Tutto è cambiato

Passò un'altra settimana dal mio ritorno a scuola. Erano passati esattamente 3 mesi dal mio incidente, e stranamente volevo tornare in quel pozzo a morire. Forse se fossi morto quel giorno sarebbe stato meglio. Perche dico questo? Perché sto soffrendo come un cane. Christian ormai non lo riconosco più. È sparito. A scuola parliamo poco, ha sempre l'esigenza di stare con Eugenia e parlare con lei. Io automaticamente non ho voglia di fare il cretino al banco da solo così vado vicino a Gloria e Federico. La professoressa d'italiano ha tolto Manuel da vicino Gloria e ha messo Federico perché Manuel litigava continuamente con Gloria e quindi non andava più bene. Quando tornavamo a casa, io ci tornavo da solo. Christian doveva accompagnare il suo cagnolino e di certo non potevo fare il terzo incomodo. Qualche volta mi aveva beccato a camminare da solo per strada offrendomi di salire in macchina, ormai in questi mesi aveva preso anche la patente e non me l'aveva detto. E io quelle volte avevo sempre rifiutato dicendo che volevo camminare a piedi. Durante il pomeriggio si faceva sentire molto poco, alle volte quando gli mandavo io un messaggio rispondeva dopo ore oppure il giorno dopo. A casa sua non c'ero andato più da quel pomeriggio un po' alterato. Lui altrettanto a casa mia non ci aveva messo più piede e tantomeno chiedeva di vederci e passare una serata tra "amici." Quattro giorni fa gli avevo proposto di fare una serata tra noi due visto che non parlavamo e ci vedevamo più, mi ha risposto "Va bene ti farò sapere io" da quel ti farò sapere sono passati quattro giorni. Io davvero non so più come comportarmi.

Pensavo che il nostro rapporto fosse diverso, fosse speciale. Che ci saremmo sempre trovati uno per l'altro. Ma a quanto pare mi sbagliavo. Si vede che la sua fidanzata è più importante di qualsiasi rapporto con un'altra persona e quindi sono passato in secondo piano. Devo pensare quindi che tutti i momenti passati insieme sono stati tutti una menzogna. Dovrei congratularmi con lui perché se è davvero così, è stato un bravissimo attore. È vero io non sono perfetto, ma come amico non gli ho mai fatto mancare nulla, ho seppellito anche i miei sentimenti per non distruggere il bel rapporto che avevamo. A quanto pare quello che ci teneva di più a noi ero solamente io.

Questo mi faceva molto male. Era un dolore logorante e insopportabile. Avevo fatto di tutto per non farlo allontanare da me, mi sono anche sacrificato, ma non è bastato. È bastato che nella sua vita entrasse una vagina e io sono finito nel dimenticatoio.

Ero un cretino anch'io. Invece di non pensarci, di godermi questo sabato, ero buttato sul letto a piangere e rimanerci male.

Ma perché dovevo soffrire per colui che di me non gliene fregava un cazzo? Lui a divertirsi e io a piangere. Tutto questo doveva finire. Così mi alzai dal letto e scesi giù

"Cristina esco, vado a fare una passeggiata."

"Va bene Mattia, torna presto e non fare tardi, tuo padre oggi tornerà presto e vuole cenare con te."

"Va bene."

Uscii di casa, misi le cuffie e iniziai a camminare. Notai anche che la macchina di Christian non c'era, come sempre d'altronde.

Camminai tanto, arrivando nel centro città di Verona. Avevo sete, controllai che in tasca avessi il portafogli, così mi sedetti ad un tavolino di un bar per prendere qualcosa.

Ero così sovrappensiero che non notai che il cameriere era arrivato. Solo dopo avermi chiamato due volte lo notai.

"Scusami ero distratto."

"Non ti preoccupare, allora cosa ti porto?"

"Un thé freddo al limone."

"Va bene, strano però nessuno lo prende in questo periodo." Disse ridendo sotto i baffi

"Perché?"

"Beh siamo a Novembre e fa molto freddo, di solito prendono caffè, thé caldo, cioccolata calda. Ma sei il primo che prende un thé freddo. Comunque apparte il mio sproloquio che giustamente te ne può fregare poco, piacere Alex." Disse porgendomi la mano

"Non ti preoccupare, anzi molto interessante, vorrà dire che mi distinguo dalla massa. Mattia piacere mio." Risposi stringedogli la mano

"Va bene, ti vado a prendere il thé freddo allora." Disse allontanandosi

Mentre ero con il mio cellulare a guardare su instagram, notai due persone sedersi, io ancora con il viso abbassato a guardare il cellulare Risposi

"È occupato, c'è un altro tavolo difronte al mio."

All'improvviso però una mano maschile mi afferrò il cellulare dalle mani

"Ehi! Ma che cazz.. " Non finii di finire la frase che mi ritrovai la coppietta romantica difronte a me

"Ciao." Salutai, prendendo il mio telefono con forza dalle mani di Christian

"Ciao Matti, cosa ci fai qui?" Mi domandò Eugenia, notai le loro mani strette, e non potei non iniziarmi ad arrabbiare

"A prendere un thé freddo, ero da solo a casa e mi scocciavo. Visto che non ho nessuno a tenermi compagnia, sono uscito per fare una passeggiata, mi è venuta sete e mi sono seduto qua. Fine della storia." Risposi il più acidamente possibile.

Potei notare Christian accigliarsi. Forse non gli era scesa la frase <<non ho nessuno>> beh poco mi importava. Era la verità.

All'improvviso venne Alex a pormi il thé.

"Ecco a te Mattia."

"Grazie Alex." Dissi sganciandogli uno dei miei migliori sorrisi.

"Lo conosci?" Mi domandò all'improvviso Christian

Cosa poteva importare a lui se lo conoscevo o meno? A lui di quello che facevo, di chi c'era nella mia vita non doveva fregargliene nulla. Visto che per lui non sono nessuno, non ha nessuna pretesa di sapere niente della mia vita.

"Si lo conosco. Vengo spesso qui." Dissi freddamente

"Davvero? Io e Eugenia passiamo spesso qui, non ti ho mai visto." Replicò immediatamente

"E allora mi sà che devi metterti gli occhiali, forse da lontano non ci vedi bene, oppure non hai notato abbastanza bene." Dissi ridendo sotto ai baffi

"Va bene. Ah comunque ti va stasera di uscire? Sono da solo, Eugenia non c'è deve uscire. L'altra volta mi hai proposto di passare una serata insieme."

Eh no. Aveva finito i suoi porci comodi, ora veniva da me? Assolutamente no. Adesso poteva scordarselo.

"Mi dispiace ma non posso. Devo cenare con papà, è da tanto che non cena a casa e mi vuole con lui, poi più tardi devo andare ad una festa, Alex mi ha invitato e io ho accettato. Dovevi avvisarmi prima. " Dissi bevendo molto tranquillamente il mio thé

Potevo notare la rabbia negli occhi di Christian. Era arrabbiato? E perché mai? Ah giusto. Avevo avuto la decenza di rifiutare un suo invito per una persona che neanche conosco e che sto inventando palle da quando si è seduto. Questi non sono problemi miei. Lui mi ha escluso dalla sua vita allontanandomi. Ora doveva prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

Dopo altre chiacchiere con la coppietta, andarono via e io potei fare un respiro di sollievo. Dopo un po' si avvicinò Alex per prendere il bicchiere vuoto

"Perché hai inventato tutte quelle balle?" Disse prendendo il bicchiere ed entrato nel bar, io lo raggiunsi

"È una storia lunga, ma se lo merita." Dissi mentre lui era girato a lavare il bicchiere

"Comunque non so forse sarà il destino, ma io davvero ho una festa, è un compleanno di un mio amico, ti va di venirci insieme a me? Sono da solo e mi scoccio altamente." Disse posando il bicchiere e guardandomi

"Davvero?" Dissi sconcertato

"Si se ti va almeno." Disse sorridendomi

"È tua abitudine invitare a delle feste persone che conosci da mezz'ora? Dissi ridendo

"No, non è una mia abitudine, ma faccio un eccezione per le persone che mi interessano." Disse guardandomi così intensamente che divenni rosso

"Comunque va bene, dammi il tuo numero che ti mando la posizione di casa mia. Dovrai venirmi a prendere tu, non ho ancora la patente." Dissi prendendo il telefono dalla mia tasca

"Molto interessante, ma fatti domandare una cosa usi questa scusa  per avere il numero delle persone? " Domandò ridendo sotto i baffi

"No, non è una mia abitudine, ma faccio un eccezione per le persone che mi interessano." Replicai sorridendo

Dopo un minuto fatto di un silenzio imbarazzante, scoppiammo a ridere entrambi

"Va bene allora ci vediamo stasera." Dissi

"A stasera."

Uscii da quel bar molto entusiasto. Alex mi aveva dato una buona impressione fin da subito, era un bel ragazzo e poi mi faceva molto ridere

<<ma...>>

Ma nel mio cuore c'era qualcun altro. Dopo tutto ciò che era successo non riuscivo a dimenticarlo. Non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Tornato a casa incontrai papà intento a cucinare

"Sono tornato!" Dissi entrando in cucina

"Ehi figliolo siediti, stasera cucino io. Sai sto seguendo su internet e per tv corsi di cucina, sto diventando abbastanza bravo." Disse orgliosamente

"Bravo papà, così ti voglio. Senti ti dispiace se non passo tutta la serata con te, sono stato invitato ad una festa." Dissi timoroso della sua reazione

"Ma va. Sta tranquillo. Vai pure. Anzi mi fa piacere che tu ti stia godendo la tua età." Disse girandosi

"Grazie papà."

"Con chi vai? Con Christian? Disse sedendosi pronto per la cena

"No papà. È un amico che conosco solo io. Si chiama Alex." Dissi iniziando a mangiare

"Ah, va bene. L'importante che sia un bravo ragazzo. Come lo hai conosciuto?"

"Molte volte quando vado a fare una passeggiata, passo per il centro e molto spesso mi prendo un thé freddo ad un bar vicino la chiesa e lui lavora li come cameriere. Abbiamo subito parlato, siamo diventati amici e oggi mi ha invitato ad una festa." Dissi sembrando il più calmo possibile

<<Mattia sei proprio bravo a dire palle senza farti accorgere. Non tutti però ci cascano.>>

"Sono felice per te allora. Va be muoviti a mangiare e vai a prepararti. Si fa tardi."

Finii di mangiare molto velocemente, andai sopra, mi feci una doccia veloce e  iniziai a scegliere cosa mettermi.

Presi un jeans skinny bianco strappato sulle ginocchia, un maglioncino nero molto semplice, stivali di pelle abbinati al giubbotto di pelle. Misi un po' di profumo e scesi giù in salotto aspettando che venisse Alex.

"Quanto è bello mio figlio" mi disse Papà uscendo dal bagno venendo in salotto.

"Dai papà, smettila. Mi metti in imbarazzo." Dissi

Mentre papà continuava ad imbarazzarmi sentii il suono del campanello. Mi alzai e aprii io la porta

"Ciao Alex entra." Dissi facendolo entrare

"Ciao Matti" Disse sorridendomi

"Papà lui è Alex, Alex lui è mio padre." Adesso finite le presentazioni possiamo andare

"Dai Mattia non essere così scorbutico, voglio conoscere i tuoi amici." Disse mio padre un po' imbronciato.

"Ci saranno altre occasioni, adesso andiamo altrimenti si fa tardi." Dissi prendendo per il braccio Alex

Uscimmo di fretta ed entrai nell'auto di Alex

"Tuo padre penso ci sia rimasto male." Disse ridendo leggermente

"Ma no. Tranquillo. Io e papà abbiamo questo rapporto. E poi ritieniti fortunato, se non avessi insistito a muoverci, avrebbe iniziato con le sue domande non avrebbe finito per domani mattina. " Risposi ridendo anch'io

Durante il tragitto si iniziò a formare un silenzio un po' imbarazzante. Così cercai di aprire un discorso

"Posso chiederti una cosa?" Domandai un po' a disagio

"Si certo."

"Ma quando hai bussato alla porta non hai notato nulla di particolare?" Dissi sfregandomi le mani un po' ansioso

"Se intendi chiedermi se ho visto il tuo cognome <<Gori>> scritto sopra la targhetta in oro sopra al campanello, si l'ho vista e non me ne può fregare nulla  da che famiglia provieni. Non sono così immaturo e addetto ai pregiudizi." Mi rispose tenendo lo sguardo sulla strada.

Anche se non l'avevo guardato dritto negli occhi, dalla voce mi sembrava sincero. Anche perché se gli avesse dato fastidio, mi avrebbe mandato un messaggio con del tipo <<Hei non mi sento bene, alla festa non ci vado più, ho la febbre>> per piantarmi, invece non glien' è importato nulla.

"Grazie." Risposi leggermente imbarazzato

"Adesso però posso farti io una domanda?" chiese girandosi per un nano secondo guardandomi negli occhi

"Si certo, chiedi pure."

"Perché oggi al bar hai trattato quel tuo amico in quel modo, inventandoti una marea di palle?"

Ecco la domanda che non volevo che mi si facesse. Non era perché non volessi parlare di lui, ma pensare a Christian mi avrebbe solo rovinato l'umore, parlare di lui, mi avrebbe riportato a pensare a tutto quello che è successo in queste settimane e sarei ritornato a piangere. Però allo stesso tempo quel ragazzo alla guida meritava una spiegazione e così sbuffando gli raccontai tutto

"Posso dirti come la penso?" Mi domandò lui

"Certo Alex, dimmi pure."

"Allora. Per quanto riguarda il mio pensiero personale penso che Christian sia molto confuso, secondo me è in una crisi esistenziale per un qualcosa che gli è successo e che tu non sai. Magari durante le notti che avete passato insieme, oppure quando eri incosciente all'ospedale per contrastare tutto ciò si è legato ad Eugenia, ma fidati se si è infastidito e presumo anche ingelosito del fatto che lo hai rifiutato per venire  con me, è fottutamente attratto da te. E questo a lui da fastidio. " Disse ormai arrivati a destinazione, fermandosi con l'auto

"Ne sei così sicuro?" Chiesi sconcertato

"Si Mattia, ne sono sicuro. Perché so cosa significa, ho esperienza. Quello che sta provando lui, io l'ho provato l'anno scorso. Ero fidanzato con una ragazza che mi piaceva molto, ma inspiegabilmente ho iniziato ad avere una forte attrazione per il festeggiato di questa sera. Così ho scoperto di essere bisessuale, ci abbiamo anche provato a stare insieme ma è andato tutto a rotoli." Disse mettendomi una mano sulla spalla

"Allora consideriamo che tu hai ragione. Perché si allontana da me? Io ho soffocato quello che provo ma non l'ho mai abbandonato. Lui invece si, mi ha totalmente escluso dalla sua vita, poi mi ha fatto discorsi retrogradi come <<non voglio amici gay, mi mettono a disagio>> poi però si è fatto la doccia con me, cosa che manco i migliori amici si fanno. " Dissi iniziando però ad avere gli occhi lucidi

"Ehi Matti, non piangere. Una risposta al fatto che si allontani da te non riesco a trovartela, magari è il suo metodo per non pensare a te." Mi disse porgendomi un fazzoletto

"Si ma questo mi ferisce. Non parla con me. Magari mi dicesse <<guarda mi allontano perché non so perché ma ho una forte attrazione nei tuoi confronti, sono confuso e ho bisogno del tempo per capire me stesso>> invece nulla. Il punto è che lui ha paura del giudizio degli altri, il primo a non accettarsi è lui. Mi ha promesso che non avrebbe più considerato gli altri ed invece lo fa ancora. Con sua madre ho parlato tante volte quando sono stato a casa sua e abbiamo parlato anche di questi discorsi, il suo discorso è stato molto aperto, non ha detto una parola offensiva, anzi ha detto << per me non c'è nessun problema. Quando si tratta di amore non si può fare nulla. Poco importa se l'amore è tra due maschi, tra due donne. Non ci devono essere ostacoli nell'amore, ognuno è libero di amare chi vuole>> quindi non capisco perché si comporti in quel modo." Dissi senza accorgermene di aver sbraitato per mezz'ora.

"Scusami, non mi controllo quando parlo. Inizio e non la finisco più." Aggiunsi totalmente imbarazzato

"Dai andiamo." Dissi aprendo la portiera, ma Alex mi afferrò il braccio

"Ehi. Aspetta. Non c'è nessun problema. Anzi mi fa piacere che tu ti sia aperto con me. Sappi che quando hai bisogno di me, basta uno squillo e ti raggiungo. Chiaro?" Mi disse dandomi un bacio sulla guancia

Ero ufficialmente rosso. Rosso come un pomodoro

"V...va bene." Dissi aprendo la portiera

Bussammo alla porta e ci aprii un ragazzo stravagante. Aveva i capelli talmente in disordine che sembravano un cespuglio, aveva gli occhiali da sole bianchi a forma di mosca, vestito con abbigliamento abbastanza largo, al collo aveva una collana di perle.

"Alex!! Finalmente! Ma quanto ci hai messo?" disse il ragazzo con gli occhiali a mosca

"Luigi lo sai, io vado con calma, lavoro e poi se ti ricordi ho portato qualcuno." Disse ricambiando l'abbraccio

"Ah si. Tu devi essere Mattia, Alex ci ha parlato di te. Piacere Luigi, dai venite di là ci sono gli altri." disse portandoci in salotto, si avvicinò ad un gruppo seduti tutti vicino.

"Ragazzi finalmente il ritardatario di Alex è arrivato. E siate delle persone normali stasera perché ha portato un ospite. " Disse Luigi sedendosi affianco ad un ragazzo con il cappello

"Non sono ritardatario, ma vado con calma. Comunque lui è Mattia." Disse Alex girandosi verso di me e mettendomi una mano sulla spalla

"Piacere." Dissi leggermente a disagio

"Piacere Serena." Disse una ragazza castana alzandosi e stringendomi la mano.

"Dai non fare l'imbarazzato, siediti qui con noi." Serena mi prese la mano e mi fece sedere vicino a lei

"Allora il ragazzo che vedi vicino a Luigi con il cappello si chiama Luca, questo bel fusto al mio fianco è Alberto il mio fidanzato. Quella seduta alla sinistra di Luca è Cosmary. Alla destra di Luca, c'è Michele e poi quello seduto su quella poltrona è Cristiano. Poi fuori ci sono Aisha, Francesco e  Rea  Entreranno tra poco. " Disse sorridendomi

"Grazie Serena, ma lo sai vero che potevamo presentarci da soli?" Disse Cosmary ridendo

"Si ma vi ho risparmiato la fatica." Disse soddisfatta

"Allora Mattia parlaci un po' di te, qui ci conosciamo un po' tutti." Disse Cosmary sorridenomi

"Beh non c'è molto da dire. Mi chiamo Mattia Gori, ho diciassette anni, a gennaio ne compio diciotto, studio al liceo scientifico ma sono un ballerino di danza latino - americano, ma sono infortunato e non posso ballare per un altro mese e mezzo. Vengo da Bari ma mi sono trasferito qui a Verona con mio padre per miei problemi personali e sia perché i miei genitori si sono separati." Dissi. Alzando lo sguardo notai che tutti mi guardavano in silenzio, successivamente rotto da Luca

"Sei un ballerino? " chiese curioso lui

"Si."

All'improvviso Serena, Cosmary, Michele e Cristiano si alzarono tutti insieme urlando <<un altro ballerino tra noii>>

Io rimasi leggermente confuso e tutti notando la mia espressione si misero a ridere.

"Raga, Mattia è confuso spiegategli la situazione." Disse Luca togliendosi il cappello

"Allora ascoltami Matti, questo gruppo è chiamato anche gruppo degli artisti. Siamo tutti amici ma siamo divisi anche in fazioni, ballerini e cantanti; Luca, Luigi, Alberto, Alex, Aisha, Francesco e Rea sono cantanti mentre io, Serena, Cosmary e Michele siamo ballerini. Purtroppo i cantanti stanno vincendo. " disse Cristiano ridendo leggermente

"Capito." Risposi sorridendo

"E da quando fai danza Matti?" Mi chiese Serena

"Da quando ho nove anni, vidi un ballerino di danza latino americano, mi piacque così tanto che mi iscrissi subito alla scuola di danza a Bari e da allora non mi sono più fermato." Dissi guardando la mia caviglia

Dopo aver parlato di me, la serata trascorse tranquillamente, tra risate, chiacchiere mi sentii dopo un po' di tempo finalmente tranquillo, sereno e senza pensieri. Per una volta non pensai a Christian, a Eugenia e a tutto il resto. Ero in pace con me stesso. Legai un po' con tutti, erano veramente simpatici, soprattutto Cosmary, Luca e Luigi.

"Alex per me si è fatto tardi, devo tornare a casa, domani ho scuola." Informai Alex mentre stava parlando con Luigi

"Va bene, prendo il giubbotto e ti accompagno." Rispose

"Ma se devi restare ancora, chiamo un taxi non ti preoccupare." Dissi io preoccupandomi

"Ma non esiste proprio, ti accompagno io e poi devo tornare a casa anch'io, ho un lavoro." Replicò subito

"Va bene. Allora andiamo. Ciao Ragazzi, è stato un piacere conoscervi." Dissi salutando tutti

"Anche per noi Matti, Alex mi raccomando di portarlo più spesso." disse Luca

"Sarà fatto."

Uscimmo da casa di Luigi, e durante il tragitto in macchina per tornare a casa Alex mi guardò sorridendomi

"Che c'è perché mi guardi così?" Domandai completamente imbarazzato

"Niente. Solo che più ti guardavo e più constatavo che sei davvero una bella persona."

"Dai smettila. Mi imbarazzi così." Risposi ancor più imbarazzato di prima

"No è vero. Sei gentile, buono, sincero, a volte sembri così innocente, come ora che per un complimento ti imbarazzi. Sei puro Matti." Aggiunse con un tono di voce tenero

<<Coglione ti dovevi innamorare di lui, non di quel cretino che se la spassa con quella rimbambita.>>

I miei pensieri che cercavano continuamente di distrarmi. Dopo venti minuti arrivammo di fronte casa mia

"È stato un piacere conoscerti Matti." Disse guardandomi con i suoi bellissimi occhi nocciola

"Anche per me." Dissi aprendo la portiera, ma come prima lui afferrò il mio braccio e mi fece girare di scatto

"Hei, siamo amici, qualsiasi cosa di cui hai bisogno, ci sono. Mi raccomando non aver timore di contattarmi." Disse lui facendomi un sorriso

"Anche tu, sei davvero speciale Alex, sei una bella persona e sono felice di averti conosciuto." Dissi dandogli un bacio sulla guancia e uscendo dall'auto.

Aprii la porta di casa, posai il giubbotto e andai sopra in camera mia.
Misi il pigiama e andai a letto. Questa volta però mi addormentai serenamente, non ebbi nessun incubo come al solito. Questa volta andavo a letto con la tranquillità nel cuore. Andavo a letto sapendo che forse non facevo così schifo, che forse davvero potevo piacere a qualcuno e forse anch'io potevo farmi degli amici

//spazio autore

Ciao Ragazzi. Benvenuti in questo capitolo spero vi piaccia. Come sempre fatevi sentire nei commenti e lasciate un voto
Un bacio 🤍💛
- Biagio


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