tutt'altro che gradevole, così come il colore verde pisello non lo rende appetitoso affatto. Strani grumi galleggiano nella zuppa.
"Mi sono promessa di continuare la dieta iniziata a casa. Mi sto concedendo fin troppi vizi" taglia corto, portandosi un cucchiaio fin troppo pieno alla bocca.
Non riesco a guardarla mentre mangia quella brodaglia orribile, quindi abbasso lo sguardo sul mio triste piatto di riso alla cantonese.
Lo mangio svogliata per poi passare ad un invitante pollo alle mandorle.
"Allora? Che ne dite di andare al luna park domani sera?" propone Marie
"Luna Park?" chiedo curiosa
"Sì. Ogni anno allestiscono un luna park bellissimo non troppo lontano dal campus. Pensa che c'è addirittura una navetta che può portarci fin là e parte proprio da qui" mi spiega Pongo
"Viene allestito ogni anno per la Festa della Liberazione. Alla gente qui piace festeggiare la morte di tutte le streghe che si diceva abitassero i nostri boschi" gesticola scettico Mark "È una stupida festa, ma ci si diverte molto. Poi c'è anche un grazioso mercatino in cui vengono venduti tutti gli oggetti fatti a mano dalle popolazioni locali, che per generazioni e generazioni hanno portato avanti questa assurda festa" scuote ancora la testa
"Ci sto!" esclamo entusiasta "Amo i luna park"
"Potresti invitare anche Jessica se ti va" mi sorride Marie
"Certo" sorrido e mi infilo in bocca un pezzo di pollo.
Non mi dispiacerebbe andarci con lei, potremmo davvero divertirci. Sulla ruota panoramica, gli autoscontri, ed i tiri al bersaglio. Ma vorrà venirci con me dopo quello che è successo oggi pomeriggio?
Provo a buttare un occhio nel locale, ma non la vedo. Scorgo la sagoma di Luna raggiungere un tavolo. Quando lo raggiunge noto che Jess è lì con loro.
Ed ovviamente mi sta fissando.
Abbasso lo sguardo e torno a guardare davanti a me.
Per un attimo mi sembra di essere tornata all'inizio di tutto. Lei che mi osserva da lontano, senza dirmi una parola.
Per quanto mi mettessero a disagio i suoi occhi su di me, in fondo mi piaceva ricevere quelle sue attenzioni.
Li sento ancora addosso mentre ascolto distratta i miei amici parlare di domani sera.
Pov. Jessica
Se c'è una cosa che odio è mangiare al ristorante. Tutti gli odori si mischiano a crearne uno solo, pesante e disgustoso.
È così bello poter portare via il cibo e mangiarlo nella tranquillità della mia stanza, ma Luna mi ha praticamente costretta a seguirla qui.
Noto con mia grande sorpresa che anche Sarah è qui.
Sta parlando con i suoi amici. Prima la bruna sexy, fidanzata con quel tipo del secondo anno, e poi lui.
Dj non dice una parola, ma anche da lontano vedo come i suoi occhi la osservino. Dio, ma come fa Sarah a non accorgersene?
Ad un certo punto lei si volta, si guarda intorno.
Nel frattempo Luna ci raggiunge.
Sarah la vede e la osserva mentre ci raggiunge al tavolo. Poco dopo incontra il mio sguardo.
Mi sento come una scolaretta che incontra lo sguardo del ragazzo che le piace. Lo stomaco mi si stringe e faccio quasi fatica a sostenere il suo sguardo.
Per fortuna lo distoglie lei pochi secondi dopo.
Torna a guardare davanti e non si volta più
"Invece di andare avanti, tornate indietro?" mi sfotte Luna, mentre si porta un cucchiaio di budino alla bocca
"Sta zitta" ringhio infastidita
Proprio come qualche settimana fa, mi ritrovo a guardarla da lontano mentre interagisce con i suoi amici.
Ora che ho provato cosa vuol dire stare con lei, sentire il sapore delle sue labbra, è una tortura starmene qui in disparte, sentirla così lontana da me.
Spingo il piatto lontano da me e lascio il ristorante. Quelle pareti stavano diventando opprimenti.
Sento il suo sguardo su di me quando esco. Mi stringo nel mio felpone e mi accendo una sigaretta.
In realtà avrei voglia di fumarmi una canna, ma vorrei evitare di aggiungere problemi su problemi, così evito.
Pochi minuti dopo sento dei passi dietro di me.
"Jess" mi chiama Sarah.
Ha lo sguardo basso, le piccole manine al riparo dentro a quegli orribili guanti.
"Ehi" le sorrido leggermente
"Dove andavi?"
"Mi ero stufata di stare là dentro. Sai, a fare la stalker" sposto lo sguardo da lei
"Mi piace quando lo fai" si avvicina cauta "Mi piace avere i tuoi occhi su di me, sapere che quando sono intorno a te sei sempre in allerta. Mi fa sentire in un modo in cui non mi ero mai sentita" i nostri visi ora sono a pochi centimetri di distanza.
Il suo fiato si condensa davanti a me. Le osservo la bocca, non riesco a resistere
"Devo stare sempre in allerta, visto che sei sempre in giro con quel coglione alle calcagna" alzo gli occhi al cielo
"Jess" mi sorride, appoggiando le mani sulle mie spalle.
Mi coglie di sprovvista e mi bacia delicatamente e non posso evitare di ricambiare
"Non essere arrabbiata con me" aggiunge ed io sospiro
"Come posso esserlo?" alzo gli occhi al cielo
Sorride, e mi stringe forte a sé.
In un attimo sento tutta la rabbia che avevo dentro dissolversi sotto i suoi piccoli baci e così mi lascio cullare dalle sue carezze e dai suoi sospiri mentre ci dirigiamo verso la mia camera.
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