Perché?

Christian e sua madre a casa mia? Ero interdetto, confuso e non mi accorsi neanche che il bicchiere che avevo tra le mani mi era scivolato cadendo a terra frantumandosi in mille pezzi

"Dio Mattia, ti è scivolato il bicchiere, state attenti ai pezzi di vetro, faccio venire Cristina, lei pulirà tutto."

"Ma no Leonardo, non disturbarla per così poco, dimmi dov'è la scopa e la paletta ci penso io."

"Lucrezia ma..."

"Niente ma. Ci penso io."

Ero estremamente interdetto alla vista di quella scena, loro così affabili, si sorridevano a vicenda, addirittura si davano del tu. Christian invece era fermo sul pilastro della porta, con le mani in tasca e a stento mi guardava in faccia.

"Vi date del tu? Ma voi non avevate solo un rapporto professionale?" sbottai io guardandoli entrambi

Loro si girarono avendo capito che io avevo assistito alla bella scenetta romantica, ma loro invece di impappinarsi e magari inventarmi na palla scoppiarono a ridere

"Infatti noi vi dobbiamo dire delle cose importanti."

Cristina dopo qualche minuto arrivo impaurita avendo sentito il rumore e si scusa più volte per non aver pulito lei, dopo qualche ventina di minuti di varie chiacchiere ci sedemmo per la cena e io volevo solo sparire.

Mi sentito a disagio, in forte imbarazzo e totalmente incapace di dire qualcosa. Avevo Christian affianco anche lui in pessime condizioni, però a differenza di me alcune volte cercava di osservarmi. Dopo molto tempo di un silenzio agghiacciante dove si sentivano solo le posate muoversi, papà iniziò a parlare e quello che mi fece rimanere di sasso è che di scatto prese la mano della mamma di Christian e la strinse nella sua.

"Ecco le cose sono cambiate in questi mesi. So che potete rimanere un po sconvolti perché vi prendiamo alla sprovvista però credeteci che abbiamo fatto tutto il possibile per trovare il momento giusto e aspettando abbiamo capito che il momento non è esiste ma dovevamo solo sederci attorno a una tavola come stasera e parlavi, anche perché siete grandi e di certo non meritate che vi nascondiamo le cose." Disse mio padre posando la posata sulla tavola

"Arriva al dunque papà, lo sai non mi sono mai piaciuti i giri di parole." Replicai posando leggermente la posata con più aggressività, infatti Christian si girò di scatto per osservarmi

"Si hai ragione. Mattia, Christian, noi due abbiamo una relazione, siamo fidanzati già da molto tempo e abbiamo intenzioni di sposarci." Disse mio padre stringendo la mano della mamma di Christian guardandola negli occhi

Fidanzati? Matrimonio? Ma che scherzo era questo. Questo significava che avremmo vissuto sotto lo stesso tetto. Tutti e quattro. No. Non era possibile

"Quindi a Bari hai tradito la mamma?" Chiesi senza peli sulla lingua, e papà non si fece problemi a rispondermi

"No. Mattia io non ho mai tradito tua madre. Tu non sai molte cose, perché non volevamo rovinare la famiglia che avevamo, tu eri solo un bambino e avevi bisogno della più totale serenità. Ma la verità era che io e tua madre eravamo separati da tanti anni, e quando tu sei voluto andarla a trovare, io ho trovato il buon momento di far firmare a tua madre le carte per il divorzio. "

"Perché non mi hai detto niente? Perché? Se veramente quello che mi stavi dicendo è vero, significa che tu potevi portarmi via in qualsiasi momento, quindi perché non l'hai fatto prima?" Dissi con tono rancoroso e stringendo forte la tovaglia

"Figliolo, io non sapevo come gestire la cosa. Non sapevo quello che stavi vivendo tu, eri un ragazzino e io pensavo che avessi bisogno di tua madre."

"Io non avevo bisogno della mamma, ma di te e tu non c'eri."

"Lo so e ti chiederò di perdonarmi fino all'ultimo giorno della mia vita."

Papà aveva la voce strozzata non era suo solito esprimere i suoi sentimenti e quando lo faceva andava in difficoltà. Io invece ero tutto il contrario sapevo esprimerli ma quando mi beccavo il rifiuto iniziavo a sentirmi male.

"Se sono qui papà è perché già ti ho perdonato." Replicai guardandolo negli occhi e lui mi ricambiò un bellissimo sorriso

"Bene, allora che dite di brindare a questo nuovo inizio. Un inizio come famiglia. Da oggi vivremo sotto lo stesso tetto." La mamma di Christian mi guardò per un istante facendomi un leggero sorriso che io ricambiai

"Da oggi?" Chiesi io

"Ehm. Durante la tua assenza Mattia, tuo padre ha voluto aver già tutto pronto, quindi ha fatto già traslocare le nostre cose qui." Rispose la mamma di Chri linciando mio padre quasi volesse rimproverarlo.

"Ah va bene." Risposi alzandomi

"Dove vai Mattia, non rimani qui con noi?" Chiese papà non sapevo che io dovessi uscire

"Eh no, mi dispiace papà, ma se lo sai Carola è tornata qui a Verona, e non ho avuto del tempo per stare con lei visto che sono tornato a Bari, se tu mi avessi avvertito che c'erano ospiti a cena in questo caso membri della famiglia che io non sapevo di avere, non avrei organizzato nessuna uscita." Dissi mettendomi il giubbotto

"E va bene. Per questa volta te la faccio passare. Vai pure e non tornare tardi mi raccomando."

Uscii di casa e iniziai a camminare. In realtà non avevo nessun impegno. Non c'era nessuna uscita con Carola. Avevo inventato tutto per fuggire da quella casa, da quella atmosfera opprimente. Non riuscivo a reggere un minuto di più lo sguardo di Christian fisso su di me. Ogni volta che tentavo di guardarlo il cibo mi si fermava in gola, sentivo ogni volta i miei occhi inumidirsi. Il mese a Bari non mi era servito a nulla, lo amavo e lo odiavo ancora. Si. Non sapevo come fosse possibile ma provavo due sentimenti opposti per la stessa persona. Lo amavo per la persona che avevo conosciuto, per quello che mi aveva dato, per tutto ciò che mi aveva fatto sentire. Per una volta nella vita con lui mi ero sentito speciale, mi sentivo che finalmenre potevo meritare un grammo di felicità. Ma poi pensavo anche a tutto il resto e provavo un odio così grande che mi logorava dentro. Odiavo per tutte le volte che mi aveva fatto piangere. Odiavo le illusioni a cui mi aveva fatto aggrappare.  Mi aveva fatto sentire unico e speciale ma anche debole, stupido, ingenuo e del tutto capace di controllare le proprie emozioni.

Mentre camminavo con le mani dentro le tasche perché faceva tanto freddo, non mi resi conto che arrivai davanti al parco vicino alla scuola. Mi sedetti sulla panchina e non potei non rivedere quel giorno. Il giorno più brutto della mia vita. Le lacrime, la delusione, la tristezza iniziarono tutte a riaffiorare nella mia mente e non poté non scapparmi una lacrima.

<< IO MI SONO INNAMORATO DI TE, brutto bastardo e tu non hai fatto altro che ferirmi!!>>

Quanto avrei voluto non dirgli quelle parole. Ma non riuscii a fermarmi, davanti a me vedevo solo lui che se la rideva con Manuel mentre gli diceva che fossi gay. Più ci pensavo e più non capivo come aveva potuto farmi una cosa del genere. Dire un qualcosa che sapeva solo lui a Manuel poi.

Non mi ero mai fidato di una persona come avevo fatto con Christian. Con lui mi sentivo al sicuro, protetto. Come potevo essermi illuso così tanto?

Mentre ero sovrappensiero sentii il mio telefono squillare
Senza vedere neanche chi fosse risposi

"Pronto? Chi mi vuole?"

"Matti sono io."

"Carola! Dimmi."

"Niente volevo sapere come stessi. Tuo padre mi sta chiamando ripetutamente ma io non l'ho mai risposto, mi sembrava strano quindi ho chiamato te."

Mio padre aveva capito qualcosa? Pensavo di essere stato convincente

"Niente lascia stare è un cretino. Vuole controllarmi sempre, digli che sto con te così si tranquillizza."

"Sicuro non è successo niente?"

"Qualcosa si. Ma non è il momento. Te ne parlerò nei prossimi giorni. Però per favore digli che sto con te."

"Va bene."

Staccai e misi il telefono in tasca, alzai il capo verso il cielo e mi accorsi che c'erano tante stelle. Mi era sempre piaciuto guardare il cielo di notte, come il mare al tramonto. Entrambi mi trasmettevano tranquillità, serenità, calma, pace.

"Mattia!"

Abbassai il capo di scatto e vidi che c'era Gloria imbambolata tenendo una busta tra le mani.

"Gloria.."

"Che ci fai qui tutto da solo?" Chiese lei sedendosi affianco a me

"Niente. Desideravo avere un po di tranquillità e sono venuto qui. Tu invece?"

"Niente, mia nonna abita qui nelle vicinanze e mi ha dato delle cose per mia mamma. Ma dimmi come stai?"

Gloria sembrava strana. Mi guardava con uno sguardo compassionevole, quasi come se sapesse tutto ciò che stavo vivendo, e pure in classe alcune volte avevo avuto l'impressione che mi guardasse male.

"Non lo so neanche io come sto." Risposi senza girarci intorno

Anche la sua reazione fu inaspettata, fece un piccolo sbuffo come se in qualche modo si aspettasse che io le potessi rispondere in quel modo.

"Dovete risolvere Matti, adesso avete l'opportunità per stare insieme, dovete solo aprirvi."

Ma cosa stava dicendo? Stare insieme? Ma a chi si riferiva?

"Gloria ma che cosa stai dicendo, di cosa parli?" Dissi totalmente confuso

"Come di cosa sto parlando? Tu e Christian, adesso potete stare insieme no? Scusa tu non sei confuso per quello che è successo in ospedale?"

Frena. Frena. Frena. Io e Christian insieme? Ospedale? Ma Gloria si era fumata qualcosa?

"Gloria aspetta un attimo, ma di cosa stai parlando? Io e Christian insieme? Ospedale? Ma di che diavolo parli. E poi scusami Christian è etero e sta con Eugenia anche se sapevo che le cose con lei non stavano andando bene visro che da quello che vedo in classe si parlano a mala pena. "

"Mattia ma tu allora non sai niente? Christian e Eugenia si sono lasciati. Quando tu sei andato a Bari dopo qualche giorno Christian ha lasciato Eugenia, le cose tra loro già non andavano bene da un po, pensavo lo sapessi visto che lui mi aveva promesso che avrebbe risolto le cose e sopratutto parlato con te."

Parlare con me? E perché avrebbe dovuto? Cosa aveva da dirmi? E poi ospedale? Cosa c'entrava il mio periodo in ospedale

"Gloria fermati un attimo. Ok Christian e Eugenia si sono lasciati ma cosa centro io? E soprattutto cosa c'entra il mio periodo in ospedale?"

"Oddio. Tu veramente allora non sai nulla. Quindi non ha parlato con te. Pensavo lo sapessi, pensavo che voi stesse insieme, lui me l'aveva promesso che avrebbe sistemato le cose, e quindi quando ha lasciato Eugenia, ho dato per scontato che le cose tra voi si fossero risolte e che stavate insieme."

"Gloria di cosa stai parlando? Dio santo! Spiegati! Cosa doveva dirmi Christian che io non so, cosa c'entra l'ospedale? E perché noi dovremmo stare insieme? "

"Mattia io non dovrei dirtelo, gli ho promesso che non ti avrei detto nulla perché sarebbe stato lui a dirti le cose.."

"Gloria, parla per piacere. Mi stai facendo innervosire."

"Va bene. Scusami. Tu eri appena entrato in coma e io quella sera ti venni a trovare perché volevo vedere tu come stessi, anche se non avevamo mai dialogato, però volevo suggellare quella cosa come l'inizio di un'amicizia. Ma non sono neanche riuscita ad entrare, sono rimasta bloccata vicino la porta perché c'era Christian.... ecco Christian... era lì e... oddio non so come dirtelo ma ecco.. lui ti stava baciando."

"Scusa cosa hai detto?"

"Christian ti stava dando un bacio e io sono fuggita via, non ho detto niente a nessuno, però poi ho visto come trattava Eugenia e quindi un giorno andai a casa sua e lui mi supplicò di nn dire niente a nessuno, che avrebbe risolto lui le cose."

Baciato? Lui mi aveva baciato? No. Non era possibile. Lui non mi amava. Lui non era gay. Lui.... lui...

"Mi stai prendendo per il culo Gloria? Guarda che questo non è uno scherzo." Urlai alzandomi dalla panchina

"Noo Matti. Ti giuro su chi vuoi tu ma non è uno scherzo, è andata veramente così."

Mi sedetti nuovamente sulla panchina e non potei non scoppiare a piangere

"Matti dai non fare così." Gloria mi mise una mano dietro la schiena cercando di risollevarmi

Il mio pianto era incontrollabile? Mi aveva baciato? Mi amava allora? Provava qualcosa per me? E allora perché mi stava torturando in questo modo? Perché era così distante da me? Perché mi aveva fatto tornare a Bari senza fermarmi? Al parco perché non mi aveva fermato?

Io stavo soffrendo, piangevo interrotamente ogni giorno perché ci stavo male, io lo amavo e intanto lui mi aveva baciato, forse provava qualcosa nei miei confronti e non diceva nulla. Perché? 

"Perché? Perché? Perché non mi ha detto niente? Dimmelo Gloria." Ero in un pianto isterico

"Matti, dai calmati, mi fa male vederti così. Ti giuro vorrei dirtelo ma non ho nessuna risposta. Mi aveva solo giurato che avrebbe risolto le cose e io pensavo che l'avesse fatto."

"Non ha fatto niente Gloria. Niente. Non ci parliamo più, a stento ci guardiamo in faccia. Non capisco. Non capisco più niente. " Replicai asciugandomi le lacrime con il fazzoletto datomi da Gloria.

"Mi dispiace... Non so cosa dire. "

"Non preoccuparti, grazie per avermelo detto, e sta tranquilla farò finta che tu non mi abbia detto niente, ora torno a casa, ci vediamo a scuola." Dissi alzandomi dalla panchina andando via.

Stavo tornado a casa e speravo con tutto il cuore che non ci fosse nessuno, o perlomeno che Christian fosse nella sua stanza. Ero così stordito, cosi confuso, avevo il cuore a mille e non riuscivo a trovare nessuna risposta a tutto ciò che stava facendo Christian.

Arrivai davanti alla porta e rimasi a guardarla per qualche minuto prima di aprirla

Aprii la porta e c'erano le luci accese, allungai lo sguardo verso il divano e c'era Christian mentre guarda la televisione, ci scambiammo uno sguardo veloce, ma io mi girai per posare il giubbotto e le chiavi sul mobile dell'entrata. Ma all'improvviso sentii le gambe tremarmi, quasi non mi reggevo in piedi, iniziai a vedere casa girare come una trottola, e non mi resi neanche conto che mi accasciai a terra facendo cadere anche le chiavi che non riuscito a posare.
Mi trovavo a terra, sentii un flebile urlo del mio nome

"Mattia!"

Vedevo tutto sfocato, ma prima di chiudere gli occhi vedevo la sagoma di Christian accovacciata a terra, mentre urlava il mio nome dandomi dei leggeri schiaffi sulla guancia.

"Mattia! Mattia rispondimi! "

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