Capitolo Cinquantadue

Pov. Jessica

È ormai dicembre inoltrato, il freddo pungente dell'inverno si infila quasi fin sotto la nostra pelle, costringendoci a indossare strati e strati di vestiti.

Nemmeno le mie grosse felpe riescono a tenermi al caldo, così sono costretta ad infilarmi un maglione, indossare uno dei miei amati felponi ed il giaccone per percorrere solo pochi metri.

"Non ricordavo facesse così freddo l'anno scorso" Luna si strofina le mani per scaldarle, mentre aspettiamo che le aule aprano

"Non faceva così fottutamente freddo" risponde Alice, cercando in qualche assurdo modo di scaldarsi con la sigaretta

"Avete già pensato come passerete le vacanze natalizie?" questa domanda mi riporta alla realtà

"Eh? Vacanze natalizie?" chiedo

"Sveglia, terra chiama Jess! Siamo metà dicembre, manca solo più qualche giorno alle vacanze" mi deride Luna

"Merda, non ci avevo fatto caso" aggiungo

Mancano poco più di dieci giorni.. come farò a stare senza Sarah?

Non posso di certo portarla a festeggiare il Natale con la mia famiglia, mia madre darebbe i numeri ed io di certo non posso andare con la sua. E capodanno? Riuscirò a baciarla allo scoccar della mezzanotte per cominciare bene il nuovo anno? Non credo proprio.

Dannazione!

La mano di Luna che mi strattona mi fa tornare alla realtà, indicandomi che hanno finalmente aperto quelle dannate porte.

Non appena mettiamo piede all'interno dell'edificio un'ondata di calore ci travolge. Tiro un sospiro di sollievo.

Non ho ancora visto Sarah stamattina. Ieri sera mi ha detto che avrebbe fatto colazione con i suoi amici dopo tanto tempo ed io ho annuito senza commentare.

Raggiungo la sua classe, in attesa di vederla arrivare.

Passano i minuti ed io non riesco a non pensare alla separazione forzata che ci aspetta.

Dopo un po' la vedo arrivare tutta sorridente insieme al suo gruppo di amici: i jeans sono incredibilmente stretti, risaltando le cosce piccole e sicuramente il suo magnifico culo, ed indossa un giaccone nero di una taglia più grande che la fa sembrare ancora più minuta. Il naso è rosso, così come le sue guance. Le piccole mani coperte da guanti neri senza dita.

È bella anche così, con il naso rosso e quegli orribili guanti da barbona.

"Davvero porti quegli orribili guanti?" la derido chiudendola in un abbraccio

"E ciao anche a te" ride "Io li trovo bellissimi, sempre meglio delle muffole"

"Sicuramente. Se mai un giorno ti dovessi trovare con un paio di muffole, potrei davvero valutare di lasciarti" rido

"Ah sì? La metti così?" fa la finta offesa

"Come stai? Hai preso freddo là fuori?" le osservo il naso rosso, e non posso evitare di sorridere

"Un po', fa davvero freddo stamattina. Se fa così freddo ora, non oso immaginare a Natale" ride, ma non riesco a ridere con lei "Che c'è? Tutto a posto?"

"Eh? Certo" annuisco velocemente "Aspetta ti do il mio felpone, così dopo non avrai freddo"

"Non ce né bisogno amore" si tappa subito la bocca

"Cosa?" sorrido mordendomi il labbro

"Nulla" guarda per terra, il viso più rosso di prima

"Amore?" le tiro su il viso "Mi piace" le bacio la punta del naso

"Non so come mi sia uscito, io.."

"Stai tranquilla, va benissimo" le poso un altro bacio "Ecco tieni, so che ti piace portare i miei vestiti e ti terrà al caldo"

"Grazie.." la guardo "..amore" sorrido

"Non c'è di che piccola. Adesso raggiungo la mia classe, ci vediamo dopo, va bene? Buona lezione" le bacio la testa e mi allontano.

Amore.

Sì, mi piace. Quando esce dalle sue labbra suona ancora meglio.

Sorrido come una stupida mentre raggiungo la mia classe e momentaneamente le mie preoccupazioni per un futuro nemmeno troppo lontano svaniscono rimpiazzate da una Sarah imbarazzata che mi chiama amore.



Pov. Sarah

Le lezioni passano in fretta. Forse perché ho passato tutto il tempo ad annusare quel maglione troppo grande che odora di fumo e di lei, o forse perché per una volta non ho trovato le spiegazioni noiose.

Anche se do più credito alla prima, in un modo o nell'altro le ore sono passate veloci, ed ora voglio solo godermi un pomeriggio di relax insieme a Jess.

I ricordi della litigata dell'altro giorno sembrano ormai lontani, ed il discorso non è stato più affrontato.

Le cose tra me e Jess non fanno che migliorare e non posso essere più felice di così. Nonostante siamo due poli opposti, lei sembra trovarsi bene con me e ciò mi rassicura.

Anche i miei amici sembrano piacerle, anche se non vuole ammetterlo. Dopo l'altra sera ha passato qualche ora con noi e si è sempre divertita molto ed ha parlato con tutti tranne Dj ovviamente.

Joe ormai si è allontanato dal gruppo.

Da quando ha conosciuto questa misteriosa ragazza del pub, se ne sta sempre sulle sue e gira con altri ragazzi del campus.

Devo dire che un po' mi dispiace per il suo allontanamento: gli unici momenti in cui potevo avere un contatto con lui, seppur indiretto, erano proprio i momenti passati con i nostri amici ed ora che lui ha cambiato compagnia non lo vedo praticamente più.

Mi manca, nonostante ciò che ha fatto è stato pur sempre il mio migliore amico. Non si può cancellare una persona di punto in bianco dalla propria vita, anche se ti ha provocato tanto dolore.

Spero di riuscire presto a riallacciare i rapporti con lui.

Lo vedo passare con i suoi nuovi amici a pochi metri da me. Mi rivolge un rapido sguardo ma poi velocemente si allontana.

Sospiro.

Infilo le mani nelle tasche della mia giacca, per proteggerle dal freddo e mi incammino verso i dormitori.

L'erba ormai è secca sotto i nostri piedi, lucida a causa dell'umidità del mattino.

Il freddo ormai invernale non frena l'entusiasmo dei ragazzi che imperterriti dopo le lezioni continuano a rimanere fuori dell'edificio a fumare e parlare con i loro amici.

Avvolta nel caldo tessuto della sua felpa sento meno il freddo così quando arrivo in camera mia, sono meno infreddolita

"Si sente subito il tuo arrivo. Probabilmente il suo profumo si sente a chilometri di distanza" si lamenta Laureen "Impregni tutta la stanza con quel profumo incredibilmente forte. Ma davvero esiste gente che usa dei profumi così.."

"Intensi?" le completo la frase

"Volevo dire di merda ma fa nulla" alza le spalle ed io sbuffo divertita.

Sì è vero, il suo profumo è piuttosto.. intenso, ma amo sentirmelo addosso, sentirlo su di lei quando l'abbraccio e sentirlo sui suoi vestiti quando me li presta.

È così bello sentirlo ancora nella mia stanza, nelle mie lenzuola dopo che ha passato la notte nel mio letto, ed affondare la testa nel cuscino la sera dopo e sentire ancora il profumo dei suoi capelli.

Non pensavo di poter essere così sentimentale, ma sì, amo sentire il suo profumo addosso ed intorno a me.

Guardo la felpa appoggiata sul letto e decido di riportargliela

"Toc, toc" busso alla sua porta per poi aprirla subito dopo "Sono venuta a riportarti questa. Mi ha tenuto davvero caldo, grazie"

"Puoi tenerla" dice "Se ti va ovviamente"

"Ma come? Tu ami da morire le tue felpe.."

"Sht, lo so, lo so. Ma ne ho tantissime, e poi posso andarla a ricomprare quando voglio quella. Non ti preoccupare" mi sorride

"Sai che non riesco a dir di no quando mi dici queste cose. Sei sicura?" sento le guance tirarmi talmente sto sorridendo.

Annuisce ed io le butto le mani al collo. L'abbraccio forte e le poso un bacio sulla guancia

"Grazie amore" sussurro e la sento sorridere contro la mia spalla

"Allora, com'è andata la giornata?" mi chiede, tirandomi sul letto con lei.

Inizio a raccontarle della mia giornata, delle lezioni della Signora Sparkle e dei noiosi monologhi del Signor Trender sull'importanza della fisica nello studio della realtà di tutti i giorni.

Mentre racconto, però, trovo Jess distratta, sovrappensiero

"E Dj si è avvicinato, voleva parlarmi" in un attimo la sua attenzione torna su di me

"Cosa?" ringhia

"Scusami, volevo vedere se mi stessi ascoltando. Va tutto bene? Ti vedo distratta" mi fulmina con lo sguardo

"La prossima volta fammi una domanda per testare il mio grado di attenzione, stupida" sbuffa "Sì, tutto a posto piccola, tranquilla" mi bacia la testa

"Okay, non ci conosciamo da molto, ma ci conosciamo da abbastanza tempo per poter dire che non è vero. Qualcosa ti turba" mi appoggio su un gomito per poterla guardare.

"Nulla è solo.." inizia ma si ferma subito dopo

"È solo?" chiedo

"Tra poco ci saranno le vacanze natalizie, e dovremmo stare lontane per molto tempo. Non è che io sia preoccupata, ma la cosa mi turba. E poi c'è capodanno. Vorrei poterlo passare con te"

Oh.

"Non ci avevo pensato" ammetto

"Già, nemmeno io. Finché oggi con le ragazze non è nato il discorso di queste stupide vacanze"

"Potremmo vederci. Forse non per capodanno, ma almeno durante gli altri giorni" le prendo il viso tra le mani "Io potrei farmi coprire dalla mia sorellastra.."

"Sorellastra?" i suoi grandi occhi grigi mi guardano confusa

"Sì la figlia del nuovo compagno di mia madre. Sì chiama Danissa ed ha venticinque anni. Sono sicura che se le spiegassi il motivo per cui ho bisogno di un passaggio sarebbe più che felice di aiutarmi" sorrido

"Glielo diresti davvero?" mi guarda ancora più confusa di prima

"Sì. Ci vado molto d'accordo, perché lei si è presa cura da me dal momento in cui sono entrati in famiglia. Glielo direi principalmente perché lei è lesbica. Capirebbe molto meglio di quanto potrebbe fare mia madre"

"Davvero hai una sorellastra lesbica?" ride portandosi una mano sul viso

"Hum, hum" annuisco "Sì è dichiarata quando aveva quattordici anni, poco dopo il divorzio dei suoi. Era rimasta sola con il padre, la madre era scappata, e ciò è servito a rafforzare il legame che c'era fra loro. Inizialmente si dichiarò come bisessuale, in fondo aveva solo quattordici anni, poi crescendo si è definita come lesbica. Quando si è presentata alla sua nuova famiglia, ovvero la mia, si presentò ormai come una lesbica dichiarata. Aveva poco più di sedici anni"

"Tua madre come l'ha presa?"

"In realtà penso fosse sollevata. Con un figlio maschio più o meno dell'età di Danissa, il fatto che lei fosse omossessuale è stata più una grazia che una disgrazia. Così abbiamo evitato imbarazzati inciuci sotto lo stesso tetto"

"Ci ha mai provato con te?"

"No mai" scuoto la testa "Lei è sempre stata più legata a me che ai miei fratelli, forse perché ero la piu piccola - quando entrarono in famiglia avevo otto anni - e forse socializzare con me era più semplice che relazionarsi con due adolescenti incazzati per l'arrivo di una nuova famiglia. Dopo ciò che è successo, io che ho fatto quel che ho fatto, il mio ricovero e tutto, si è avvicinata ancor di più a me. Così come tutti, ma lei in particolar modo. Adesso abita in un grazioso appartamento nel centro di Anharra, insieme ad un'altra ragazza"

"Ottimo" sbuffa

"La reputo come una sorella e anche per lei è lo stesso"

"Non c'è bisogno che sappia dei tuoi orientamenti sessuali" incrocia le braccia al petto

"È l'unica in famiglia che possa appoggiarmi"

Lei si appoggia al muro, le braccia incrociate sul petto, tira un lungo sospiro.

"So di non poter decidere con te, sto solo cercando di proteggere una cosa a cui tengo" non mi guarda

"È praticamente mia sorella Jess"

"Ma ora che hai scoperto che ti piacciono anche le ragazze potrebbe cambiare il tuo modo di vedere le cose"

"Ricordati che sei stata tu a farmi conoscere me stessa, non lei. Tu sei un passo avanti a chiunque Jess, chiunque" chiudo il discorso.

Lei non dice nulla e in un attimo la stanza piomba nel silenzio. Un silenzio, però, che urla troppe cose. La sua paura, le sue incertezze, ma anche le mie certezze riguardo ai miei sentimenti verso di lei.

Vorrei davvero tanto che lei si fidasse di più della lealtà dei miei sentimenti, invece di concentrarsi unicamente su ciò che è successo in passato.

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