Capitolo Cinquantanove

Pov. Sarah

- Giorno 1, 23 Dicembre

Il rientro a casa come al solito è stato meraviglioso.

Quando sono arrivata i miei fratelli mi sono saltati addosso stringendomi in un abbraccio fortissimo.

È stato bello sentire di nuovo il loro profumo, il loro calore.

Mi hanno riempita di complimenti, dicendomi che stessi benissimo.

Abbiamo passato la serata in veranda, la mamma seduta sulla poltrona del nonno e noi per terra come quando eravamo bambini.

Mike era seduto accanto a lei, cingendole le spalle con un braccio.

Danissa e Sasha, la sua fidanzata, ci hanno raggiunto poco dopo.

Come tutte le volte che ci ritroviamo tutti insieme a casa, mia madre ha preparato la cioccolata calda, ricoprendo le tazze di panna montata. A Mike invece ha portato il solito bicchiere di amaro che ama tanto bere di fronte al camino.

Per tutta la serata non abbiamo fatto altro che parlare di noi, di come le nostre vite siano cambiate in questi mesi.

John ha gli occhi lucidi mentre ci mostra una delle sue bottiglie: nonostante siano mesi ormai che porta avanti la sua attività, ogni volta che porta a casa una bottiglia del suo vino ce la mostra come se fosse il suo più grande trofeo. E in effetti lo è.

È uno dei suoi più grandi traguardi, e non potrei essere più felice per lui.

Iulia invece ci ha raccontato delle difficoltà che sta affrontando lontano da casa: la mancanza dei suoi amici, della sua famiglia. Nonostante tutto sorride felice a Marco.

Sono sicura che non si sia mai pentita della sua scelta, ma comunque è difficile abituarsi a vivere così lontano da casa.

Io invece ho raccontato distrattamente del college. Dei miei nuovi amici, cercando di non mostrarmi particolarmente coinvolta in modo da non sconvolgere il già precario equilibrio mentale di mia madre.

Devo ammettere che alle volte è stato difficile nascondere l'emozione mentre parlavo delle mie giornate al campus.

Più di una volta mi sono ritrovata a pensare a lei. Cosa stesse facendo, con chi fosse se.. avesse fumato.

Mi manca già terribilmente, eppure non la vedo solo da stamattina. Sospiro.

Mi guardo intorno e mi sembra tutto perfetto. John e Iulia seduti accanto a me che discutono come sono soliti fare. Danissa e Sasha che si scambiano tenere effusioni e Mike a la mamma che si scambiano dolci sguardi mentre ci osservano.

Sento un tuffo al cuore: l'ultima volta che ci siamo visti tutti assieme è stato alla mia cerimonia del diploma.

Sembra passata una vita da allora. Letteralmente.

Se ripenso a com'ero quel giorno ed a come sono ora, non mi sembra vero che tutti i progressi fatti siano stati fatti in sei mesi.

So che c'è ancora tanta strada da fare, ma passo dopo passo sarò in grado di raggiungere ogni mio piccolo traguardo.


Pov. Jessica

- Giorno 2, 24 Dicembre

Sistemo le ultime cose in valigia prima dell'arrivo dei miei. Luna è andata via ieri sera, pronta a ritornare nella capanna da dove è venuta.

Nonostante sia mattina inoltrata fuori è buio, gli alberi sono completamente spogli e tristi.

Ieri mattina sono sgattaiolata in camera mia poco prima che arrivasse la mamma di Sarah. Abbiamo dormito abbracciate tutte la notte, consapevoli che i giorni che sarebbe seguiti, sarebbero stati lunghi e vuoti.

Sono contenta per lei. Prima di addormentarci mi ha raccontato dei suoi fratelli, che finalmente dopo tanto tempo avrebbe rivisto di nuovo. Era così euforica che non ho potuto non essere felice per lei.

Mi ha raccontato dell'amore che ha spinto sua sorella a lasciare la sua casa e la sua famiglia per seguire l'amore della sua vita e di come l'amore del nonno per l'uva ed il vino abbia spinto il fratello fino a Disdale per aprire la sua attività.

Vorrei tanto conoscere la sua famiglia. Sono sicura che siano persone fantastiche proprio come Sarah.

Ieri sera non ho nemmeno fumato. Almeno le litigate passate sono valse a qualcosa

"Toc toc, è permesso?" mi madre apre leggermente la porta

"Vieni mamma" le sorrido

L'abbraccio velocemente, poi porto fuori le mie valige.

Ad aspettarci in macchina c'è anche mio papà. Mi saluta con un sorriso e non appena saliamo in auto, cominciano a tempestarmi di domande.

Rispondo distrattamente, avvertendo uno strano senso di pesantezza mano a mano che ci allontaniamo dal campus.

Osservo dietro di me i grossi edifici rosso mattone farsi sempre più piccoli.

I miei genitori non fanno altro che parlarmi: mi raccontano degli ultimi screzi avuti in famiglia, di come zio Foster sia impazzito dicendo di non voler passare il Natale in compagnia.

Mia madre è esterrefatta mentre mi racconta ogni singolo passaggio dell'assurda discussione avuta con suo fratello.

La guardo e sorrido: è bello sapere che sia felice di avermi a casa. È così euforica che non smette un attimo di parlare.

Da un lato sono felice di tornare a casa. Nonostante gli screzi tra di noi, è bello poter star insieme alla mia famiglia.

Quell'atmosfera così calda, dove ti senti davvero amato.

D'altronde, finché non si affronta il discorso della mia omosessualità va tutto bene.

Da quando Sarah è partita ci scambiamo giusto qualche messaggio nell'arco della giornata, per sapere come procede il tempo lontane. Sento già terribilmente la sua mancanza.

"Non ti sembra assurdo?" mia madre si volta verso di me

"Sì, davvero assurdo" annuisco sorridendole, anche se non ho seguito nemmeno una parola di ciò che ha detto.


Pov. Sarah

- Giorno 3, 25 Dicembre

Siamo tutti seduti al tavolo. La mamma, John, Iulia, Marco, Mike e Danissa e la sua compagna.

Stiamo festeggiando il Natale, tutti insieme, mangiando e ricordando vecchi aneddoti sulla nostra famiglia.

Mike e Danissa fanno parte della nostra famiglia da anni ormai. Lo reputo come un padre.

Non riusciamo a non ridere mentre ricordiamo John ed i suoi assurdi assoli di batteria o gli spettacoli di tip tap di Iulia.

Ci raggiunge anche la sorella di Mike, Patricia con i suoi due figli pestiferi.

Così tutti noi grandi ci divertiamo ad intrattenere le due piccole pesti, giocando a nascondino.

Mando una foto Jess della nostra tavola addobbata

| Vorrei fossi qui anche tu. Buon Natale Jess | 12.35

| Vorrei poter essere lì. Tanti auguri anche a te piccola | 12.36

La sua mancanza pesa di più la notte, quando vorrei dormire contro il suo petto caldo e profumato.

Spesso ho immaginato di averla qui con me. Durante i nostri pranzi di famiglia, durante le passeggiate per Strade Street.

Guardo Danissa tenere per mano la sua compagna e mentirei se dicessi che non provo gelosia nei loro confronti.

Sono così libere di esprimere il loro amore.

A mia madre non interessa molto l'orientamento sessuale di Danissa. Certo, lei non è sua figlia.

Come potrebbe reagire se sapesse? Tremo solo all'idea.

Probabilmente darebbe di matto, ma non voglio pensarci ora.

Decidiamo poi di aprire i regali.

Vorrei tanto che lei fosse qui.


Pov. Jessica

- Giorno 4, 26 Dicembre

Passare il pranzo di Natale lontano da lei è stato difficile.

Guardare i miei parenti scambiarsi regali ed affetto con i relativi partner è stato doloroso.

Mia madre ha notato il mio malcontento, ma non ha voluto affrontare il discorso.

Fortunatamente.

Anche lei avrebbe voluto essere con me in un momento tanto speciale. Sorrido.

Siamo riuscite a parlare al telefono ieri sera. Mi ha raccontato dei regali ricevuti, e di cos'abbia mangiato per il pranzo di Natale.

Sentire di nuovo la sua voce mi ha sollevato l'umore.

Forse dovrei comprarle anche io qualcosa.. un pensierino?

Oppure invece di comprarle qualcosa potrei.. organizzare qualcosa di carino. Per noi due.

In testa cominciano a frullarmi un sacco di idee.

Vorrei poterla portare al mare, so che lei lo ama ma fa troppo freddo.

Forse potrei portarla a vedere i pupazzi di Strade Street.

Ma li avrà visti già centinaia di volte, mi ricorda il mio subconscio.

Osservo la mia famiglia muoversi intorno a me: ci sono quasi tutti, tranne lo zio Foster che non ha ceduto alle insistenze di mia mamma.

C'è la zia che mi ha vista crescere, la nonna che da bambina mi regalava sempre le caramelle ogni volta che passavo a trovarla. C'è anche lo zio che fa sempre regali orrendi a tutti.

Sorrido.

In fondo sono felice di essere qui. Se penso che ho quasi rischiato di perdere tutto ciò che avevo qui a causa di una stronza.

Mia cugina si avvicina e mi abbraccia

"Sono contenta che tu sia qui" quasi fatico a trattenere le lacrime

"Anche io" mi mordo il labbro

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