Dovevo proteggermi
Era passato qualche giorno da quando stetti vicino ad Alex per la febbre, ormai le settimane che preludevano il mio andar via, erano sempre meno, ma decisi che non sarei andato via senza vedere mio padre sposarsi, avevo deciso che la mattina dopo le sue nozze, sarei partito. La scuola aveva accettato di buon grado di farmi diplomare un anno prima, il preside era in fibrillazione e mi aveva dato solo una settimana per prepararmi, non potevamo far passare più tempo o si sarebbero concluse le iscrizioni, avevo paura, paura di non esser all'altezza, di fallire, ma mio padre e Alex mi aiutarono tanto in questi giorni, ogni giorno che passava mi davano la forza di non cedere alle mie più instabili paure.
Christian invece... era sparito. Trascorreva la maggior parte del tempo fuori casa, diceva che aveva gli allenamenti, o delle uscite con dei suoi amici, non sapevo con chi uscisse ma sinceramente me ne fregava ben poco. Era il solito fuggi fuggi, il suo solito scappare di fronte ai problemi, problemi tra l'altro creati da lui stesso. Della mia partenza, si era espresso ben poco, più di lanciarmi frecciatine non diceva altro e io ormai mi ero arreso al fatto che probabilmente quel ragazzo di cui mi ero innamorato, era solo una mia illusione per non dar retta alla testa, che fin dal principio mi aveva messo in guardia, dovevo stargli lontano, era palese che non si sarebbe mai esposto per me, per noi, e invece come sempre, mi ero fidato della persona sbagliata. E proprio per questo stavo studiando come un matto per andare via, rifiutavo di uscire anche con Alex pur di non deconcentrarmi. Del resto mancavano solo pochi giorni al mio esame, mi ero promesso che niente mi avrebbe impedito di diplomarmi e di passare gli ultimi giorni che mi restavano qui, in modo sereno e di organizzare insieme a Lucrezia il matrimonio con mio padre.
Volevo esser più disponibile possibile. Lucrezia non c'entrava nulla con la tossicità e i pregiudizi del figlio, non concepivo del perché Christian fosse in quel modo quando Lucrezia era molto aperta sull'argomento. Non capivo ma allo stesso tempo mi ero rassegnato al fatto che Christian non sarebbe mai cambiato e di certo non spettava a me fargli capire certe cose. Era abbastanza adulto da capire che non ci sono limiti all'amore, non ci sono limiti quando ci si ascolta il cuore e niente è più importante della propria felicità. Probabilmente non sono io la persona adatta a lui, probabilmente non lo sono mai stato, ci sarà qualcun altro al posto mio, non ero più disposto a far finta di non vedere, Christian era in quel modo, la pensava in un certo modo e basta, le cose erano così e non potevano cambiare solo perché lo dicevo io. Avevo sbagliato, era questa la verità.
"Matti posso entrare? Lo so che non vuoi essere disturbato nel tuo momento diario personale, però mi potresti aiutare, è appena arrivato un camion con tutto l'allestimento del matrimonio." Mi chiese Lucrezia bussando delicatamente alla porta
"Certo arrivo subito." Riposi il diario al solito posto e scesi di sotto per aiutarla
"E Christian non c'è per aiutarti?" Chiesi prendendo i fiori
"No, lo sai com'è, anzi in questo periodo è ancora più strano." Disse prendendo i fiori dalle mie mani
"Strano? In che senso?" Chiesi così tanto per sapere
"Mah, nulla di preoccupante, però è più schivo e silenzioso del solito."
"Capisco."
Passai un'oretta ad aiutare Lucrezia con l'allestimento, dopodiché, lei stessa mi permise di tornare su, volevo studiare un altro po, ero abbastanza in ansia per questo esame, ma era una normale amministrazione per me essere in ansia per qualcosa. Passai il resto della serata a fare un pieno ripasso di tutto con l'aiuto di Alex attraverso una videochiamata, povero, lo stavo tartassando, era un angelo, e sicuramente aveva una pazienza di cui io non ne avevo un briciolo.
"Ma non potevo venire lì da te direttamente per aiutarti?" Chiese Alex
"Ale tranqui, non preoccuparti, mi stai già aiutando molto e poi non voglio che assisti al caos che c'è qui a casa mia; di sotto c'è Lucrezia in piena crisi isterica perché non sa dove mettere le cose, la wedding planner oggi non è potuta venire, e nonostante mio padre gli ha detto che domani sarebbe stata qui e che quindi avrebbe sistemato tutto, lei vuole anticiparsi, ma alla fine si sta solo stressando, mio padre poverino le sta vicino, e sai chi tu, non muove un dito per sua madre, è buttato sul divano come se niente lo toccasse, se fosse stato per me gli avrei dato già due ceffoni." Dissi chiudendo il libro ormai stanco
"E hai fatto il ripasso con tutto quel casino? Potevi venire qui a casa mia." Intervenne subito
"Ma no, tranqui, non volevo essere un disturbo, e poi lo sai, per me non è poi chissà quanto difficile memorizzare, inoltre non c'è chissà quanto chiasso, quindi stai sereno."
"Sicuro?"
"Sicurissimo, dai si è fatto tardi, ci vediamo domani, va bene?"
"Si va bene, notte matti"
Dopo aver staccato la chiamata, mi feci una doccia veloce, scesi giù per mangiare qualcosa al volo, e dopodiché risalii per mettermi sotto le coperte e staccare un po la mente.
Il giorno dopo mi svegliai molto presto, mi preparai di fretta, e andai ad allenarmi, portando Alex con me, dopo Christian non avevo portato più nessuno a guardami durante gli allenamenti, per me erano un momento intimo, e di solito non mi facevo neanche video per postarli sui social, quando mi allenavo ero solo io e la danza, nessun'altro, quindi portare qualcuno con me, era tanto importante, era come se facessi conoscere una parte di me molto intima, quella parte in cui non c'erano paure, ansie, tensioni, paranoie, ma c'ero solo io e il mio amore per la danza in tutte le sue sfaccettature.
Dopo l'allenamento, io e Alex andammo al suo bar per berci qualcosa, e ovviamente non poterono mancare i commenti di Elia su quanto per lui fossimo belli insieme, era davvero un cretino certe volte, non mi dava fastidio, certo, però, non volevo neanche magari illudere Alex, per quanto io non lo avessi già fatto facendo l'amore con lui, però il fatto che lui sapesse che quella notte non avesse cambiato la situazione, mi rendeva leggermente più tranquillo perché sapevo che dall'altra parte non c'era pressione, anzi, ma tutta la libertà del mondo per far sì che io capissi ciò che volevo e ciò che provavo. Avere Alex nella mia vita era importante, anzi, ormai era fondamentale, non potevo immaginare un giorno senza parlare con lui, senza chiedere un consiglio a lui e.... senza avere il suo affetto, mi lusingavano tanto le sue attenzioni e certe volte mi mettevano in imbarazzo, diventavo rosso, e lui accorgendosene se ne approfittava. Dopo il bar, andammo a casa sua, e passai la serata a casa sua, ormai era quasi come se fosse anche casa mia, dopo essermi fatto una doccia, c'era lui che mi aspettava con la pizza, un bella coperta e il pc con Netflix. Sembrava davvero una piccola serata tranquilla di una coppia. Era questo che volevo ma di certo non solo. Amavo tutto ciò; l'intimità, l'atmosfera calda di una casa accogliente, ma la complicità di questi momenti, non volevo che fosse fine a se stessa. Con Christian era così. Entravi in casa e c'era l'amore, uscivi di casa e non c'era niente più, e per quanto io avevo messo da parte tutto questo per far sì che lui avesse tutto il tempo possibile, io ero arrivato al mio limite e beh alla fine è stato più veloce di me nel rovinare definitivamente le cose mettendoci un punto.
Senza rendermene conto passarono 5 giorni come il vento, e ormai il momento di fare l'esame era arrivato. Mio padre insistette tanto nel venire a vedermi ma io fui categorico nel dire che doveva starsene a casa, anche Alex voleva vedermi, ma con lui fui forte a metà, aspettò fuori tutto il tempo, e fu il primo a vedermi uscire da quell'aula. Quando dietro di me si chiuse quella porta, si chiuse anche un capitolo, non ero più un ragazzino, ormai ero un uomo, diplomato e pronto ad affrontare una nuova esperienza con una delle persone più importanti della mia vita, si Alex era importante, come detto, ormai era fondamentale, e forse stava diventando il prossimo capitolo, il prossimo capitolo della mia vita, e probabilmente trovarmelo davanti a me, uscendo da quell'aula, lo capii ancora di più. Lo abbracciai tanto, stretto a me, trovarmelo lì fuori ad aspettarmi era l'ennesima dimostrazione di quanto Alex sarebbe sempre stato lì al mio fianco, senza mai andarsene, staccandomi da lui, stranamente avevo la sensazione che qualcuno in lontananza mi stesse osservando, ma non gli diedi molto peso, non c'era nessuno, probabilmente era solo una stupida sensazione.
"Allora maturando, cosa facciamo adesso per festeggiare?" Disse Alex mettendo un braccio intorno alla schiena
"Ma niente di che, andiamo a casa, prendiamo una bottiglia di mio padre, un brindisi e nient'altro."
"Sicuro che non vuoi andare da qualche altra parte?"
"Si certo."
Andammo a casa, e ovviamente, c'era ben altro di una sola bottiglia ad aspettarmi, quando aprii la porta, presi un sobbalzo nel sentire esplodere il cono dei coriandoli; c'era mio padre, Lucrezia e Carola
"Mi sbaglio o avevo detto che volevo solo un brindisi con una bottiglia?" Dissi in sottovoce ad Alex
"Il tuo piano era troppo deprimente."
"Si certo." Dissi guardandolo sott'occhio mentre abbracciavo mio padre
"Sono molto orgoglioso di te figliolo, questo sarà un nuovo capitolo per te, e so che andrà tutto per il meglio, però voglio solo che tu sappia che semmai avrai bisogno di un aiuto basta che mi chiami e risolviamo insieme."
"Certo papà, ti voglio bene."
"Fratellino, quanto sono fiera di te, ti auguro il meglio lo sai." Carola la mia spalla, lo era e lo sarebbe sempre stata
"Dai su vieni, tagliamo questa torta, meriti di esser festeggiato per bene." Disse mio padre portandomi in cucina
"Matti mi scuso per l'assenza di Christian, non capisco più mio figlio, aveva detto che sarebbe tornato prima che tornassi, ma a quanto pare..."
"Lucrezia non preoccuparti, è un uomo, è responsabile delle sue azioni, non devi esser in pensiero per lui o per me, non cambia nulla, si vede che non era di sua estrema necessità essere qui." Dissi dandole un abbraccio
"Allora mangiamo questa torta su."
"Si papà, ma vacci piano che tu con i dolci devi andarci piano."
"Si dottore, su sediamoci va."
Dopo la piccola festa uscii con Alex e Carola, andammo a casa di Luigi, Alex ci teneva a far sapere a tutto il gruppo le ultime novità
Arrivati, Luigi subito ci fece entrare in casa, e trovai lo stesso gruppo, le stesse persone, sembrava quasi tornare indietro nel tempo di qualche mese. Sembrava fosse ieri quando per la prima volta varcavo la soglia di questa casa
"Mattiii!! Da quanto tempo, Alex ci ha raccontato un po, sono molto contenta per te." Disse Cosmary dandomi un abbraccio
"Grazie!"
E così passammo la serata, tra risate, gossip, snack, era davvero un bel gruppo di amici, si respirava un'aria molto tranquilla, un'aria che desideravo da sempre, fin quando uscendo in giardino per prendere un po d'aria sentii in lontananza Serena al cellulare
"Cosa vuoi? Ti ho detto che non devi chiamarmi più!" Disse imprecando
Nonostante avesse il telefono appoggiato all'orecchio poteii sentire con chi stava parlando
"Sere ti prego, non abbandonarmi anche tu."
"Non abbandonarmi anche tu, Christian ma tu ti rendi conto di quello che hai combinato in queste settimane, te ne rendi conto si o no cazzo! Hai distrutto il gruppo. È mai possibile che tu non ti renda conto del male che fai alle persone. Sei andato a letto con il ragazzo di Rea, con la fidanzata di Francesco e ti sei scopato Cosmary mollandola subito, fuggendo via, l'hai trattata peggio di una prostituta Christian, e non ne parliamo di Mattia..."
"Cosa c'entra Mattia adesso."
"C'entra eccome! Credi che non sappia cosa gli hai fatto, credi che Alex non me l'abbia detto? Beh sbagli di grosso, me lo ha detto eccome."
"Quel ragazzo gode proprio nel distruggermi."
"NON SONO GLI ALTRI CHE TI DISTRUGGONO, SEI TU! Ma non ti rendi conto che ti stai autosabotando da solo? Non vedi che distruggi qualsiasi cosa ti circondi? Tu non vedi un cazzo e non vedi che strada di merda hai preso stando appresso a quel pezzo di merda di Federico. Senti Christian, ti conosco da tanti anni, sei sempre stato il mio migliore amico, ma mi dispiace, non sono disposta a vederti sabotare te stesso e chi ti circonda, questo non sei tu, il Christian che conosco non avrebbe mai tradito Francesco, andando a letto con la sua ragazza, dopo che ti ha offerto casa sua quando sei scappato di casa scoprendo la verità su tuo padre e il suo abbandono. Non l'avrebbe mai fatto. Questo non sei tu, e fin quando non tornerai quello di prima, quello a cui voglio bene, non chiamarmi più, mi dispiace."
Rimasi senza parole, sembrava tutto surreale, era Christian? Cosa stava facendo? Non potevo credere a niente di ciò che avessi sentito, quel ragazzo non era quello di cui mi ero innamorato, non era quel ragazzo, si strafottente e un po buffoncello ma non avrebbe mai tradito i suoi amici in questo modo. Prima che potessi entrare dentro, Serena mi notò e potei vedere da un meglio che sbiancò in volto
"Matti..."
"Non dirmi nulla, non è lui, o magari non l'ho mai conosciuto, figurati che non sapevo neppure che suo padre l'avesse abbandonato, ne ero totalmente all'oscuro, e beh, lui invece poteva vantarsi di conoscere ogni mio scheletro nell'armadio, e mi dispiace, forse è anche colpa mia, dopo quello che è successo mi sono rinchiuso nel mio mondo, e davo l'opportunità di entrarci solo ad Alex, era diventato tutto troppo opprimente, non potevo sopportare tutto quel dolore da solo, e tutt'oggi faccio fatica..." mille lacrime rigavano il mio volto
"Matti, ascoltami, non è colpa tua, non pensarlo, non farlo, la colpa è solo sua e della strada che ha preso, non è colpa tua se non ha avuto il coraggio di amarti davvero, non è colpa tua se ha deciso di tradirti piuttosto che esser onesto con te, non è colpa tua se ha tradito tutti i suoi amici, anche quelli che gli sono stati vicino nei momenti più bui della sua vita. Francesco gli ha offerto casa sua quando non poteva vedere sua madre perché gli nascose la verità su suo padre. Cosmary ha impiegato tutte le sue forze affinché ritornasse il sereno tra lui e Lucrezia, io gli sono sempre stata vicina, e Mattia non è colpa tua, se tutto questo non gli è bastato. Non è colpa tua chiaro?" Replicò abbracciandomi teneramente
Dopo un po tornammo dentro, mi accorsi che Alex probabilmente aveva osservato tutto quello che fosse successo in giardino, cosi lo presi in disparte e gli chiesi di riportarmi a casa, subito dopo salutai tutti, ci mettemmo in macchina e ci avviammo verso casa mia
"Perché non me lo hai detto? Aprii subito il discorso
"Cosa dovevo dirti Matti? Cosa? Tutte le schifezze che ha fatto prima e dopo averti tradito? Dovevo peggiorare la condizione tra voi? Sinceramente non me la sono sentita."
"Non sarebbe cambiato niente, te lo assicuro, sicuramente me ne sarei dispiaciuto."
"Non mentire a te stesso, lo sai anche tu che se te l'avessi detto, saresti esploso di rabbia e gliene avresti dette di tutti i colori e poi anche Serena mi aveva espressamente vietato di dirti qualcosa."
"Va bene, mi dispiace solo così tanto, non pensavo che fossero accadute tutte queste cose, però promettimi che in futuro mi dirai sempre tutto, nel bene e nel male."
"Te lo prometto."
Di lì a pochi minuti arrivammo a casa, lo salutai e mi avviai ad aprire la porta, entrato accesi le luci e posai le chiavi al solito posto, andando in cucina per prendere un bicchiere d'acqua, mi accorsi che lui fosse seduto sullo sgabello appoggiato sulla penisola, pensavo si fosse addormentato così mi avvicinai, ma mi accorsi che fosse sveglio e stava solo fissando la vetrata
"Che stai facendo?" Chiesi versandomi dell'acqua
"Come mai sei così gentile?
"Ok, vado in camera mia è meglio." Ma prima che potessi allontanarmi, appoggiò mia mano sul braccio
"Ti prego resta." Disse allontanando leggermente la sua presa dal mio braccio
"Ok, di cosa vuoi parlare allora." Chiesi sedendomi sullo sgabello affianco al suo
"Quando partirai?" Chiese a brucia pelo
"La mattina dopo le nozze." Dissi bevendo dal bicchiere
"Capisco, sei felice?" Era strano, il suo sguardo su di me era strano
"Si abbastanza."
"Molleresti per me?" Chiese poggiando di nuovo la sua mano sul mio braccio e contemporaneamente avvicinandosi
"Cosa vuoi dire?" Chiesi perplesso
"Non andare, ti prego, rimani qui, ormai sei diplomato, ci sono tantissime opportunità qui." Di impulso mi abbracciò, un abbraccio forte, come mai prima d'ora
"Christian..."
"Ti prego, non andare via." E prima che potessi rispondergli, mi prese il viso tra le mani e fece combaciare le nostre labbra, ero così perplesso che non mi resi conto istantaneamente quello che stesse succedendo, ma non appena capii, mi staccai bruscamente
"Christian, no, ti prego." Dissi alzandomi di sbotto, ma mi afferrò nuovamente
"Resta"
"Christian, non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già, non posso, prova un po a capirmi, almeno una volta, al momento per me è impossibile stare qui, mi sta tutto stretto, e io non sto bene. Da quel giorno mi sto costringendo ad avere la mentalità del "non mi interessa" anche se non sono così, ma lo sto facendo per proteggermi, per tutelarmi, per non cadere di nuovo in un tunnel che voglio dimenticare, non voglio più avere cicatrici sui miei polsi, non voglio soffocare dal panico, non voglio più credere che la mia vita non valga più a nulla, non voglio piu sentirmi come se fossi un bicchiere che teme l'impatto con il suolo perché potrebbe frantumarsi in mille pezzi senza piu ricomporsi, voglio respirare Christian, voglio vivere, e al momento, devo farlo lontano da qui. Mi dispiace."
Gli tolsi delicatamente la sua mano dal mio braccio, e se davanti a lui il mio viso potesse sembrare indecifrabile non appena i miei occhi smisero di esser a contatto con i suoi occhi, si riempirono di mille lacrime, mille lacrime che speravo da quella sera non rigassero mai più il mio viso, mi promisi che dopo quel giorno avrei imparato ad amarmi, ad apprezzarmi e a non spezzarmi per gli altri. Dovevo rinascere, dovevo essere una persona migliore e dovevo capire il mio valore, un valore che non avrei più messo in secondo piano. Non potevo permettere che il mio sorriso potesse spegnersi di nuovo, qualche settimana fa probabilmente a quel "ti prego, non andare via" mi sarei lanciato tra le sue braccia e gli sarei rimasto vicino, ma non potevo farlo più, rimanere significherebbe sacrificarmi per l'ennesima volta, metterlo davanti a me, perdonarlo senza dubbi, ma purtroppo non potevo farlo.
Io volevo perdonarlo, volevo rimanere, volevo stargli vicino ancora una volta, ma sapevo che se l'avessi fatto, quel bicchiere sarebbe caduto e mi sarei frantumato in mille pezzi, non potevo. Per una volta, dovevo dar importanza a quello che sentivo e a quello che più mi avrebbe fatto felice. Dovevo proteggermi e l'avrei fatto a qualsiasi costo.
//spazio autore
Ciao ragazzi, benvenuti in questo arduo capitolo, eh si, dico arduo perché sono sincero nell'affermare che scrivere questo capitolo è stato difficile sopratutto le parti finali, non sono finto che qualche lacrima mi è scappata. Questa storia mi sta davvero dando tanto e sto imparando molto da essa. Ormai sono entrato in sintonia con tutto quello che io scrivo e credo che chi mi segua dall'inizio sa quanto ci sia tanto di mio qui, tanto della mia persona e della mia vita. Concludendo, altrimenti piango di nuovo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero che vi farete sentire tramite i commenti e le stelline, lo sapete per me è molto importante avere il vostro feedback, e niente, grazie sempre e spero di trovarvi qui al prossimo capitolo.
Un forte abbraccio
- Biagio <3
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